Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 5 - 1 marzo 1946

CRITlCA SOCIALE 67 stio11e della Grecia s1 e chiusa senza che all'as– se~·blea dell'U.N.·O._ fosse consentito,_ per opposi– zione della Russia, di dare il suo giudizi'o, quasi unanimemente favorevole alla tesi inglese: la Rus- - sia accedette solo alla proposta che il Presidente esprimesse un suo personale giudizio di giustifica– zione dell?.azione compiuta in Giècia dall'lnghil-. terra. Ahri risultati •·èonc1:eti la Confei·eriza non · ha dati· e quali speranze di risultati futuri si pos– sano avere davvero nòn si vede. Ancora una volta dobbiamo constatare che .anche nei riguardi delle nazioni vinte; e specialmente dell'Italia, le poten– ze vittoi·iose non 'dimostrano nessuna còmprensiòne. Ogni due o tre giorni vengon diffuse parole bene– vole di riconoscimento della giustizia che. merita l'Italia; poi circolano voci, conti1mamente mute- -voli, di propositi .e di accordi che sembr.ano smen– tire quelle proclamazioni di benevol~l}za. Soprat- .tutto la lentezza cori cui si proce.de indica gli osta– coli che una soluzione di giustizia incontra e una insufficiente intuizione, ·nelle Nazioni vittoriose, del pericolo ·che può venire all 'Europ.a e al mondo dal tenere così, ;i lungo le. nazioni· vinte -in questo stato di incertezza in cui fermentano e· si accre– scono tutti i torbidi disegnt delle forze·reazionarie. Non consentire all'Italia di riavere le sue an– tiche colonie finchè anche gli altri ·stati le ab-bi-ano ( e còn l'augurio che tutte p-assino un giorno a un'amministr_azione supernazionale e siano avviate all'autonomia); non cercar di .aiutare lo sforzo di rinnovamento democratico e di" efovazione èivile che essa fa e della quale è p{·emessa necessaria la scomp·a1·sa di una monar~hfa. freddamente egoista.e fedifraga, vuol dire preparare in ques.t.o centro del Mediterraneo nuovi torbidi maneggi di un nazio- · nalismo irrequjeto · .e _irresponsabile e il ritorno, in una nazione sfibrata dai dolori sofferti e da dif– ficoltà di ognì genere, di una situazione _analoga a quella che ha costituito_ la prima favilla onde è nato l'incendio che ha ·devastato il mondo. Videant consules ... U. G. M. La sfida sovietica (}uesi'arNcolo che qui dliamo t'radotto è comparso nel numerò <J_el 13 febbraio della Tribune, l'autorevole rivista laburista, dfreUa d!al Bev<;cne cara a noi come sociaUsfi e come italiani, per la dirittura del s110 pensiero politico e per la larghezza con c11i ha sempre rico11osciuto i dliriW dell'Italia ad un equo trattamento e ha ospitak), ooche d11rante la guerra, - scritt,i dei cosi detti enemy ~o-cialists, socialisti dei paesi con cui l'Inghilterra ·era in ·guerra. Lrr sue, ap– provv:nzfone alla politica dii Bevin è iaJnto più signifì– cativ·a in quanto, e'Ssanon risparmiò, durante la guer– ra, crìlichcaperte a Bevz'n e qgli (JJ[t'ri ministri labu– risti del Gabinetto Churchill. Pur dissenlendò- parzialmente dal pensiero espresso in questo scritto, come risulta dal nostro primo udi· colo di questo stesso fasètcolo, siamo lieti di of!"rirlo alla nieditazione e/lei n·osfri leftori. Menfr~ ·quesbo· foglio· va in macchina, il consiglio di sicurezz,a non è riuscito ancora a trovare una formula di compr'omesso per il suo ver,detto sull'ac– cusa anting"Jese della Russia sovietica. Ma, quale che sia infine per essere il verdetto, da tutto il dibattito una CJO•sa emerge, inequivoca,: nel giud,izio degli os– servat-ori e dei delegati, ugualmente, Ernesto Bevin esee daala contes,a con, un gran,~Jioso successo pèno-. a no ano ,nale, e•fea-mamente consapevole di aver saputo tra· sformare l'a(to d'accusa in una comp,letissima giusti– ficaz1one del suo paese. Questo, beriint.eso, -.non ha ruulla a vedere con 'la realtà -d1ellasituazione interna ellenica, e con i me– riti o demeriti della po,Jitica· britannica in Grecia. Ma ogni argomento ad'dotto da Vyshinsky a prop,osito della EAM e dell-a ELAS e in merito alla c,o:ndòl<tad,el Governo inglese è affatto irrilevante aì fini della sua accusa ,aJle tir-uvp-e britanniche j.n Grecia, in,colpate di mettere a I'epenta-glio la pace del IIl!o-ndo. Le rimo,stranze dei tdele,gati ,<:J:ell'U.N.O. per siffatta accusa ~otalinente ingiustificata e destituita di fonda– men·to, l'unanime risentimento qel .n-ostr•opopolo sono una realtà di fatto ohe il ~averno sovietico difficil– mente prevedeva, e meno ancora -d1esiçl'erava,quando chiamò la Gr;µi Bretagna allà sbaril"a. ~-è giova, d'al– tro canto, presumere che il Go:vern-0 sovietico redi– gesse l'atto d'accusa p,er mera animosità momentanea, quasi un gesbo-qualunque al quale no'!1 attribuisse so– verchia importanza e che sarebbe st-ato facilmente dimenticato, se foss_e fallit.Ò, com'è, in, effetti, fallit-o. Forti~simo, invece, dev'essere sta!o il movente che sipinse il governo ru~so ad a,gire ciome ha agito. Dalla fine d'ellta, guerra, e ancor prima, ogni dtièhiarazione sovietica di politica estera aveva un -soJ.otema e un _solo fine - monobonamente echeggiato ':per tutta Eu– ropa da ogni .fede'le -: l'unità dei tre Grandi, l'unità ~ad ogni costo, o, se unità vera non fosse conseguibile, almeno la parvenz•a e l'affermazfo-ne dell'unità. Ond,e non v'era acèusa più grave da avventare éoniro veri o supposti reazionàrii e fasci.sti, non v'era prova me– glio efflooce delle loro mi~e sinistre se n-on il rim– ,p·rovero a questo· o ,a quell'in.dividuo, a questo o a · quel grupp.o, di « semin,a-re discordia » fra i maggiori · •alleati, col -diffondere voci _di controversie o ·ctissidi · fro i Tre Grandi. Ed ecco, inveòe, ad un tratto, i Russi medesimi spezzano, ·essa, d'un colp10-,anche la p-arvenza · dell'unità, ufficialmente -cfenunzi,a.ndo l'al– leato britannico -dtinanzi al tribunale delle· Nazioni Uil,ite. IPerchè si è agito da parte russa come si è agito? È chiaro, nè il punto· richiede uUeriori dilucidazioni, che aB' 1 a,ccusa fu caus,a occasLo-nale J.a protesta anti– sovietica del governo permano. Ma nLuna ragione im.– pellente 'induceva la Russia a .reagire i_n.tal modo, - tranne che siffat,ta reazione non fosse conforme a, _urnaipolitica flo-rmulala da· tempo, da cui il governo soviet.ioo non intende notoriamente di deflettere mai. Nè si può seriamente sostenere che il d-e-stino· della .Grecia· davvero mosse la d'elegazione russa a usar le parole che ha usate. Molte critiche si td.ebborno-for– mulare della situazione in Grnci•ai e deUa politica ,aido_ttataieri, nonchè della politica adottata oggi, dal governo inglese nei corifront,i. d'i quell'infeliice peni– S!o-la.Niurio più di Tribu11Je fu in quelle_ critiche espli– mto e coerente. Non iritrattiamo una sol-a ,p•ar•ola di quanto fu detto, n;è miti:gheremo in avvenire le no– stre critiche, ogni qual volta la nostra coscienza di socialisti ci ciomandi di n-on tacere. Ma, ripetiamolo, tutto questo non ha niente ,a, vedere con Je accuse di Vyshinsky. Se tanto gli -stavano a cuore gli sviluppi d'ella si– tuazione ,greca, perchè il governo sovietico ne ha fatto parol:\,S10-Uanto adesso, e non un anno fa, quan– d.o Churchill-inteirvenne in Greciia.? Un anno fa, ram– mentia molo, quando in Grecia divampav,a la guerra civi.le, quando in Gran Breta,gna ed altrove lutti gli uom ini di sinistra ·sentivano l'onta dell'azione di Chur,chill, qu•a.ndo, fra gl,i ,altri gLo-rnali britannici, Tribune pubblicava proi1este su. proteste e denunzie su denunzie, quando aspre accuse venivano formulate alla Camera dei Comuni da Seymour Cocks e da altri parl<amentari - quelle •a,ccuse appunto che ora cita Vyshinsky -, un anno fa l'Unione sov-ietica era mu– ta, asSJo-lutamenie e tenacemente inuta. Non una parola di protesta nella sua stamJJ<a,·no-n una. critica a radio :\fosca; e ·ad Yalta, pur neJJa segretezza d'una confe– renza tripartita, il generalissimo Stalin assicurava Churchill « deHa sua piena fiducia nella politica bri– tannica in Grecia 1>. · Noi non cred'iamo c)le siffatta « p,i-ena fiduoia » fosse

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=