Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 13 - 1 luglio 1946

CRITICA SOCIALE 203 mento wcialista, nella ~peranza di provocarne la sc1ss10111e. A questo scopo un'abile manovra è già stata tentata, dopo il risultato negativo del referendum costituzionale, per iri– gettare la colpa dell'insuccesso sulla Direzione della S.F.I.O., che Duclos, Cogniot ed altri autorevoli esponenti. <lell'estre– ma sinistra ha,nno accusai? di mollezza e d'incapacità nello svolgimento deUa campagna· propagaindistica. Con analogo ,intento, per diverse settimane 'l'Huma,oité ha cercato, siste– maticamente di sminuke ,j, risultati della missione· di Blum sì da insinuare 111elettore l'idea che il capo sociaÙsta no~ fosse persona qualificata per adempiere al compito affida– togli. È nei sindacati, infine, c!he la volontà di penetrazione dei comunisti si manifesta in una delle sue forme più iJ..ecise e peri-colose nel tempo stesso. D3[liel Mayer,, condannando sul Populxiire i sistemi adot– tati d·al partito. di Thorez, ne enumera alcune fra le più ap~ pa,dscenti manifestazio111i: la denigrazione sistematica dei, di– rigenti della S.F.I.O.; la creazione di ccfiliali multiple>> atte ad integrare in una moltitudine di organizzazioni, dai contorni politici volutamente imprecisi, uomini e donne di origini e di opinioni, sociali disparate; il ccdoppio giuoco » della partecipazione al governo e dell'opposizione simul– tanea. Ed il segretario oocialista conclude con un veemente: cc1110 ! dec;_isamente no! noi non aJhbiamo gli stessi metodi ». Il p!lllr– tito di Blum e di Jaurès 1110npuò che restare sulle proprie .posizioni, difendere gelosamente la pro-pria autonomi-a, ed attend-ere che si ·soddisfino le condizio111i preventive per la 1·icostituzione del partito unificato, che fu.-ono fissate dal Con– i;resso socialista d,ello scorso agosto• e che sono, per il mo– mento, ben lontane dall'esser realizzate da parte comunista. Tuttavia esso sarà .sempre pronto (è questa una promessa formale che il capo responsabffe di un grande partito for– mula} ad unirsi in un solo slancio a tutti ,j lavoratori comu– nisti, repubblicani e democratici, qualora una reale minac– cia contro la democrazia si concretasse. Circosperùm,e nei rriguordi ool Movimenltlo RepubbUcano Po– polare. Non v',è wltan.to l' o·pposizione dj vedute intorno al pro·– blema costituzionale - d'importanza primordiale del resto - a 'distinguere -in modo, netto la posizione poli~icil dei so– cialisti da quella del partito cattolico. Dalle discussioni svol– tesi nei due recentr .congressi nazionali del M..R.P. si è rive– lato e sembra concretarsi un atteggiamento nei èonfronti dei problemi sindacali che, riavv·icinandosi a certe forme di oo•rporativismo ancora sop.-avvisS1Ite in taluni paesi (vedi. il Porto-gallo di Salazar); si pone in netta antitesi colla dottri– na classista cui fedelmente si attiene il partito socialista. Più ancora la diversità si accentua quando si esamini la composizione della massa degli aderenti che vengono ad in– grossar-e le file dei due movimenti. Il M.R.P., sorto dalla Resistenza, è guidato da uomini che nella. lotta p,er la Libe– razione hanno dato prova della s-incerità dei loro sentimenti democratici, nonchè del desiderio di contribuire ad una tra– sformazione rivoluzionaria dell'economia nazionale. Ma, tro– vatosi. impegnato in successive battaglie elettorali, esso ha finito per acco·gliere nel suo seno fitte schiere di aderenti provenienti dai ceti del paese meno aperti alle ida nuov•e, i quali 111ehànno completamente modificato l'essenza e ne influenzano attualmente, .j.n misura determinante, l'orienta– mento. Questo spiega, in gra,n parte, l'improvviso cambiamento di fronte del gruppo parlamentare .cattolico sulla questione co· stituzionale, quando l'atteggiamento e gli .irgomenti della destra sembrarono, ad un certo momooto, raccogliere l'ap– provazione delle masse repubblicane-popolari .assai più dei discorsi dei 'deputati del M.R.P. Questo rende più comprensibile i-I fenomeni> prodottosi. in periodo elettorale in numerose circoscrizioni, do-ve il e11111- didato cattolioo ,Hvise con quello del P.R.L. i suffragi della destra, ed ha come rivali immediati il socialista ed il c:0- nnmis.ta. In somma la posizione del Movimento Repubblicano Popo– lare è anoora talmente poco dhiara, che la p'ropaganda del nostro partiro è, nei suoi riguardi, i111spirataa una ce.-ta cir– cospezione e all·auesa che l'evoluzione futura del movimento chiari ca ]'.equivoco attuale e riveli, l'orientamento definitivo. Sarebbe, a nostro avviso, un grave errore seguire le spe– culazioni più o meno ·interessate dei giornali francesi cosi– netti indipendenti, i- quali, analizzando il oontenuto della •·ampagna elettorale socialista,' vogliono vedervi i sintomi di ibltotecaGino Bianco un 'sensazi,onale cambiamento .di indirizzo a destra. iLa dire– zione del partito .si è trovata nella necessità _di prendere net– tamente e, diciamolo pure, energicamente, posizione nei riguardi dei comunisti; ma essa l'ha fatto con non minore chiarezza nei confronti dei repubblicani cattolid. Se parole dure sono state rivolte ai compagni dell'estrema sinistra, non v'è un solo• militante socialista che non sappia fare l'in– dispensabile distinzione fra un partHo, che ha dato alla causa della liberazione diecine dj migliaia di perseguitati, di nrn– tilati, di fucilati, e l'eterogenea coalizione delle destre, nella quale i conservatori ed i· reazionari spiccano accant,o agli ex-so-stenitori .di Pétain e dell'occupante nazista. I sociali,sti banno voluto· perseguire inna nzi tutto• un ob– biettivo, quello di mettere in piena luce l' oiriginali.tà della loro dottri111ae del loro programma, e di porre quella dottri- . na e quel programma al servizio dell'intera nazi,one per sod– disfarne i bisogrii e ·conoretarne le aspirazi,oni; sì da poter giusti/i.care l'appello con cui termina il loro manifesto• elet– torale: e< Il bene del paes•e e l'interesse della repubblica esigono che sia il partito socialista ad assumere, domani, Le più gravi responsabilità del potere ». ENRICO }ACCHIA Assicurazioni sociali e riforma sanitaria La tradizione, il e,o~icretopassato e le finalità prossi,– me e remote del mo11imento socialista non consentono che esso tardi a fissare il proprio indirizzo in merito all'importante pro-blema delle Assicurazio,ni Sociali, co– sì profondamente sentito ed agitato in ogni Paese. . Con questo intent6 aibbianio pubblicato (fase. del 16 maggio) uno scritto di Giuseppe Orsini e dia·rno ora ospitalità ad un articolo già in11iatoci da tempo da&co'Ìn– ·pagno Antonio Lorenzini, dell'Istituto di Patronato e di Assistenza della Camera Confederale del La·:ior,J di Bologna, che al problema, della Pre11idenza ed assicura– zioni sociali dedica da tempo studio e atti11ità .. I Ho letto attenbamiente in questi ultimi tempi la chiara relazione sulla « Riforma sanitaria » che il collliPagno dott. Perrotti ha presentato nello scol\So ottobre al C.'C. del Partito. e, subito dopo, l'aceurato studio dell'avv. Emanuele Cab~bbo apparso nel complesso faseicolo gen. naio-diaembre 1945, col quale l'Istituto Nazionale In– fortuni ripresenta al pul>blico la vecchia e... arcicom– pressa Rassegna della Pre11idenza Socialè, col titolo di Ri11ista degli rinfortuni e delle malattie professionali. Lo studio del Cabibbo contiene una diligente ed ac– curata disamina del pensiero e delle direttive· che i principali partiti politici hanno espresso, in forma di ,programmi veri e propri e con personali· dichiarazioni dei loro esponenti, in tema delle riforme degli Istituti di previdenz,a e di assicurazione sociale che il fascismo ci ha lasciato tanto a,ggrava,ti di oneri (già nel 1944 i contributi assicurativi rappresentavano circa il 50% dei ,salari e stipendi) e di paurosi deficit (una ventina di miliardi), quanto inefficienti e sterili, risultati. Orbene, dopo queste letture, oltremodo interessanti per chi si appassiona a tale ma,teria, è oc-corso a me che, da un quarto di secolo, attravers·o il patrocinio de– gli assicurati ho seguito e seguo praticamente il f.uri- 2ioname11to delle leggi e degli istituti di questo vasto settore, di ritrovare valida conferma alla mia convinzio– ne che, per giungere all'auspicato graduale riordina– mento (che ci è imposto oltre tutto dalla non invidiabile situazione economica e politica in oui ci dibattiamo) e quasi, direi, ad una, inflazione dei sistemi assicurativi obbligatori vigenti, e per preparare altresi i presupposti necessari per una razionale rifornla s,anitaria, è ne<:es– sario incominciare senz'altro a modificare la struttura ed il funzionamento degli Istituti di assicurazione ma- 1,attia. GH studi demografici, economici, giuridici, attuariali della Direzione Generale della Previdenza Sociale per affrontare da noi il problema dell'assicurazione maJ.at-

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