Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 7-8 - 1-16 aprile 1946
104 CRITICA SOCIALE ancor teuace e pigra obbedienz a a dogmi superati, con– dannati dalla realtà effettua.le. Noi abbiamo veduto che su queste basi dualistiche non si può costruire lo Stato e tanto· meno uuo .Stato de– mocratico, e che i non democratici in questa situazioue prev~JlTiP:-~'lr}mi\flif. nenarrabili disastri sòn necessari per rm~ __ ,:_l:":'é'l/4k!)JIJi r 'Valebunt ». Bisogna, quindi, èhe· tale formulazione do ' iuale sia limpida nel nostro pen– siero prima di iniziarè o riprendere l'esame della realtà, e mai forse nella nostm storia civile la politica interna e la politica estera del nostro paese sono state più in- . dissolubilmeute .commiste di· adesso; non solo pere hè una nazione vinta ovviamente attende la pace dai vin– citori, ma perchè è pur compito nostro di chiarire ai vincitori e a noi stessi la politica dell'Italia e quella del Partito Socialista, che noi crediamo rifletta e rias– suma la migliore espressione cleHa volontà del paese .. Il problema della libertà e il co1npito del P. S. Bd è a,ncora il problema della libertà che inevitahrl– '\ mente risorge. È per questo .che sopra tutto abbiamo bisogno di un Partito Socialista autonomo omoo-eneo de13:.ocrat.ico,e inte!nazio~~lista, che poss~ servire i~ . pohhca mterna e rn politica estera da, centro cli rac– . ~olta P,er le masse .lavoratrici e per tutti coloro che mtenclono come oggi la vera democrazia 11011 possa tro– vare altra espressione che nel -socia,lismo. Ogni rinnovamento profondo nella vita dei pòpoli si è risolto in una rivoluzione morale a11cor prima che in una rivoluzio11e economica. La caduta del fascismo è st,a.t:aessa seguita da una tale rivoluzione? Ci son an– cora in Italia e- all'estero ·molti che si preoccupano di nudei clandestini del fascismo e ne numerano ansiosi 1~ possibili_ for~, e_forse .si spaye!1ta,n? ogni volta che s1 legge dt solitari gagliardetti issati nottetempo su qu.ikhe edificio pubblico .. A noi, senza voler indulgere al paradosso, s•paventa un poco che i fascisti dichiarati in Italia sian cosi p9chi, che quasi non esistano. Per– chè non è possibile, nou è umano, che la transizione sia, già sicura e profonda in tanta rabbiosa rapidità. Quindi, il perkolo. Il .pericolo che il fascismo, fìmto come or.ganizzaz.ione. e come dottrina, permauga come iufezione e come tlientalità anche in coloro che onesta– mente possano credere di averlo ri11 11egatò e respinto. Sia sul. piano stòrico che su ,quello u.ma'no, 1wn può non essere cosl. Vent'anni cli f,a,scismo sigriifìcano pure quakosa_, anche se il fascismo _era .un'anti-dottrina nella vita del paese. Significano, soprattutto, che due gene– razioni di Italiat1i sono cresciuti in quell'atmosfera, e la repulsa politica non basta quando non è anche re– pulsà morale, cioè motivato superamento non solo dì una politica ma, di_un i_ntero atteggi~mento di pensiero. E a questo non si può giungere iu un giorno e neppur·e in venti mesi, perchè ben aveva ragione ,quell'italiauo del RisorgimenJto che osservava che la libertà si può solo educare in libertà, d'aòcordo con Carlo Cattaneo che amtnonivà che per conservare e difendere la libertà bisognava « tenerci sopra le mani». Quiudi, la nece,,ssità, all'interno e all'e~terno del nostro partito, all'interno e all'esterno del ,Paese, di via-ilare con gli antidoti pronti al risorgere e al di!a– gia~e .del male. Quindi, il compito e la missione el Partito .Socialista, missione che non otrebbe assolvere, scompareuclo in altre combinazioni o mutando il suo carattere primo· cli garante di democrazia ·e difensore di libertà. ,_ Il problema del fusionismo col Partito. Comunista non si elude, e tanto meno si risolve, col gioco cli forrimle sapienti o di manovre di congressi. Nemmeno esso va trattato alla stregua cli ùn problema interno fra i due partiti, di u.n divario di tendenze, di un prevalere di tia.ftiche. Esso è molto di più ed è per ciò che è· dovere . <liogiluno, di fronte alla sua coscienza, di prendere chia– ramente posizione, scevro di timori riverenziali o di aprioristiche .accettazioni o ripudi. È il problema ca– pitale del nostro tempo, che colora di sè tutta la poli– tiQll del Continente, e forse del mondo intero, e che ancor una volta esemplifica quell'uuità nella prassi politica di C11idicevamo più aopra. Sarebbe semplice e comodo cavarsela con una frasetta latina : « non 1niscentur contraria » ; ma non lo faremo, trattenendo però, per comodo di discussione/il v:erbo ·che regge la massurui, che è appunto la parola-chiave. . Misccre = mescolare. Che è proprio quello che non si Biblrdt: e&lf@ hbnBj~ 1'f\.:;Qdi mescolare, cioè·filo- J logicamente cli c ufonclere, ma invece di es,amrnare e discutere le caratteristiche prime delle cose e delle idee. Ora, se le parole hanno ancor uu senso, oltre a tutte le ragioni contingenti e tattiche, la differenza fon– damentale fra le ·c1ue coucezioni sta, tutta nel diverso valore dato alla libertà, nel socialismo, .e quindi nel Partito Socialista, il centro d'ancoraggio della irnova ·e sincera democna.zia, nel comunìsmo, e quindi nel Par– ti-co Comunista, invece soggiacente alle esigenze di una qiversa dottrina politica, cui la forza ecouomico-politi– q di. uno Stato dà un carattere cli diversa internazio– nalità da quella da no'i postulata come condizione del libero sviluppo di tutti, che procede dal libero e pa- cifico sviluppo d'ognuno. · Abbiamo dunque ancor una volta ritrovato l'equa– zione fra politica interrua, e politica estera, e• nella po– litica interna noi scorgiamo. pericolosi ol1cleggiamenti verso un conformismo totalitaristico mal celato dalla troppe volte proclamata clemoetaz1a progressiva, e nella politica estera che si sta delineando nelle varie cònfe– renze internazionali possiamo ancor seguire questo clua.. Esmo, di cui a nostre spe·s·e sperimentiamo tutta. l'am– piezza. Nè è obhieziorte valida al ilostro punto dì vista quella di chi giustifica tale' dualismo proprio per la mancanza cli quel solido fronte proletario che sorge– rebbe cl,aUa fusione dei due movimenti operai, perchè a fusione avvenuta due sono le possibilità: o la scom– p::trsa cli quelle forze che pon'credono di poter sacrifi– care la difesa e la pratica della libertà cli fronte al miraggio cli una dittatura cli ,partito; o, al còntrario, la trasformazione 'Ìn senso democ,ratico del comuùismo; dì cui spesso si favoleggia,11e in questo caso i1 fusio– nismo uon avrebbe ragion cli essere e noi potremmo tender la mano agli incerti, nella grande patria della democrazia socialista. I bisog1ii del Pa,ese e le diretti'Ve della nostra azione. Perchè è· cli qJ.l'esto, cli ·den10crnzia e cli socialismo, che soprattutto ha bisogno il p,a,ese, e 1'1nternaziomi– lismo della uostra dottrina non è nato ieri nel nostro programma. Internazionalismo, ehe appunto vuol dire evitare e combattere i blocchi delle varie potenze in rivalità· cli sfere d'influenza e assetate cli dominio ed: esercitare una funziope di mediazitme e di recip~oca comprensiQlle in quest'Europa che cerca il suo equili– brio. Come in politica interila .il Partito Socialista è elemeuto necessario nello schieramento dei partiti ita– lianj, per la sua funzione di centro di raccolta delle , , ma~se veramente democrati~he e progressive, così in politica· estera ·esso .garantis,ce quella clemocria.zia e quella stabilità dello Stato italiano èhe dev'essere la m\glior prova della serietà della nuova Italìa post-fa- scista. · È ugualmente - vano, per difendere il i10stro diritto, sia far del ridicolo e passatistico nazionalismo verbale, sia di rampognare tristemente i compagni labuFisti o i socialisti fraucei;i, sia anche di bruciare irrce:msoe can– dele votive dàv<1-ntialle 11.u'ove iconi ·della Russia sovie– tica. La politica mondiale iwn si fa, col sentimènto, e tanto meno coi « buoni se11timenti », bensì è mossa da un freddo e sott.ile equilibrio di forze in cui tout se tient,, come dicono i francesi, ip cui gli uomini al governo possono variare, ma le necessità delle diverse azioui politiche permangono. Per volgere a nostrb favore queste politiche, per cau– vincere della, nostrà guarigione e délla nostra serietà questi uomini, il nostro compito è proprio di affermare sempre più, nell'unità cj.ella nostra .politica interna e della i1ostra politica estera,. gli elementi migliori della nostra tradizione socialista. ,Oltre il miraggio facile, comprensibile, anche sincero, del fusionismo riman– gono-i problemi fondamentali, che noil sarebbero risolti, ma solo confusi, se seguissimo· quella rotta. Noi com– prendi amo benissimo il facile desiderio· cli unità che akuni credouo di scorgere nelle ma.sse operaie del no– stro_ paese, dettato da motivi sentimentali più che da una _ragionata .inalisi dei problemi.. È .aucora il vec– chio e semplice adagio che l'unione fa la forza, appena tradotto sul piano della prassi politica 1 senza tuttavia avvertire che non da tutte le unioni nasèe la forza, « poicbè ~ diceva Filippo Tumti sul fiilire del suo di– scorso al Congresso di Bologna - la vita di un partito non è so1tauto la questione aritmetica. del voto di un Congresso ». Anzi, tra qneste forze in potenza,, tra q ne– ste tendenze in divenire, noi dobbiamo _agire da cata-
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