Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 5 - 1 marzo 1946
CRITICA SOCIALE 73 in parecchi èasi una grave immaturità politica e, i1l perdu– rare di sistemi cliente1h;tici e 'per60nalistici, quando non add-irittura -di violenza, - ln questa· situazioné io ho credulo. utile 'rendere obbligatoria' la ra:tifìca dei cand!idati da parte dell'organo supe1;1Ì'oree credo ,che chiunque ·abbia a=cuore le .sortii! del Partito e-n!)n interessi ·ehmoralistici do.vrebbe approvare una di,spo6izione che ha, come unico scopo, qut,llo di assicurare la 6Crietà d-ella scelta dei rappresentanti alle çariçhe am:miinistrative ·e polhiche, Tanto più che eviden– temente è unteasse .du ogini ,sociali:s'la•chè iii: PaFtito sja ben rappresenatto nelle .cariche più rappiresentative· del paese, oome i sindaci d'elle grandri; città; o ·ad'diirittura i de·putati~. a.Jla Costituente. · - Al qual ri'guardo va ricordato al Preti, il quale ecl'Ìve che · « i deputati sono sempre i -rappresentanti della cittadinanza e n--0-ndel Part.i,10 »,' che essi ·in ·realtà sono sempre i rappre– s«;<n-tantidell'inliera na~io1ne, e che il deputato cli Mirano a'lla Costituente legifera per tutta l'Italia e, quindi, anchè per la Toscana e per la Sicilia, e viceversa•. E come a me, SO<cia1istadi Mi,lanio, interessa <-he ,H Par~ito sia ben rappre– sentato alla Camera anche dai depulati che. vengò1110eletti in Si,cili-a o altrove, oosì penso che ogni sociaHsta di qualunque paese ~bòia duritto che il controllo sulla .scelta dei candàdati . sia fa lto da un organ<> d'i carattere nazionale, che rappre- genta imparzfalmente gli iinleressi e ile opinioni di tutti• i soci, come è appu111to i( Comitato Centrale in cui sono rappire,;en– ta,te tutte le regioni, e ognuna a·ttraverso la tendenza in essa prevalaite. 'Per 1ruel che riguard:a la dJspo-sizione che riserva- al Co-ini– lato Centrale ~l<'sso la séelta dì un decimo dei candidati, essa è stata introdoLia .per· garantiire !',inclusione nelle liste di tecnici d!i valore, di cui .il Partito dispone, ma che sarebbero si•curamente esclusi, .se la <lesignazione dei candidati fosse affidata .esclùs-Ì'vamente ad assemblee e congressi dove, se– condo un'antica iruelke tradiizione del nostro Partito, pre– valgono ·troppo spesso i· begli -orato.-i, i tribuni, i de!Ila~ goghi, del tipo Enrico Ferri. È bastata i111,vr.«; ·1a breve espe-: rienza d~l,Ja Consulta per mos~rare che, se le riun,ioni .p•le– narie sono la sede naturale per gli sfoghi oratoiri, le. Com– mi6&Ìoni sono invece -ill luogo di lavoro dei tecnici, gente cioè , che, ~:- essere abituata allo ,s'ludio di problemi. concreti, è quai;i 6empre negata alla paro,la vuota e faconda. Io credo fermamente che oolo n"l modo· da me indicato sià pQSsibile &perare · di avere a,Jla Costituente una r~ppresenlanza che eia all'altezza ·dei gravi compiti ché quest'assemblea dovrà affrontare, e lascio· al senso 9!i respori.sal.iilità dei• ,;,ocialisli di decidere questa qui~l!ione· nell'interesse del Partito. *** Questo e~ame di' casi particobri si .;. 01·mai troppo difop, gato perchè fo pofsa sviluppaire. come vorrei e dovrei le con• ~iderazioni d,i1carattere generale. ML limiterò quindi ad in<llÌicare schematkamenle i criteri essenzi&.Ii a cui· mi sono inspinto nella redazione dello Sta• toto, criteri' che wno quegli .stessi che dovrebbero·, secondo me, l'egoilare la vita di un moderno- parti•10 socialista.· EMi 601110: a) un'organizzazione il più posi.ib, i-le articola~ e éapil– lare, ctJe rend·a più agevole la cir-colazione dielle idee in seno· al Parti-lo e, favorendo la vita del Parti,to alla periferia, ren– da più fac.ile l'influenza di• quest'ultima sulle deéisioni dal centro, donde la creazione di un organismo intermedio fra la ìederazione e la sezione; la 7,0na (art. 46 ), e, SO·prallutto•, l'istiùJ.zione d~i nuclei, non soJia,nto azie.nd• ali, ma d,i strada,· e l'obh]J,go di frequen'li .riunioni di base, che so1110possibili eolo con pi·ocolii gruppi (1art. 24) ; . b) l'attivazione di tutti ·i compagni, che non ,d'evono li– mitare .la propri·a pairt·ecipazione al 'Partii~ al solo piigamento· rlella quota· (quando la pagano!), e .a un voto ogni qualclie anno, secondo l'antica conce21ioue del Partilo·, ma devorìo .di.ventare miJi.llanti attivi e dare al 'Partito tutto, il contributo d'i cui sono capaci,-.ia di Javoro (art: 19 e 25), sia fi111àn• aial"io {art. 20); , · • ·- e) Ja· funzionalità, cioè l'attrihuzione di specifiche fun– ZÌOllliÌ al maggio-r numero possibile di miHtan1i, a cominciace dai membri della D,ireziòne, che sono resi resiponsahili di una semone di lavoro, fiino ai membri di tutti i comitati· pro– villlciali, se-zionaJi e di nuoleo, e l'istituzione W'·commissiòni di lavoro accanto ad ogni responsabiile, itJ modo .che ognii– funzione abbia i suoJ organi a.ppropriati, e, recipm,ocamente, idiri cli n f\1·1tii oacomeooppo spesso accad-e ancora oggi, ad inutili logomachie in unconcludenti sedute, ma ·ad·eriscano èffettivamenle al!Ia concreta vita del Partito. Tu.no ;questo ,impl1ca naturalmente un certo tecnicismo, che è bene prenda il pos to· dell'an tico dilettanbismò, éd implica naturalmente. anche deleg.he di poleri che no111. sono una manifèstazione antidemocratica, ma, al contrario, sono òondizioni di v>l•ta per una moderna democrazia. La quale non può, certo oggi da 111ointendersi in senso puramente formale o borghese, come possi1b1Jità di con,vo,care frequenti assem- · blee plenarie per decid;ere su qualunque quesbio111è,senza afouna speoifica_ pre,para•zione; ma significa sop.-a-ttutto ma– hi.rità tecnica e coscienzà politica in ciascun militantè. Ora non v'è dubbio che queste non si acquistano, in riunioni pe· riodJ•che di pletoriche assemblee, dove pochi parlano, e spesso· p_er non dir nulla, ma solo attraverso la vità di pie, coli gruppw a cui! ciascuno ,partecipa è ohe aiutano a sele– ~iionare megilio i futuri didgenbi•, che non devo1110essere sol--· wmto degli, oralor.i. Solo così si ottiene che il Partito aderisca veramente alle .e_sigenze d'cll e mas se e che là voce dei dirigenti• rifletta la vo-lontà, dehla ba.se, · nel che sta la più sicura garanzia di una VÙtaveramente democratica. ' Ora, neanche a farlo apposta, è. prop«"io questo che non si ottiene nel progetto df ,s,tatU:toFaravelH, il cui àrt. 63 con– tJene _quèsto pr.ezioso, capov~rso: « Non sono ammessi ( al Con– gres~o Nazionale) i mwulaVi ·imperativi (I) nè il cumulo dei manclatlÌ. Le votmionli sull'ùidirizzo · generale del Partito de– vo,vo ~empre farsi a scrutJÌthiosegneto ». Il che, tradotto, si– gnifica che i delegati al Congresso possono i111tìschia•rsidella volontà manifestata dai· loro mandanti della periferia e non assumono ne,ppure la responsabilità di aver tl'ad•ito i1l man– d·ato, pei:chè. rono garantiti dallo scrutinio segreto ·che copre le votazioni suU'ind'irizw politico, del Partito. Cioè ancora una volta non sarehbe la. pel'iferia a determi– ·nare l'indirizro del Pa.-tito, in base a pacale d'iscussioni con– d~tte in tuNi gli organi di base, .ma quèsto si determÌll'le– rebbe nell'atmosfera ,d;i• un congresso·, un virtù di qualche di;sco.-so demago,gLco, quandq non addirittura di intrighi' di corridlQio. · Questà, amici di CriJticaSociale, non è la. democraz·ia come i,o la intèndo. LEI.IO BASSO (1)· Riser-vando di repli.care altra volta su questo ·e su altri punti, notiamo che qu,esua disposizione è pur essa tolta dallo statuto del P. S. francese e non merita le riflessionj che. Basso ,;i ricama sopra.' (Nota di e-. s. BASSEZZE POLEMICHE llfrn.lre si- vien·e iniziando nelle ·sezioni cJleln·ostro Parl'ito la preparazione: al Congl'esso nazionale e ai Congressi provinciali che dovranno precedlerlo, qual– che interprete del pervsiero di coloro che guidano ora le sorti del nostro Partito è venuto a esprimerci il desùjlerio che· neUe polemiche pre-congressuaU sia evitata ogni asprezza di. linguaggio per non compro– mettere la convivenlza cJl.elle varie tendenze nella linità del Pçirtito e non turbare l'opera a cui ques'o.è chia– mato nel presente momento della vita naJZionale. Ab– biamo risposto dichiarandoci piename'Il.fe d'accordo, ma soggiun{l_endo che; ·per qucinio ci riguarda, ·.l'in– vito è superf[ub, perchè. pur emmcian.cfu con moli.a chiarezza le nioslre idee, come anche le nostre criti– che ·all'operato. d'ella Direzione, non· siamo mai tra-· sces,i a forme aspre, di linguaggio e tanto meno discesi a ingiurie e denigrazioni. Sappiamo invece e coin'8faliamo che n,on altret.tanlo si fa dai compagni delle altre tendenze. Abbiamo se– gnalato ·già ne'/ numero scorso il gioco maligno con cui alcuni hanno tentato- dii gabellarci come autori di un tentativo di-·sostituire un socialismo d•ei ceti medi al socialismo della classe lavoratrice. Ora,· con una inèoncep1ibile leggerezza, Lizzadrt ed altri suoi conso•rli ripetono, niella mozione presentata per il Congresso, la st'ess·a-co nsapula falsificazione· del no– stro pensiero. 1ntam.to assurdle accuse sono gettate contro di noi ·da membri della Di~ziò·ne del Partlito e da altri ... ·compagni che, come già il Segretario del-
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