Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 7-8 - 1-16 aprile 1946
- CRITICA SOCIALE 127 Cittadini e lavoratori è necessario si riuniscano nei piccoli comi,mi, nelle frazioni, néi rioni delle èittà, eh.e _discuta.no i loro u-rg;enti problemi, danèlò _maggior• vita a questa linfa ancora sta,gnante. _ Questo è necess_ario per il bene nostro e dei nostri fì'-· gli: -abbiamo viss.uto tutto .l'infausto periodo nero del– la vita nazionale, abbiamo bevuto, fino alla feccia, l'a– maro del disastro nazionale, ci siamo redenti col magni– fico nuovo periodo garibalddno ;. non abba,ndoniamo -ora la nostra patria, che ha maggiormente bisogno di noi. •· ~on a1;>partiam_oci, accoi:l~entandoci, ~olo di "leggere i' giornali è segmre la politica,, ma viviamola sup~rando 1 settarismi di partito, per vederci ancora uniti a rico-_ struire e riedificare questa nostra térra. - I d-ilettanti dovranno moltiplicarsi e fra essi- i:nolti dovranno a, turno 1;>renderek pro1;>rieresponsabilitìt nel- 1'in.teresse di tutti, per aiut;ue i primi nostri uomini · p0litici, -coloro ·cJ;1.e hannp tenuta viva la fede quando nessuno credeva· più; coloro che hanno fondato .questa m10va..-, Italia democratica. . . .Se non -faremo così, i nostri compagni che sono ai posti di lotta certa~~rite_ acc'.1-serebbero u_ngiornç> stan– chezza·,.non ad essi 1mputab1le, ma 0 a _1101 tutti, compa- gni lavoratori che li Iasci,amo soli. . · · - Veng-a dunque questa legge· democratica e si· dia la possibilità a tutti d' collaborare, .anche soltanto per un po' di -tempo, ma in modo completamente indipenden– te, per il benessere del popolo; sia.fatto obbligo. ai ·pre– scelti come un dovere nazionale da· assolver~. Saranno così. ~inte tutte le' riluttanze e· risolte tutte le iucompa- . tibilità ad assumere ca,riche p·ubbliche. · Sarà con gioia che, ritornando. al proprio lavoro, si dirà : Ho fatto i-1mio dovere, puro dovere, senza alctt~– i-t1teresse personal~ ; _chè, s.~ ".agliamo 1~ soddisfar~on_; umane, potremo d1rn paghi d1 a,ver ~erv1to ~lla so<ill~t~ molto più che di aver accumulato un po' d1 qua_ttnm· in altre occupazioni. . ·. _ . - . -. . . Sarà ,un po' come un nch1amo- 1n· serv1z10. militare, su designazion'a del popolo,.ma non per la guerra,. bensì per la pace., . . . _ E siccome ad ogm penodo,corns_poqde un «_pfa?o » - nazionale è o-iusto i::he finito un piano, se ne m1z1 un altro, corI alh'i uomini'. . . . . . . · Va da sè che nella pratica 1 m1glion saranno gu.alche volta trattenuti in servizio per .un altro penodo; e così uri po' alla volta costruiremo dal basso qll:ella classe d-irio-ente democratica che sarà vera emanaz10ne del popol@~ - · MARIO CECCA~ELLO Il· liberalsocialismo La di.fesa del lib;raloociali-smo di Gui~o,, Calogero è in• dubbiamente una delle pin nobili ,raccolte di scritti politici ap_parse :p,el 1945, e _[lUÒdiTsi, in ·certo modo,. un piccolo vangelo della più viva .d~lle corll'einti del partito d'azione. L'autore, partendo d;tl presuppo-sto- che il liberalsociali– smo è la sintesi di liheralismo e di socialismo, .che entrambi: li invera su un piano ·supe,rio·re, si pro-pone di dimo-strare l'inad'ilguatezza_~el pensiero Hberale da un lato e di. quel-lo ·socialista daU'allll'O a risolvere i problemi della oocietà - ~oderna. Ma mentre la -prima rparte -della fatica gli _riescè ~gevole e •viene colllélo.L,ta termine con perfetto rigore filo-_ sofico -in non molte pagin'll; la seoonda rparte .lo conduce, inevitabihnente, sep pUll'eatir-averso molte acute osservaziollli, in un vicolo chiuso. · _ - Dal 'Croce egli accoglie il pirinci-pio che il liberalismo po·· litioo non coincide di necè.Ss:i•tàcol liberalismo economico, ' per deduqie, oontro il I Croce s-tesso e il suo partito, che al generico lioera.lisino, inteso come amore della Hbertà, occorre dare, per. fall'ne un credo politico, un ooncreto' con– tenµto, il qu_ale può essere anche un' conteinuto sociale, senza che con ciò i principi del liberalismo .abbiatri.o_ a venir meno. 0.ggi anzi, in relaz1oiie allt\ condizio111idella società, un liberalismo che non voglia· essere di fatto illiberale non può rum nutrirsi dell'esigenza della giustizia sociale; ciò che appu111ro fa iJ libera:lsocialismo del ];>. d'A: e non il ' partito liberale. - • All'unila,teralismo liber-ale, che non concretizza la libertà riella. giustizia sociale, il' Calogero contrappone l'unilatera· - lismo s.ocia1ista, che vorrebbe attuare- la giustiliia economica senza intendere paral:lelamente le 11>rofonde esigemze della libertà. Il vauto dlii· libe;raloocialismÒ ,rispetto al socialismo Bia1co (p. 69) starebbe nell'oppoTsi rec,samen,te all'irist.àurazione di una società « nella qua le 'un a miglio·r distribuz.ione delle ricchezze e runa più rig< 1ro.sa or,ganizzazione della produt• _ .tiviià eoonomica sia pagata a l prezzo di una qualunque dit· tatura, di pall'tito o di classe o>. Solo il Hberalsocialismo e.vrebbe inteso « come p:li istituti· e le realizzazioni della libertà democraticà e della giusti1Zia economicà siano inie;. dipendenti e reciprocamentJe' <»ndiz:ionat.'e, còsi1cchè ogni progresso o regresso ·m un campo favorisce 'il- pro•gresso ·e il iregresoo nell'altr!> » (p. 65); soJo i(lib'eralsociali,smo illl– tènclerebbo che « iin. uno Stato i,n cu-l non ci, sia ]a. possi• bilità del corutrasto e deI d_iritto dell'opposizione non si ~ mai sicuri neppure -dell' elfottivo realizzarsi della giusti1Zia wciale » (p. 69). · · Il liberalsocialismo ci inseglllerebbe anche che « gli uo• mini non _s,ono fa:t:ti soltan-to dall'economia, e se per _u.r;i ve't'so gli uomini sono fatti. daff'~oonomia, per-altro ver&o •è l'economia ohe è fatta dagli uomini». Per -questa sua capaci-tà di t-ra-scendere le vecchie formule il liberalsocia– lismo porta una nuova luce anche sul concetto di cla-sse. << Il liberalsocialis~o non Ìgnora, naturalmente, la , realtà sto-rica delle .classi, ainche se· non è clas,sista nel vecchio semso· mandstico della parola. Non crede, certo, aUè classi aprio– risticamenlè date, alla cla~sé da cui nessuno può deri-vare - senza esserne condizio,nato nei suoi fondame:ntali inreressi. Sa be~e che lo ;tesso socialismo è stato creato_ in grain parte _ a,ppunto dalla « b-oighesia ·1110,n - b·orghese ~>; e se conosce e difende U111a classe, questa è la, .classe di ·tutti coloro che lavorano, co,ntro 1a classe dv quelli che ·non Lavorano. Ma- . soprattutto non crede agli int~preti, aprioristicàmente dati, degli iuteressi, delle classi. Non può condannare i liberali a difendere solo i proprjetari 1, e quindi _non può lascià_re sol~ ai marxisti la difesa ~ei lavoratori » ( 60). Di 'f,ronm a quoot.e· affernìazioni,, che riassumono i p~nti fOllldamentali del preteso superameinto ·. del sociafo;mo da parte_ del liberalwèialismo, viene spontaneo chiedersi come mai uolnini del valol'~ del Calo-gero si ostinino a ·voleF co-n– dannare iii .wcialismo oon l'attrihulrgli idee, èhè possono. maga,ri in altri tempi, 'aate le diverse: oontinger:we' storiche,. aver avuto 'rilie".o nel. rpartito (talvolta però ,solo.- trargli intel'rpreti più riifrètti), ma che sono hen. lqngi dal rappre• sentare l'ultima nostra parola; Noi per primi infatti pro-– clamiamo oggi che ve1-o socialismo non si realizza se non attravenso la, prassi democratica .della na~one, e pro,prio per questa noi,Lra intima. oonv'iiìzione filosofica, 'e non già per tattica polhi;ca p,rMichiamo in Italia 'la democrazia. Donde !llèssun bisogno di ·ri~ercare la sinte~i di socialismo _· e di Hbertà al di fuori' ·del lllostro par.Lito,. Nè mai abbiamo -pelllsato•, -oome vorrebbe il Calogero, che– gli uomini siano fatti 60ltanto dall'eoonòmia. Noi intendia– ino. perfettamente, quali non degeneri discepoli della filo– sofia di qu'ilsto secolo, l'iuterdipenden2111 dei vari fattori sp-irituali (c1ò che poteva riùsci~·o meno.'' chiaro -ai ~<>eia· listi_ d_i cinquant'anllli or ·oono, non lllUtriti ·dall'esperienza neoidealistica); e quanto alla verità che, se l'eoonomia fa 'l'uomo, l'uomo a sua volta fa l'economia, questa l'avevp.• no già inre-sa ·gli< iiniziato·ri del mo-vimento socialista cen• t'ainni or sono. · La nostxa visione della società è urut vLS1one storica, c1oe c,ompleta, e non un-a mio,pe vis1one che altro· nort scorga al di là del fattore. economico. Non ci si rimprovoci dunque di concepire la società a guisa di ulll naturalistico aggregato di classi meramemte eoonomi,che, come sembra fare il Ca 0 logero. Ammesso anche, per benigna ipotesi:, eh~ ·in pas– sato il socialismo abbia seriamente creduto alle classi' ma• te~ial-i&t.icamente int~se - dalle quali ne~suno potrebbe de– .-j,var.e senza esserne condizfo-natol nei ·suo~ illlteressi - e ignorato che da Marx .a Mal teotti il movimento socialista. è stato creale<> in gran P!lrte dalla borghesia non borghese,-– Òggi non è _ lec>to sospettare il so-cialismo d1 stagnare su si– mili po-si1Ziollli,pur che -si osservi un poco la sua prassi p,oliticà. . Anche, e so,prattutto, del rrostr.o partito possiam9 dire che « se cono,sce t, difende una classe, questa è la classe di - tutti -coloro cl;ie lavoran'o oontr<1 la classe di quelli che ~o_n lavo-rano »; è ciè a patto che .per coloro che lavorano si intendano quei -cittadini i quali, lavo·rallldo, non frui1icono di non meritati privilegi. Se p,oi -tra i cittadini che vanno tutelati_ oome lavontori si dovessero intendere anche co· loro i quali, pur lavorando, fruiscono di u111aposizio,ne so• _ciale che non è· il frUJt,todiretto della loro personale fatica, e• anche tale lorco _posiz!one dovesse venire tutelata, allora
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=