Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 4 - 16 febbraio 1946
CR[TJCA SOCIALE ·57_ La prima: la diffiooltà di scindere ,i 1 maggiori Comuni in tali enti più piccoli. Se p~ò essere rel,ativamenite agevole, infatti,; il raggruppar-e alcuni piccoli Comqnk, illl un ente superiore, e· se, anche senza togliere la precisa individualità od il disimpegno· di alcm1e ·funzioni- a dasçu11,o di ·essi, •ciò potrebbe i:a,ppresentare Uin'ec,,nomia di làvoro, di servizi, di spese, il frlllllg·ere l'unità d'un -gPande Comune non sa– rebbe soltanto merio agevole, ma potrebbe, alt,resì, ben· P,re– sto apparire inoppoll'tunlo, •perchè anti~èo111omico ed anti- · stor.ico. Non bisognl\-,dimeuticare chè la città, come di.ceva il Cattaneo, pùò essère considerala come ,< il principio ideale dello isLorie italiane >>; che, ci,oè, la vJta civile d'Italia si è ,syolta su questo perno e· che spezzettare la v.i-ta citta-dina in una serie di comU111ità sarebbe andare a ritroso della sto1:ia. .L'ordinamento•omogeneò ,proposto per, ogni Comunità (dunque anche_ per quelle rifil)ltanLi da-1 frazio'!lamento dei maggiori Comuni) sembra inoltre a me (ed ecco la _seconda - obiezione) costituire una complicazione a_lqu'anto fanagi• • nosa della vita amministrativa, anzichè _quella -sempli,fica- mone che è ;nei vòti ·dell'OlivettL · Le obiezioni relative alla proposta delle Comunità •no;n avrebber.o, invece, più_ ragione d'.essere, secondo, me; _ri– guardo all'ai1Lra -proposta, ch'è ;pure dell'Olivet,tf, d'un de-, centramento, o d'urr vero federalismo regionale. Non senza · una lieve· sorpresa vedò; èhe wche. nel nostro Partito vi sono avversari della regione e fautori della circoscrizione, che a me e non sÒlta11;11() a me sembra artificiosa, della pro.' vi.noia. Non starò a r.i 1 badfre i vecchi argomenti federalistici in favore delle regioni, le quali hànno, qua~i ruute, una de– finita fisionomia storica:; i:iè a ribattere i timori, che mi sem· brano oramai v.ieti, che un federalismo regionale indebo-·.– lisca la coscienza nazionale o favorisca, addirittura, i Se• paratismi. Mi limito a 'dire .che a me sembira, _tuUL'al con– trario, che \SOitanto un ordinamento wli.ti· oo regfonale op·Sti– tuisca una difesa efficace, pl!r.chè paturale -e razionale, con~ tro le tendenze ·centruu·ghe, che 11,on sono se non reazioni contro uh -sòffoeante accentramento burociratico, e, a .ptopo• sito di réc-en'ti ~ffermazionf che, sotto oopert~ .di -un unita– r.ii; mo ,più o meno bigotto,· celano forsè nostalgie. od aspi– r~zioni varia:fuente a~toritarie, mi piaèe Q.i rioo-r'dàre .le pa– role "di quel vecchio denioor;atico ,ohe fu Alberto _Mario: « L'Uinità -centrali-zzata è giaoobi-na, l'unità- decentrata, cioè l'armonia fra il molteplice e l'uno, è girondina ». · Vedo con piacere che .!'Olivetti è, -come di<ievo-; anch'egli favort>vole ad una costituziollé stat-'!le sti basi -- egli patia · addi,riuura di- Stati (v. p. 99) - regionali. Nell'àmbito della r regione, se non in ·quello troppo limitato della: Comunità, 'mi pare_ che avrebbe 1ragio111e--.,.d'essere una r,ipartizione di_ funzioni ammh1istrat1ve (a prescind~e; cioè, da que1Ie po– liticamoote nazionali,_ da riservarsi per necessfaà .ad organi · leg.islativ,i ed _esecutivi centrali),. quale ·an~he l'.Olivetti va– gheggia. Dirci, ,però, che proprio in· consideirazione della • differmte fisionomia delle regioni, •tali, funzi_oni, ammitii– ·strati>ve p(?trebbero, senza danno, .attegguirsi illl,maniera ari– che 1talpo·co differente da regione a regione, anzichè essere tut,te tag.liate sopra: uno stampo uniforme: in certe regioni, per es., si potrebbero istituire provveditorati, o come altri– m~ti ~ volessero denominare, ehe SbpraÌJnitendessero alle acque, alle miniere, ai boschi-; o,rgani che, evi.dentemente, · non sarebbero ·necessari in · altre regioni. E sembra facile ovviare aJl'inoonvooienté d'un eccessivo distacco, a di-~ oo-sì, fra gli amministrati· ·e le amminishazioni regionali, oon l'aumentaa il numèro di· queste, tenendo conto, ,anzi•tuit-to, di quel'1a base economica, ehe sembra essere, giustamente, una delle IQaggiorl p;eoccÙp~zfoni dell'Olivet-ti, ma altresì di r,erte tradizioni storriche. Così, ,per fa.re qual.che e~1e.:n– pio, an:i;i•hè parlare d'una sola Regione d H Veneto, mi' sembrerehbe più logico e più oppo.rtu1110 scindere tale re· _ . gJ.one nelle, già oggidlì. ben: individuate, Tre .Venezie:. Euganea (o come altro la si,--voglia chiamare), Tridentina e Giulia; . separare l'Emilia dalla Romagna, .dare UDO sta: tuto pro,p,rio alla Vall~ d'Aosta, distinguere, in Sardegna, il Capo di Sopra dal Capo di· Sotto•, e, in·_Sicilia, la par~e orientale da qu~lla <iccidootale. Il che, oltre il resto, non wltanto af)pagherebbe l'orgoglio di varie antiche ci,ttà, ma potrebbe essere un efficace antidoto oont-ro· certe velleità &epara,tistiche. RappresenùJJnza po,Utica. Per discutere, pasi,o passo, il· progetto dell'Olivett-i', biso– gnerebbe scnivere nna monografia, non "11,ll modesto µtioolo. Q1;1esto.esseindo gi,à tr.;op,po lungo, per non abusare dello ' 81b 1 t Ccl G o B,a CO .. spazio mi devo. limi.tare ad accennare, in punta di pènna-,, -aél un solo altro argomeÌlito. , Anche a prop,osito di questò _:_ il contemperamento fra d •pri,ncipio territoriale ..e quello funzionale (V. specialin~te pp. 201 segg.) - si può dissentire da alcune delle applica– zioni pratiche che ne caldeg1I~a !'Olivetti. Può, ad esempio, a,pparire eccessivamente meccar\ioo l'uno -o l'altro pa~LÌ– oolare dell'o,rdinamento da lni propost,o. Ma sembra sm- · golarmente felice il ,cr_iterio d'integi;are i due 'pil'incipi, che~ osserva l'Autore, richiamano le idee Jogiche della sintes1 e dell'alllalisi,, nella_ formazione dèlla ra,ppresentanza politica- Seguendo ii,!.' ,parte la strada -s'è-gy.ata dall'OliveHi, mà i,n– parte 'discos_tand,omene, direi che i due pirmcipi po,trebbero trovare armonica attuazione nei due rami, del Parlamento. essendo anch'io fautore, coni'.è l'Olivètti, del mantooimenil-0 del classi,co sistema bicamerale, se -pure, s'intende, con es– s-enziali modificazioni della oostituzione _della seconda Ca– mer;. Mentre, infatti, la Camera dei Deputati potrebbe con– tinuare a poggiaa-e sul p-rilllcipio _ ter-ritori-ale, con ra.p,pre· sentanti di circoscrizio;ni regionali· da eleggersi, con suf– fragio .universale, dall'intero corpo eleuorale, così che tale - Camera esprimerebbe, in sintesi, le gran-di corirenti politiche-' dell'intero paese, l'altr& ramo del Parlamento (si chiami o __ _ .non si chiami' Senato: 'iJ nome oonta ipoco) poitrebbe ·essere formato (magari oon elezioni d( secondo grado da affidarsi o alle· Assemblee iregionali oppiirè a oo-rpi elettorali costi– tuiJti da ·quelli che l'Olivetti, chiwna gli « ordini •poli_tici >/,– cioè gli organi fU111zionali delle 5ingole attività regionali), di· esponeniti d.i1 tali, ~iffèrenti aspetti ed interessi· della vita nazionale (atti:vità agricola-, industriale, igiene, i,struzione. e via -discorrendo). Si avrebbe ·così un'integrazi.one 4ella co1;cienia ,della nazione, sinteticamente. intesa, e qel\e com-– petenze analitiohe relàtive ai vari rami della sua atìività. Ci-0 che, anche a parer· mio, offrirebbe un ottimò · criterio per la ~stituziOllle d'uno Stat:o veramente e 'sanamente_ de– ·mocratioo, che dev'essere·•Jriìteramente fondato su. la volontà popolare, manifestantesi a traverso, i.a sint_esi rappresentata 1 nel teirriitorii regJ,onale e lllazionale, dai par\iti, ed il-vagliò anaI' iii.oo· di _competenti", designati però dalla medesima volontà. · · · Legga il volume dell'Olivettii chi. voglia cono.scere tutte le• altre sue veduto su innumerevoli altri problemi ailtinenti ·•àlla futura Costituzione, per es.-, sul collegamento fra il po-.. ~ ter~ legi-slativo e l' eseçutivo, su la formazione dt 'ques,to, su Ja CÒrte suprema di Giustizia, 1;u la Carta ·dei, dirÌil_ti. Su tale ultimo aa-goro6i11Lo - che, essendo tutt'uno con quello • d;lle Hber,tà, le cui « garanzie » sono tanto -accuratamente ri-cercrute neU'ampio studio- d-ell'Olivetti, stupisce di vedere .appenà sfiorato nel suo volume - si dov,rà ritornare fra breve, nel sègui,to di questi appunti:. _A,LESSANDRO Lév1 LA .. RIFORMA EDILE Il recente accenno, riaffermato nel Congr~sso d·el Partitoi comunista, alla necessità delle riforme agra>ria .e rndustriale, che già il P. S. aveva nettamente. poste .nel su,o p-rogramma, rappresenta senza dubbio un :punto fermo al qua1le_ ìl popolo tutto, che.è lavoratore e nullatenente, tende- con ,pacato entusiasmo e con fresche energie, -cons·apevole --chè i priovvedimenti, lungi ,,cjall'esse>re la inesiisterite pariacèa politica e so– ciale; sar:anno tuttaviiai una lenta ma sicura fase _del progresso. Nu1'la da -eccepire dunque. Quello però che stupisce è ·hl, mancanza ,di mi chiaro_ accenno, 'nel ·p,rogramma dei partiti, a µna « riif.orm_a »· e-dile, molto· · p•iù urgente e di P!Ù vasta ris,onanza che non le altre già accennate. Infatti: a nost>ro patere, non è liogico pro~edere ad una equa e umana ridi!,-tribuzdone della ricchezza agraria, che è data ,dalia terra, o .ird una sistemazione più raziona'1e e p•iù socialmen_fe utHe di quella in– dus'kiale, che è data daUe fabbriche, e non curarsi · di creare un ordinamento di siociale equità nel cam– po dell'abitazione. Noo-malmenite si attribuisce una ·grande importanza irul :riroblema industriale e a quello agrario, dato il gràn ·nu'.mero di persone che :vi .sono direttame-nte inc teressàte. ;E: quale importanza si.dovrebbe allo~a ,dare
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