Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 13 - 1 luglio 1946

CRITICA SOCIALE 201 ' Il problema del Mezzogiorno Questo scritto che Civis ci in-via contiene una descri– zione un po' -vaga dei inali dei-Mezzogiorno e un'elen~ cazione troppo sotnrmaria dei pro-v-vedimenti qhe_ essi richiedono. Tutta-via ben -volontieri lo pubblichiamo, anche per suscitare l'attenzione dei nostri c ompag1ii intorno alla gra-vità del problema meridiana.le, che an– che la recente -votazione sul referendum e gli a-v-venimen– ti che sono seguiti hanno ;osto'in luce. Sop,rattutto -vo– gliamo, iniziando la trattazio;t~ del problema! impegnare i nostri amici deU'Ualia 1nendionale e delle isole a, 11ian– darc-i intorno ad esso le osser-vazioni e proposte che sono frutto della loro personale esperienza. La Repub– blica non potrà consolidarsi e munirsi contro og;n.iat– tacco e insidia, se non farà qualcosa di efficace P•era-v– -viare a soluzione il problema meridionale. LA CRITICA SOCIALE È s~to o-ià fatto osservare che chi ~tudia le caratteri– stiche ess:nziali ·del Risorgimento e scorge la dissolu– zione delle correnti Ìdeali che si erano disputato il predominio clella rivoluzione italiana, non tarda a ,con– vincersi che lo Stato italiano non si formò negli animi dei cittadini, ma si estese· dal Piemonte, attraverso compromessi e rinunce, cos,icchè ne risultò uno stato piembntese territorialmente I?i~ vasto, ma d'ispir~io?e ideale più angusta. La pohhca dello_ Stato umt~no, dalla proclamazione del_ regno al!-a d1ttatur'.1 fasc_1sta, è stata in realtà, verso 11 Mezzogiorno, assai _ambigua e corruttrice, anche perchè _la bo_rg~esia meridionale_, per risolvere nella un1ficaz1one italiana la necessita del suo dominio regionale e per impedire eh~ le_,ri~orme legislative si risolvessero in suo ~anno,_ ~munc1ò ad ogni controllo sullo Stato e aderì 1ncondiz1onatamente awla politiCl!, dei ceti _dominant\ d_el Nord. . Ma le cause economiche e sociali della quest10ne me– ridionale hanno un'origine assai lontana e -si può dire che sorsero sotto l'antica Roma repubblicana, quando, per le lunghe ed estenuabti guerre sannitiche, i _Pic– coli coltivatori che formavano la maggioranza dei le– gionari roman( fu_rono allonta_nati dal lavoro _dei campi e videro la loro piccola propnetà andare ad u1:gr<;>ssare quei o-randi possessi fondiari, coltivati da schiavi, che sono passati alla storia sotto il nome di la_tifondi. Senza però abbandonarsi a riferimebti storici, che hanno un valore relativo _quando si tFatta di ~tudiare fe:1omeni attuali e concreti, come quello che stiamo esam1nan~o, è preferibile, piutt_osto, dare uno sguardo a,ll~ :71ta .sodale del Mezzog10rno, che pr,esenta un vastissimo campo di osservazioni. Mancanza d'indnstrie, -arretra– tezza dell'economia agraria, varietà di condizioni geo- . logiche .emeteorologiche, di tradizioni e di consuetudini. In un luogo eccesso di popolazione, in un altro scar 0 sità. In una zona l'intraprendenza capitalistica l~ sor– g-ere un'industria tecnicamente progredita, in un'altra si riscontra ·ancora qualche residuo dell'antica economia familiare chiusa. E poi, l'anaUabetismo, la malaria, la mancanza di spirito as&ociativo, la meschinità della politica campanilistica, la miopia egocentrica delle classi dirigenti e così via. Questa la fotografia della situazione dell'Italia del Sud e delle Isole, creatasi, dapprima con lo .spostarsi del centro della civiltà dal Mediter– raneo verso l'Europa Centrale, agg,ravatasi sotto le do: minazioni straniere, esasperata dalla politica dello Stato unitario e infine esacerbata da veut'anni di malversa– ziolli fasciste. A tutto dò bisogna aggiungere,· per completare il quadro, 'i danni e le rovine derivati dalla guerra, e pensare ai paesi devastati, alle attrezzature portuali e industriali distrutte, ai ponti demoliti, alle strade inte-rrotte ed a tutta quella serie di catastrofi e di orrori prodotti dai bombardamenti aerei e dai com– battimenti degli eserciti moderni. Dopo la . proclamazione del regno non mancarono, nelle stesse file conservatrici, uomini intelligenti e lun– gimiranti, preoccupati del pubblico bene e dell'avvenire del paese, che guardarono alla questione meridionàle come ad un problema da affrontare e da risolvere ·inde-. rogabilmente. Basti ricordare: Franchetti, Jacini, Son– nino, Fortunato, Villari. Gli scritti di questi s,tudiosi e le collclusioni delle inchieste compiute in quei tempi, si leggono ancora· oggi con interesse, anche se allora seppero soltanto attirare l'attenzione della pubblica ~pi– nioue e non riuscirono generalmente a: vincere la sor- dità e l'incomprenSioue di grab parte della classe di– rigente. La questione si riaccese sul finire del secolo scorso, con moltissime polemiche e discussioni, alle quali parteciparono i maggiori scienziati _escrittori po– litici del tempo: Lombroso, Sergi, Niceforo, Ciccotti, Salvemini, Labriola e molti altri. Alcuni parlarouo d'inferiorità delle popolazioni meridionali, altri d'igna– via e di pigrizia, altri opposero i contadini della Val Padana a1 contadini del Mezzogiorno, per attribuire a questi la cagione delle loro miserie, dimeuticando però talvòlta un fatto elementare : le ci;mdizioni sodali estremamente pietose dei lavoratori meridionali, dis– sanguati dalle febbri malariche, malamente nutriti, ammassati in luride catapecchie, sottoposti ad un la– v.oro disumano, tenute nell'ignoranza e nella supersti– zione. Eppure biso~nerebbe vedere con quanta passione e laboriosità essi coltivano ancora una terra s,pesso tanto avara di frutti! A lloi sembra che il nemico del Mezzo– giorno debba essenzialmente ricercarsi nelle condizioni dell'ambiente fisico e dell'organizzazione sociale, le quali- possouo essere profondamente trasformate, modi– ficate e migliorate. Il coin-j)ito attu.ale. Dopo aver instaurate istituzioni politiche e ammini– strative, che siano garanzia di libertà e di giustizia per tutti i cittadini, nobchè di ones,tà e di çapacità nel go– verno della cosa pubblica, l'Italia repubblicana e de– mocratica potrà accingersi alla realizzazione di una grande riforma agra.ria, che tanta .importanza riveste per rinuovare l'agricoltura meridionale e per sottrarre le popolazioni del Mezzogiorno alle condizioni gravose di contratti agrari ·e consuetudiui locali di sopravvi– venza medioevale, emancipandole dalla concorrenza dei grandi proprietari, dalla iug,ordigia degli strozzini ~ dagli esosi gravami fiscali e_tributari. · Sanati i danni immediati e diretti della guerra, questa realizzazione richiedé però nel Mezzogiorno l'attuazione 'preliminare di molte riforme, di cui le più importanti e urgellti possono essere così raggruppate: 1) l:>onificaidraulica: sistemare i bacini montani e il corso dei torrenti impetuosi, ill\brigliare e rimbo– schire le zone franose, prosciugare le paludi e i pan– tani; apprestare opere di canalizzazione che utilizzino le acque correnti, per ridare alla terra le perdute energie, gli elementi fertilizzanti, dr cui è stata impoverita da secoli di sfruttamento; costruire acquedotti e fognature nei tanti paesi che ne sono ancora privi o malamente dotati, per migliorare le condizioni igieniche e sani- tarie; . 2) bonifica agrariq,: modificare i sistemi di coltura, applicando al miglioramento della produzione agricola tutti i moderni ritrovati della meccanica, dell'idraulica ' e 'della chimica, per ,una più profonda ·trasformadone dei metodi di• coltivazione, di ·cobcimazione e di rota.-. zione, spesso arretrati e sorpassati i 3) bonifica untana : migliorare le condizioni di fa– voro e il tenore di vita delle popolazioni, introducendo fin dove è possibile l'impiego della macchina per sup– plire al lavoro umano nelle fatiche più gravose; co– struire per i lavoratori, nei paesi, abitazioni sane, e 11elle campagne, bonificate e liberate dalla malaria, case coloniche che sostituiscano quei tuguri privi ,li aria e di luce, dove essi sono spesso promiscuamente allogati cob gli animali domestici; rendere accessibili gratuitamente al popolo il libro e ogni ordine di scuola ; creare ambulatori medici per l'assisten-za ai lavoratori nelle malattie e per la cura dell'intanzia e dell-a mater– nità; stimolare con ogni mezzo la formazione dello sµirito di associazione e di solidarietà, per immetter.:'! il popolo ilelle civili e libere competizioni, frenando e combattendp tutte le forme di corruzione di favori– tismo e di rancore, che hanno sempre caratterizzata h– vita ·sociale e politica del Mezzoo-iorno. Per accingersi alla realizzazion~ di un programma rli così ampia portata, e per compiere quest'opera gran– diosa, profondamente rivoluzionaria, è necessaria una politica governativa che abbia di mira, contro ogni eselusivismo particolaristico e speculativo, gl'interessi g~nerali del paese e i bisogni della collettività lavora– t~ce. Il nos~ro partito sia, ~che in questo campo, al- 1 avang,.1ard1a; affrontare e risolvere nella sua interezza il p,roblema 1neridionale è compiere un dovere verso le martoriate popolazioni del Mezzogiorno e verso la civiltà. · Civ1s.

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