Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 7-8 - 1-16 aprile 1946
-~ CRITICA S,OCIALE 109 Ed è contro quello - non-contro l'innocuo Lizzadri_ ·-, che nel prossimo Congresso naz-ionale i veri autono– misti dovranno schierarsi ihtransigenti e compatti per sventarlo. - I.l mezzo per sventarlo è -uno solo,. e f,u da noi ripe– tutamente additato : 11011 basta c:op.dannare la fusione, ma biso&"~a esigere <;~e. p patto _di unità d'azione sia reso• polttlc~ente p~u 1mpegna~1vo, ~asandolo su 1;1n proo-ràmma d1 p recise attuaz10111 pratiche, ed organu– -zat~amente p.iù libero, mediante l'abolizione complet:i di tutti i vi. ncol i (giùnte' permap.enti, ecc.) che, meno– mano l'autonomia del nostro Partito, al quale, moltre, dovrà essere dato uno statuto veramente democratico. Il patto di unità d'azione cosi riformato è il S';>lomez– zo che :possa per;net~ere alla nostra C(!llaboraz10ne co~ P. C. di conseguire il suo ve_r~ ed u~1co scopo, _eh~ ·e quello di impe·gnare le· masse co~umste a. con.tnbmre alla costruzione di uila democrazia, che sia .tale non solo nelle manifesµzioni esterne ma anche nel suo cou– tenuto. ff mezzo non è sicurissimo ; ma è il solo. Se esso fal– lisse l'unità d'azione avi;ebbe. perduto ogui ragione di sussistere.-Il Congresso nazionale deve dup.que trovare uua maggioranza che lo imponga e lo a!fidi a mani ,si– cure, eliminando il paradosso di un partito democratl'Cò - anzi, del Partito democratico per eccellenza - che ha alla sua testa uomini ~ quali non ·credono nè · alla democrazia p.è alla libertà,· anzi intimamente le di- sprezzano .. · GI.EFFE · Lo - statuto Il _pro-get!P di st~tuto ·che verrà discusso al çongres59 pi Firenze non manca di pregi, ma 111eppure di qualche lacuna 0 di qual~he svistà. Mi -sia permesso di seg_nalare_una di queste lacune e una svista elle mi sembirano gravi. Comincer.ò da· quest'ultima, perchè si trova nel _primo ar– ticolo. Ivi si parla di-« metodo della lotta di classe»,- ':'1-en– tre tutii i compagni sanno che la lotta m cl,.isse lf!On e Ulll metodo di azione politica, bensì un « fatto D> ehe Carlo M:arx ha -constatat9 nell' èsperienza storica: dei sècoli passa.ti e nel– l' esperie11za presente; fatto che non potirà spa rire sen za che_– spariscano le classi. È questo .fatto .che costituisc~ -il punto .di partenza dei.la -dottrina politica marx.ista. Evidentemente i compilatori dello statuto volevano intendere appunto que– sto ma lo· scritto: ha tradito il pensiero e, fors'anche per ,im~r di ·brevità, la. lotta di d'asse è ·diventata .un metodo di azione pÒÌitica, mentre è soitanto il fauo che lo ha sug– gerito. Credo, perciò, che l'arti-0010 primo potrebbe redi– gersicome appresso: « Il partito •socialista itali,mo di unità pr,oletari!1 associa tutti cololNl che ritengono ché, mediante l'associazione poli– tica dei· proletari, la lotta di _classe -00ndurrà, in definitiva, all'instaurazione del socialismo ed all'eliminazioille delle classi ». · -.. · . 1 • Così dicendo, eredo ché il concetto fondamentale del so– cialismo sciè!lltifico sarebbe espresso abbastanza- esattame11te. Mi pare ançhe che, con que~ta formulazione, il richiamo al · Congresso di Genova del 1892 diventi superfluo,. tapto più in quanto quel con~esso può sembrare un_ po:. arcaico .e J.e sue deliberazioni forse. non hanno· abbastanzà chiaramen- te lumeggiato il concetto. di lotta di classe. . I nostri avversari che ci accus8!Il,o di fomentare la lotta di classe avrebbero buon gioco, se potesseFo · portare come prova il ,piimo articolo del nostro statuto che, nella dizione proposta, li auborizzereboe ad . affe_r_mar.e · che la lotta di classe rion è che un metodo di lotta politica per la coill– qu.ista del .potere, creato dai sÒcialisti, e che non esiste– rebbe se 'non esistessero i socialisti! La lacu~a che ·ho a. segnalare riguarda le co111vinzionire– ligiose e filosofiche degli inscritti, nonchè le eventuali dif– ferenze, oltre che di sesso, anche di -nazionalità e di Jazza. · Noi so-cialisti detestiamo il razzismo. per principio,· oltre che ·per la rovinosa èsperienza che l'Ei:1.-opa ne ha fatta rece11teme111te. La nostra azione po-litica ~ende anche al s-µ– peramento della nazionalità e quindi. è co-ntr,o quel na~io- . naHsmo che proclama la super.wfità di un popolo e la pre– minenza degli interessi nazionali di u11 popolo sopra gli B' 11-· e· àltri popoli. Perciò, sare:bbe assai opportuno che anche nello Statuto .del p~tito socialista italiano'si inserisse una dispo– sizione che sancisca questo superamento del ·razzismo è del 11aziò11alismo, quali elementi delefuri del principio di soli- darietà fra tutti gli uomini. · Inoltre, il socialismo non può concepirsi s~ 1Doncome mo– .vim'ento demo·cratico .che afferm,i, sviluppa. e garantisce tulle le libertà, in particolare la lib'ertà del pensiero e della- co- . scienza per Jutti glii ,uomini; che, quindt, rispetta pienamen– te, negli associati,. le 'convinzioni filosofiche e le cred'enzc religiose. È ben vero che il socialismo scie11iifico, come tutte le teorie p,olitiéhe moderne fondate sul razionalismo, è ·stato .tenuto a battesimo da una filosofia materialista o, almeno, illuminisia, ma ciò 1Donsignifica che esso noill 'abbia senso e non possa yivere come prassi e azione ,politica; al di fuori -di quella filosofica. Oggi, oonenti politiche che hanno le più diverse origini filosofiche si dichiarano tutte per 1lill ,programma economico e sociale più o meno pro– ptiamenie socialista. Perciò, il sociaiismo. marxista· non può più insistere su .pregiudiziali filosofiche od ideologie atee od arelig 0 iose e deve· accogJ.ìere nelle sue- schiere· tutti coloro che 11spirano·alla liberazio11e dei lavoratori dall'oppressione eapitjilista ed all'elevazione eulturale e spirituale dei lavo– ratod stessi, senza discriminazioni di sorta. Occorre quindi· di-chiarare _espressamente che -il programma politico del so– cialismo è compatibile con .ogni teocia filosofica e con ogni confessione religiosa che non siano in opposizione con quel programma di libel'azione. ·· Il nuovo statuto del partito •comunista italiano contiene già 1lillil disposizione che risponde in pieno alle due esigenze democratiche che ab~ia!_Doqui ,brevemente prospettate .. Molti 11ostri compagni autorevoj.i. hanno già fatto esplicite .dichia– razioni o promesse m questo senso. Non vi è· quindi ra– gione !llcuna per non acco-gliere nel nostro statuto un arti– colo che soddisfi queste -fondamentali, esigenze del mo-ndò dei lavoratori. Credo, ·perciò, che• sarebl;ie oppor,tu110 modifi.care l'art. 5 dello statuto uajficato, in• discu.ssio111e,11el modo seguente: ccLa domanda di ammissione• al partito wcialista ita!.iano di unità proletaria implica soltanto l'accettazio~e del prÒ' . gramma del partito, del pirese11te sta tu fu ·e la_ disciplina· ai deliberati dei -00ngressi. -« Può essère ammessa al ,partito, ogni persona di specchiata moralità, indipendentemente dal sesso·, dall'origine nazio– : nale o _razziale·, dalla ft:,de religiosa e dalle idee filo-sofiche >>. Per rendere queste 11ocme meglio operanti e più signifi– cative, aggiungérei àn fine dell'articolo sei questo periodo: « Il partito rispetta s-crupolosamente la: libertà di coscienza e la libertà, di peIISiero filoso-fico e 'religioso_ di tutti i s-oci ». SALVATORE CHERUBINO Sovranità degli stati e pace nel mondo Nel 6UO disco-rso alla Comulta del 9· marzo l'on. Orlando ha toccato un argomento' .èhe avrà certo risonanza anche all'estero, fo:a gli osservatori della: politica· in-ternazionale e fra i giuristi. . · Da v.ero maestiro del diritt.o, qual'è indubbiamente questo 11ostro vecchio parlamentare, al q\J.ale ben giustamente l'As, semblea ha -reso omaggio, egli ,ha avvertito, nella· sua sen– sibilità di studioso, ehe ormai ci troviamo ad ùna svolta di epoche ·storiche, nella quale lo Stato rappresentativo ·costi– tuz.ionale tende à finire e .la sovranità.' dei singoli Stati sa– rà limitata da un'organizzazione superfore. · Ci vo-rrahrio forse dei secoli, egli ha aggiunto, ma è l'epoca che muta:– Con ciò l'on. Orla111do ha unito la sua voce ·autorevole a· quelle ·ché ci pervengono da· ogni ,parte del mondo, ~ dalle più aJte sed-i, circa il problema fondamentale di questo agi' tato dopoguerra. . · · Già la dot~rina socialista aveva proclàmato che le guerre non risolvono akUlll problèma internazi~ale senza provo– carne degli altri: Ora, dopo due eonflitti mo11diali, l'uma– nità si llrOva-di fronte a nuove soo,perte scientifiche, a nuovi mezzi di distruzione, èhe mÌlllacciano di trasfoi;mare una• futura guerra mondiale in un terribile cataclisma senza pre– ced.enti nella storià. Urge co1Tere ai ripari. prév~nire e •provvedere. E, poich'è la vecchia &cietà delJe Nazjpni• ha fallito al suo vero..scopo perchè •non ha sapuli<>trasformarsi in un ·organismo super– nazio111ale, dotato di una sovranità prq,pria, con mezzi ade: guati per annaire i ·suoi fini, ecco che giuristi, uomini po-'
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=