Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 12 - 16 giugno 1946
CRITICA SOCIALE 195 • . I mezzi produttivj e ,tecn.ici oltre il limite dellt; possibil.ità di controllo privato, il tecnioo-dirigente subentra gradatament_e attraverso le .« ho-ldings » finanziarie ed. i concen_tramenti · monopolistici, nell'esercizio d1. funzioni di oomaqdo !l di guida· dell'economia o, per meglio dke, di determinati_ s·ettori deli'eeonomia. La fase e.spapsionistica e monopolisU<:a del capitalismo a<:centua la tendenza all'accentramento dittatò. riale e to,talitario del .potere politico-, in funzione di estrema difesa delle posiz-ioni dei capitalisti siillgoli, in un primo tempo, e di superamento di queste p,o~izioni m<Jdi.ante l'es_ten– sione della tutela statale a settori sempre più estesi dell'eco– nomia, in uh-a fase successiva. La buro'crazia tecnica ed i dirigenti d'azi-enda acquistano, in ·que~ta fase, un'illlfluenza assai maggio-re di pll'ima, anche nei campo po,lit1,co; ma i.a lÒ.ro posizione rimane sempre· quella d'i subordinati ad una · classe dirigente, <:he è ancora ~•ostaniialmeµte quella d,;i ca– pitalisti e dei loro, ceti satelliti. A maillo a mano che si accentua iI dissidio tra le esigenze dell;i produzi,one e d-e11a tecnica e l'apparato produttivo esistente (inteso come somma di rapporti giuridid. ed economici); o•, in altri-termini, a mano a mano ch e si pa~sa dalle forme da,s-siehe dell'eco– nomia capitalisti.ca e borghe·se a fo-rme di ,transizì-o-ne.ancora caotiche e embri,oill·ali tra queste. e una nuova economi,a in formazione, a,vviene una separazione sempre più pronunciata del ceto tecnico. o dirigente dalla vecchia classe dominante. ll fenomeno oca g.i/i chiar-amente pei,cepfoo, sin dal 1932-, da- uno degli· e ,iponen.ti della « -Fabian So.ciety » di Londra, il prof. G. D. H. Co,le d«,ll'Università di Oxford, in un suo libro ·.·tuttora inedito, jn Italia (3). «-Il declinare dell'azionista come attivo fattore dell'im– presa, egli scriveva, t.ende ·a creare -la funzione del dirigente industriale e ·dell'amministrratore, .Questa categoria ha avuto origine in questi._ ultiytl_ anni, ma è ben limgi e dall'avere una sua distinta· figura, e .d•al possedere la co-nsapevolezza della i:,ro-pria esi_stenza; ed ha gradualme_nt-e mirato a modi– ficare il p,r:0prio atteggiamento· in conformità al mutare d-elle circostanze. I dirigenti industriali sono oggi meno intera-· mente al servizio degli azionisti e più a quello -dell'industria, ~j quanto no-h lo fossero nella precedente generaiion-e. Questo tende a· -conferire ai dirigenti un punto di vista più liberale ed umano, cir-ca i problemi dell'i-ndustria; diminuface .iri loro la sensaziòne di essere in conflitto ~n ·i lav,o_ll'a·tori, nella loro veste di rappresentanti del denaro,, e favorisce in essi lo sviluppo di. un codice professionale e di pubblica utilità ». · · E anc:0-ra: ·« Il potere dei dirigenti industriali è grìmde– mente aumentato; ad una m/lggiore- autoirità si accom_pagna, in una certa proporzione, un più vi-vo -e distinto senso• di responsabilità. Perèhè non vi può essere responsabilità senza potere». · Quasi contemporaneamente si svo. Jgeva negli Suiti Uniti d'America un appassionato• dibatti.io .· intorno alla ra.d·icale · riforma degli ordinamenti produttivi, propugnata dai « 1 tecno• crati.ci o>: gruppo esi_guo, ma agguerrito e rumoroso, di tec– nici e studio~i di problemi sociali, che' aveva il suo centro nella Columbia Universri.ty e-nella Eroergy Su.rvey of Nm,ih America, era presieduto dall'ing, Howarrl Scoli e tian-1:heg– giato validamente dai noti economisti .Thorstein ·Veblen, autore, tra l'altro, di ùn libro su The E°n1gi.veersand th.e Pri.ce SySWem, e Stuart Chase, un pcecursore dei' New-Dool e della pianificazione nel mo Ten Year P.fon /or America. · ci È molto ili moda per i tecniocratici, scriveva nel feb- ~ ·braio 1933 lo « Scrib,per.'s Magàzine », considerare Marx come un- sentimentale · della, vecchia scuola -e la repubblica dei So-viet come una spec:ie di 6.gurina di cera simboleggiante delle lo,goo:e idee ». Dia,gli s~udi: di carattere statistico e docu- 1nentario sul funzionamento fisico del meccanismo soci-a.Je, iniziati niel 1920, la tecnocrazia, sotto-l'àssillo della gigantesca crisi del ·primo dopoguerra, che scosse sin dalle fo:ndàmenta I il mondo ca,pi-t·alisti<'.o,si era avvicinata alla concezio,ne -di - un rim,dinamento ab imis del sistema _produttivo,, cÒncen– tra-ndo ogni potere nell_e mani· dei leoni.ci . Il problema della « 'po,vertà in mezzo all'a.bbondanz;i », a·n.c he per· ammis.sione dei rappçesentanti della : coltura ufficiale americana, quale ad esempio il Butler, premio Nobel e scienziato di fama mondiale, è irrisolvibile entro gli •schemi tradizionali. Ma · ·è J?OSSibile ricondurlo al solo faltore tecnologi~?' L'idea di un go-verno di tecnici (e si parla qui di tecnici nel senso ristretto, sacerdotale del Mrmine, e cioè di irrgegneri, chi– mici, architetti, ecc.) non è· affatto nuova. La si ritl'ova in tutti gli utopistj., da Campanella a Morelly, da· Sa'int Simon a.Proudhon. Essa sta a-11rnodemo. impulso della produzi:0ne òome il razio-nalismo filosofico del settecento stava alla ma– nifattura. Al mito paJ,i~genetico della rivoluzione proletaria Biblioeca G, o Bianco essa oppone il ·Ìni,to ermetico, delÌa- casta, arbitra delle fonti d'ener«ia. Nel 193!?. la dottrina era an0ra informe. Non c'eran:: ancora siati il 11ew.-d1~-al, Hitler; l'evo-luzi-one stali. niana' la seconda guerra ìnòndiale, il passaggio sempll'e più decis~ della pi:od~zione sotto il'corntrollo statale, l,o sv,iluppo di un'economia a piani multi,pli, la convivenza delle'"iniprese private e d-elle imprese collettive. • ' · La t.esi del· Bumham. n Burnham, · imbevuto di filosofia, profo11do ,c,:inoscitore d,eile. teol'i•e marxiste e leniniste, acuto, analizzatore del pro-– cesso stotrico della rivoluzione russa e della criti involutiva 'del capitalismo mondiale; ere-de giunto il momento di .tirare ' • le prime conseguenze dal- profondo rivolgimento che si ' svo•lge soiw> i nostri o,cchi oo-ri impre~ionante rapidità. Egli allarga J'obieuivo: il mondò va verso il dominio dei teonici, non già dei ,tecnici puri,, ma dei tecnici dirigenti d·'aziend~, nei quali necessariamente s'accentra il potere economico sot– tratto a.i privati capitalisti, con ampia possibilità di disporne a pro-prio· favore, al fine di affermare e consolidare la pr-opria dittatura politica. · . ,Siamo, di-ce ì-1 Burnham, in un perio·do, di rivoluzione so– ciale cont_rassegn_ato da· un ri-vo.Jgimento radicale nelle isti--. tuzioni (economiche e politiche) più importanti; da muta- _.menti negli, orientameri,li culturali e .nelle opinioni predo– minanti circa la posiziòne dell'uomo- nel mondo e nell'uni-· -verso; da un rapido- cambiamento nel gruppo di uomini che occuparn,o le po-sizio,ni più alte, che po-sseggono la maggior parte del potere e dei, pri_vilegi nella società. Siamo i1_1 un periodo di transizione dal tipo di società che ha prevalso dal sec. XV sino alla prima pàrte del _XX, a un ,tipo di so• ci-età llUO·VO e diverso. i caratteri distintivi, della società capita-listi ca sono i seguenti: n.<l'll' ecoroomia, produzione di merci, per il mercato e per il ,profitolo; furnzio,ne onnipotente• della moneta usata come mezzo di scambiò e come capitale·; crisi periodiche; sudd •i,visi on~ della popolazione in classi; MgU istituti poJ.iti&: sta.ti nazio'h-ali, espansione mondiale; restrizioni nelfa sfe·ra délle a-ltività dello. $lato; sovranità .con– ·centrala ,nei parlamenti-;. democrazia limitata; ntel/,e -id,eologi~: in.dividua.Ji~m:<>,iniziativa privata,· d•idtti naturali, idea del · progresso.· _L'esperienza ·di questo sco-rcio, di seco,lo dimo-slra . come molti di questi elemen~i distintivi· c caratteri~tici -della . grande era del capitalis,;,o si -attenua-ilo o ;compa10n., ·del -tutto. Nulla del resto potrebbe a.vvalo-ra-re l'ipote~ di un in'– definito permanere del predominio del .capitale privato. Le . prove del suo rapi-do esaUl'Ì-lllent,o sono per ,contro numerose e di peso non i11differente: il fenomeno della disoccupazione in massa, che è all'origine del pronunciamento dei tecno– c~atici ·(4), noi:i eliminato nei paesi capitalistici neppure dq– ranle la guèrra totale, è l'indice più appatriscente di .una · crisi profonda e ri~:>lutiva di tutto il sistema. Dopo, la prima guerra mondiale l'e<:onomia capitali~tica negli S.U.A. non J:ia 'J)iù avuto ,capacità di recupero. La curva glo,bale della produzione· si è i"oveséiata: · è ll'Ìm'asta a-J di sotto del più à.!to livello precedente. A questo fenomeno si sono ag_giunti quelli dell'enorme espansione del debito pubblico e privato, della diminuzione graduale d"ello spazio economico libero alle transazioni di scambio monetario, della crisi agraria per– manente, della incapaei-tà a proseguÌll'e lo, sfruttamento e la valorizzazione dello regioni arretrate, della impossibilità di utilizzare in· pieno 1-einvenzioni scientifiche e teéno-logiche, dell'impotenza de.Ile stesse ideologie-base del sistema. e del conseguoote affermarsi di ideol,ogie nuové e aberranti (fa. scismo, nazism~. Sin qui -il ra.gionamento dei> Burnham non -esce dagli sche. mi marxisti· e della. ocitica m_arxista è convincente conferma. Gli stessi economisti più avveduti della scuola classica con– .sentono jn questa d-ia,gnosi; così il Carr, così il Carther del– l' Eoono1111rist, ammet-tono che già ,siamo, in una ,ase· di- pà_s• saggio dal capitalismo a forme nuo,ve di e-cono-mia. Il Burn- . ham si discosta invece profondàniente dalla .c,bmune o-pinione quando neiga ogni prob"ahilità all'altemativa che indica il socialismo come successore· del capitalismo. Per socialismo s'intende una società senza classi, democrati,ca, intcrnazi'o• . nale. Alla luce dell'esperienza sovietica e della situaz-ione mondiale del 1940 il Burnham si riteneva irn grii,do di argo– mentare che le ·prospeui,ve di Uilla soluzione socialista si aUontanavano ,inzichè avv,i1:inarsi. Nell'U.R.S.S. l'll o- il Ì2% d~lla popolazione riceveva, alla vigilia della seconda _guerra mondi.aie, circa-il 50% del reddito nazionale, mentre negli Stati Urniti al 10% ,cl-ella popolazione -era attribuito soltanto il 35%. .Le differenze di ceti' apparivano assai più· pro-nunciate nella Russia che nei paesi capitalistici più evo_– lmi. IL'ordinamento•-dittatori"a.Je del sistema sovietico e l'esi. •
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