Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 7-8 - 1-16 aprile 1946

106 CRITICA SOCIALE nare ilelle condizioni di pri1µa, dopo e l'apporto dato alla vittoria. [l periodo postbellico : la scissiòne. dolori sofferti Mentre i riformisti, persuasi che "la guerra avesse bensì esasperato il conflitto fra le classi e il senso di rivolta del proletariato, ma non maturato le coscienze nè, tanto meno, le condizioni obiettive da cui potesse sorgere la possibilità di una. reno'l)atio .ab i1nis, ricon– fermavano il :loro metodo, sostenendo doversi cercar cli attenuare le conseguenze dolorose della guerra, age– volare la ripresa dell'attività proèluttiva, ottenere i massimi miglioramenti per le classi lavoratrici; i ri– voluzionari pensavano che la sìtuazione di debolezza in cui era caduta la borghesia, sia. per non aver otte- · nuto dalla guerra tutto il premio dello sperato ingran– diml'lnto di territorio e di prestigio, sia per l'incapacità di riorganiz zare -l'apparato produttivo per le esigenze del tem.po di· pace, offrisse· al proletariato possibilità• e speranza cli ·aspirare al governo della sddetà con l'in– staurazione di una propria dittatura, sebbene per tale impresa mancasse· ogm preparazione,. ogni organizza– zione,: ogni forza aqeguata. Il rivoluzionarismo non fu più pertanto formale e passiva intransigenza, ma pro– posito di immediata attuazione; per mezzo della forza, del progq1mma 1nassi1no del partito; e si chiamò perciò .massirnp:kisnio. . . · Se!Jbene i fatti di ogni giorno dimostrassero l'in– fondatezza di quella speranza e i propositi rivoluzio– nari si esaurissero in una serie di a,gitazioni e di, scio– peri. incomposti e privi di ogni preciso obiettivo, la corrente massimalista• trionfò ne_l Congresso di Bolo– gna (ottobre 1919), deliberando l'adesione alla Terza Internazionale. Ma non ostante· che un mese dopo il P . .S: avesse un ·gran successo nelle el~zioni politiche, tr.ipHcando il numero dei suoi rappresentanti alla Ca– mera, nessuno sbocco ebbe l'agitazione in cui s.i man– tenne la vita del .Par,tito e del Paese. Una parte dei IJ?-assill:1:alisti, sèmp~e Pf ù_òrienta~a versò il mito della nvoluz10ne bolscevica, riteilne che dovesse imputarsi · all'intralcio opposto daUa remora riformista l'incapa– cità' riyoluzionaria del Partito e del proletariato e chie– _se l',espulsione dei riformisti. Non avendola ottenuta, uscir,ono essi dal Partito ·àl Congresso· di Livorno (geri– naio 1921), costituendo il Partito Comunista. Nel- Con– gresso prevalse invece_ la corrente unitaria, ,doè av– versa a ogni scissione, la quale riconfermò per altro l'adesione alla ·Terza Internazionale e l'accettazione s,ostanziale delle sue· tesi di programma e di metodo. Ma :nel su.ccessiv,o. Congresso straordinario di Milano (ottobre 1921), in,cui nuovamente prevalse la corrente unitaria, un aitro gruppo di estremisti usciva dal P. S. ,e aderiva al P. C., e nell'altro Congresso straordinario· tenuto a Roma ai primi di ottobre del 1922,. la fra– .zione prevalente, ca,peggiata dal Sérrati, che aveva difeso ilei due preoedentj Congressi,l'unità del Partito,• dichiarò l'incompatibilità della permanenza cfella fra– zione riformista, che fu pertanto espulsa e fece suo: allo!a, .. il pro~a~ma di unità, .costituendo .il Partito · Socialista Unitario, nel quale si proponeva d1 raggrup– pare tutti coloro che non avevano barattato il· vecchio geinuino programma socialista per il irnoyo mito bol– scevico, inadatto alla mentalità e alle condizioni obiet– tive del nostro ,paese. Del nuovo pa_rfito f,u segretario, sin da principio, quella genuina figura di autentico rivoluzionario che fu Giacomo Matteotti. L'insegnamento del passàto. riconoscere dalfe altre frazioni. Quattro anni di agi– tazioni si chiudevano·cos.ì ii1 pura perdifa. Fu quello di Roma l'ùltimo Congresso tenuto dai_ socialisti in Italia. Quelli di loro che lè violenze fa– sciste costrinsero a emigrare all'estero si adunarono più volte a CQngresso in Francia per riannodare le file e a Parigi, nel 1930,' ricostituirono l'unità del Partito: unità ormai tardiva e inefficace, da valere solo come augurio e monito ,per il giorno in cui l'azione •socialista fosse ripresa alla luce del sole. È il giorno è venuto; e speriamo che l'augurio e il monito· presieda ai lavori del prossimo Congresso, se a01Chei primi &intorni non sono promettenti. Parla.no infatti di u·nità_ e la as.sumono a loro vessillo proprio coloro che con accuse gratuite e malevole cercano di turbare l'armonia, senza ottt unità è « nome vano sen– za soggetto", e minaèciano sconfessidni ed esclùsi.oni ;_ p_arlano di _un_it_à,. che non ~uò_ ~sis~ere senza reciproco rispetto dei dmtti ·e della d1gmta d1 ognuno e senza ri– gida t~tela della dignità propria, coloro che, per assi– curarsi 13: maggioranza, sono ricorsi ad arti' poco pulite e a veri rnganni, la cui denuncia· alla Commissione di verifica dei poteri speriamo abbia ia debita sanzione. Non è questo, .o com,p"agni che av~te avuto la sven– tura .di crescere· nell'atmosfera corrotta del fascismo,· 11011 è qttesto l'insegnamento che vi viene da coloro che dettero vita in Italia ·al movimento socialista e ne' ten- . nero alta la dignità. Non è questo il modo in cui si · serve l'ideale,· nella cui genuina ·sostanza si esprime la più vera e più alta nobiltà della natura ,umana. Fate che le arti dell'ingannQ, c-ui dettero credito ira noi ventitrè a':mf di ~om_in~zion~ fascis~a'.!·non offusch_ino quella no– b1lta. V1 an1m1 oggi lo spinto e J-'esempio non dei o-e– rarchi che, per assicurarsi il posto di conÌapdo ost~n– ta van_o la. pi~ _intransigen_te f~eltà _agli ideali, 'ma l 'e– se_mp10 di F1hpp~ Turati, d1 Camrllo Prampolini, di Giacomo- Matteotti, che tutto dettero e nulla chiesero mai e pensarono che solo con la nobiltà della vita e dei metodi di 1.otta si serve degnament,e la nobiltà 'degli ideali. ln, relpzione olle, IN'l!i s~li usate per screditare l'opera roo~tra, riproduciamo le dichiiµ-arri-Oroi che il compagrw Luigi · Antonini,. preside.nte .del Consiglio itqlo-americanv del La•· vorrò, ha /IIJ)~to all'I,.N.S.: · · ., « Da Milap.o e·da R,Òma·è stata.richi;mata la mia atten– zione sul fatto che alcuni oomimisti e loro sostenitori hanno inizil!to UD{! campagna, di calunnie contro j socialisti della « Critica Sociale », a proposito, dd contributo finanziario che a questo meritevole gruppo ,è. stato. fuviato dal. Consiglio italo-americano del. Lavoro,. Desidero, dire che qùei comù111i– sti e i loro assodati dovrebbero rioordarsi che è stato ~ostro prlvifogio per :molti anni.nel passato l'aiutare non wlo il partilo socialista italiano; attraverso Pietro Nenni o Ignazio Silo-ne o Modigliani, ma anche l'aiutare finanziariamente la Confederazione del Lav-0-ro, guidatà da Di Vittorio, Lizzadri e Grandi, perchè fi9i speravamo che il pa,tto di Roma sarebbe· stato rispettato, e cjie la nuova Gonfedera-z.ione del iLavoFo sairebbe stata_ libera -da controlli poJitici: Abbiamo aiutato anche l'Unione delle ·Donne laliane ed io ho ancora ·nei miei archivi la ric~vuta çhe porta la firma di Rita Monta-' gnana Togliatti. .Aibbiamo, aiutato anche la· Feder~zionè Gio– vanile Socialista e il movimento oooperativo, e saremo sem'– pre lieti e pronti ad- aiutare, per quanto possiamo, i gruppi pQlitici e sindacali che in Italia si schierano .sinceramente J,}erla vera democra-zi~,- quale noi la intendiamo, nel mondo occidentale, -Speriamo che tutti questi gruppi si accord~o' e si schierino insieme contr<> ogni forma di totalitarismo. Il La duplice scissione socialista avveniva proprid inén– tre_ la debolezza o la connivenza dei gov.erni accre– sceva le fortune qel fascismo, che sulla fine di quel mese di ottobre era, dalla complicit~ reiia, chiamato àl potere. Le forze del- proletariato si scllldevano pro– prio nel momento in- cui era più -necessaria Ia loro unità: sintomo eloquente dell'immaturità o•inesistenza di quella situazione rivoluzionaria che i massim.alisti proclamavano. E sebbene ind1.1:bbiamente i comu.nisti abbiano poi, :per la massima ,parte, mostrato di saper tenere coragg10samente il loro posto e sfidato i peri- _ nostro den:rro non -è denaro .dei capitalisti (1) o del Governo. È denaro versato volontariamente dai fa,voratori _organizzati ». . coli, affrontando carcere, conooo e. violenze, :Pincapa– cità loro a organizzare qualsiasi efficace tentativo con– tro l'ascensione ·prilll;a, la permanenza poi dei fascisti al potere, riconfermava quell'immaturità che i rifor– misti avevano riconosciuto e cercato foutilménte·•di far BibliotecaGinoBianco . ') (r-) .r _n~ st.ri denigr.ator.i l'avevano· chiamato denar-0 d.i « magnati americani» e la voee fu sfruttata per indurre in qualche~ luogo i fompagmi a non dar voti alla nostra mozione.! '=:===================r Nessun socialista deve .mancar.e al proprio do. vere di sottoscrivere al prestito del Partito con la più .alta sonima che le sue condizioni gli co'nsen– tobo qì dare. r

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