Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 7-8 - 1-16 aprile 1946

.:J CRITICA "SOCIALE 103 volta: al uostro Governo sull'ammontare delle inden- _..-nità che l'Italia .avrebbe ia '.l)ossibilità di pagare. Cre– diamo di pote·r ritenere certo che nel dvolgere questa dom<1nda le potenze vittoriose sapessero già in anti– cipo che il Governo italiano avreb_be fatto co~oscere I 'impossibilità assoluta in. cui il nostro Paese si trova di pagare qualsiasi infle1:mità, mentre gli ri~scono in~ tollerabiimente gravose le· spese di occupaz_10ne e gli· mancano j mezzi per cominciare con· ri_tmo non troppo. tardo quell'opera di ricostruzione materiale senza cui la vita no,;male del Paese non potrà riprendere e le sue energie. di lavoro non potranno essere con:7enien– teme11te utilizzate. E S'.l)eriamo che,. sapendo m pre– cedenza quale sarebbe stata· la risposta del Governo italiano i Governi all~ti· no.n facciano che prenderne atto e ~onformare ad essa ,le proprie .decisioni: · AU'U.N.O. A un trattamento ragionevole ed• equo verso l'Italia le Potén~e alleate. dovrebqero essere incitate anche dal_ bisoo-no di evitare che l 'acùirsi' o il peqnanere di fa– stidf;,si problemi aggravi qtiella situazione internazio, nale di cui appaiono chiari sintomi nelle sedute del C::onsiglio di Sicurezza-radunato negli Stati Uniti_. Quel problema ir-àniano che si .protrasse per tan~1 o-forni a Londra, nelle riunioni dell'U.N.O., è conh– ~Ùato con altrettanta as.prezza davanti al Consiglio di Sicurezza, per l'atteggiamento_ intransigente del rap– presenta_nte della Russia, la quale non vuol ·consentir: nessun intervento delle altre Potenze nel problema dei rapp'or_ti fra la Russia è l'Iran, mentre America ed Ino-hilterra si .ostinano a considerare il problemà come un" problema di interesse internazionale, tanto più che, mentre la· Russia dichiara·· di essete d'accordo con ,l'Iran per condurre trattative dirette e_°giungere ad una amichevole soluzione della vertenza, viceversa ·l'Iran mantiene dinanzi all'U.N.O. e'·al Consiglio •di Sicu– rezza la sua richiesta dello sgombero delle forze russe -dal territorio dell'(l.zerbaigian. . . Non sa~piamo se la Russia saprà anche in questo caso trovare uua via di uscita che salvi ,il suo presti– gio e al tempo stesso i10n ·!'es.ponga al per.icolo di una , complicazione, che è suo -interesse evitare in questo– momento. È probabile che il freddo accorgimento di Stalin e di Molgtov sappia trovare e seguire quel-la· via, ma certo il temporaneo assentarsi di. Gromyko dalle sedute del Consiglio di Sicurezza, se dovesse prolungarsi anche nei prossimi giorni. (il che credia'. _ mo peraltro che non sarà), non sarebbe un buon auspi– cio per. quell',atmosfera di pace alla quale il mondo ha urgente bisògno di tornare. Agli opuscoli di nostra edizione TURA'l,'I, Ciò che l'Italia insegna . . Tn1wEs, Un socialista:· Filippo Turati . , GoNZALES e GREPPI, In memoria di Emilio Caldara . . . . . . ·. . . . altri se ne sono :ora aggiunti, e cioè : GONZAL!lS, La .nobile vita di /lnna Kulisciofj e Fil'ippo Turati . . BLUM, Il problema dell'.unità de·i proletari in Francia . DAGNINO, La riforrna industriale partiti 't . MUG. L. IO (8) » 20 (16) » 1.5 (12) L. 20 (16) » 20 (16) » 30 (24) I primi quattro opuscoli rievocano ricordi certamente cari e sacrt al ricordo di tutti i no_stri amici e _com– pagni. Il quinto illustra magistralmente una situazione_ che ha straordinaria affinità con la nostra. L'ultimo è un importante contributo, frutto di coscienziosa pre– parazione, alla. soluzione di uno dei più importanti prnblemi che la Costituente· dovrà affrontare. Nessuno di quest i opuscC>li ·dovrèbbe mancare -nella biiblioteca dei nostri cotnpag.ni. Il prezzo tra parentesi è quello a cui ciasc un opuscolo vien dato a chi ne a~ qu1sti almeno cinque copie. · ·Il · problema dominante Alla vigilia del-nostro Congr-esso Nazionale ci si:111bra utile pubblicare questo scritto che Paolo Treves ci (ia 'mandato già da alcun.e setJimane.~(.~,~usio– nism o ac~ennato nella seconda Prt,e; ~~,.,,,.,~,-,,.pera:to, p.er il fatto che tiitte le 11iozio,nipr~~entate al Congresso 'dicl vilaranol'intenzione di una gelosa, tutela dell'quto– n01n.iadel Partito, della quale senvbrava disperata, nello swrso estate, la nostr-a aifesa; ma la. quest~one è qui prospettata nel quadro di un problema più ampio: quello del carattere e dei com,piti esseQiziali del nostro Partito nella presente fase della vita nazionale e inter• nazionale. LA c. S.. Inscindibilità della politica interna ed estera. Gente venuta da Milano ha portato in questa fittizia oasi extraterritoriale (1) la collezio'ne completa di Critica Sociale e la lettura della rivista non è stata senza com– mozione in questa provvisoria lontananza,, iti cui si af– finano gli echi delle cose e i colori_dei ricordi. Ma· oltre questo personale e sentimentale motivo di compiaci– mento, oltre la gioia per il risorgere di un periodico a cui son legati i. migliori ricordi della mia vita, là lettura della Critica Soctiàle ha proposto ancor una volta in termini concreti la realtà dei problemi dell'ora, e in fondo ha pure se.rvito a semplificarne l'apparente con– traddizione, sino a ridurli aJ mili-imo comun denomi- natore della libertà. · • Infatti, se durante il fascismò il nos'tro no era essen-· zialmente in funzione di questo valore essenziale con– culcato, anche ora il problema che ci sta, di ·fronte è ancor il. vecchio pròblema della libertà, cioè della de– mocrazia e, quindi, Ml socialismo, perchè in ogni epoca st,orica al vocabolo libertà corrisponde una rea-ltà di fatto da çlifendere o da promuovere, e la democrazia di que-, sto confuso dopoguerra non può essere che la democra– zia del socialismo, quàle le nuove esperienze e le nuov·e aspira~ioni dei• popoli impongono alla nostra medita.– zione. Così, in fondo, la formulazione del problema - non - la sua soluzione - è apoditticament~ semplice, in ogni campo, sia entr.o .che fuori il Partito, ed è già fallacia antica che bisogna correggere l'arbitraria e tradizio– nale partizione della prassi politica in due sezioni, quasi in due compartimenti stagni, la politica interna e la politica estera, come se si trattasse di campi distinti e diversi e non, invece, di due aspetti della med.esima realtà, Ora, sè questa g;.uerra ha n;iostrato qualcosa oltre la brutale tragedia, delle sue rovine, è. proprio· questo - la coùnessione, la dipenden?a, anzi la interdipendenza fra politiq. interna e politica esterna, almeno nel senso che la politica interna· di uno Stato è la· premessa ne– cessaria, la preparazione e la condizione della sua po– litica estera, quasi 11 · campo di esperienza prima del– l'a-pplicazione della teoria· ad una sfera più vasta. ,Le pavide e interessate deprecazioni degli statisti bor- . g:b:esi fra le due guerre -,- che la politica -interna di .u-no. Stato riguardava soltanto i cittadini di quello Stato e che la so1a politica rispettosa: della democrazia era ·il non-intervento - ci hanno pur condotto.dove siamo, non solo per la loro. stolida e paurosa neghitto-. sità, !]la anche, e soprattutto, per il corso medesimo. e fatale delle cose, delle vicende della politica, che ha,nno mostrato come appunto le varie politiche dei vari re– gimi all'interno non potevano che sfociare nelle varie politiche dei vari regimi nella sfera internazionale, col risultato cl)e, almeno all'inizio, nei rapporti di forza bruta, gli· Stati totalitari hanno potuto vantare natu– ralmente una certa superiorità sui paesi democratici. Dal 1922 al 1939 si sgrana la serie degli errori dei democratici, cui corrisponderanno i crimini dei tota– litari, e se vogliamo superare la cronaca, e spiegar~ · questi eventi sul piano più alto della storia, la spj_ega– zione è da trovarsi su queste linee, per la mancat_a com– prensione dottrinale di questa inevitabile e necessaria unità. Sarebbe quindi un errore vedere nella miope po– .litica dei democratici una deliberata, volontà di sceh- - dere a patti coi totalitari, e trattasi invece di una stor- _ tar'3 nella for~ulazione t;eorica del problema, di una (I) l.'A. era in quel temro all'Amba.."Ciata italiana qi Parigi.

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