Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 7-8 - 1-16 aprile 1946
128 . ·CRITICA SOCIALE non potrefum~ più trovarru d'aco1i.rdo col, Calogell'o._ Ma questa non puo essere in realtà_ neppure la s~a _00111cezwne, perèhè in tale modo verrebbe rmnegata q~ell_esigenza_ d~ll.a giustizia sociale, che \anto a cuore sta a1 hberalsoc1ahs.1.1. L'accusa di ddìcienza di spirito liberale - poichè tutto•, in sostanza, Sii riduoo a questo princi.pio - che ·il Calogero muove al n,os,t•romov,ime111totrova una così chiara smentita nei fatti che il filosofo è oos~retlo ad affacciare l'ipotesi che sia « superfluo un partito liberalsocialista, p,erchè tale è già appunto lo sresso partito socialis.La ». Il che infatti., a parte lti questioni terminologiche (non c'è nes.sun bi!\Qgno di mu– tare i nomi, quasicchè il socialismo senza aggettivi dovesse pCII' tradizione disconoscere l'idea di libertà), risponde ;i ve·r-ità, perchè, oome bene ha ·detto Silone, jl nos11-roè il sooialismo della libertà; e noi anzi riteniamo che vero ·s,o. cialismo possa essere solo quello ,chè intende attuare le esi- .. genz'e della giustizia sociale attraverso le vje della liblertà stessa,, e ohe vuole, -in quanto• scorge nell'uomo no111già un· essere· meccanicamen,Le determ:inalo dall'ambiente sociale, ma ·una 'libera coscienza, faire ap,peUo a, tutti quegli spiriti che, qualunque sia la loro ori gin-e so-cjale. e il loro· credo filosofioo, arrivano a i,Òteindere l'essenza del messaggio pro••' letario. · - r Ma, se così è, ,i,! partito i;;,cialista deve, sèoondo il Calo· gero - e.d è qui Ja estr-ema trincea dietro la quale ìl filo- . •s-ofo libelraJsocialista s1 pone. - << spezzare la vecchia unità' del marxismo e del 60cialismo». Con il che il Calogero non si acoorge di fotmali-zza-~si su una questàone- ~di termino- . logia. Gfacchç da un lato ·è ben chi,aro che 1110111. si chiede, per entraré nel nostro partito, Uf\a particolare· patente mar– . xista {nessuno l'ha chiesta a Ignazio Silone o a-d Andiré Philippe, come nessU1110 la chiederebbe a Guido Calogero), . e d:;ill'altro lato è evidente che, se la massima parte dei socialisLi, non sanno jntender-e il _wcialismo disgiunto dalla libertà, il loro eventuale marxismo dà pro,va, aitraverso ì fatti, di costituire un ind-irizzo spirituale assai divCll'so da quello che .il Calogero sospetta, e di tenere con ciò oontò .di tutte quelle moderne· esig·enze spirituali che tanto pre- _ mono al nostro· filosofo. · · ' · . .. Comunque oggi• - ce lo ,p·e-rmetta_ i,l Calogero- - non si può giungere a intendere la ~ocietà poJi.tiéa senza passare per .Marx, come ~on si può intendere il mondo mo-rale senza passare per Kant, o la narura animale senza l)'a-ssare per Darwin. Onde giustamente è stato ,detto· che « se il marxismo è · un criterio orientativo·, un meto·do dal quale non si può prescindere per !'.intelligenza dei fenomeni che la storia registra, tutti, ci,ocianame111te, si ha da essell'e marxisti ». TuUJ,: anohe ..i• liberaJsocialisti del P; d' A. E se da questa dotl>rina è. soi,ta la giustificazione del mo– vimento di autolibCJ'a~ione delle forze del lavoro, ,tutti quei· parli~i politici che .m esso credono sono s.ouo. questo aspetto. marxj~ti. E dovrebbe decidersi ad esserlo' anche il P. d'A., che pUII' inalbera una ba,ndiera .ros,sa. Se invece il marxismo dovess-e essere il hiascicame111tò di veochie formule ortodo-sse, r-evisioniste o ·leniniste, ap– partenenti ,oggi ormai al regno della· pscudofiloso-fia, .se il inarxi•sm,o dovl"Sse pre\eridere di essllre una interpretazione to,tale della r-ealtà, e di esarnrire 00111 ciò l'uomo, se questo marnismo, ad esempio, ai molti ch·e hanpo ·studiato Croce _filosofo, volesse impedire di essere anche oontemp'oranea– mente .i<lealisti (intendendosi ch'e neppure l'idealismo debba esaurire· il n,o,stro io), allora di marxisti' in questo senso· in se1110al no-stro partito ~ che è un pai,t-im seri.za ·dogmi '-– no111ve ne dowebbero ess-ere. E se ve ne sono, non è ad essi che deve riferirsi il Calo-gero, quando vuole giuda,care del_ contenut,o spirituale del socialismo. Altio,ve essi po– tranno forse avere fortuna: a noi 1110ndicono più nuI!a. Lmp1 PRETI Stanno -per uscire due lrnovi opuscoli cli nostra edi– zione: NINO MAZZONI, Problemi della terra e rifor~a agraria; LÉON BLUM·, L'ora del socialismo (il magnifico discorso tenuto dal nostro eminente compagno al Congresso Nazionale del P,S.F.). Prezzo cli ciascun opuscolo L. 20 (L 16 a chi -ne acquisti almebo 5 copie). BibliotecaGino Bianco '-Considerazio:q.i sull'ord1ne Gli ltalianl nella J.oro grand,e maggi.oll'anza formano: a,n– . oor o•ggi un'entità apolitica; noh nel senso che essi non. abbliano, jndividua,Lmente, uln !Orientamento politiç,o, ma nel senso ,che non sono iscritti ad un partito. · In questa entità arpo-1itica forzatamente eteroclita, tr,ova– no posto, aècant:9 all'uomo- medio (il così det,to « uomo della strada»), all'a_naLfabeta po,litioo (e no111solo p,olitioo) ; reduci dalla prigionia e dal campo di 00111centramento, a mutilali, i feriti, i oombattenti, ed anche gli ·ex fascisti, . i rpicco1i.fascisti che, _stordhi da una ,p,ro,paganda falsa quan– to abile, circondati da un · mondo di· atoni 00111sensi, non ebbero· nè poterono avere la forza morale e la capacità.' materiale di comprendére e reagire. · · Questi portano un,evitabilme111te con sè, come bragica con-· seguenza degli event-i, di cui: sono stati .vittime, il bagaglio, di una loro particolare indistrWtibile psiool,ogia, di bisÒ-– gnl mèntali e fisici di cui• non sanno e 1110nposso-no anoora spog1iarsi. Generalmente wno ·uomini stanchi, che hanno . perduto -il mordente della giov,entù, u111aloro volontà pro·– pria ;· sono e~seri anoora incapaci di 'indiv.i-duare gli esali.i_li– miti ,della ver,ità, gente che sembra spe~so destarsi da un. lungo sonno e che non ,può acquisill'e istantaneamentè l'abi-– tudi·ne all'azione politica. Sfiduciati, s, sentono spesso estra-· nei ;ill'amhiente nazionale, quando non hanno la sensa-· zio•ne di esserne -estrori).essi o, add-irittura, respinti. Per una, fatale oons"eguenza d-~ questo loro stato psico-fisico, essi. finisoo,no spesso-· peir.-odentarsi verso movimenti• politìci che, promettano loro il ritomo a quella tranquillità, a quella. d,isten~ione di. cui haniio un immenso bisog,no. • Co.sì, quei movimenti poHtici, che pongono_ la lo-ro. forzru sul I)i"ogramma dell'ordine « tòut couri », gettano a questa . massa diwrientata l'offa delle loro formule, che -si sinte– tizzanò in ordine, /Jegalità, pCII'fare di questa massa il pa– ll'av-ento . che qeve :masch()rare :i1 JoM, scopu~ untlg.amente, ri,vohi ,a conservare -i prìv-i'legi .dei loro, affiliati. L'abuso, nei programini di que'sti movim~nti (di cui uno, è Jl qual!,IDquismp), della· parola ordine, si presta a ut'i,li· c-i!llessioni. · , , , L'ordine, quello stato cioè di tranquillità materia!Mhe· la magg-iò,ranza invoca dopo un l11ngo per-iodo di illegalità, • (conte quello determinato -dalle guerre o da altre grav_i-crisi)~ ha sempre servito di escamotage alla classe dirigente, che, · facendo leva su una necessità da tutti .sentita in un parti– colare momento, ne approfitta per wffocare' le aspirazioni popolari ohe wn venute maturando e conoolidare il proprio priv-i!egio di detentri-ce <lei rpOtCll'e. ·• JuliC111Benda, il pensatore francese, scriveva receniemente: « ogni _·tentativo di, ·-as,cesa delle classi poste più in basso « rappireenta per i conservatod un· estremo, perioolo,. perchè « e.sso provoca nella società un pericoJ.oso diso-rdine ». Tale timore è, giusti,ficatissinio. I conservatori di tutti i paesi paventano 'infatti• uno, spostamento· delle class,i, perchè esso si riwlve,cebbe fatalmC111tenell'abbattimento qi quella classe che detiene i!l potere, e si_ rivol,gerebbe quindi- COI\– tr,ò loro stessi. Ecco perchè 10 forze - della oonservazione ceroano di. rele– gare nell'illegal,ità le ag.itazion-i, popolari e fanno: << patrio'l– tj-camente »· appello alll'ordine, come al mezz,o destinato a copirire con_ un estetico sile111ziole incontinenze della plebe_ La stori,a è. piena di questi esempÌ'.· Presso 'i p,opoH, che s-i adattano senza reazione l!lla tirannia - singola o .oollettivà non importa - l'ordine diviene· un'abitudiine, u111a necessità fisiolog-i•ca, entra ueilla psiche dei più e fini,sce ·per esser~ la rego-l,a essenziale ed imprescindibile di· v>i-ta,senza la quale n,on si può procedere oltre. • Nella Germania, 41 mito dell'oll'di111e;estr-emo derivato 'del– la ideologia hegeli.ana, ha rappresentato fra l'altro j,l, meà.o– p-er so-ffocare i dii,ritti indivJduali e la- p_ersona1ità dei ~ingoli,. e ha condotto alla statolatria. · ~ storia tedescà dell'ultimo seoolo è, in• fondo-, la storia, delll'ordine, profuso in tutte le branche della bUJl'Ocrazi,a,di,l– la grande in•dustria e del latifondo, la stori;i della sopraO:a– zio111edel singolo da parie d~ll'anonimo, del Koliossal. La cosa è tanto vera che -in Germania, salv,o la quasi as– surda parenJesi delll' ultimo dopoguerra, che ha. seg111;1to la - ri,p,cesa di uno spid.to democratico, l'ordine politico ha ,,em, . pre regna-io, e per l'o rd,ine -politico i Tedeschi si s-01110 sem– ··•"J)re oonsapevohne,nte saci,i,ficali. Entro questa forma col.Jettiva, maniaca dell'ordine, 1'indi– vj,d~alismo, che non ha ,potuto' ooncretarsi in forme umane e no-rmali, ha. assunto spesso aspetti patologici assurdi, che ·ri"Vela1110 ·un'anarchia interna, un desiderio di, sottrarsi alla I
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