Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 12 - 16 giugno 1946

CRITICA SOCIALE . categorie di lavoa-atori numet'ic.mente- superiori alfa calego- · ria operaia, ma che svo-lgevano un la-voro generalmente a piocoli gruppi o del tutto i-nd·ividuale, diluite, e diref quasi emulsionate, nell'o1la podrida della media ,e piccola borghe. sfa spregiudicata; ingorda, invidiosa· e senz-a scrupoii. Queste· categorie furoùo-, veri vasi di terra cotta, costrette a viag– giare coi- v_asi di ferro; e per non farsi schiaoclare· esse fu. •·ono- oost<r-ettea scimmiottare, àd as'sumere usi, costumi e, wvente, i vizi borghesi. E si credettero « pic~ola borghesia_», e si chiamarono esse stesse ·« medi ceti >J, Poven e< medi ceti»! -Esse non sa,pevano che veniva b,en presto l'ora in . cui sarebbero slate le cenerento-le della classe lavoiratricc, disprezzate da unu pair-1-e -e tenut-e in sospetto dall'altra. (.!ue.sti lavoratori, isolati non per loro colpa ed abbandonati alle loro sole forze i,ndividuàli, credett-ero che !'umca <Illesa consist<is,se in ùn individuali-smo ombroso e spinoso, oome quello deJ: riccio ... , ma senza spini. Queste ---categorie, dotate <li una cultura superioire a quella degli operai, temettero qualche volta che la loro individualità c11lturale p<0tessévenir disprezzata, derisa ed annegata nel. momento stesso _della loro entrata· i11 un partito, _<ìome il ·socialista, i .cui iscritti, in alto e in basso, sembra ,s-i siano messi tutti d'accord-o per farlo passare, almeno nelle denominazioni è nelle parole, come un « partito o'p.eraio », quas,i che le· altre categorie dL lavoratori siano t-0lleràte. · · Si parla del 1;upino adattamento di quelle categorie alla reazione borghese in genere; a quella fascista in 1>articolare. ·ceri? che, oostretti ·dallo· spirito di eonservazione ad accet– tare la ·1eg~ biologica dell'adattamento all'ambiente e a mi– metizzarsi, e non po,tendo andare alla baionetta che indivi. dualmente, non tutti- vi andarono,-M.a vi furono anche quelli che vi andarono-. In quel lungo 'periodo clandestino che va ,tal 3 gennaio l92.3 .tlla liberazione, i compagni dei cosidetti « ceti medi.» fornirono un campionario ,così cospicu<,- di ef'Oi, di m-artiri, di vitùme, di gente di, ·coraggio, eh-e dòvrebbe -far· riflettere molti soci-a-listi ,prima di decretare un facile beffardo disp~ezzo. E se queste categorie -- l''ho già detto .:_ for niro~o .degli àScari intellettuali alla ,reazione, gli operai ne forni.ro- no anl:h'essi, per,· i servizi di ... -manovalanza. Ab– biamo purtroppo- vist-o certi operai: con che- sollazzo, con che 1,erizia tartassavano i loro eompagni d'ieri. ~·Comunque,. le categorie lavoratrici che con _denominatione equivoca vengono (!hiamate « ceti medi » ed :erroneamente· e·, -calunniosamente vengon-0,equi.parate alla 1·uft;ùda ed in,gorda · piccola borghesia, ·si avvicinano sempre più al partito socia- lista, ,che non è statolatra, che non vuol essere autoritario, che è itaÌiano e internazionalista, (!he è democrafico senza . aggettivi ·sospetti, che non disprezza la foro cultura, che non deride il loro stile, che non soffoca ma apprezza il'loro. bi~o-gno di· -critica, che non domanda· loro nulla _di più d•i ciò eh(} do manda agli o-perai: una fede sincera e la ferma vol, 0111.tà di lottace per essa. · Il Partito Socialista di fronte a,l problema di queste cate– gorie non può esitare. Escluderle sarebbe -strapiombare e de– generare il nostro, movimento in ù_n- gretto operaismo; con Lutti gli egoismi di categ,ocia e· le complicità politiche cd· ec-0111omicheche esso wmporta. E la critica salveininiana > a questa tendenza ritornerebbe gloriosa e trionfante all'or. dine d~ giorno. GIOVANNI CORRADINI Il socialismo alla conquista dell'ùomo III · Dù.e sono gli· aspetti -::... e potremmo dir1; i _ rnetodi; estensivo l'uno, l'altro intensivo - della conquista del– l'uomo, per il Socialis_mo.• Semplici ed ess,;>uziali, ma· anche esaurienti. In ogui modo essi non sono alterna– tivi, ma ,includono piuttosto una successioue e- una integrazione. E l'uno è CO!llplementare a1l'alt.o in un • logico processo di. personalizzazione. · ' Nè alcuno si meraviglierà, dopo le· nostre chiare pre– messe, se fisseremo le radici_ di quel processo ·nella real– .tà più elementare ed oggettiva : nella natura e mll 'eco– uomia, insomma. E -lasdahio pure che gli idealisti di tutte le risme e di tutté le ,scuole si scandalizziuo gris dando _alla confessione del nostro preteso peccato. 'li). verità il socialismo noiI- include affatto, C'ome abbiamo ilm~nte dimostrato, una concezione materialistica del- IO Gir o Bi · ,r-o · . _ - là ,;ita.' Si pone anzi come antitesi dialettica e pratica delle ideologie e della stri.ttura della ci viltà fondata sul . privilegio della nascita e sul potere del denaro. Non per questo, tuttavia, si può dimenticare che le rela– zioni fondamentali tra ·gli uomini si svolgono sul ter– reno ecouomico e che le più gravi sperequazioni, anchè di ordine intellettuale e morale, derivalio proprio da un'assurda distribuzione della ricchezza. o:,,de nou si ·vede come gli uni potrebbero raddrizzare i pilastri del- 1 'edificio- sociale nei cieli delle astrazioni platoniche, se gli altri li hanno capovolti nelle viscere della terra. Aspetto, o metodo, estensivo, abbiamo detto. Si tratta di elevare anzitutto il livello, il tenore ge– uerale dell'esistenza- del proletariato. Le couseguénze e gli sviluppi di questo primo risultato sono _iutuitivi. Del resto meglio di me lo direbbero certo Marx e En– gels,- u,na volta di più, con le stesse parole del u Ma)]i– 'festo » : « Ci vuole torse una pr_o.onda perspicacia per comprtndere che, cambiando le cond_izioni di vita clegl i uomini e i loro rapporti sociali e· 1a loro esistenza so– ciale, cambiano anclie le loro concezioui, i loro modi di vedere; in uùa parola, si i;nuta la loro cosc1e11za I ». ~-\i ecco l'estrema importanza delle organizzazio)]i dei lave>ratori e la loro strenua azio.-ie inb,sa a conseguire minimi efficienti di retribu zione; ecèo il valore delle conquiste àel sociali,smo.in ordine alla tutela giuridica, morale ed igieuica del lavoro. : Del resto, più dell'esposizione programmatica., potreb– ·be valere un duplice richiamo storico, decisivo: la lotta confro la peHagra uelle campagne più povere e mal– sane e· contro l'a'nalfabetismo in tutte le zone rurali, -é p.articolarmente in certe· regioni-a.e! nostro. Paese, sulla ·fine dell'altro secolo. Due -iniziati ve bellissime e fortu_ nate, i;ostenute dai pionieri e dagli apostoli socialiosti co11- una pazienza ed ui.J.afede epà.c-he, dalle quali sono deriyati effetti incakolaqili in linea morale e materiale. E ·11011 si trattava che- di. conquistare il minimo del be- nesser-e e. de11a dig,nità. · Ma il processo o, meglio, il progresso ·del socialismo implica pure - come la stessa e.:,perienza in,segria - _ altri risultati di universale vantaggio. Basterebbe ri- , chiamare l'esercizio dei diritti e dei d'overi politici, sin– dacali, ammiuiistrativi, che include pur sempre uu tanto di dignità e di responsabilità ~rsonale: Ma c'è di più : determina anche -quella co)]creta evo– luzione del· suddito nel cittadino e quella vissuta imme– desimazione del citl:adino nella storia del silo ambiente e del ·suo mondo, _icu-i riflessi etici e psicologici possono essere rilevati ed apprezza~i sopra tutto attraverso l 'a– scesa generale della democrazia. E voglian,o riferhci, particolarmeute, altirresistihile processo d,i personifi– cazione de}la Patria,· dello Stato, della ,stessa tradizione : di quei miti, in una_ paro1a, che al di fuori di un 'effet- . tiva cqnnàturazione non possono che sovrf}stare fr(ddi" e astratti alla colletti,,vità per essere tutt'al più, come sono stati anche ·recentemente, i feticci di una super– stizione puerile e condannata. Così si esprime, infatti, il personaggio di uua tragedia moderna, tei1tailllo di spiegare al-dittato_re sco:ifìtto le ragioni della irresisti– bile ,superiorità dei soldati .di una repubblica democra– tica. i Questo li rende invincibili: che ciascuno di essi sente di essere la storia, l'onore, la spera117.a del pro– prio Paese. E non com.batte per un ideale che nemmeno l'Ìesce a comprendere, ·ma per quakhe cosa che ama fluo alla più completa immedesimazione con se stesso, perchè iu essa ha traisfusò il suo sudore, i suoi- 'pen– sieri, k: sue responsabilità. Ed è vero,.sopra tutto, che _si ama assai meno per quel che si riceve che ·per. quel c-he si dà». La storia del· resto, con l'ultima decisi-va rivincita. della d-emocrazia, è arrivata a conclusioni anche più edificanti e significative. · Ma·_si potre~b.e ancora aggiungere•qualche cos~, e non st tratta dt un complemenfo secondario o acciden– tale: la cul~ur_a. Noi1 la _grande ~ultura, ma quella co– mune che st nsolve nella consapevolezza della wopria inferiorità e nell'intelligenza -dei. mezzi necessari ·per superarla, secondo un riverbero elementare, ma influen_ te, del pensiero socratico. Chi potrebbe misurare l'im– portanza di questo fattore, sopra tutto considerato in rapporto all'inesauribile ardore di rl~vulgazione delle varie manifest"llzioni intégrative della scuola obblio-ato– r-ia? Ma -cediamo, per un attimo, la parola a Jean"' La– cr01x, che nello studio sulle Correnti del socialismo fran- ~cese ·sagacèmente scrive: • L'uomo nasce selvaggio.

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=