Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 10 - 16 maggio 1946
CRITICA SOCIALE 155. di lavorazione è di pm facile concessione, anche se la po– chezza della redditività di queste operazio•n1 ,induce le ban– rhe di una certa oonsist~za a rinunciarvi. Comunque, an– che qui non sono mancabi, tentativi· per aiutare. in ~àlche I · 1uodo queste aziende, e tale deve essere considerata la con-,-· venzione stipulata nel febbraìo 1940., in virt1Ì della quale le imprese interessate potèvano fruire, su loro richiesta, df un credito sino a L. 5.ooo;. da utilizz31"e in forma cambiaria ed otteni.bile·con pl'Ocedura d'urgenza. Pure in questo caso siani.o lontani da una soluzione soddisfacente. Altrettanto de· vesi dire per la modesta azione esplicall8• dalla Sezion,e Auto– noma di crediu, per lJe piccol,e indus,tri,e e l'artigianato del– l'Ente Nazicmale per ·le ·piccok •industrì,e. Riteniamo non ulieriortnente proerastinabile la definizio– ne del problema inerente alla dustribuzionè 'llel credito aile piccole azienqe industa:iali e commerciali: la loro funzione nell'opera· di ripresa cui tendi.amo è troppo palese per aver bisogno di una delucidaziòne. Cosa &i può fare? <Le_ Banche Po,polari SO)lO gli o.rganismi particolarmerite adatti all'uopo. Sorte verso la metà cjello sco,rso• secolo per oonce-dere appunto ereditò agli artugiani ed ai piccoli indu– striali e. commercianti; sono via vià fiorite, sorrette dal con-· senso del popolo, che vedeva attuarsi, con, la loro opera, una sentita .idea, di solidarietà umana. Sono ora in ·numero ·d.i 250, bon 950 sportel:J.i piazzati• in tutte le re.gioni d'Italia; fatta eccezione per la Venezia Tridentina. Si trattetebbe df n:,et•~rle in grado di sviluppare ai mas– simo l a loro opera, che do,vrebbe essere r,ìvolta unieamente a dare aiu.to alle piccole impre.se, . non solamente sulla base di garan.zue reali,, ohe 111011 s empre J>OSSOnoessere offerte,· ma· anche d,i garanzie d',ordine iinorài~·fornite dal pr<lprie– lario. Naturalmente, la maggior parte di queste banche, non potrebbe, oon, le sole sue forze, svolgere un'azione molto fattiva, per cui si potrebbe pensare ad u.n appogg,io da: pB1"le · dello lato, sia•mediante anticipazioni·, sia attr-averso sen_si– bili esenzioni fiscali. Il finanziamento· dello Stato sarebbe da· accordare per il tramite di un istituto coordin'!_tore e disci– pl,inatore di, tuUa l'attività ,delle· banche in qù,esti,one (al riguardo 'potrebbe venire. utilizzato, :eon oppo•rtuni adatta-· menti, il già costituito Istituto Centrak delDe Banche. Popo-· laT'i, l'edizione·· corporativa della benemerita- ."Associazione fra l,e Banche Popolari), ~1 quale dovrebbe ·essere' sotto•posto a particola're vigilanza da parte degli organi centrali ( il suo Presidente. ·potrebbe essere di u.;mina statale). d) Il fìmwizùrmeittd d:ell'inidustr~a. • , La politica indu– striale c.ondotta dal passato regime,;.espressione d~ll'indiirizzo patologico •-dell'economia corpo.-ativa, ha operato una_ gra– vissima distruzione di riechez"a nazionale, ·superior.e .forse alla distruzione, pur immane, provocata . dalla guerra. li prinoip,iÒ della autosuffi.ciènza économica ( d.ie! ro ,il quale si nascondeva il « supremo i'nterèsse » di pochi) qa fatto, perdere di vista if teorema ricardfano dei costi comparati, ha spinto a produrre a costi altissimi (non tenend9 quundi conto del, fatto ·che sv~luppo ind1is~riale .e ·produzion.e a costi bassi procedono, di par( passo), ha immo•bilizzato una massa enorme di, nisparmoo· in investimenti nell'industria ar– tificiosi e, quindi, antieconomici. La distruzione _del r,ed- . dito nazionale è cominciata quando si è àato sviluppo alle attiv,ità prod:uttive ad alto oòsto a.ssoluto. Naturalmente U frutto di 1ale insana politica è gravato, ancora u11a volta e come sempre, sulla." dasse 'prol,etaria con ,le falcidie nei salari O) e con la diminuzi<inc di quella parte del reddito nazionalè destinata, secondo la concezione cap1italistica di distribuzione della iric.chezza, al lavoro. Si tratta ora di dare· atl:a n,ostra indus~ria un'attrezzatura ed un· indirizzo che contribui~cano ad' accrescere al massiiIÙ! il redd,ito reafo del paese: quundi, il problema si può CO·Ìn• ' pendiare nella ,scelta dei più adatfr tipi di produzione e dei, migliori sistemi d.i organizzaz•ione .a2Jiendale.. Questioni, qué– ste, d'ordine non s,oltanto tecnico•, ma anche p,olitico. ·. . A loro volta, c.ome si devono organizzare gli organi dèl finanziamento dell'industria? Non è aH'altçzza dei ;compiti l'attuale .attrezzatura, ohè, come s'è detto, l'erogazione del credito medio e lungo pres.enta insufficienze notevoli. Te· nuto conto· che il ti,po p"redominante d'azienda.industriale è quello picoo,lo e medio, hisogqa innanzi tutto dare all'IMI una stn,ttura ad·erente alle necessità di queste imprese e del mercato dei capitali, democratiz2Jandone. i quadri, decentran– done l'organizzazione· (utilizzando al riguard,o gli sl?'°_rtelli di aziende di credito· Qrdinario che, in date pi,azze, r1sulll!s• (l) Chi 110n ricr,rda, arl esempio, il coro u1'a,nime di e~onomisti, • Rtf1tisti.';i e te.cnici - leggi industriali ---.!. volto a con1.1 incere, &.ul f(n'ire del 1930, la mas8a che, pe~· effetto della crisi, no11osi poteva r&:;ore tim « adeounrmento »· delle retrib'Uziowi? ed << adeg"fam_ento ~' . · in.t~ttfli, vi fu, .con la ricf:uz·o1ie _4el.1_2o/c d,ei .salar_i e degl1, stipend1,, ibtioteca·GrnoBianco / sero esuberanti) e fornendolo di un tit<ilo faoilmente assor- bihile dai medi r,isparmia.tori. Non riteniamo l'nvece necessal'io ,creare un 1 huovo istituto che insie~e con !'IMI e l'IRI (il quale, anch'ess,o d,emo- _ cratuzzato effeaì.vamente nei ·quadri e riorganiz,-;ato• nella .struttura, dovrebbe continuare· ad esplicare il compito di finanziare le imprese da lui gestite per conto dello Stato), abbià ad· esercitaxe il credito mobiliare. Per il credito a media scadenza si· dovrebbe pensare. - come wià· si è detto - anche ad alcuni fra i più wlidi e megJio attrezzati isti– tùtf di credilo oird1nario, i quali, potrebbero, al riguarÒ<i so)– lecut,ar,e o,pportunamente un'ampia raccolta di :depositi vin. coJati a media scad•enza. Nell'a.iuto alla .piccola,· industria ed alle cooperat:ive d1 produzione, le Banche Popolari ed anche la. Banca Nazionale &el <Lai;oro, allegge'rita di alcuni compiti e restituita alle sue~ tradi2lionali funzioni di banca specializzata•. nel credito alle cooperative (la B.N .L. è la. · trasfotmazi10ne del vecchio I~iie,;,toNazio,,ial,e d'i Credlito .per la Cooperazione, fondato nel 1913), saprebfrero· rendersi par· ticolarmente utilu·. • · . L'azione dèl. Co,nsorzÌ!o per sovvenzioni su valori indu– striani, estrinsecant.esi soprattutto attraverso il risoonto di tratte fittiziamente "trevi ed .in concorrenza con la Banca ,d'Italia, dovrebbe cessare. Dato che i suoi compiti di finan– ziat<ire di imprese assuntrici .di fomituire per conto delfo., Stato ha potuto sV10lgersi pr-incipalmente per le f.orn.itùre. belli.che oommesse nell'ulti~o decennio, pensiamo che tale enté potreb'be proficuamente fondersi oon il Consorzio di Cre&iito per• le Opere Pubbliche e l' Is.ti1twi:.o di Credito per le ITIJ,p,,esedi Pubblica ··Utilità:. da questa concentrazione J.?organi,-;zazione uscirebbe snellita e facillllen1e. disc~pl1nabile, secondo· un coordinato piano generàle. Infine, vorremmo che fos,se meditata J'o,pportunità di mah- -tenere o meno, in seno ad alcuni istituii• di diritto pubblico, le sezioni pseudo-autonome di eredito a lunga scadenza: sui motivi della nostra perplessità rimandiamo ai cenni fatti In precedenza. • e.) U fi,na'nz:i amenw de U'agric(!ltura . • Pure ·nel sett.ore ·.deH'agriooitura •SÌ rendo.no necessarie riforme che attuino la · valorizzazione totale e lo sfrutta·mento razionale d.elle risorse• 'della terra, Quale il programma? Determinazione di un in– dirizzo'pròd-uttivo ehe tenga pairimenti conto &ella necessità del consumo interno_ e· d,elle possib.ilità degli scambi oon Je altre nazioni; reintegrazione del patrimonio zootecnico;. rim·biosohimento; bonifi.che; rifornimento alle aziende di ~acchine ed attreizi ruraJ.i; .incremento della OOO•p-erazione agricola; .soluzfone d-efinitiv-a del problel!)a del latif'?ndo (non •attravers,o lo spezzettamento della t*a, ma mediante la trasformazione deHa condvzione da estensiva ad inte11siva ·"' preferibilmente, ove possibile, industrjalizzata); riedifica. zione dei fabbrieati rurali distrutti dalle operazioni belli– che; e· così via: sono tutti traguard~ il cui- raggiungimento richieder-ii un complesso .copiosissimo di opere, di danaro, di la~<iiro. Pure i~• questo setto,re, pertanto, è.·necessario pre– di.sporrc un'organizzazione del .credi-to che possa efficiente· mente sostenere la ripresa. · . · \Al riguardo ~ punti da fissare .sono due. Innanzi tutto è necessaria l'esistenm di ·un istituto il qual~ ·sia in grado di far fronte al /ìna,nziamento del!e opeire di· b,onifica, d.i trasformazione •delle. colture, di sistemazione dei terreni, del riattamento degli edifici rurali, eoc. Adeguatamente at– trezZ'atò nella struttura e nei quadri, esso d,o•wà distribuire, per. il tramite di organi periferici, come si v.edt,à,. i capitali attinti sul mercato nazional~ e su quelli stranieri con visione . unitaria,-del piano n.azionale. Qùest,ò ente c'è già e si tJratta solo d1 potenziarlo adeguatamente attraverS-O nuove ·parte· .cipazi<ini: è il Consorzio Nazionale per il Credito Agrario di Miglioramento, fondato nel 1928 ool èonoorso dello Stato e di 53 fra Istituti. di Credito e Casse di Ri~pll1"mio, che po- trebbe trasformar:si in Consorzio Nazionale per· il Credito Agrorio. · . Vi è poi il pro.b],e,mà di far giungere il or~dit'? a,nche ai più pi,cooli agricolt,ori e nelle zone p,iù periferiche. Pure quj esisto~? ·glì organismi adatti•, che ~01110 ~e C~sse_Com_u• nali tJi Creèloto Agrari,o, le Casse Rurali, e gh Ist•ttW Regzo– na~ di CriedlitoAgrario. · , . · Senònchè essi• per poter adempier:e con compmtezza 11 loro oonrpito, h~nno bisogno di~avere un appoggio fimmzia– rio. effi.cacè; ciò &i comprend:erà facilmente se si 00111Sider~ che in Italia J,a pl'O•prietà rurale è assai spezzettata, ·che 1 piccoli e medù agcicoltori non dispongono di grandi ·mezzi · .finanziari (salvo i111 quelle regioni in cui essi hanno poJuto approfittare dellà c,0111giuntura)e che in parecchie zone tutto è da rifare. Si potrebbe quindi: ' a). unificare le predehe Cass e Com unali e, Rurali e tra-· sformade ·.tutte in Casse ·Rurali aven.ti il compitò di racoo•
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