Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 9 - 1 maggio 1946

CRITICA SOCIALE 137 « unificate », che, dopo aver mobilitato le loro schiere con la promessa di una battaglia a foildo, intimiditi dalle minaccie dei « basisti'», hanno rifiutato. di con– cludere le ostilità rìsolu.tivamente. Ma la causa pro~onda è piuttosto da vedersi in una non ancora chiara e compiuta cosciet!za, 11ei più, del– l'antitesi reale emersi!- dal Congresso: socialismo de– mocratico o socialismo totalitario? Ma l'antitesi è stat<!-posta ed è ormai• palese. Nenni, - nella sua replica, non potendo mettere in piedi _una qualsiasi confutazione ideologica della posizione mar– xisticamente- granitica di Saragat'; ha tentato di scredi– tarla presentandola come una • deviazione di car.attere idealistico• ( !}, nella quale sarebbe « implidto un ele– mento di progressivo allon.tanamento del Socialismo· dagli i~teressi della classe operaia•, ed ha subdola– mente insinuato il nome del rinnegato De Man. Ma il tentativo di Nenni l1on può ingannare se non gli inge– nui masticatori di formulette del marxismo volgare e coloro c_he ignorano che quella pretesa « deviazione » .ha informato intieramente del suo spirito ·1a Carta del-' l'Unità socialista votata all'unanimità -in quel Con– gresso di Parigi (1930) nel quale _:_ presenti Tur~ti? Treves, Buozzi, Blum, Vanderveldé, Adler, e tutti 1--, patriarchi dell'Internazionale socialista ~ il' nostro Partito, superando la scissione di Ro~, ritrovò la sua unità· coloro che ignorano che Nenm stesso, durante l'esili~ sottoscrisse senza riserve cento clocume11ti di partito' ispirati all'« idealismo• sarag-ati_a110. . L'antitesi è oramai palese e poco importa che 1 pap– pao-alli di dentro la pongano come dissidio tra « socia– lis~o classista • e • •ìiberal-socialismo », spalleggiati, cou commovente concordanza, dai pappagalli di fuori; poco importa che Togliatti, dopo aver liquidato il mar– xismo ed il socialismo classistà in casa propria, pre- tenda di farsene vestale in casia. nostra. ' L'antitesi nei suoi termini veri di ·socialismo demo- -cratico e c~munismo totalitado, non potrà più essere offuscata •da artificiosi camuffamenti, 011de, seguendo i suoi sviluppi inevitabili - nei quali, a noi di « -Critica Sociale •, mercè la nostra coerenza teorica ed il nostro coraggio ·ideologico, spetterà la parte dei protagonisti più sicuri - si fafà sempre più distinta nella coscienza dei compagni. · · Sicchè ·è facile profezia prevedere che fra non molto ridiventerà attuale l'antico invito di Giacomo Mat-• teotti: J soeiaListi co_i socialisti, i comunisti coi C-O- munisti. · CI.EFFE Sig'nificato- delle. elezioni amministrative -I Il 7 aprile si e conclris~ il primo turno delle èlezioni. ammiuistrative. Si è votato in cinque successive do– meniche (ro; 17, 24, · 31 marzo; 7 aprilé) iu 568o co– mu11i su circa 736o,, e precisamente in 5566 comuni con popolazione inferiore ai 30 mila abitanti e in u4 comuni capoluoghi di provincia o con popolazione superiore ai• 30 mila abitanti. Nei primi, si è applicato il sistema maggiorih\rio: in ogni comuile, i quattro quinti dei · s~ggi sono stati assegnati alla lista· che ha ottenuto la maggioranza relativa dei voti, riservando un quinto_ dei s%.gi alla lista che ha ottenuto il maggior numero di voti dopo la prima, ed escludendo dall'assegnazione le altre liste rimaste in minorauza, anche se, per ipo– tesi, la s0mma àei voti da esse complessivamente -ripors tafi supera il numero dei voti della lista di maggioran-_ za o delle liste di maggioranza e della minoranza nu– mericamente più forte, prese ins.ieme. Nella pratica, questa norma - che corrisponde a , quella adottata sino al 1924 in base alla legge -elettorale pre-fascista, e ricorda nel suo meccanismo il siste_ma uni– nominale senza ballottaggi (e, cioè, pér }/appunto, a· maggioranza relativa) yigente nella Gran B~etagna per_ le elezioni dei deputati alla Camera dei Comuni, - • facilita i blocchi_ fra partiti affini, ppichè ogni disper– sione di voti ·su liste separate favorisce la vittoria dei partiti avversi. AHe combinazfoni e agli· accotdi si pre-, Biblioteca 1no B an o sta del resto la stessa ilatura della consultazione elet– tor~le: nelle ~lezioni amministrative, nell'orbita di pro– gi:ammi prevalentemente locali, la preoccupazion~ do~ minante è quella di scegliere buoni amministrat<rri e d1 assfcur_are un regolare funzw:mamento· all'amministra– ·zione. Nella enorme mag.gior<!nza déi comuni si so11Oavute dul'! sole· liste; iu un certo numero tre e soltanto , 111 pochi~sime località più di tre liste_. La tattica, dei bloc-. chì è stata largamente seguita sia dai partiti'di sinistra, sia da -quelli di centro e di destra. Si è avuto quasi _ovunque un blocco di socialisti e comunisti (ai quali 3i sono aggiunti in buon numero di comuni azionisti, repubblicani e, i!l rarissimi. casi, liberali) contrapposto alle liste della democr.;w,ia cristiana, scesa in campo prevalentemente da sola, ma ·fòrte in realtà dell'appor- 1:o di tutti gli elèmenti di cen,tro e di destra. Iu buon numero di Comuni si sono scontrati il blocco di sini– stra e quello' di centro (democràtid-cristiani, liberali, democratici ùel lavoro) oppure di destra (democrazia italiana e Uomo qualup,que), oppure ancora di ce11tr > e di, destra insieme (dalla democrazia cristiana ai mo– uarchid ed ai" qualunquisti). In un al_tto. gruppo cli comuni i partiti tradiziouali sono stati sostituiti da fÒrmazioui e blocchi locali, con de11ominazioni svariate attinte a motivi puramente ambientali. Si souo avuti blocchi indipendenti che erano in realtà. di sinistra o di destra o univano sinistra e destra per l'attuazione di .un limitato programma municipale. Molte liste hau– no ~ssunto quale minimo denominatore comune .la qua. Iifica di eombatte-nti o di reduci. M-entre nell'Italia set– tentrionale e centrale (eccettuata qualche wna del Pie– .mo11te, ove si soi1O affermate _liste liberali ed indipen– denti ; dell'Emilia, Tostarra e Marche ove si sono ·avute Ìiste autonome del partito ·repubblicauo -stor.ic 'o)_il cou– trasto si è polarizzato nella quasi generalità dèi c?s1• intorno ai partiti soci_ali,sta e comunista, da un lafo, ed al partito della democrazia cristiana dall'altro, il mez– zogiorno e le isole hanilo presentato un .panorama ass:ii più variato _e movimentato, ili, gruppi, _gruppetti, par– titi e partitini di pretto colore locale, che .sfuggono ad una enumerazione e ad una classificazione. Fanno vita a sè gli autonomisti sardi e siciEani, i quali han110 oL tenuto un certo numero· di seggi. In presenza di uno schieramento _così· caratterizzato, · influenzato in misura-sensibile da considerazioni di na– tura .non .strettame~te politica,,. e, in ogni caso, ·hon omoge11eo nei suoi elementi costitutivi, quand'ancµe s~ conoscessero i risultati numerici complessivi _per le sin---· gole liste, sarebbe impossibile °dedurne alcunchè di pre– ciso sulla consistenza dei dh;ersi partiti. Molti voti di aderenti ai partiti •minori si sono riversati, in mancanza di liste· proprie, sui blocchi affini e soltanto attraverso sondaggi complicati e minuziosi, località per località, si perverrebbe con molta approssimàzione a calcolare la loro incidenza sui risuJ.tati, ma si tratterebbe sempre di deduzioni più ·o meuo logiche e fondate, da acco: gliersi con largo beneficio d'inventario. I dati statistici comuni-cati sino ad ora dal· Ministero degli 'iuterui sono troppo sommari, pn cònsentire- qualsiasi c:onsiderazio~ ne sulla· forza dei partiti o gruppi di partiti che hanno affrontato, separatamente o songiuntamente, la lotta elettorale amministrativa. • Si sa che su 19.548.888 iscritti alle liste (9.358.682 uomini e ro.190.206 donne) i votanti sono risultati 15.520.812, e cioè il 79,37%. Ma non si conosce ancora il numero dei voti conseguito dalle liste di maggio– ranza P. di. minoranza, così che non è possibile stabilire, nemmeno in percentuale, la ripartiL.ione _dei suffragi. Sono invece noti i numeri dei comuni conquistati daì diversi raggruppamenti e partiti ed il numero dei seggi rispettivamente assegnati. Il numero dei comuni cou– quistati noj:l è sufficiente .a inq_icare l'entità élel suco \

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