Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 13 - 1 luglio 1946
200 CRITICA SOCIALE intuiscono che, co111enon può esserci socialismo senza d~mocrazia, così non può esistere democrazia senza so– cialismo, e li incita a rinforzare le fil~ del Partito, pre– Pqrando per le prossime elezioni politiche, e nell'am– bito del nuovo Stato democratico, la decisiva vittoria dei lavoratori e del socialismo. L'ombrellone democristiano Le recenti elezioni sono v.enute finalmente a schiarire l'at– mosfern politica del nostro• paese. In un clima di lilbertà e -di serenità, esse hanno dimostrato il ,reale p.eso che haono nell'opinione ,pubbiica i due parti:ti marxisti, oon che è da augurarsi sia cessato, quello st~to _di sudditanza dell'uno di essi - il meno rumoroso·, seppure ;ìl più num~roso - nei conf~onti dell'altro, per cui al J?rimo -sembrava vivere per la g,razia 'del secondo; e hanno l!nche .wttolineato l'ascesa clamorosa di un terz.o• partito di < mas– :sa » - ,ch'è poi diventato il primo -, il quale ha totaliz,,atio ben 8.049.101 voti w,ntro gH 8.99_1.365 raccolti dagli altri due. Tutti attendevano che il partito democratico-cristiano, sarebbe .-iuscito al primo, po-sto, ma poçhi, sup-ponevano ohe pote~w riportarie un n11mer(! così imponente di suffragi. Ma le elezioni han messo anche in evidenza che i sette decimi (o poco \meno) degli elettori democristiani hanno votato per la •mon,archia,; il f<he, per gli. (\Sservatori n<i11superficiali, non è stato ,una. ,sorpresa. · , . 1'/on ostante la sua p)ù volte dichiarata aconfessionalità - argomento puramente P,-Ole1)1ioo ,' si sa. che, il part,ito cli De Gasperi è l'org/Ulismo politico della Chiesa, che lo con– trolla e lo Ìillquadra atlraverso i par-roci ,e i c·ur'!ti, oome ' già inquadrò e ,con~rol}q, il partito po.polare e, prima anoora, il partito clericale. De Gasperi è il successo-re di don Stu~~. come don Sturzo fu il succes sore ,del marchese ,Pe~icolL C'è, in tutti, una ragione di vita b.en 'lliù forte del qome mute– vole del partito, che trae la sua linfà vitale d,al V,aticano. Da qui, p,rincipalmente, sorge la potenza della Democrazia eri– stia111a,come part.ito·, ma anche, in parte, la sua intrinse<;a debolezza, in quanto corre il risch~o di far risvegliare - non resuscitare, che, evidentemente, è un'ahra co~a - quan– cjo. che sia, un ;mticlericalismo, H quale, ,adattato ai tempi .e alle ciroostanz\}, non potrebbe non essere fo)1lte d'ànquifel- tudi111eper la Chiesa. , , L'anticlericalismo polemico e politico, che si manifestò vi. tal~ e iuuento· fino alle so-glie della ·prima guerrà mondiaJ.e, se fu un reta-ggio del Risorg-i-mento per le ,classi colte, fu altresì una necessità, di difesa per le classi lavorakici, le quali si trovarono sempre i pre~i dall'altra: parte, d,ella bar– ricata. L'anticlericalismo oiperaio fu principalmente di class.e, d,onde taholta manifes.tazio111i d'intolleqnza, che varscavano i limiti per 'investire la si-essa fede religiosa. Si dice, da più parti, _che guesto aritic~ericalismo•, anzi l'an– ticlericalismo senz'altro, sia morto. Ecco. L'an.ticlericalismo che si gargarizzava degli scrit~i e delle vignette dell'Asino, che offendeya i pretv ,i, rendeva praticamente ,impossibiU le ;pro.rnssioni Teligiose, ri•Ofl'\ avrebbe mai do.vuto esistere per :il. buon nome del nostro,,paes.i; ma l'altro, quello di difesa co111tro rit,o,rn.i"wnfessionali o abusi o· inframettenze del clero, penso stia, legi-ttimamente, in una posi,..~0111e di rriserva. Sta allii Chiesa non farlo risv,egliare, Do ut qes. . Le recenti elezioni )I~nno, dato al protblema dei rapporrti tra i partiti di sinist-ra .e la democrazia cristi·ana un carattere di pa<rticolare urgenza. È documen1tato che il clero, il quale non agisce mai di sua ,iniziativa, ina obbedisce ad òrdini sùperiori, 111,ella sua quasi totalità ha fatto propaganda mlo,– narchica e antisocialista, verbale e scriuta, dal pulpito·,e dal oonfessionale; nelle chiese, da preti in veste talare, sono stati distribuiti manifestini e opuscoli nei quali la repubblica e i partiti repubbli-cani erano p.-esentati con un li1nguaggio ch'era legittimo ritenere appartenesse a un infantilismo po– litì,co ormai superato, se non altro, per il buon gusto e la cultura italiani. fotorno allo scudo, crociatò si sono oosì coa– gulaÌi forze e -interessi nettamente w111servatori e reazionari, legati da avversione non ragionata al « ,rosso·)). Se 1110-i diamo uno sgùarclo 'ai risultati, elettorali, vediamo che, all'infuori 'dèi tre grandi partiti così detti di massa· e del parti',to repubblicano soorico (il « fronte dell'TJomo qua– lunque·» è "u,n fenomeno 'di analfabetì,smo -politico, quando- - non ·vi confluiscano interessi· offesi e gerarchi disoccupati), non vi sono che t-ronooni di partiti, i quali non hanno sèguito neil'o-pi-nion.e pubblica. La borghesia moderàta, che volentieri si proclama liberale e conosce Cavour per quel tanto che ne ha appreso dai librti di scuola, ch'è 'scettica, 'incredula ·e agnostica, ma oonfo-r- BibliotecaGino Bianco mista, che si accosta ai sacramenti so.Jtan'to in punto di mor– te, _era_stata a?ticlevicale filllo· all'alba del secolo, quando il s1;1ffrag10_era 1:istretto_ e le lotte municipali si svolgevano tra picc~le dmast1e locah, as~ente_ i'l f!:OPOlo. Ma quando il pr?• letar~a_to, :con ~e !eghe cli resistenza e le ooope,rative (o le ,mumcipahzzaziom, ove s'insediò nei Comuni) entrò in iscena minacciando int.eressi wncreti di classe 'essa solle– citò ed accettò l'appo,ggio clericale, che, limitato• in un primo tempo alle elezioni. amministrative, s'estese poi a cruelle polìtiche. L'on. Giolitti, e il ,oonte Gentiloni rappre– sentavano per essa la perfezione dell'arte politica, perchè la difendevano e la dispensavano• dal pensare. Il compromesso e l'atbdieazione al oondomino, che si faceva sempre più esi– gente a mano a mano che rivelava la sua potenza e la sua capacità organizzativa, parve capolavoro di astuzia. I bloc– chi .cledco-moderati tennero il campo fino alla prima guer'.ra mondiale; poi d,on Sturno• non accettò più la, mexzadrfa e le sue schiere si p.--esentarono da sole, con un blocco mo-no– lit>co di oltre cento deputati, che non cimsentì più la resur– rezione del ,blocco cle,'i-i,oo-moderato v-ecchio stile, coi catto– lici accoda,i.i al partito liberale-conservator-e. Il « veJ.o >> dei popolari a un ritorno cli Giolitti al po-tece spalancò le porte al .fascismo·. La grande pro,prietà terdera e la grande indu– stria dei, dazi protettori dimostra,rono allora d-i vivere unica– mente per i lo·ro interessi e pelr i loro, privilegi di classe. Oggi la borghesi11 - .conseirvatrice o, liberale o democra– tica - ~me partito· poliùco saldamente organizzato non esiste. Co,r,J'IOno il mare alcuni relitti, 111as-01110 l'a,vanzo di un naufragio-. _ La ,g,ran massa dei paufrag,hi, ingrossata dei pavidi, diei « timo;rat,i o>.,dei bottegai (i quali vedono risorger-e que)le cooperative cli consumo·, che tanto, provvidenzialmente per e~sì i\ fascism:o aveva distrutto), d-ei « signori, », dei ,grossi industriali, cui le alte paghe degli operai sono un'offesa,- è corsa sotto· l'omtbrellÒne democristiano•,· il solo che, fino a un certo punto, -e limitatamente agli interessi della Chiesa, che non può presentarsi in veste anti<remoeratica, la possa difendere. È così risorto•, 00111nome) diyerso, l'antico par– tito clerico'.moderato, però wi cattolici non più succub'i ma padroni degli antichi alleati, i quali vi sono accolti oome massa anoniima. 1 Assistiamo a.I malinconi.oo· e prematuro, tramonto di una classe, ,che si è dimostrala impari al oompito che la, storia ·le affidava,; tpa -ciò comporta necessar-iamente u111a « rettifica di tiro» da parte dei pa<r1!itid-i democrazia. Non sappiamo fino a che punto le demo-crazia cristiana - ove son « dwe itt WIJO, ed _WIIIO in due », eome in quei che cc di sè fa:oeva a se SflJeSSJO luoer,pa: » -,,sarà l'interprete della piccola minoranza « sinda,calista o> e contadina, premuta e so– spinta a,l,la sua volta clalLe ll)asse che seguono i partiti so– cialista e comunista e con essa coabrtano nelle Camere del lav9ro; nè sa,ppiamo -del pari, se, a una scadenza ·più o, mèno prossima, assisteremo, per la ragfon stessa della sua pJ.eto– ric-ità ed etero-genei,tà, a un distacco sempre più netto, della minoranza democratica dàlla, maggio-ra111zaconservatrice. La Cos'titu&111te affrn'tterà in tutti i partiti il pro,cesso cli decan– tazione. Comunque, il risultato , del ccreferendum », per quanto co-ncerne la democrazia cr-istiana, e le manifestazioni attiviste in senso monarchioo o an,ti,~Q-çialista ,del cl~i,o du– rante il periodo pr,eparatoi;io, hanno· v~lore indicativo. , ' Non no-i penserèmo a far risorgere un anticlericalismo, le cui sguaia,taggi111ioffendono il buon gusto prima anoova che la lihertà, come clemo,craticamente viene da noi ·in:tesa. Po-i– chè consideriamo H problema religioso come un problema essenzialmente individuale, che ciascuno, risolve nell'intimo della propria coscienm, in piena au¼nomia, ne consegue logicamente éhe rnoi r-iconosciamo a chiunque ampia libertà di professione e d>ùmani.festaxione delle sue credenze reli– giose, nella superiore, serena_ e imparziale laicità dello Stato e di tutti gH organi che ne discendono_ Ma sia ben chiaro -che, di fronte a manifestazioni concrete, . verbali o scri-tte, di sacerdoti, i quali trasformino il pulpito in tribuna politica e la chiesa in agenzia eletto<rale, o ten– tino ritorni 00111fessionali antistorici, noi Il(>'D potremo n-0111 assumere un atteggiamento di, resistenza e di avversi,one. In al'tri termini, perchè non vi sia ombra di equivoco-, noi non co111test-iamoai preti H diritto di avere opinioni poli,tiche, il ,che sarebbe manifestamente assurdo, e rteppure di profes– sarle apertamente in quella forma che essi s'tessi riterranno non disdicevole al foro mini,stero; ma -oontestiamo loro il d-iritto• cl'-invocare illlllilunità e privilegi, ·un tJraVtamento, cioè, diverso 'da quello che viene usato a tutti gli altri cittadini. Sta quindi ·alla Chiesa vedere se è nel suo interesse che il etero -esca dal tempio, ove si spiega e si diffonde il Van– gelo pane dello spiri'to, per entrare nella piazza ove si urla e l'anima s'intossica. RENATO MARMIROt.,
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