Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 13 - 1 luglio 1946
CRITICA SOCIALE 211 momento, primo ed eterno, della storia. E come l'essere si determina negli esseri, così la libertà si determina negli eventi e negli istituti umani. Ma la nostra fede, gridano i cattolici, è la miglior garanzia di libertà. E noi non abbiamo nessuna pratica ragione di contestarlo: ·e voi, cattolici, predicate la vostra fede. Il mondo moderno, che voi condannate, vi apre la via del successo : la vostra vittoria non è mai stata così possibile c0me 1~elnostro tempo, e sarà frutto della vostra virtù, della vostra ragione, della vostra vo. lontà, che potrete liberamente esplicare. Ma la libertà che vi è concessa non vi consente di condannare, in sede logica e morale, il nostro modo di concepirla: perchè, o imponete la vostra religione col mitra, e allora non potrete mai parlare di autentica libertà; o ne accettate il metodo, e allora ne accettate anche il principio che vale per tutti. Ma in queste cose i mali della libertà sono nostri come· vostri; la sua mancata valida difesa è colpa nostra come è colpa vostra, e i suoi Martiri, i Matteotti, i Don Minzoni, i Buozzi, i Principato, i Fo– gagnolo, possono essere esaltati senza distinziobe di colore e di simbolo. « Ma la· vostra è una libertà agnostica •, voi gridate, « vale per la verità come per l'errore, che. voi confon– dete nell'assurdo di un tutto razionale». Intanto Ja filosofia di Hegel hon è rappresentativa di tutto il mon. do moderno, così complesso, così pieno di contrasti nel suo pensiero e nella sua prassi. E poi, per convin– cere dell'errore chi sbaglia, come per convineere l'agno– stico ad uscire dall'agnosticismo, dovrete pur sempre usare il metodo della libertà. Ed è ingiusto, d'altra parte, affermare che la nostra libertà non abbia conte. nuto e che ad essa non si cerchi di infonderlo conti– nuamente. Noi socialisti, ad esempio, vogliamo la giu– stizia sociale, non per mangiare di più e lavorare di meno, ma per liberare l'uomo dalle preoccupazioni do– lorose, e pur banali, della vita, da quel « bisogno » che lo rende schiavo delle pratiche necessità e delle miserie dell'egoismo, per aprirgli l'intelligenza alla cultura e la coscienza e il cuore alla poesia dell'umana fratellan– za. 'I liberali, sì, essi sono i veri agnostici, d'un comodo agnosticismo che confonde la vera libertà, dono dello spirito, con l'indipeudenza materiale, la falsa libertà della potenza economica che si traduce in una duplice servitù: quella dell'uomo all'uomo (contro la quale noi proclamiamo la libertà dallo sfruttamento) e quella del– l'uomo alla ricchezza : in ultima analisi, al trioufo della materia sullo spirito. E qui noi neghiamo ogni soluzione di continuità tra liberalismo e socialismo: noi non facciamo nostra che la vera libertà : quella dello spirito. Ma se la verità è una sola (e sono soprattutto i cat– tolici che l'affermano), la Chiesa )lon ha bisogno che di libertà. Non v'è quindi ragione plausibile di con– dannare l'agnosticismo, in fatto di religione, degli isti– tuti laici, che.altri scopi perseguono. E Chiesa e Stato, Chiesa e Partito, Chiésa e Fabbrica, Chiesa e Scuola, possono proficuamente restare d~visi ed autonomi. Non vedo quindi come si possa :r:agiònevolmente proclamare che la democrazia sarà cristiana o noil sarà. Noi ci ,augu– riamo che la democrazia possa es·sere semplicemente tale, senza aggettivi : metodo della libertà, ragione di una maggior giustizia e di una più alta coscienza. Il mondo moderno non può essere che il mondo degli uomini liberi, se anche la gi ustizia sociale (libertà dal blsoo-no, dallo sfruttamento, liber.tà di sviluppo cultu– rale 0 e professionale, ecc.) non può n on tradursi in for– me di ·superiore libertà. Quii1di tutto ciò che ci ha oppressi e contrastati deve essere condannàto come ne. gazione della nostra vita essenziale. Perciò è assurdo addebitare al tempio della civiltà l'irruzione della bar– barie nel tempio stesso: e la mancata difesa della li– bertà o meglio la difesa insufficiente, non è dovuta tanto' alla mancanza di argini metafisici (e lo dimostra chiaramente la debolezza osannante dei cattolici nel ventennio trionfale, quando a)lcora non si sentiva odor di cadavere) quanto all'incompletezza e alla contrad– ditorietà della libertà ... liberale. Date agli uomini la piena possibilità di sviluppo, fate che ognuno possa difendere ogni suo bene nella libertà: la Fede, l'Idea, la pace, il pane sufficiente, la casa dignitosa, gli studi dei figli, l'assistenza sociale che lo liberi dalla preoc– cupazione del domani; e allora nessuna tempesta potrà spezzare gli argini innalzati dalla civiltà contro la mo Bianco barbarie. Non oppos1z10ne quindi, ma integrazione li– bera e continua tra mondo moderno e cristiaùesimo esige l'immane fatica che ci att_ende. Quest? _mondo ~ la nostra -Patria nel tempo storico, o cattolici, e tutti abbiamo il dovere di ricostruirla. Ma la ricostruzione del nostro mondo 'non può cominciare con la sua cob– danna. CARLO MALVESTITI CIÒ CHE SI STAMPA Dell' À1i1Jologiadi " Critica Sociale ", compilata con tanto amare ,e intelligenza dall'amico Pisch,el, abbiamo già fatto cenno e riporta/Jo un passo della iwtroduziione. Nel pubbli– care era· questo più ampio scritte biblicgraficc inviatoci dal compag11JODardano, ricordiamc che abbiamo in deposi'to ccpie deU'Àn/)l)fogia, che oedi:amc ai nostri abbenat,i, con l,o s~o1vtod'uso, al prezze di L. 440. Giuliano Pischel ha amorosamente cur?to per l'editere Gemile, ,con quella competenza che gH deriva· dal lurngo contatto col nostro movimento e con le nostre idee, lln'an– tologia di scritti :apparsi su « Critica Sociale,, dal 1891, cioè dal suo sorgere, fino al 1926, epoca -in roi, spenta ogni libertà, la rivista dovette sospendece le sue pubblicazioni per riprenderle finalmente lo scorso anne, voce libera in un rinnovato élima di libertà. iLa scelta degli scritti fatta dal P.iscbel è ampia (il volume è denso di ',ben seicento pagilne) e condotta c-0rnperiz:ia in mod-0 da dare, a part.e gli inevi– tabili sa,crifici e tagli, un quadro completo della rivista negli eltre trent'anni di sua vita. Il libro rche ne è uscito non è però solo interessante dal punto di vista storioo, ai fini della coriescenza del nostre movim.ento (su che ora torneremo per alcune consi'deraziorni) e delle fasi della vita politica italiana, ma anche (e dò vo- . gliamo nota,r subito, data la solita prevenziene centro le antologie, come contro qualcosa di morte' e sorpassato) dal punto di vista dell'attualità: molte pa-gine del volume, sepo infatti, nono,stante il tempo trascorso, straordinariamente attuali, di una viva attualità, proprio ogg-i in .cui i problemi riguardanti la struttura politi-e;,. ed eoonemica e la cultura sono pe.- essere pcsH all'ordine· del gie·rno della Costituente ora eletta. Il lib~ sarà quindi d,i profittevole lettura, pcichè, anche se alcuni problerl:ii e la loro· impostazione non sono più à la pag;e, p,er altri, ad esempio· in matecia fiscale, in ma– teria di autonomia, in mater,ia di scuola, gli studi che si leggone nell'antologia possono ancer oggi esser consultati e meditati con utilità, per la modernità delle soluzioni, pre– peste. Ii che, d'altronde, non deve sorprendere, dopc la luinga parentesi del fascisme•, .che ha lasciato taH problemi al punto in -cui li ha trevati ed alcuni ha avviati verse• solu, "'ioni dettate da spirito accentratore ed illiberale. Oltre l'interesse attuale di tali studi, l'antologia offre, come dicev,amo, un interesse di earattere storico per la co– noscenza del nostro movimento. Lo sorivere su queste co– lonne non ci impedirà di rilevare, prima d'ogni altra rosa, alcuni difetti del passato « riformismo >l, e cieè una certa limitatezza d'o-rizz.ornte nel pensiero e nell'azione, un sef, fermarsi ed un sostare a vohe eccessivo entro le strettoie del metedo, sì da « piétiner sur le pied >l e da privarsi d'un'azione più vasta·. :Ma, detto questo, non pcss>iamo non soggiungere che anche quelle .-iforme, patrocinate, sia pure lente pede, appunto dal riformismo, furono utili :......e eo– me ! •- per l'evoluzione delle plebi, delle classi lavoratrici, pcrtandole ad un più alto livello morale ed ecenomà-co (ed i due termini per noi sono inscindibili e si condizienano) e co·nlribuendo potentemente a quel pooo ò ta,nto di pro– gresso che l'Italia fecè dal 1870 al 1922, oiò che è stato ..iconesciùto anche dal Croce e dagli sterici di parte li– berale. Queste, soprattutto, è indubbiamente 11 merito dell'ala ri– formista del partite sccialista, e eertamente questa Rivista contribuì in modo sommo a tale risultato, con la serietà e concretezza dei suoi studi e delle sue proposte. Ma altro non mene grande merito della frazione rifor– mista fu -di aver sempre visto chiaramente nel problema fondamentale della· collaborazicne, della partecipazione al governe. Quante discussioni al riguarde, quante diatribe, quanti acerbi, e a volte velenosi, attacchi· contro l'ala, .-ifor– mista nel nostro partito, contro Turati, contro Treves, · contro i migliori! Oggi tutte qu.esto ci pare quasi imp-0s– sibile, oggf in cui in tutta Ell!ropa - ed anche in Italia - il
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=