Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 5 - 1 marzo 1946

CHITICA SOCIALE 71 La nuova situazione del lavoro in Ingh~ltèrra Pieni di infe!'esse ·sono i dati contenuti in questo scritto inedito inviatoci dall' « Ufficio bl'itcmm'co di stampa e in{onnazioni ». Due fatti importanti si sorno recentemènte verificati in Inghilterra nella pratica esperienza che quel po– polo sta vivendo per la conversione ld-'ell'industria d.aUai produzione di guerra a queUa di pace. Anzi– tutto, l'industrià del gas ha d'O'Vuto annunciare una ri1J..uzione della p,ressiio-ne della distribuzio•ne in mo.I-te pairti dell'Inghilterra; in second,o luogo le Unioni dei braccianti ,agricoli, poichè a tale oategoria sono stati rifiutati aumenti di safario,' hanno intenzione di chie– dere al Gover-no di sciogliere i lavoratori dall'obbligo legale di non abbandon_are il normale posto d,i liavoro. La scarsità -di mMlo d'opera· è alfa bas-e di questi due nuovi fatti. L'industria del gas lavoria dia ormai tre ,a•nni con un personale che è iriiferi,ore alle stie necessità ed in mo,do particolare ha dovuto lamen– tare la -mancanza di persornale sp-ecializzato. Conse– ·gi.1entemente, te. compagnie del gas ·dell'Inghilterra, allorqu,ando il termometro ha imp,rovvisamente regi– sbrato basse temperature, non si sono trovate in gr 1 a– do di risipondere aUe sempre crescenti -richieste del pubblioo. Per il futuro, pare che l'esercito abbia in– tenzione di smobilitare in maggior numero il perso– naile ,che nella vita civile ha ,già un impiego, mia questa no.11 può essere che unia soluzione temporanea e al ,pubblico non potrà essere assicurato un adeguato servizio sino a quandlO i lavio'I'artori non potrapno es– sere nuovamente- immessi -nell'in,dustria in numero sufficiente. . . La crisi nell'industria"agrioO'lia è un secondo as[Pet– to dello stesso problema. A-lio scop10 di salvaguardare la produzfone di generi iaJlimentar-i, il ministro del Lavoro pa posto il lavoro degli agricoltori fra i po– chi sui quali debbono essere mantenuti i controlli esistenti nel tempo di' guerra, fra· cui l'obbligo per i lavorabo-ri di no 1n abbandonare il pi;oprio lavoro. per ceroa:re una quaJsiasi altra fd'rma "d'i_~pi~go.. Le Trad,e Unions hanno ,accettato la neces-srta dr questo ordine ma hanno richiesto un aumento delle ·paghe. La lor; richiesta è stata però respinta. . . Ora le Tralde Uni'O'Iis dioono: Se non siet,e in grado di co;risponderci s,afari pari al resto dell'indiustria, non avete il diritto di legarci al nostro favoro. E presto il Governo dovrà discutere su questa dirfìcil~ situazione. Si trattai dei nuovi pl'loblemi della pace, che debbono essére risolti, -se l'Inghilterra vu9le man– tenere Je condizioni cli « impiego totale » che rap– p,resenta l'obiettivo di tutti i partili ·per que-Ilo che rigua-rdiai l'economia di p~cc. _ Nell'infervaUo tra la prima e la seconda guerra mondiale, il numero -d,ei disoccupati fluttuava in In– ghilt~rra tra i id'ue ed i -tre milioni, e ·1e indtistrie, pur offrendo bassi salari e caHive con-dizioni '(!i la– voro,. potevano sempre contare su una ris-erva di Ja– vio-ralori. 0ra ci sono più posti che lavoratori. La scarsità ,cLi mano d'opera ha già arvul'o un elfeltu moito benefico peT quel,lo che riguarda i s0.lari in molti settori dell'industria. Ai lavoratori deJl'agricol– tura, che -hanno avuto una parte essenziale nell'trt– _tima guerira, nonostante che le loro paghe fossero basse, sono stiati assicuratj mi_glioramenti sostanziali. I minatori, ,anch'essi p,reziosi ag:Ii effetti d:eua guerra, hanno avuto i loro salari raddoppiati. Le condizioni deille infermiere e idel personale degli ospedali e di istituti ld,i ltssistenza sòno state molto miglioriate, poichè la Nazi-one non p10teva fare a meno del l,oro lavoro. · . La scaTsi,tà di mano d'opera non sarà tanto acuta quiando il processio d,i,smO'bilitazio-ne sarà stato coni– plebarto, ma cont_inuerà a .farsi sentire in alcune <;I.elle principàQi industri•e. Nel campo minerario diovranno essere reclutati nuovi elementi, se non si vuole c)le tutta l'economia nazÌ>O'nale va1d:a a eiatafasciio,. ·Dalle sta:tistiche puhbliciarte relativamente a questo crun;p-o 'i s, i si ~rr;e. · pumero dei favora- lori è .sceso dia 1.086.000 nel 1925. a 732.000 ne-I 1938, mentre, d,urante gli anni dieÌla guer:ra, _ si è registrata la diminuzione ,d,i aHre 72.000 unità. Inoltre, la me– dia ·dell'età dei miniafori va sempire più aumentando, in quanto- i ragazzi che_·111as,cion•O' e vivono ne-i paesi minerari non vogliono · continuare la carriera dei padiri. · Anche l'industria· d-ella fonderia subisce le conse– guenze di questo stato di cose. Il Gov,erno sta cer– oa111d,o di evitare il perioo-lo -di uria str-ozzatura nella pro·du:lione tecnica, facendo affluire al~e fon:derie .un gran numero d,i lavoratori, ma l'uso dei poteri con– cessi per le necessità della guerra non può esseJ·e alfro - che- un p,alliativo temp1oraneo. Si s,ta perciò sviluppando una situa.zione compie'. tam ente nuova: quei lavori e quelle occupazioni che per la loro miseria e scarsa attrazione moraJ-e pote– vano essere ricopérfi solo in seguito allo spettro ed ana minaccia- della ldisoccùpazione, dovranno essert ora ,trattati in modo da ocèup,àre un posto più ele– vato nelJa ·vi-ta della Nazione. Corsi di addestrament10- ed l()lpportunità d-i p•romozione dovranno perciò es– sere mess-i a disposizione d1ei liavoratorì assieme a circioli di ricreazione e ad altre pro-vvidenze che ~ istituite durante la ·guerra - dovranno- continuare a:d 1 essere man-te-nute- in tempo di pace. · In più, e ,questa è la cos,aipiù importante, una mio- ' via oonçezione sUJgge·rila -diall'impodanza nazionale d,el servizio,dovrà sostituire le vecchie cioncezioni cui nella lotta si •ispiravano -datori di lavoro e lavoratori. Ques.le spera:nz·e possono sembra-re un'utopia, ma · già si cio-mincia ad intiravedere la loro realizziazione. I minatori, sapendo che le· 1oro ·industrie d,ovranno presto [Passare sott·o il controllo nazionale, stanno la– vio-rando di comune accordo come mai prima d'oggi. Le Trade -Unions, che potrebbeiro a,pptofittare della for:le po5izione loro creata ,d,alla scarsità di roano d'opera, non stanno abusando dei 110-ropoteri. m,a stanno cooperand10 lealmente C!o-lGoverno. nel suo com[Pito di ricos-truzi10-ne. Molto ancora deve _essere .f.atfo. Le Unioni di altri settori ld'eU'in,d1Ustriasi stanno battendo per ottenere miglioramenti -dei salari. Ci si trovia dinanzi ad aspre discussiioni. Il fatto p,iù importante è però che l'ln– ghlterra è OI'laJ p,r,o\nta ad usare tutte le forze lavora– trici 'di-sponih-ili per il lavoro di ricostruzione. Il movimento .tradie-unioni-sti,co sta gettan:do iJ pl'l01prio _peso sui c,ompiti della p 1 ace, come ha fatto pe-r la guerra, ed è p,ronto ad accettare i necessari « con– trolli» alla condizi1one che l'obiettivo delliai Nazione possa essere rag.giunto. GORDON SCHAFFER Per una moderna -democrazia Per circostanze indipendenti idialla nostra volontà abbiamo ,tardato qualche teilllpo 1 a, piubblica•re questa risposta del compagrno- Bas!>o all'artic?lo del T_ursi sul si.10proge.tto di statuto. Non opp.0!11amo repl!ch~ per non toglier troppo sipazi10-,ad _altn al'lgomenh. Ci riserviamo tuttavi,a -~i_tornar suJ.l'a-rgomento. Critica Sociale mi ha fatto l'onore di dedicare nel suo numero d'el 30 novembre dine ::ii,tiooli aU'esame del progetto di 'statuto da me -elaborato per ;ncairico della Di"r-ezi-o111e d l Piàirtito, e, sulla faJsariga d'èlle obbiezionà• ivi· co111tenute, pare9chi gio-rnaLi:dii p-rovi,ncia hanno ripreso l'accu&a di « an• · bi 1 democratioo- ». · · ·· Approfitto perciò volentieri dell'o!;pita1-i11à della rivista p,er dbattero qu"este accu~; illustrare il significato e la_P?r– talla dii a1ci.tni articoli più discussi, e, soprattu-Ho, _ ch-ranre lo .spirito informatore di tutto il progetto. Nessun<> più <li me è l,ieto di potoc àisc-u'lere co111 i compagni sui· problemi che sono o-ggi fra i più .JÌllnportanti della vita dc:l nostro Pair– tito,- ll solo mi auguro che cessi il malcostume della calun• nia, della dJffamazione gratuita, dehla deni·g·r~zione sistema-._ tica che noin sono -mai argomenti -seri: dii discu&&iiol!le;e tau~ me1110per socialisti che Pl'tltendono di oontriBu'ire col Io-ro lavoro anche aJl'elevaziope spiritu,ùe e 11U'educ~mo111fl_ · politica d-elle masse.

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