Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 9 - 1 maggio 1946
CRITICA SOCIALE · 1°) L'attività agrkola ha i-n Italia, oggi quanto •mai, bisogno dell'aJHu.sso dii capitale per l'esecuzione dei mi– glioramenti, di bonifiche, per la costituzione delle attrezza· ture che nella maggiocanza delle zone è in uno stato an– corA molto arretrato. La produzione agricola italiana ha vissuto negli ultimi tempi unicamente._ in grazia della poli– ti1ca protezio111i:sticae quando si troverà in lotta con il mer· cato internazionale dovrà adegua-rsi ai moderni sistemi di produzione o perire. Occorrerà a tutti i costi che le coltiva- .. ziOllli siano specializzate, che~ gli impianti siano raziona- . liz_zati, che la macchina enliri a far parte i111tegrante del ci– clo 'produttivo, onde i111crementaire le produzion i; e realiz– ~arle a, basso costo. ·5e ciò .malauguratamente · n.òn potesse. avvenire, fag riooDtura ,italiana sarebbe destinata per lo meno a vi.ta ben grama. , Grave enore economico e sociale sarebbe quello· di allon– tanare daila attività ag,ricola il :contributo del C&'l)itale, in– dispensabile al migl\o!Tamento nelle attrezzature e, quindi, della produzione. · · 2°) ILa questione della e<proprietà » è di per sè seco;.. · · daria e di valore purame111te·ideologico. Lò stesso Marx, nel famoso « Manifesto dei Comunisti », scrive (càp. III): « La rivoluzione francesè abolì la ,proprietà feudale in favore della proprietà ·boirghese. Ciò che caratterizza il co– munismo non. è· l'abolizione della proprietà i111genere, ma è l'abolizione della proprietà borghese». · ' La necessità reale è .quella . di eliminare ·10 -strutta– mento economico del capitalismo ag~ario .e la soggezio~e a questo del lavoro agricolo, di interessare in via direua le masse dei lavo<ratori e dei tecnfoi agricoli, con partico" · lare riguardo alla numerosa categoria dei braccianti perio– d,cameute disoccupati. In proposito, nella· nostra pro,vincia si è creduto, nel recente passato, · di ri.solvece questo ·pro– blema con l'istituzione ·degli ~tralci (cioè la cessione a bracoianti agricoli di picco]4 appezzamenti di terreno, ecce· denti la pos&ibilità di lavoro .della famiglia colonica), forma antisociale e di ripiego, che mantiene sempre il hraèci-ante nella condizione di pària dell'agricoltura - tanto più che gH 31JJ<Pezumenti ceduti _so1110 generalmente _i peggiori -~ e .non gli 'consente Io spirl)glio··pe!T un sffettivo migliora– mento. In definitiva la riforma deve tendere alla eliminazione della -proprietà sfruttatrice del lavoro e d.el bene. naturale terra .. La riforma sarà compl~tata dalla re visione dei patti colonici, in modo che il lavoro sia i;empre 11deguatamente retribuito e che l'utile derivante dal bene terra n_on sia appannaggio esclusivo del capitale. . . La formula la t,erra ai contadini, ii:i cui parrebbe rJassunta la sostanza della riforma agraria, non ·deve intendersi rifo-· rita alla proprietà, ma; caso mai, alla òonduzione da attuare, quante volte è possibil.e, in forme -collettive, con partecipa– zione dei IavoratoI"i _alla direzione aziendale. · -Le varie categ-orie di proprietà terrilN-a. È m,i oplOOrluno, per 4t necessa'ria chiarezza, fa.re una èlaasiifica della proprietà terriera in rapporto a.Jla sua con– si-stenza: Lwti/ondo tipioo. • È rappresenta~ da quella· proprietà iri cui alia grande efilensione non appoderata .dell'azienda corrisponde ·1a cosiddetta coltivazione estensiva. ·Vi si' ri– scontra quindi prevalenm assoluta del capitale naturale terra sul capitale investito in migooramenti (opere 'del– l'uomo iri genere); ·quindi- uÌh ca,pitale tiipicame111tèsfrutta– to,re, che nO<Dha svolto nessuna utile azione per accrescere la produttivi,tà e il valore della terra. ·Gran&e propriet,à appvdera~. . Tipiche sono• le grosse aziende della valle padana, o]trechè di altre zone, con agricoltura aboa.stanza evoluta. Si t.-atta dei pr,olnrietari che posseggono un discreto numero di piccole e ·medie aziende, appoderate a ·coltura intensiva, no111importa se a,diacenti l'una all'altra od ubicate in v-ari luoghi. In tale proprietà, se non ll)revale. tuttavia ha b11<>nai111cidenzail caipitale in- _vestìto in miglioramenti. ·. Media e piccola proprietà. • Si tr~tta, pe!r fa nostra .z.o,na,· dei, ·poderi dai 5 ai 20 ettari-, ·a seconda d~lla -:orodutti-vità . del terreno, di solito intensamente ma irrjlzionalmente col– tiva~o, e costitnisce la grandè maggioranza della pro,prietà. rustica. I Una chiara idea della imrpoctanza di questa media pro– prietà nella inosti-a provincia è data dalle seguenti cifre de– sunte da stud,i statistici .compiuti nel 1935. dalla Camera · di Commercio di Modena: · le aziend·e da. 5 a 10 ettari co,prono il 20, 7 per cento della intera 0 61lperficie; . , le aziende da 20 a '50 ettari coprono il 22,7 per cent,o della superficie provinciale; ·· Biol1 t . no Bianco quasi tutta la restante superficie è ooperta. dalle a~iend~ dai 10 ai 20 èuari. P,icco/';issima· proprietà. _- È 1a ·piaga delle oooe p0vere (vedi molte località della nostra montagna): Non ragg1unge l'unità poderale, anzi, in moltissimi casi è rappresentata da poche are e 1110ndi •rado la modestia della superficie è accompagnata dal frazionamento. o, meglfo,,. ·dalll) frantu– mazio111ein vari Lotti, l'uno distante dall'altro. È· di &olito il proprietario, bracciante agricolo od operaio•, comunque, che _nelJe, giornate di, di~ccn:pa2:ione .od in· ore rubate al, .· riposo, oon sistemi ed attrezz• -rudimentali, lavora il pic• co1o appezzamento, m modo_ che il prodotto Aon è mai p,roporzio11ato · al lavo~. OriÙri d!e,/.Da rifonna. In base a tale statistica accenniamo quale potrebbe -esserè oggi, in via di massima, una base 'd• riforma, oon rif.eri• men·to alla proprietà, ripetendo che ci-ò dovrà essere ac– compagnato d'altro lato dalla revisione dei sistemi di con- auzione e dei, relativi patti. -- Alggiungiamo che quanto si, espone non puo certo :rap– presentare il punto di arrivo, .ma solamente· que.11,odi par- . tenza. Non è pensabi le,. in mat eria agraria, dove tutto,· a COD!,inciare dal ciclo produtti.vo, si svolge .00111una certa lentezza, di p.-j!•cedere ra.pidamentè. Lo stesso lavoratore agricolo, per l'ambiente in ,cui, vive, è tenace nei propositi, sì, ma non è improvvisatore, anzi, è -tendenzialmente con– suetudinar.i'O. L'impo:rtante è -partire bene e lasciare là porta a-perta per un ·ulteriore p!rogresso sociale.· Tutte le riforme dovrann·o avere tale caratteristica e dovranno avere perciò_ un carattère. non statico,' ma adeguabile agli ulteriori - possibiH svilwppi. , - Tipico _latifond-o. • Essendo dimostrato, neÌia str;g-rande maggioranza dei casi, la .inettitudine e la resistenza dei lati- . ,fondisti· all'esecuzione dei necessari miglioramenti e all'e· voluzione del sistema di _conduzione, esSQ latifondo deve essere senz'altro espr>opriato, senza tentennamenti ed a mo– didssimo prezzo. Là espropri-azione non ,deve avvenire però 1 in contantl•, ma contro rilascio di cartelle fondiarie einesse ·-,dà apposito istituto, che _po-treb:be essere quello stesso da noi più' avanti, prO'pugnato: In tal modo si è certi che il capitale dmane iµv.esti,to nel settore agrioolo. Non si· deve inoltre. commettere l'errore di procedere al frazionaru~nto· ed_ appoderamento. Non è qui fuori luogo rioordare che il socialismo, in argomento, si, trova in anti-tesi con la Domo• crazia Cristiana e. oòn lo _stesso Partito Comunista, i quali appo°ggerehber,o J'estendersi della piccola proprietà. Noi socialisti dobbiamo chiaramente dire che non intendiamo approfittare dell'ottuso egoism<J"di certuni per- varare so.Ju- . zioni che ci appaiono antisociali ed antiecoinorniche e cho · sarebbero. p,oi da ·rivedere. Rito.-nando al latifondo, esso, una volta e...spropfiato, dovrebbe essere èeduto in locazione, per· uh lungo periodo di tempo ed a buo-ne condizioni, a cooperativ.e di· l~voratori., 00111 l'obbligo di determinati mi-· glio-ramenti. Non è il ca~o di dilungarsi ·a.ncora,su tale argomento, dato anche che il latifondo è praticamente inesistemte nella no– stra •provincia: Grandi prol'>rieÌà appoderat-é. - Ammessa l'utilità d.elle medie e piccole aziende, -cQni d,ovuti accorgimenti, le azien– de singole costituenti le gra,ndi, proprietà 3JJ)poderate rica• dono nel capitolo che ~gue, con il vantaggio di possedere cruasi sempre attrezzatura e possibilità economi-che e· tecni– che molto migliori. Socialmente si doyrà oolpire il forte cespite di roodito in via fiscaJ.e, attraverso una radicale riforma dell'ordi– namento tributario, e cioè media,nte l'istituzione di impo,ste /Orlissimamenie progrl"ssive, sia per il reddito agrario, sia• per l'estimo e via dicendo. Sarà poi da vedere se· in deter– minate ·pr,o,vinci.e o zone la esistenza di urf gran numero · ,df g·rosst proprietari, •sia pure di aziende app:oderate e ben condotte,· non p-o,iisa pregiudicare 'il buon diritto dei lavo-. ratori, nel qual caso si potrebhe esaminare la opportunità . di' proc<'dere alla espropriazio-ne per l'ecc edenza oltre un · certo limite. Qui, nella nostra ·provi, nr.ia, come ho dimo– strato con dati statistici, ta.Je· perioolo no n sussiste . Comunque, il diriuo del lavoratore sarà particolarmente tutelato ariche in· sed,e di -Fevi;;ione dei pàtti oolonici. Medie e· picoole proprietà. - • Debliono essere piename_nte _ · . rispettate. Lii loro eliminazio111e rappresenterebbe un ·grave errore politico,. oltre ·che una fonte di grave p(lrturbamento economico. Su· tale punto rfon mi pare il caso di insistere·. Non intendiamo peraltiro di iUudere la niccola proprietà. Siamo facili .profeti nel pr.evedere ore di,fficìli per i piccoli prò,nrietari. Se in qu-esti ultimi anni essi hanno trovato· molte co1ie facili per le oo~s,derazioni gia esposte, in tem·
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=