Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 7-8 - 1-16 aprile 1946

CRITICA SOCIAL~ 125 3) oolonia prettamente oollettivistica, la Kevuzà (grup• po), oome la .chiamano loco, una specie di affittanza collet– tivista, H cui carauer-e e scopo fu fissato, .fin da quando venne <:reato ,iJ_ fondo nazional e, con le seguenti mass:ime: « II principio fondamentale del.la politica agraria sionisti– (( ca è di, far passare i~ proprietà collettiva del po,p,olo t( ebraico il suolo sul quale si, farà la oolonizzazione; dare (t ,i terreni . esclusivamente in affitto enfiteutico ed in af– '<< fitto ereditad'o di ·.sfruttanrnnto; co.J-o.nizzare ~ mezzo d-i (( lavoratori ebrei nullatenenti; r-endere 'sicure le p,oss-ihilità « di lavoro agli operai ebrei; S'!rvegliare lo sfauttamento << del suolo e combattere la specul•azione ». Molto e molto controverse fucono le discuss1oni, e di.ffi. (?ili i problemI, da risolvere·. Prindpale fra tutti-, sl modo oome riscattare la terra. Con mezzi privati o· mèzzi pub· blici? A tale proposito si legge nell'opusoolo di UIIl&ioni.sta su << II ri·scatto della terra »: .« Al ,principio dell'opera, quelJ.i che ·preferivano il capi• tale privato erano in maggioranza; e non è a stupire , pet– chè i• mez:z,i pubblici erano assai scarsi. Ma fin· da ail o.ra c'erano degli uomilili, '~- quali pensavano che .il capitale privato è paragonabile ad una fiamma che à · momenti di– vampa ed -a momenti sta per spegnersi, lllentre il capitale pubblioo assomigl,ia al ·lumioi!no ..perenne, che arde lenta• mente ma senza ·interruzione». • Per le c:olonie fu scelto. i-1 lumi-ci.no perènne, il capitale pubblico; e il successo fu grande. I lavo-ràtorf ebrei af– fluirono in gran numeco alle coJ.on:i,e co.Jlettiv-iste, e mo.Jti più ne sarebbero affluiti, se il governo britannico, deten• tore del mandato•, IIle. avesse dato H permesso .. Ebrei del; l'Europa ·or-i-entale, tenuti sempni lontani· dalla terra e dai lavori. manuaJi, ·si irivelarono a~d,c,ohori di primissimo or– dine.· Non sq,lo conquistarono .ìl terreno, .ma i giovani, i piori-ieri, si diedero oon zelo a prosciugare, rimboschiTe, fertiEzzare, cercare acqua, irrigare. E tutti coloro, italialili e stranieri, .ebrei ·e non ebreìi, ché visitarono- la Palestina negli ·anni anteriori al reè~nte perio·do beJlico, ne ri-toir• narono pieni di amm,irazione per• ,la rililascita di quella terra, per, lo ·straord·Ì"!ario sviluppo- UJrbanò, per il sempre crescente sviluppo dei p-orti. \ ooloniie collettiviste. \io acc:nnato. sopr".i ai. m1e1 colloqui con un oompagno, colono palestinese, che faceva paTte della brigata ebraica. A quanto egli mi disse, le colo1I1ie co.Jlettiviste ammontano ora a più di 300, e fra esse la p:i,ù- grande o, almeno; ,una delle più g,rand-i-_ è precisamente la << Ghivat Brenet » (L'al· tura di Brenet), fondata dal socialista-sionista Enzo Se– reni. Quanto ai rapporti che corr,onò tra colonia e ooloillia,. il compagno palestinese mi disse: .- Ci sono ,picco,le e grandi colonie. Quella d,ove abito io, ad esempio, ha· un po' più di 400 abit anti; ma ce ne· sono di quelle molto più grandi, molto più popola.te, anche COIIl 1000 e p,iù pers,one. Ce ne sono d·elle p-irùpJccole; ma, com'è naturale, ,in queste vi è maggiore affiatamento che ,non nelle grandi·, tantò più che spesso vi è tra l'una· e l'al- tira una notevole distanza. · - E come si sv,olge la vostra vita domestica? - dòman• dai ancora.- - Otti.ma,;.ente - mi ri-sp,ose, ·- ÌIIl pien,o ·fraterno coJ– lettiv-i'smo-. Noi lavoriamo i no-stri campi, eseguiamo ·il no• stro mestiere i-n pieno accordo: Il lavoro n,on d vie111epa• gato-, ma noi non paghiamo ciò ·che acquistiamo per la no– stra vi<ta materiale e spil'ituale. l nos·tiri malati vengono cu– rati, I illOstri figli vengono istruiti in comune; e p,oichè· le nostre donne, oltre a fare· il lavoro domestico·, aiutàno nel laivÒro dei campi, le maestre si occupano dei bambini, talora non soltanto -di giorno, ma apche di ·notte. - Siamo dunque ritomati ai falansteri fourier-istl od alle colonie o-weniste?, O$ervo io. ....:.No. Le colonie fond-ate dagli utopisti del seco.J.o s-oorso erano tutt'altra cosa. Erano l'opera di un'idealista,• dietro al quale stavano ben pochi aderenti!; le c.oloni,e collettivi.sie di Palest-i-na sono il ·1avoro di una gen-te che ha sete di terra, che nella terra vede il .-ioo-rgere della sua patria in l,ibertà e giusti,zia. Quella era l'opei:a d,i utopisti; questa è opera di sooi'àlis-ti che vivono ne.Jla ·rèaltà. - Sei socialista inscritto tu? - gli domando. -. Sì, appai,tengo al Partito Socialista Ebireo e sono ooéio della Histadrud, la nostra Confederazione dei! Lavoro, che aderisce alle Trade U1I1fonsed i cui soci ebre'.i>ammontano· a 100.000; cifra mo,lto considerevole, quando si pensi che in tutta la Palesti-na vi sono ora poco più di (!00.<100 ebrei. .Sono tutti compagni oodesti oolon'.i•? teca Gino Bianco No, non -tutti, ma moltissimi. sono ·oompagni, o, come , ci chiamiamo noi neUa nostra lingua ebrai- ca, Ch av-erim: , gi,ovani venuti da tutt'.i i paes,i d'Europa, i qua.li .abitano come me in colonie oollett,iviste·, più o meno gra1I1di, più .o meno •belle, ma tutte cohivate COIIlamore. · E mestamente· ;hl colono pale·stinese concluse: « Purtroppo la s,itnazio111edegli Ebrei- nel ru,ondo .è tra– gica_; Aveva rag-i,one il grande francese Cremieux quando disse: << Verrà un gioirno in cui i paesi europei '&,pelleranno gli Ebrei; perciò preparate per loro la terra ed inse,gnate a,i loro figli a lavorarla >l. Ed è ciò che stanno facendo le colonie collettiviste di Palesiina. GUSTAVO SACERDOTE. ·Il pregiudizio borghese Un pregiudizio fra i pm iradicati, uno di quelli che m'ag- · @io-rmertte i.n-cidono sulla chiar'.ìficazio-ne delle posizioni po· liti-che in contrasto e che spinge le tendenze conservatrici. di vario ordine e grado a farsi nemiche de.lle. aspirazioni· degli Innovatori, è quello che ri-guarda il collettivismo, che i più, vogliamo anche ammetteire in buona fede; i,dentificano con la dittatura politica. Identificazione del tutto; arb'itra– ria-, se s,j.pensi che esso è· solamente u,n -sistema di orga'n)z. zazi,one dc;.i fatto-l'j, della produzi<mè, al quale può fare da contrapposto altro sistema o,rg,anizza.tiyo di detti fattori, nella fattispecie quello capitalistico, IIlOn giìi ,un regime po– lit-ico .o un complesso di funzio1I1,J•.extraeconomiche. Tuttavia,. quanti avversan,ò, ·magairi disinteressatamente, quel sis,ema,. adducono a so-stegno deUa l,o-ro tesi la_ cofl• nessi,one, clie rite1I1gono in.frrarigibile, del colleuivismo con l'interven:z,ion:ismo assorbente dello Stato e oo,n la buroc-ra– -tizzaz>i-one, ch,e essi pave,:,tano- come a.lii ad intaccare la Jibertà i1I1dividuale. Ora,. a prescindere dal fotto, che non risulta storicamente provato che' il èapita!lfsmo garantisca d'i per sè 0001-di·zioni ' politiche di Hbertà, non essendo infrequente il caso ch'esso si spòsi alla dittatura, com'è avvenuto nell'Italia nel" ven– tennio fascista .e com'è tuttora nella Spagna falangi-sta, per nolil· andare più lontàno; restereb:be tutiavia ancora da di– mostrare come il collettii"vismo si acoompagni ·e non p,ossa non- accompagnarsi alla dojttatu~a. _Intanto occorre dlevare che il collettivismo (il quale ripete la sua fondatezza non so.Jo da ,principi economici, ma anche da fattori morali e stori-ci,--·che vanno da11a « Dichia– razaOIIle dei diriui ·dell'uomo e del -cittadino >), intesa a por filile ad un sistema politico di,.p-rivilégio di casta al·« Mani– festo dei oomuni-slI )), rivo,lto a po,rre gl'individui, aln;ieno tendenz,ialmente, su di una ll:nea iniziale· di eguale poten- .. ziafaà esplicativa di capacità e di còmpiti) · nolil ·è _aJ.tro che ·un sistema oir,ganizzativo dei, fauori della ·produzio1I1e . che, oott.raendo la << proprietà~) degJi st-rument[ p-roduttiv-i _al' privato, non ·intend,e affatto togliergli .Jo spirito di ini·– ziativa nè le fun:z,ioni- di gestiolile, che cos-t-ituisoon,o le leve essem,iali deBa produzio-~e. Il passaggio de.J ·d.iriuo di pro– prietà allo Stato .tende soprattutto ad evitare che abbi~no a cre.i.-si, in mano privata., situazio,ni eoonor;ni·c·he mon,opo- 1,i,stiche e che si su sciti, ,per iJ vantaggio d·el ca.pitalismo, qi{ella concorrelilza ' f.ra lavorrat,or'i, che avvilisce il ten,ore e le po,ssi·bili!tà d,i v ita. di costoro. Quanto all'iniziativa, ri,peliamo, essa può appartenere al priva-to-gest,òre inon meno che al priv,at-o,-piroprietal'io; in •qqanto molteplici sono gl,i espedienti dei quali Jo Stato colleuivista può serv,irsi ·per · stimolare lo zel,o -del funzionario•, come a_ccade del resto anche i1I1reg.imii politici ,a base capi•talistiCla per ogni fun– ?JÌone che sia demandata alla burocmzia e che abb1~ un particolare e rilevante contenuto economico. D'ahra· p,airte, in taluni- settori dell'aJ.ta industria .capilal-istica, l'iniziativa· . con-sentita al .lavoratore che IIlOn vi a-hbi,a veste direUÌi.3 è oosì marginale e .l'interesse cpe ad essa si connetle è oosì. poco vivo da 11ìsultare mo-lto spesso l'una e l'altro- inferio~i a quelli che·un reg'ime stat-alistfoo ovviamente oonsentiirebbe ed offrirebbe; senza dire che, mentre una tale !,imitatezza di iniziativa n,on giova certo a legare il lavoratore all'ente priva,to cui ;presti la ,propria ·opera, c'è da sperare ÌIIlvece che allo Stato egli fi1I1iscacol Jegarsi, quando abbia ;,cqui– stato cosd enza del fal to che il benesse-re dello Stato è, in definitii.va, quello· di ·noi tutti. . · M a, a prescinde.-e da un assoluto statalismo· economico, è da osservare come 1a sottrazione àl privato della proprietà. dei fal i:,ori produttivi non si ri·so,lva affatto. in urn annulla– m·ento dell'in,i,ziativa -priiva-ta, in quanto ·fra il collettivismo

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