Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 13 - 1 luglio 1946

204, CRITICA SOCIALE tia, erano già pronti quando, nell'agosto 1917 _(assai prima che il fascismo balen,asse foscam,ente nel~'oriz~on– te italico) il Ministro del tempo, on. De Nava, msediava la CÒmmissione che doveva licenziare il progetto di legge relativo. ____ Tale Commissione, della quale· facevano parte de! veri esperti e degli integerrimi uomini politici d! O&"lll corrente lavorò alacreme_nte per oltre due anm, riu– scendo ; concretare due schemi di disegno-legge che, uuici nel concetto fondamentaJe, ma diversi nella orga– nizzazione e ueUa estens-ione, consentivano di giungere, in diverse fasi, a valorizzare appieno la vita uniana co– me il supremo bene ed il più perfetto meccanismo del- 1 'attività produttiva, nonchè di risolvere aJ tempo -istes– so la penosa crisi che, fin d'iallora, travagliava l'assi– stenza ospitaliera e quella a domicilio affidata agli Euti locali. Che pure oo-gi - dopo una lunga e disastrosa vicen– . da, la quale, in vario modo, ha reso più impellenti ed · acuito i bisogni cui soddisfacevano i ricordati disegni– leo-ge licenziati alla fine del 1919 - che tale sia ancora la O più viva e sentita preoccupazione dei Partiti politici, dei liberi Sindiacati operai e professionaJi, nonchè della classe sanitaria, ce ne affidano fra l'altro le due surri– cordate pubblicazioni. A qual pro' dunque indugiare ed attendere i risulta.ti d·i altri studi di Commissioni (quella nomin iata con R. D. 15 marzo 1945, datato da .Salerno, e presieduta dall'on. Saiisovetti, avrebbe dovuto prese_ntare, in modo, perentorio, le sue condusioni un anno dopo, ma, prima che il termine scadesse, un altro decreto, questa volta luogotenenziale, venne a ... liberarla da tale' termine di tem,po, evidentemente troppo dinamico I), quaùdo già progetti cosi meditati ed appropriati, ed ~na prassi molto annosa, di casa nostra e di fuori, hann'o indicato quale sia la via più opportuna da intraprendere? Tutti sono ormai convinti che· l'edificio della Previ– denza sociale, iniziato ed esteso con prudenza prima e subito dopo la ,guerra contro i tedeschi del 1914-18, veu– ne poi dalla megalomania e dal nepotismo fascista ele– fàntizzato, e disorganicame.nte appesantito all'esterno e depanperato all'interno fino a divenire un ... gratta– cielo, ma.lgrado i poteri dei Commissari straordinari. Parimenti tutti sono convinti, compresi i liberali, che per ricostruire l'Italia occorre anzitutto valorizzare il lavoro, soddisfacendo più umanamente le necessità della vita quotidia11a e della salute dei prestatori d'opera. . Muovendo da tali pacifici postulati, si può tracciare fin d'ora, .sia pure a grandi linee, l'itinerario che si dovrà seguire per reaHzzare i due scopi indicati dal titolo di questo articplo : . 1°) democratizzazione degli organi amministrativi, centrali e periferici, dell'Istituto di assicurazione contro le malattie, chiamando a gestirli i rappresentanti dei datori di lavoro e degli asskurati (con prevalenza di questi ultimi), nonchè delle organizzazidm sanitarie ai quali, in u~ secondo tempo, si potrebbero aggiungere anche quelli dello Stato, dei Comuni e delle Provincie o Regioni; 2~) soppr~sione, ~ntro br,eve tempo, di tutte le Mu– tue_ di categor'.a (degli st~tah? p_arastatali, agenti agri– coli e forestali, ecc.)' ed immissione di dette cateo-orie negli Istituti maJattie; 0 3°) graduale a=ission·e nel detto Istituto di nuove cate,gorie, quali gli artigiani, i lavoratori a domicilio i pensionati, gli inabili al lavoro, i d.iseredati; ' 4°) graduale assunzione, da parte del medesimo Isti– tuto, di tutti i servizi e delle pi:estazi'oni" sanitarie at– tualmente demandate all'Istituto Nazionale Infortuni e Malattie professionali, con estensione di quest'ultime ad ogni forma spedfica ; 5°) idem come· sopra della prevenzione e cura della tubercolosi e delle varie forme di ·invalidità ora di com- petenza dell'Istituto Idi Previdenza Sociale ; · 6°) facoltà per gli Istituti di assicurazione contro le mala,ttie di gestire in proprfo, limitatamente alle loro n~cessità, far;macie, ospe<fa~i, gabinetti. di analisi, cli– mche specializzate, sanatori e convalescenziari. Resta ora da esaminare, sempre in via schematica, l'ordinamento amministrativo di tale Istituto e deo-li altri, anche nei riflessi della riforma sanitaria· ma"' a questo destinerò un altro mio prossimo articolo'. BibliotecaGino Bianco Il Tracciato a grandi linee il programma di ri<:Jrdina mento e di unificazione delle prestazioui sanitarie, che costituiscono l'aspetto veramente sociale delle assicura– zioni obbligatorie, si rende necessario coilsiderare ora quello tee.nico-amministrativo, che è pure funzione im– portante della previdenza. Qui i dissensi possono sorgere più frequenti e la natura stessa della materia costringe ad essere meno categorici. . . , . . . Sembra tuttavia ormai pacifico fra i competenti 111 materia, dal punto di vista teorico e pratic<;>,~he, mèn•: tre da un lato si dovrebbe tendere a costituire ornrn1 sollecitamente un unico Istituto per l'assicurazione in– tegrale contro le malattie, parallelamente si potrebbt>r0 raggruppare in altro Istituto si~ila~e (in u1; priJn_o tempo autonomo) tutte le prestaz.10111 economiche 1 11- scossione dei contributi, pagamento degli assegni, sus– sidi, indennità e pensioni). Più tardi, ad esperienza consolidata, questi due organismi, ad esigenze strn– mentali diverse ma cooperanti allo stesso fine, potreb- · be1:o anche avvicinarsi fino a diventare due sezioni di un solo Istituto. ' Attenendomi al carattere di questa Rivista ed alle esigenze dello spazio che essa può dedicare ai tanti" problemi di interesse generale che oggi si agitano iu Italia, mi limiterò ad indicare in modo schematico come vedrei possib ile che l'at tuale Istituto di Previdenza Sociale, con l 'introduzio.ne del tanto auspicato « librettu personale » e col sistema di un solo contributo rag– guagliato al salario od allo stipendio dell'assicurato, divenisse l'esattore generale e il redistributore delle prestazioni economiche relative alle altre diverse forme di assicurazione obbligatoria oggi i_n vigore. Ma, prima di ciò, occorre indicare quali dovrebbero essere i com– piti di questo Istituto erogatore di provvidei1ze econo– miche. Ecco come io li enumererei per ordine di im– portanza sociale : 1) contributi per l'assicurazione contro J,e malattie comuni; · 2) indennità e pensioni per le malattie sociali (tu– bercolosi, malaria, tracoma, malattie nervose e del lavoro); 3) indenuità e pensioni per infortui1i sul larnro; 4) indennità di forzata disoccupazione; 5) pensioni di in validità e vecchiaia; 6) assegni di puerperio e di parto. Quanto al regime coiitributivo, le recenti disposizioui governative sui " coutributi assicurativi » già· dimo– strano che il legislatore ha accettato il principio, da tempo sostenuto e illustrato dalla stampa socialista e siudacale, che tutti i contributi per le assicurazioni ob– bligatorie, costitrtendo sostanziallnen'te una parte del salario o dello stipendio del prestatore d'opera, anche quando siano posti a totale carico delle imprese, nulla sottraggono al reddito netto di esse, incideùdo unica– mente sul. costo. 'del prodotto. Ne consegue che il Partito socialista, avendo per il primo sostenuto tale criterio, dovrà ora preoccuparsi che le notevoli previste eco11omie, :raggiungibili con la ,adozione di più semplici e rapidi sistemi di esazione dei contributi, oltre a consentire l'auspicata ed urgente u.nificazione delle prestazioili ai lavoratori e loro fami– liari di tutte le categorie da assicurare e assicurate, permettano .di ridurre il pletorico personale di ogni grado che grava sull'Istituto ed uno sgra1Jiodei contri. buti stessi, che è come dire unoa diminuzione dei costi di produzione, a sollievo dei consumatori. Fra i mezzi idonei a raggiungere tali firii 1 debbo ri– cordare l'adozione della « marca unica assicurativa», da applicarsi sul nuovo tipo di libretto personale del lavoro (che così chiaramente ven11e illustrato, ·in una non lontan.i. riunione dei N.A.S. di Bologna, dal valoroso compagno dr. Olida dell'I.N.P.S.) e quello, già speri– mentato da tempo nel settore agricolo, dell'applicazione di una sovrimposta fondiaria, al quale devesi però ag– giungere un rinnovamento per il servizio dei « contri– buti unificati», che dovrebbe essere attribuito ad un Ente, controllato dai proprietari e dai lavoratori della terra organizzati. Nè si _dica che tale sistema di prestazioni «fisse» uguale per tutti, salvo il diverso carico di famiglia, inaridirebbe ogni senso di previdenza nelle masse assi– curate e potrebbe riprodurre, sotto altro aspetto, spere– quaziOJ1i fra lavoratore e lavoratore, in quanto detto

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