Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 5 - 1 marzo 1946
74 C_RITICA SOCIALE • la Federazione di Como, dlichiurnno di inteI"pretar~ il pensiero dei dirigenti. Leggiamo pM nell'Unità di Genova che nel recen,te Congresso pro,vinciale socia– lista tenuto in quella città, un congressista, in una sua tirata contro gli « Amici di Critica Sociale», li ha accusati dii compiere l'opera loro con l'aiùto- di mezzi finanziari forniN da «magnati americani». Non sap– piamo se egli abbia veramente pronunciato queste parole o se sia il giornale che ha, volutament'e· o per errore, tradito il pensiero, di lui. Noi abbiamo il di– ritto di disprezzare queste sconcie calunnie, alle quali non crede certo nessuno di coloro la cui stima ci è cara. Ma perchè la maN'gnità dei' caluniniatori appaia più evidente, ricordliamo che siamo stati n1oi stessi, nel numero del 31 dicembre, a dar notizia dell'aiuto giuntoC'i dal/' Amertca, compiacendocene come di un segno d'approvqzione all'opera nostra. Ma i « ma– gnati» che. ci hanno f oraggiafi ·è n Comitato operaio i-talo-ame1,fcano degli Stati' Untti, quello che ha già largamente · sovvenuto i profughi an'ftfascisti, solle– vandoli dalla miseria e· aiutandoli a salvarsi; che ha d'alo largÒ aiuto, anche recentemente, al Partito-, alla Confederazione Generale del Lavoro, alle Coope- · rafive di lavoro; a cui il Partito si è nuovamente ri- 1,olto or ora, pe•r averne aiuto a sosténere Id lotta elettorale. E se si vorranno altri pci.rticofori, siamo pronti a darli., , L'invito a evital'e asprezze polemiche, per quanto superfluo nei nostri riguardi, ci trova consenzienti. Ma ai suoi fidi seguaci sopra menzionati la Dire;!ione de-I Parf'ito non, ha nulla da dJire? Dalla risposta che i fatti ·daranno a: questa nostra domanda trarremo norma per il nostro atf-eggiamento. LA CRI'.['ICA SOCIALE RAGIONI DI FEDE Noi non ci sentiamo di accogliel'e l'ottimistica_ pre– viisione che affaècia e spiega nello scriito che .sP-gue il nosll'o collaboratore, nè alcuni suoi giudli'zi sulla Russia. Ma v,ogl-iamo che audiart1i.r et altera pars.; e - · poiche anche la speranzg. di· bene è fattore di bene· in quanto dispone l'animo a volerlo, pubblichi'amQ, cormei augw·io, questo liefo pro1wrstico. LA c. s. VÌ sono due mp:ndi in con-trasto, m::i non in con-. flitlo: il mondo ,;:inglosassone e il modro• slavo. Due ideologie e due economie ben disfinte. Ed il r,onflitto polr-à :rnche avve·nire, ma la sua .possibilità si, perde nell'incertezza ,del tempo. L'umanità ha bisogno di pace e dii lavoro. Tutto vi è da rifare e da ricostruire. Vi sono fon;cfate ragioni di speTanze per la ripresa. Dopo tanti dolori e miseriè e luttiJ dopo un macello ·così terribile, dop,o distruzioni così spaven,t.ose, l'u– manità ha bisogno di ri.prmso,.di pace,· d?amore. Si d·eve· mi,glior-are moralmente e materiafo1ente dopo laute bruUur:e. Chi cr.ede il conh,ario non è nena, real– tà, 11,011 è nella vita. . Basta pensare. Poniamo la que~tione sul piano eoo– nomico, sul piano materialistico, surl piano marxisti– co. Hanno interesse, ora, gli St,ati Uniti a provo·care una guerra? Neanche per s10gno! Essi sono i vitto– riosi deWoggi. La loro potenz_a è quasi illimitata iri . ogn-i campo: .politico, industriale, finanziario,· com– me·rciale. È l'unico Paese' che ha una, bi-lancia d'e– sportazione .attiva, dii ,tre miliardi di dlo.Jlad, e può sovvenzionare tutti i Paesi del mondo. La maggior parte dell'oro è n~ suoi ben guardati forzieri. Sono suoi turtti i mai:i e·tutti gli ,oceani, perchè. l'Inghiltern è amica e debitrice. Il suo suolo è intatto. Nessuna ·aviazione lo ha rQ_vinato. Al contr.ario la sua potente armata aerea, ha polverizzato tutti i campi <l'i bàttac glia. Le nazironi fasciste imperialiste sono sfate bat– tute e la loro concorrenza non è .più da temere. Gli. Bib1\&r;iéI~tGihor~,anéoere lo Stato· più liber,afo polUicamente, più liberista ect>nomicamente, délla terra. La srtessa su,perba Albirone d1eve curvare la fronte dinanzi all'enor{llt: potenza del capitale .ame- ricano. · · · Marx direbbe che gli Stati Uniti riàssumono i-n sè, nellrai foro ecopomia pdyata, tutta ,la forza motrice dei" capitalismo internazionale, tenendro, i fili di tutte le bane)l.e, di tutti i mono.poli, .d,i tutti i mercati di ogni F-.iiese. L'imperialismo, ultima fase del capita-· lismo, ha raggiunto i1lsuo apfce. Non parliamo della F,rancia semi sconfitta, non parliamro dell'Italia immi– serrita, non parliamo :della Germani,a, e del Giapponç frantumati. Tuf.ti abbii;ognano di aiuti, e questi aiuti misericordiosi ·vtmgono solo dall'Amedea, di una misericordia fatta d'interesse. I mer-oa,ti di oonsumo debbono pur vivere, :d·eb!_>_orio .pur- essere -mantenuti e ci!mservati- per il rd10mani; tanti beni dispersi, tante ricchezze -dirstrutte ,devono pur es\Sere rifatte! Il ca– pitalismo internazionale prep,ara ·1a ricost~zione ed ha .tutto l'interesse d'i. farla per accelerare 11pro– cerd'.inientJodel profitto, drel guadagno. La critica mare :xisfa v,ede chiaro nelle viscerie deUa 1 .società borghese. La macchina cap,Halistica può e deve co;nti-nuare a p·rodurre .ed a distribuirè la ricc.hezza. Bisogna rico– st-r-uire il moild,ò e cc n'è per lungo tempo, malgrado i magnifici progressi dellrar tecnica, ma1gra_d-ole pro: duzioni gigantesche che procedono a sene. No, glt Stati Uniti non vogiliono, non poss,0,1110 voiere la guer– ra, perchè il ·capitale può ancora essere investito -in mille guise e fruMare. I borghesi di tutto il mondo, pavidi per la Iorò c,onservazione, vedono un pericolo nella Russia sovie– tica. Se potessero, f:a'!'ebberrouso d1ellabomba atomica per distruggerla. Il nemico è là. In. ogni mo-vimento d:ell'U.R.S.S. vedono impèialismo e odio. La nazione che fo;menta, la nazione· riVJo-luziona.ria, la nazione che ha a·bolito all'interno e sospinge all'esterno la l-ottia:di' classe è là. · . ' 1 . Ma anche in Russia nessuna volontà e nessun ·inte– ress·e di fare la ,guerra. Tkata per i ,capelli, la Rus– sia l'aff.rontò. Vi' era .p'l'eparata per-chè,. ma 1.rxisticà– rnente, ·sa!J)eva che l'internazionale della plutocrazia doveva- giungervi. La sua eoo,no'mia non lo rifhie·die. Ha subito ~•occurpazione tedesca, i suoi immensi ter– ritori son•o d'evais,tati; drai,Stalingrado a Mosca, -san- .. guina ancora da innumeri -ferite. Orà deve ricostruire. Bisogna •ritornare al laVJO'I'O, ,a,j piani quinquennail. Quest!ai la paro:J,a id',ordine.' La Russ.ia v:uole vivere, anche se non piega alle proposte di BreUon Woods~ · anche se vruo-lemantenere la sua indipendenza e la sua fisionomia propria e inconfondibile di economia coUettiva:· . · Vii· srono · fondate .ragioni che il conflitto non si , riaccenda, anche, se, in ,ques,to· dO'poguerra ltmgu e bonJÌien_foso,esistono fra i Grand~ dive-rgenze ed at– triti. Siamo in un perioido di crisi e di asses.tamento · e.ccln.'omicoche non sfocerà in una nuova guerra. Non sarà la questione di Trieste o d.ella Persia, non sa– ranrno i ·diissensi per la Romanià o l,a Bulgaria o la (ffecia ·che inabissr.,ra-nno i•lmondo in una catastrofe-. Tutti, allmeno pe'l' lungo temp·o, hanno interesse di evi-tarla. , .- · . , Ep,pur-e si ode anèora· qualche~solibario ripetere che ciò può .avvenire, ed a breve scadenza. No., ~{a!– grado questa gente del malauguri-o, è ben certo che i · due mond1i in contras,to non verranno in conflitto, _. .che le forze brute dei militar-i ·non scenderanno in campo p;e,r il disonore e 1,a,I'lovin~ dell'umanità. Al– meno p,er ora. •·111quanto ,al domani, abbiamo una ·speranza nel cuore. che si sta facendo realtà: che il 1 Soci:jlismo _si d,iffondia, che il Socialismro viva per impedire nuove -Oa'!'neficin-e, che ff Sòciallismo si.affermi anche in ques-to mondo la.tinl()Icàe non è ancor morto e che_, nel -consorziro delle Nazioni, può e deve dire la sua parola civile, equilibratrice ed umana. La sua luc!l s'irradia. Lentamente, ma sicuramewte l'umrarnità evol– ve e s'avanza. All'invocazione che chiede pace per gli u()[llinì dii buona vol-ontà, risiponrd'e il canto 'fidente d'è-Hemoltitudini ;p'!'oletarie che; ,p,rio.feseverso la loro redenzione, nell'internazionale del lavoro vedonl()I la pace dell'avvenire. · ARMANDO BA,RTil
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