Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 14 - 16 luglio 1946

224 CRITICA SOCIALE te01ti per ogni ramo del sapere. I Direttori didattici, i Pre– sidi medi ed i ,Provvedito.-i ,provinciali dovrebbero essere scelti per elezioni e pro tempore, come i Rettori ed, i Pre– sidi universitari. Ln o•gni scuola, -00mpresa l'Università, una rnppresentanza di ·alunni e di padri d,ovrebbe pa,rtecipare ai Consigli di Scuola. I libri di testo ,per le scuole elemen· t-ari e medie dov.-ebbero essere scelti da un Consiglio Na– zionale di insegnanti per tutta l'Italia, salve sempre le par· ticolari esigenze delle scuole differenziate per regi,oni: ciò per evitare che, mutando di scuo.J.a,, gli allievi si trovino disorientati. In tale ordinamento gli esami sono furiz.ione pubblica; quindi, se saranno pe.-messe le scuole private (medie, non popolari nè universitarie), gli esami riconosciuti dovranno essere dati solo nelle scuole pU'bbliche .. L'ibrido costume delle scuole pa,rificate o pareggiate o delle Università pri– vate o confessionali non è conforme ad una democrazia, la quale non può ammette.-e che il cittadino o la scienza siano in balia della famiglia, dei partiti o delle confessioni. Lo Stato non deve impartire un'educazione di partito o antireligiosa, nè può imporre ;illa scienza un jndirizzo « sta– tale». Alla scuola popolare vi deve essere l'insegnamento religioso. per quelle famiglie che 1o richiedono; all'Univer– sità deve esse.-ç libero un Ardigò o un Ferri, come un Fer· rini o un' Toniolo; ma, come per le scuole .popolari, lo Stato de~e essere responsabile di quell'educazione « civica » che è il minimo comune fondamento della vita politica, C·OSÌ per le Università lo Stato non può riconoscere una visuale, un indidzzo. confessiona1e o partitico della cultura. Il curriculum della scuola, deve assomiglia.-e al c11:rric1Llum della vita; ove si deve procedere in base a quel che si sa e non a quel che si ,possiede: dunque esami rigorosi per tutti, gratuiti per chi studia e non possiede; chiusa o,g,ni carriei:a di studio per chi possiede soldi, ma non ha volontà di studiare. Gl'insegnanti, conside.-ati come •i forQiatori della coscienza pubblica, dovranno essere scelti rigorosamente ma ben pagati sì che non debbano arrotondare il loro sti– pendio con lezioni private. L'uso, dei sup'plenti deve essere eccezionale, non regolare; deve essere un .-imedio e\tren~o per c,opdre· cattedre impro,vvisamente vuote; ma non essere un mezzo comune per non Jar conoorsi. Se i cornco,rsi deb– bono essere nazionali, il .-eclutamento tuttavia può essere 1·egionale, si.cchè gli insegnànti delle scuole popolari e me– die possano restare vicino alle loro famiglie. Ciò concorda con quel prirncipio di decentramento non eccessivo, che è il più idoneo ed è accettato dal partito nostro, il quale, per la sua natura di partito wm,an.o,, vu,ole una scuola demooratica, ma, disciplinatrice. ALFREDO POGGI Augusto Osimo « Muoio con immutata fede socialista, con la fede che, nel suo primo formarsi, mi fu, certo, inspirata dalla boutà augelica del mio papà e della mia mamma e che mi_guidò sempre, n':lla mia vita e nel 1:11iopera1·e. « Muoio con sensi d1 nconoscenza verso 1 lavoratori che iuspirarono, compresero, apprezzarono la modest~ opera mia, e con fede sicura nel loro avvenire, se foo-. giato ~ai loro sforzi continui, teiJaci, volti a graduali conquiste anche su se stessi, per la loro elevazione tecnica, intellettuale e morale, per il conseo-uimento della .loro redenz,ione economica; con féde sicura nel loro a_vv,enire, se foggiato dalla loro volontà, animato dal bisogno e dal proposito cli fare sempre più della bontà mezzo e fine della felicità della vita». ,.' Queste parole lasciava scritte alla famiglia e agli amici Augusto Osimo, della cui morte ricorre il 22 corr. il ventitreesimo a·nuiversario; la cui memoria •<Yli amici e la Società Umanitaria celebreranno nel pros~'imo set– tembre con una solenne commemorazioue e con l'aper– tura di una sottoscrizione diretta a costituire il fondo per borse di studio a favore di giovani poveri che vo- · gliano compiere la loro istruzione professionale. · Augusto Osimo è veramente una delle più grandi figure che abbia avuto il nostro paese nei primi deceriui di questo secolo : grande per nobiltà morale della sua vita, da lui spesa, con esemplare disinteresse e devo– zione, in un'opera di redenzione della classe lavoratrice, per la quale nessuna fatica gli parve troppo grave; grande anche per potenza di ingegno e di attività crea– trice, di cui sono documento eloquente il grandioso BibliotecaGino Bianco complesso cli istituzio.ni e cli iniziative fiorite eutro e intorno alla Società Umanitaria. Ne parla nell'articolo che segue il compagno Schiavi e la ~em_plic!!e1!u?1e~azione che egli fa, senza fronzoli retonc1, m termm1 cli fredda obiettività hanno tuttavia l'aspetto cli una celebrazione epica tan'to è la "'rauclio– sità_ dell'opera della quale il suo ;critto vuol rievocare · 11 ncordo. .Nia~o nel 1875 a Montic_elli cli Ongina, iu provincia cli Piace~za, ~ugusto 1 (?s1mo aveva compiuto a Pia– cenza gli studi secondari, a Venezia, nella Scuola Su– periore cli Commercio, gli stud.i universitari, e, dopo aver tenuto .per breve tempo modesti incarichi di i1Js.e_ guamento privato e di amministrazione, venne a Mi– lan_o uel, 1900,_ a cercar~ aria più respirabile e la possi– bilità cli servire meglio col .suo lavoro i suoi id,eali. Egli era già da più anni iscritto al Partito Socialista e ad esso aveva dato la sua attività, che gli era valsa nel' 1898, la detenzione per parecchie settimane nelle' car– oeri cl~ Piacenza, ins:ieme coi suoi compagni di fede, fra cui fur'!no Eman~ele ~odigliani, venuto da poco dalla sua Livorno a Piacenza ad assumere la direzione di uil giornaletto settimanale del Partito Niuo Miaz- zoni e Savino Varazzani. ' A Milano Turati e gli altri che con lui avevano al– lora iniziato il loro lavoro per l'elevazione inteUettna)e cl~lla classe Javoratrice, _intuirono subito la capacità d1 lavoro fattivo ed organico che era in Au"'usto Osimo e gli affidarono l'ufficio di segretario a:lla. neonata U_nfversità_Popolare, alla quale egli seppe dare un in– d1nzzo seno, lontano da ogni vacuità retorica in modo da servire da ese1;11pio. (~himè no~ sempre s~guito !) a tutte le altre U111vers1ta IPopolan che sornero poi in Italia. La proya eh~ l'O~iJ?O dette di sè indusse poi il Tu– rati. e gli altri am~c1 a. cercare di v alersi dell'opera sua 111 altro campo, m·cu1 potesse da.re più larghi fi:utti. Col denaro generosamente dato da Prospero Moisè Lo– ria _era stata _istituita pochi anni prima a Milalilo la So~1età Umamtarta, che doveva attuare il compito pre– scntto dal donatore cli aiutare i diseredati a rilevarsi con le proprie forze. Pier questo suo fine la Società aveva meritato i sospetti dei reazionari che allora do– minavano a M.'ilano; sicchè risentì essa pure gli effetti del~o stato d;'.1-ss~di~nel 1898 e del regime Bava Bec– cans, sotto 1 1sp1raz1one· della consorteria che re"'geva l'amministrazione del Comune. . "' Restituito a Milano un regime di relativa libertà per la pac_ifica S<;>lle-yazion,e ~i popolo contro il govern~ Pelloux, I Umamtana pote navere la sua ordinaria am– ministrazione e si. accinse a iniziare la sua opera. Po– teva esse:e un fallimento_se non si trovava chi sapesse tradurre_ 111 concretezza d1 opere -la generosa intenzione del Lona; poteva essere una creazione ma<Ynifica se l'_uomo adatto si fosse. trovato. Per pochi c~i si può npetere co me per l 'Os1mo e l'Umanitaria il detto in– glese : right m.an in right place. L'Umanitaria trovò in Augusto Ositµo io spirito creatore e vivificatore; Augusto :(>simo trovò nell'Umanitaria la possibilità di tradurre 1n atto tutto quel complesso orgaùico cli aspi. ra~ioni g,e1_1erose,di intuizioni geniali e concrete che agitavano 11cuore e la mente di lui. Animato·dall'idea– le social_ista, che glf i?clicava il. fine da ~aggiungere, d<:>tatod1 una mar~v1gl10sa fanta!sta, che gli permetteva d_1ved~re ~revenhvam_ente a_ttuate nei più minuti par– hcolan le idee che gli afflmvano .alla mente e che ad altri sarebbe_·sembrato temerario cercar di attuar,e, egli potè suggenre e compieré tutte le i,1iziative e istitu– zioni che più oltre elenca e brev,emente illustra l'ami– co .Schiavi. Fa veramente meraviglia che tanta mole di lavoro e di creazione abbia potuto compiersi in un ventennio di attività, per giunta turbato dal ciclone della prima gu,erra mondiale, la quale al cuore e alla mente di Augusto Osimo impose compiti nuovi, a c·ui egli attese con un'operosità che ha del prodi<Yioso i1el senso letterale della piarola. "' ' Vo_gliamo qui esJ?rimere l'impres,sione e~ dava l'ope– ra d1 Augusto Osimo con le parole che m occasione della sua morte scrisse il nostro Fausto Pa<Yliari che J.o aveva avut.o compagno di studi a Venez; e gÙ era stato collaboratore e quotidiano testimon,e del suo la– voro _all'Umanitaria. • Soltanto un'idea fatta corpo - « e~li scriveva-;-- e divent;at,a una fede dispotica, unica, « divoratrice, diventata cioe una voloùtà eroica a ser– « \izio di un'intelligenza sovra11a, poteva tendere, oltre

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