Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 7-8 - 1-16 aprile 1946

126 CRITICA SOCIALE integrale ed il capitalismo privato,•c'è tutta una gamma di forme pN!dutlive di tipo 001:letlivistioo che, oome tali, e cioè pur senza far leva sulla proprietà privata, si dii-mo• strano- capaci di interessare il singolo alla vita della pro• duzione: tali, ad esempio•, le. ooope:rativè. Pooo o 111ullado– vrebbe imporJare che alla base di quella non ci sia il diritto dli prnpri.età, dal momento che i beni economici prodotti sono, in esse, .di oompl:eta appartenenza privata, salvo· l'ob– b'ligo che per alcuni, prodotti possa, in certi momenti, es· sere ad esse imposto di teneMe una parte a disposizione dello Stato, per le necessità del mercato 111aziònale. Soprat• tutto è da tener oonto della consi-derazione che il sistema oooperali-vistioo•, iimpedendlo accumulazioni parassi);tarie e la sopravvivenza di un gretto individualismo, cont-ribuirebbe ad un'effettiva mo-ralizzazione d'ella vita sociale ed allar– gli'erebbe ad un àmbito più vasto e lontano i ,benefici del– l'at~iv ità ·pro,dubtiV'a, in qua111to che o-gni produttore non. s-0.lo parteoiperebbe al beneficio derivante dall'attività del ~ ruppo al quale appartiene e col quale coopeta, ma si ab1- tuerebbe ad apprezzare il vantaggio che a lui e ai suoi· com· pagn;· cooperatori dieriva dall'attività• d,i, altri gruppi e da questa sensazione del beneficio ·reci•procamente ·apportat,o sentirebbe progress.i-vamente dilatato e raffonato il senso di soEidari,età nella vi_ta · sociale. . Non è dunque aU'elimi-nazione della proprietà privata come tale che il colletti'Vismo intende provvedere, ma solo alla dive~a destinazi9_ne de:i: beni ecoriomici prodo-tti, · che· non sembra rtisp,ondere àd lisigenze di giustizia dist.-ibutiva, quando del bene ablbiano a giovarsi· coloro i quali no,n par• tecipan,o col proprio lavoro al fenomeno della· produzione, oome purtroppo accade nel sistema capitalistico. .Resta, come ultima obiezione nei confronti! del èolletti– viismo-, Ullla considerazione morale che, limitatamente ai ca-si di gestione dketta da -parte dello Stato, come è per i grandi complessi• undustria.li, investe la personalità dei pre{lcOsti alle funzioni d i g estione, ai qual1 si potrebbe tJalora non far cred.ito di quella dir-ittura che è doveroso pretendere da chi 'bsercibil compfri ·d'int~resse collettivo. Una classe di « tecnici;;», si dice, che lo Stato utiJizz,i pe; i suoi fini, che tO"asèendono molto spesso quelli dei privati, e éhe sia de– ttentrice d'1 facoltà eoonomich~ ed organizzative di rilievo -altissimo, è di per se stessa un perioo,lo dli .deviazioni dal– l'interesse collettivo ad altri di natura ben d·iversa, -soprat·. :tutto quando la vita di setto,tj. eoonomic,1 meno c'!llltralizzati sia subord•inata alla dlkettiv,a di un'oli.garchia_ di Sipecialisti -che, in quanto ,tali, Ol'edano di potere agevolmente sfuggfre. .al controllo dei consociati; di qui anche 1a prooccupazioile chi!, fo ultima analis•Ì;, la stessa vita .po-litica finisca con l'inerire tanto strettamente a quella economica da rìsul– ·tarne V'i ttima e sùccuhe. Ma, noi ~i'Ciamo, mentre non è da ~aventiare a priori la statizzazione, in quan,to molte sono le cautllle ed i . cri– iteri che in concreto s~ possono esoogitare per ridurre al minimo•, o, addirittura, annullare le ipo-tesi di esorbitanze o di indelicatezze, il rimedio oontro una possibile prnva- 1enza _deii fini dello Stano rispetto à quelli dei .cittadini, ·e. eontro una commi&tione dannosa di, funzioni economiche con funzioni poUti.che ris·iooe nel meccanismo d:emocratico ,dell'investitura goveirnativa, nonchè nel costume morale. e politiioo dei consociati. Uno Stato socialista, su chiara e non equivoca base demoèratica,. ch:e assooi la -vis-ione colletti- · ·vistica dei beni economici con quella individualistica del --rispetto della p-erso-nalità,' considerata, non nel ·suo astratto ' ·valore,· bensì nella -sua ·ooncrella yi,talità d,i, d-eiposi-laria del potere di cui liberamente e di volta in volta investa quelH · che ritenga. i più degni, non ha nulla da temere da un1orga– nizzaz.ione statalistica della pwduzione ed è la sola atta a schiudere all'umani,tà operosa nuovi più luminosi orizzonti. >· ENRIC.O GEORGIACODIS di.iediamo ~i -compagni : ,...,I) di' diffondere ia nostra rivista, pro~uran– ,doci nuovi abbonati; 2) cli ai1;1tar_e ia. diffusione degli opuscoli· cli ·nostra p'llbbhcaz1one ; · · · . . 3) di_ i?clicarci quali I?i~liora~enti ritengap.o ,des1derab1h nella nostra' nv1sta; " 4) cli sottoscrivere lar.r-mnente il prestito del Partito; destinato a_ provvedere alle spese per· la )battaglia elettorale. Btbliòte~a .Gino Bianco Dilettaiitismo e professionismò politico Il com,pagno dott. Ceccarello non si a·vrà a male se noi .dichiariamo che-questo suo scri•ttq è pieno di in.– genuità, di wna onesta e sane1J ingenuità, ed, esprime abbozzi più che proposte concrete. Tuttavia ben vo– lentieri lo puqblichiamo, perchè è. sincera espressione di un nobile desiderio. e interpreta, sia piire in forma rudimentale, un bisogno della nostra vita nazionale, e f?erchèpuò dar lo spunto a un utile dib,attito. La C. S. Chfiuneremo dilettanti in politica tutti coloro che, ab– bracciata un'idea, seguono la vièa ed i problemi del pro– prio partito nella s,fera della vita nazionale e dànno con. trib1;1toall'attuazio_ne del suo_pr_oiramma,_ pur. J10n t~a– lascian,do le propne occupa,z10m m cerchie azieudah o professionali, talora in antitesi co.n quel programma. È' . questa la grande massa dei lavoratori legati alle vecchie · istituzioni, uon per intima convinzione, ma per neces- sità di vita. . · Sopra la massa di ·costoro stanno ·pochi altri, indipen. denti, politiçamente preparati, che tutto hanno rischia– to e tutto hanuo trascurato della vita civile per tener viva la fiarinna di una idea, e sono volgarmente ed in– giustamente chiamati professionisti della polifa:a. 'Le -due posizioni sono complementari l'una all'altra; infatti a che servirebbe lottare. per un ideale sociale, se nessuno raccogliesse, convogliasse le volontà! E comè potrebbero sorréggersi. i pochi, se non avessero il suf– fragio dei molti? Scaturiscono geniali idee ne~ san1 contradditt0ri poli– tici, ma,. quando occorre metterle in pratica, prendere · in esame qualcbe argomento difficile e scottante, occor– rono uomini capaci; preparati ad un ·esame tecnico pro– fondo, non disgiunto da una, perfetta conoscenza delle reali necessità del popolo. . _· : · · · . E poicJ;iè ci. avviamo "ad una-'vera demoçrazia, è desi– derabile che tutto il popolo collabori- alla soluzione dei l.. propri problemi. Ci sono magnifiche menti in Italia che potrebbero fare molto, tiomini onesti ed intelligenti che sarebbero preziosi per _lostudio dei mali che affliggono l'umanità mtera. Perchè la società no]J.si vale di queste persone, che avrebbero tutti i requisiti- per prendere parte attiva alla vita pubblica? • Sentiamo frn di noi indistintamente U:na lacuna; nel- - l'organismo nazioualé manca ancora quel tessuto con– ne-tti-vo che amalgama· i molti ai pochi. . L'eloquenza dei rappresentanti di pa'l'tito non è suffi– ciente a colm_are )1 vuoto; programmi,· se preparat.i da pochi, neppure; occorre élie La vita· politica prenda una volta per sempre la spinta dal bàsso in alto, se vogliamo .una_vera democrazia; altrimenti anche questa non sarà che un mito: . - · ,,..,· . ·, Un modo per aiu~re il movimento sarebbe una legge veramente democratica, con La quale fosse data la pos– sibi!ità ai ~igliori di _pr~ndere par~e all:'1 ':'ita pu~blica· naz10nale m modo pm largo, lasciando hbere cioè le persone dalle prop1'ie occupazioni per un periodo da · stabilirsi. A dette persone, scelte ç_orielezioni democra– tiche, verrebbe· mantenuto il posto, al quale ritorne– ranno appena compiuto il proprio mandato. Con questo non è detto ché il cittadino possa per qualche anno fare il signore con la politica:; una severa, selezione potrebbe f~r ritornare al proprio -lavoro gli, incapaci. . · - Védremo così ,un vero movimento democratico ed una grande :'i~li~à polit!ca nell~ masse che, eleggendo rap– pres~~ta,nb d1 prop~ia_ fiducia, guardere):>bero al proprio avvemre coµ m.agg1on speranze. . • .Assistiamo invece all'inverso: assenteismo completo dal4t vita pubblica ; scarsità nei parti,ti di buoni ele– menti che possano disporre della libertà che è necessa:-. ria a lavorare sul serio per il bene pubblico; cariche as– s~g°:ate a cittadfoi già oberati di lavoro e di prèoccupa– z10m, cosi da non poter assolvere le loro funzioni; ri- sultato: malcontento generale. · · . • Di questo passo cosa possono prometterci le elezioni? Quand~ P'ènsta,!no,che tutto il mondo ci guarda ed at– .t~nde 1_ espress10ne dell~ nostra volontà per la costitu– z10ne di ,µn governo stabile, dobbiamo farci la domanda • saremo c:'1paci di cosfaui_rcelo questo Stato veramen-t~ .democratico, o sa,rà una presa m giro pér ttitti? ,,,

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=