Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 7-8 - 1-16 aprile 1946
CRITICA, SOCIALE •,105 lizzàtori e da setaccio per la selezione e quasi la distil- ,laziorre di esse, · _ . _ Da qualsiasi lato s i gua rdi al prGb1ema ns_oriono d.unque e si aprono q ,uèl.le vie maestre del so~ialismo che d sembrano ancora le b uone. Non per sentimentale e meccanica fedeltà alla, trad<izione, ma per l'e~att_a co– scieuza di servire gli interessi del Partito e, qumd1, del paese e dell'_Int~ruazionale, a que_sta dottrina e a questa prassi a '1101g10va: res-tare fedeli, •PAOLO TREVES Alla vigilia del Congresso ricordf _e moniti I primi passi def Partito. Son passati 54 anni da q,uel prim? congresso di_ Ce. nova in cui ebbe il suo battés1mo 11 rostro Partito e fissò a se stesso le norme direttive e il metodo della sua azioue. Si separava in quel Congresso, con strarpo v~o– lento dao-li anarchici, ripudiava la sistematica· vio– lenza', la ~istematjca prepa_razion': di ten~8:tivi i11:mrre– .zionali, adottava la conquista dei pubbltc_1 poter! e_ l_a lotta sindacale ·come mezzi normali per il raggmng1- meuto dei propri fini. In q~ei prin:_ii momenti sentì 11 bisoo-no di una temporanea 111trans1genza, per segnare la · propria dis.tinzione da quella democrazia, la cui azione, fatte rare eccezioni, si svolgeva tutta sul ter– reno politico-parlamentare. Ma dop_g il 2° Congre_sso, tenuto_ a Reggio Emilia nel 1.893, dopo· la commozione suscitata iu Italia dai moti_ dei fas'ci .siciliani,, dopo lo scioglimeuto del Partito ordinata dal Crispi e le con- Nacque così_ quella cO_llltra~posi:-i?ne ·di rifor_mismo e rivoluzionansmo, che mtono la ~ 1 1ta d~l fartit_o per molti anui successivi. A Imola prev~l~e 11nform1_sm_o; a Bologila, due. anni dopo, esst;n?os1 m!anto cost_1tmt~ in seno al Partito una corrente smdacalista, Feni pote atteggiarsi a mediatore e raccols'.e la maggioranza su un ord. d. g. che condannava oglll appogg10 al governo_, ma affermava l'unità del Partito nell'opera solidale di tutti i socialisti. La stessa preoccupazione di mante: uer l'unità del Partito ispirò anche il . Congre~so di Roma del 1906, dove pur-e trionfò la_corrente med:à rap– presen~-at~ dal. F~rri, alla_ cui moz10ne ~ettero :11voto anche 1 nformist1, per evitare che la coirente s111_daca: • lista potesse pr.evalere. Ma a Firenze (190~) le_pos!zion! mutano nuovamente, soprattutto per l'esito mf~hc~ d! imprudenti esp_e:imenti, sinda_calisti iJeHe agitaz.10111 ao·rarie dell'Emilia. L'affermazione allora fatta che era « inco1wrua la- o·pposizione perpetua ai Governi e no~ « dÌ.sfor~ne dai principii e dai metodi social!sti il valersi ·« degli organi dello .Stato_ per far 0J?era diretta a o_tte: « nere posi zioni sempre J?IÙ vanta_gg1~se a~le asceus10n,t « proletat.ie » doveva poi ~sser nbad1ta, 111fo'.ma _pm n etta·, 1.1e lCongresso d! M1lano _de~1910 1 dove fu _Pten:cJ. 1~ vittoria della corrente guid'ata dal Turati. . · A Jvfodena (19u) :nuovo mutamento, <letermmato dal fermento ·che 'aveva suscitato l'impresa tripolina e l'an– data di Bissolati al Quirinale. Ebb~ la maggioranza re– lativa un ord. d._g. rivoluzionarìo, sebbeue .fossero pii~. numeros.i i riformisti; ma essi si divisero in riformisti di ·destra_ (frazioJ?,e B_isso_lati-Bonomi),. fav<;>rev~li, pur dopo l'im,presa d1 T:tP?li, ad al?pog&"iai:e 11 M1,:i1s,tero per ottenere in cambio 11suffrag10 um:versale, e I r ,rnr– misti d(sinistra (Tur-ati.-Treves), che aspiravano al suf– frao-io universale come ad una conqmsta della forza . dariue al confine di quasi tutte le figure più in vista del movimento socialista, il distacco era già segnato in modo evidente e non c'era pericolo di confusione. Per– ciò si -potè allor8: stringere <;on ~ltri partiti e gr~ppi , la • leo-a per la difesa della ltberta »/contro Ja. reaz10né ci-is.pitfa, ma in pari tempo· il Partito continuava a te– m~re le sue assise, .clandestine a Parma nel 1895, -aperte a Firenze nel 1896,-discutendo problemi tatt~ci, fissando il SJl0 programma minimo,. cercando di prender sem~ pre più stretto contatto con la realtà e alla stregua _d1 essa· fissate la propria azi.qne. Le assise si tenevano nor– malm_eute ogni due anni, ma ·11el 1898 la reazione pel: lusiana impedì la convocazioile <[el ·congresso, che s~ tenne poi ne] 19?0 a R'-1Ila,. Lotta <J,i · ten.denze : rijonnismo e.ii- voluzionaris mo. . - _ Ma fu quello. del 1902 à Imolà che segnò una svolta nella vJta del Partito. L'anno prima la reazione era stata sonoramente battuta mercè il vittorioso sciopero gener,1le di _<?~nova,che costrin;peva_ alla revoca d_elde– creto con cui quel 1Pr-efetto aveva sc10lto la Camera del Lavoro. Il nuovo governo Zan:ardelli-Giolitti sentì che occorreva instaurare in Italia un regime di libertà se si -voleva far c~sare quella perpetua rissa fra i ci!ta– dini e lo Stato, che nell'ç.pera di repressione dava l'im– pressione di rinsaldare, ma i11 realtà logorava la pro– pria autorità, come un padre che solo con -le ,gusse riesca· a ottenere obbedienza dai figliuoli. L'instaurato regime di libertà av-eva allora deterµiinato movimenti e agitazioni in ogni parte : fion _solo :del più desto e consapevole proletariato urbano, ma anche di quello rassegnato e docile' delle campagne. Centinaia di scio– peri era110·scoppiati in tutta Italià e s'eran chiusi Ìl~ gran parte con esito l?.arzialmente o totalmente vitto– rioso: elevazione sensibile di salari, modificazioni no– tevoli dei patti colonici, "1.imi1!Uzionedegli orari di la- 1 voro introduzione di cautele igieniche, ,primi acçenni di u;1'orzaiiica le;sis:lazioùe _sociale.· E _poich'è contro la l'ibertà.(ltcenza, dicevano essi) concessa i:l_alGoverno pro– testava la mentalità gretta e pa;urosa -dei propr"ietari terrieri e di alcuni gruppi industriali, p:arve al Tura~i e ad altri' che, per rintuzzare le velleità reazionarie di costoro; fosse necessario dar appoggio al Governo, per– chè non fosse abbattuto, e stringere accordi con tutte le forze disposte a impegnarsi seriame11te in difesa della libertà . .Ma al Ferri e ad altri questo appoggio al Go– verno sembrav~ un patteggiamento con· la bòrghesia, tmna collaborazione che negasse il cànone marxista dell,a lotta di clasi;e. · B b ·oteca Gino Bianco· "e ;oscienza del prolet:;triato e ritenevai10 1mpos?.i~ile mantener l'appoggio al Governo nel. nuovo md1r_1zzo inauo-urato cou l'impresa Hbica. Il distacco fra rifor– misti di sinistra e di destra si accentuò nei mesi suc– cessi vi, tanto che gran -parte de~ riformisti di sinistra si associarono alla deliberazione presa l'annq -dopo a · Reo-o-io Emilià (19.12) di ritenere i ·riformisti di de:'tra fuo~i dalle airettive socialiste e di espellerli dal Partito: ciò che avvenne. · _ . · Il Congresso di Ancona del 1914 si teune dopo una notevole manifestazione di forza data da_! P. S. _ne)k elezioni" del 1913. Esso fu contrassegn'.1to dalla dichia– razione che gli iscritti alla massonena- non potevano ap,parteuere al Partito. Era ali._chequesto un mezzo per escludere ogni corrente possib!lista e confen~are e_raf– forzare il cànone della intransigenza, che fu m~at~1 vo– tato1 a grande mag-gioranza com~ no~ma d_as·eguire ne)!~ elezioni amministrative allora 1mmmentt, ne)le quali _1 soéialisti conseguirono in più luoghi ~ot~vol~ successi 1 conquistando, fra gli altri, i Comuni d1 Mila.no e <l_t_ Bologna; 1l sociali-snw italiano durante la prinià guerra mondiale, Scoppiò di lì a poco la gu,erra mondiale, di fronte :P. cui fu uuahime, o quasi, l'atteggiamento del P.S.I. CQn~ tro-l'intervento it;i.liano; ma, specie a intervento avve– nuto, si rivelò la diversità di" temperamento con cui i riformisti e i rivoluzionari combattevano la politi-cf! di guerra : que.$ti considerando il proletariato quasi estra– neo alle couseguenze che dalla condotta e dall'esito della guerra potessero derivare, quelli rite11e11do invece che, come parte (e la ,parte meno difesa) della Nazio-rie 11 proletariato non potesse essere indifferente alle sorti della guerra e dovesse quindi interessarsi al modo in cui la guerra veni:7a cO'll<lotta e in pari tempo solleci– tare tutte le ·provvidenze che ne rendessero meno dan- nose le conseguenze dirette e indirette. _ Finchè la guerra faceva gravare sull'Italia il peri– colo di un'invasione, non fu possibile ottenere la convo– cazione di un Congresso socialista, che pot_è tenersi solo nel settembre ·1918, doppchè la sconfitta austriaca al <Piave e l'inizio di una disgregazione iJell'inter-no del– l'Impero .austroungarico parevano aver eliminato quel pericolo. L'.irrequietezza suscitata dalle lunghe soffe– renze della guerra dette una ,grande maggioranza- alla c.orre_nte riv_oluzionaria, che si rafforzò -poi a guerra fì- . nita e assunse un aspetto e un contenuto nuovo, per · effetto dell'aspettazione suscitata .dall'esito vlttorLsc: ·della rivoluzione bolscevica in Russia in tanta parte– d~l proletariato anche italiano, che reclamava profonde mutazioni nej rapporti sociali e non era disposto· a tor-
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