Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 9 - 1 maggio 1946
CRITICA: SOéIA.LE- ·147 che la trascenda? E :peF chi, e dove? E c'è un termine per tale conqujsta? qual~ ?. . ~ · . . , Abbiamo parlato. d1 0pm1om consensuali e m. t:ealta nou si tratta ·che di applicare ·alla vita e alla stona quel criterio minirpo di intel_li,genza, e di ragione che inform~ la nostra attività quotidiana,, se è vero che nessuno _s1· assoggetta a ,una :(atica o ad ·una disdplina senza chie– dersi che -cosa vada a fare e per ehi.· Orbene . sul terreno della filosofia e della politica non si è 'mai asse,gnato all'umanità 1;1no S~O_P.O .che si~ g-} di- fuori di se stessa, 'come la con~tusta d1 al"f:n.mondi sensib-ili o di beni astratti e simbolici a favore d1·()Ual~ · cun altro. La ste9Sa religio11e,, pur nelle sue estrem_e - affermazioni trascendentali, àssuìne non già çhe gli uo– mi-ni debbano conquistare quakhe cosa. per i-a· divi1:1ità · - che in quanto tale.. non ha bisogno-q.i nulla -, m:a che: solo adeg,ualildosi ad essa, possono assur,gere pun- ficaH al'l'eterna beatitudine. • · - Ne deriva pe;rtanto c}\e l'umanità non persegù~,. nè .le sarebbe dato persegmre, akun fine. che· 1:1011 s1 !~– medesimi con la sua sorte. Ma·1'umamtà ·esiste .effett1-– vamente come colletti;vità? In altre parole, conosciamo noì -1!_n sentimento, ·un'intelli-genia, una co~cienza col- letti ve ? . ~ . · Oui non ~ccorre evidentemente,-Juvocalie i 'risultati - . della "rivei~ziòne r~lio-iosa, àellà'-speculazione nlo~ofica o della rifiessione j,~litica: l'umanità non è che un_a cateo"orià'. astratta che -- -come tale - non sente, non pen;a è non giudica. E !fon· si potreJ;>be çlir~ nem?~en? che essa. rappresenti una somma d1 questt-.attnbuti, perdrè alle affinità, per quante siano, 001J~rasta un com- r>lesso di discordànze ll?ri me~o frequent~. · · Il pen 2 iern, du.nqu~, 11sentimrnto - ~ia _essg prncere o dolore - e la coscienza sono necE>ssanall).ente e ass<; ltìtamente individuali. E poichè sòno· essi, e non altn, o-li attributi che integrano )a vita, in quanto vita uma– ;'3., è chiaro ehe non si vive e non si pu0 ,tvete che ,-. individualmente. · · · · · Da ciò mia conseguenza non col!trov,~rtib·ile : il fine . dell'umanità, necessariamente mtnn~eco. ad 1:ss~, non .può· essere ritrovato cne nel!a realta ~1.. ogm smgola creatura,--unità _pensante, cosciente, :5eus1b1le;,llella .9ua. ·1e tutto· si risol-ve in linea· di esperienza e di creazione e al di fuofi della quale non esiste 1 finalità possibile. · Ed è ciò, appunto, che si voleva djmostrare. L'uowo, sempre l'uonro, ne1la: sua. più gelosa essenza personale. Il. o-rande messaggio può· essere accettato: nessuno an- · - cor~ ha superato 'le_·a_!te;à:è dalle quali dbcenc1e. Ma se .la ~erifà era s;velata e il modell\ poderosamente scolpito, si può €lire·che abbiano avuto; l'u_no e _l'altr'.1, fortuna? Non è thi non veda come la tragica nssa sia continu,ata richiamando cosi spesso l'allegoria dei-lupi. Solo a tratti qualcunp si è .;ta.c~ato: dal g-rossq, :~i è .svi1;-– colatG>dalla mischia; traendosi rn disparte : casi, ep1sod1, tentati~i; talvolta: _uomini isolati, più :di rado minuscole comunità di mon:ki o di asceti. Nient'Jltro !· E intanto stérminate moltitudini di ~reature uman<= andavano perdut~; ~r~hè, se lo sc~po de!l';1om~. è di attuarsi di comp1er.s1, ciascuno che s1 trascmt· nell igno– ranza o' s'abbàndoni alla d-eriva .degli eventi, altrò non è che una larva, ,un germe isterilito, un -canc1i~at<'ì al L·:mbo, secondo un'allegoria felkemente espre.ss1va~ Gen.eralizzare la ve.,tità, moltiplicare il modello, farne una sòla cosa con l'éssere -vivent~: ouEsto è l'anel'it? che incalza le generazioni; l'impera.tivo che s!erza 1] pt;nsiero, là voto-:1tà, la _speranza dei pre~urson, de%h apostoli, dei p~eti. ·_ . · . . · Un impeo-no stupendo e una posta meompan.h!l<:. Ma anche urgeriti, improrogabili. Se l'uomo, i,nf~tti,-inte~o nella sua individualità, è il fine della- vita e della sto11a e se· niente ·può essere realizzato al di fuori di es.so : i: chiar0 che non solo tutti .i problemi dd ordine morale e pratico si riassumono i-n lui, ma anehe si attualizzano; onde di.fferiJne la soluzione, rimetter:Ia alle genera;,;io•1i - éhe verranno; non ha sens_o. Sarebbe, in certo modo, come delegàre·.-gli eredi• alle stesse funzioui bio:ogiche essenziali, rinuneiando~cosi a esistere. E ·ci9 è tant0 1nù vero in quanto D,oti si vivé per quello che si c0n-.;uma, ma,. soprattutto, per queld'o the si crea. · . Il comodo concetto del differimel,)to, che fa del pro– gress0 un'altra idea supe-rsHziosa e fatalistica, ·è un co~ rollario logico e psicologico q.i quella impostazione sce't-. ti.ea della quale agpunto dicevamo. , . . 'Basti os,servare,. à riprova, che• se all'uomo, realtà in– di-v·1dua1e, si sostituiscono le s·olite astrazioni : « soçi.e- 8 i bHOteCa G"noBianco tà Ai« µazione_»; «popolo», tutte le aspirazioni si fan– no naturalmente indetùminate e ipotetiche, perchè la società, là: nazion,e e _'.ilpopolo, sopravviv~nd,o alle sin– gole generazioni, non hanno evìd~utement"è fretta. ', E ·quello che rinunciano oggi ricuperano dom(!ni, e quello· che è rimasto incompiuto sarà pottato un giorno a com- pimento. Tan,to il soggetto 'llon n:mterà mai: la società, ,· fa nazione, il ,popolo. ·. · .· • . · Ma ·ecco 1 che d,t quell'impegno finalmente qaalcuno s'è fatto carico: un. giorno' è passato.·nel movdo còrné un soffio vivificatme; si è diffuso il presagio .di qualche cosa che vole:va acçadere. Dal ,crepuscolo delle avvin– centi ma _y!lne utopie una voce ha gridato. fi.µalmente il nuovo vaghegg_iato appello : ,, Proletari di tutto il mondo unitevi: ». È così che incomincia la storia del sociaiismo· e' cori essa ·Ja storiit moderna dell'uomo. Perchè altro, rion è il proletariato che la moltitudine delle creature sacrifi– cate, e la loro unione altro uon· inèlude ·che uno sforzo dedsivo di umani"zzazione. ' Si, tratta evidentemente di· qualche cosa di ben di– _ver~o da quell'aspiraz-ione a _soddisfare le esigenze pu– ramente, materiali su cui si compiace di· insistere la troppo facile letteratura bofghese. · « Schiavo michelangÌolesco. imprigionato Ù~lla mate– ria dass-ista ·- scrive Giuseppe Sarngat -, il pròleta– ·riato non può svincoJ.arse_ne senza restituire a tutti gli uomiui· il .volto umano», (Continua) c,cò· CHE s1 STAMPA .ANTONIO GRAZIADEI E L'ECONOMIA! MARXISTICA , ' Per la sua preparazione culturale, per l'acutezza dell'ana– _lisi, -Antonio Gra,,iadei occupa _un posto assai· importali te tra i critici dell' eoo-nomia marxistica. In un -cinquantennio circa di. alacre laboa:iosità scientifica egli. ha ded,ièato una ventina di volumi iill'es11me· critico dell'econo_mia di Marx, appor– tandovi le oorrezfoni suggerite dal progresso della scienza_ eoonomica, sceveràndQ· quanto vi è di caduco da quanto vi rimane ancor.a · di vivo, sviluppandone · e integrandon·e gli elementi più vitali. Già· _col sùo pdmo volume su « La pr-0duzion1e capitali– svica.o>( 1899) egli si ·aff.erma oome uno dei più ferrati teorici di · quel « revisionismo socialisti<:<>o>, che sul finire .del se– colo scorso. aveva trovato in E: Bèrnstein il suo maggio1,e ~s,p,onente. Le idee contenute in questo libro soll~varono molte discussioni tra gli studios-i ed i poli-iici, notevole al a:iguitrdo quella 'tra l'Autore e· G. Jaurès, diba:ttu_tasi sui · i< Mauvémen_t Sodaln.ste » e su « çritic~ Sociatè ». In verità, - a ben giudicarlo, il criticismo del Graziadei :hon mirava a mettere. il movimento politico e sindacale proletario sopra un. terreno di permanen'te collaboraz.ione oon la borghesia, -!_Ilaa oorreg,gere- talune manchevolezze delle toerie di Marx nell'esame, dell'eoo,nomla capitalistica ed a fornire al movi– mento stesS<;>armi scient,ifiche sempre·· più perfezfonate. "Questo ..atteggiamento del iresto è assai evidente, all'osserva– tore non .superficial.i,, nel volume « P,:ezzo e sopra-prezzo nell'economia capitaiilistica » (1923), -veramente· basilue per J.o sviluppo degli studi p,o~teriori del nosiro Autore. · Per int~nàeire appieno il pensiero di A. GrazJadei è bene tener presenti le sue vedute fondamentali ·'suU'eoonomia e _ sul ma~.xismo, specialmente la sua base di partenza: l'esame della:- l!eor:iadel va,lore, ·che muove appunto da un atteggia– mento critico -verso le opinioni di B. Cro,ce sulle dottrine'·di. C. Marx. Al ·Croce che, nella prefa,,ione al· suo libro sul· « Materw,l,ismo storico ed e.conomia marxistica>>; affermava · esse~e- « la teoria del valo~e-làvoro niente altro che il risul– tato di un J!aragone elittico ··fra due tipi' di .s-Ociètà », ;I nostro Autore o-ppone la oon-cretezza delle_ indagini di Marx sull'origine e la spiegazione .del profitto capftalistico, anch_e se tali indagini rivestono un carattere storìco e transeunte. Al" Marx invece rimyoove~a d'aver adoperato un metodo me– tafisioo ed esclusivisti<:<>,' quando, volendo oogliere la « so– stanza >). m.tima del vafore di una merce isolat, amen.te con– siderata,·· vi ha riscontrato soltanto un certo quawtum di lavoro roagulato o cristallizzato, dimenticando la realtà degli , scal!lPi è · dei J )too.ot ,ti e foggiandosi OOsiÌ - un 'immagine· de- . formata dei fatti eoon,0JI1ici. . , La sistemazione marxistica, &e sembra presentare una cer_ta evide-hza ·al concetto di plus-yalore ne.I ·quadro di ogni ''
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