Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 4 - 16 febbraio 1946

CRITICA SOCIALE ,51 da essa uria nuova fase d'el p_roblema· -dei così -detti ceti medi, che merita di _avere in altro momento una conveniente ampia trattazione. La pace con l'Irolia e l,a q'-!'est:ione~ell'Alto A_dige.· · · L'attenzione raccolta sopra il Corigres~o del P. · d'A. -non ha tuttavia attenuato'l'intei·esse sulle di– scussioni. di Londra· e sulle· prospettive -di pace .con !:Italia. Le voci' intorno alle condizioni. e alla data di questa pace continuano a mutare siflattamente d{ giorno in giorno che crediamo inutili ulteriori commenti. Va solo registrata la notizia che la Rus– sia non par disposta a sostenere le pretese jugoslave e pone solo· come covd,.izione dell'annessione all'I– talia ·delle terre· contese la int.ernazjonalizzazione del porto di Trie~te. E va ~oche rilevata la discùs– sion.e intorno-all'Alto Adige, che il governo De Ga– spei'i ha rivendicato all'Italia· çontro le pretese au– striache, appoggiato· dalla stampa, compresa quellà di parte nostra, con argomentazioni che non ci sen- tiamo di condividere. . . · . Non contestiamo che reparti austriaci àbbiano continuato fino all'ultimo a combattere per il nazi– fascismo e a infierii-e contro_ i patrioti italiani· ca– duti nelle loro mani; ìna quei reparti non erano tutt_a l'Austria, come-là brigata Muti non era -l'I– talia; erano le s·quadr.e c1iieavevano ucciso Dollfuss e_consegnato Schussnig nelle mani di Hitler; ed è · stato anche detto del trattamento umano che usa-_ rono in molti ca~i gli f ustri~ci verso i pri~onieri. Ma sopr_attutto vogliamo ;dire- che, se la pace· ha• da esser durevolè, non -deve essere una pace di pu– nizione, ma deve farJi con quelle condizioni che lascino il minor strascico possibile di malcontento e -di 1·is.entimenti. Non è da dhnenticare che du– rante e dopo la- guerra 1915-18 più di uno fra gli scrittori politici itali.ani che pure alle rivendicazioni nazionali avevano aderito con fervore, erano- con– ·trari all'annessione dell'Alto Adige: p~r es. Bisso– lati e Salvemini; e anche Battisti, nella sua ardente c_ampagna per la liberazione del Trentino, non al– larg ò mai all'A lto Adige le aspirazio~i sue e· dei suoi compag.ni 'di fede.· ' . _. Riter,.iamo t~ttavia. che oggi le cose possano· es.– sere guardate co_:n· o~chio d,ivetso, rton. solo perchè . è cresciuto nell'Alto -Adige l'elemento italiano e ne· è emig_raro una parte -dell'elemento tedesco, m_a an– che per altre consideraziobi. È vero che di frunte agli aeroplani e alle·bombe atomiche i confini geo– grafici , anc he se costituiti da salde barriere -di mon– tagne, p.er- dono, in caso di guerra, ogni valore; ma _essi posso.no rappresentare p.n limite all'espansione dej s,ingoli e lementi etnici .. Sarebbe molto più_ fa. cile una filtrazione progressiva de~l'elemento tede– sco dall'Alto Adigè nel Trentino attraverso i nume– rosi e facili passaggi ·esistenti che non d.all'Alto Adige al Tirolo Sfttentrionale attraverso i due stretti e alti passi -del Brennero e di Resia; è si ~vrebl}e · così la fo]'.lllazione di un.a più ·vasta zona mistilingue, che s_arebbe · augurabile quando fossèro· vinti tutti i_ torbidi sentimenti nazionalistici, ma· rappresen– ter.ebbe un pericolo di ;nuovi conflitti finchè quelli continuano a mantener l'irrequietezza in tanti wi– riti. Noi pos.siamo quindi poncor-darè nelle conclusioni con la tesi d.el Governo -italiano e della stampa che l'appoggia, ma vogliam@· che esuli' dal &ostro spi– 'J.'.ito .ogni idea di ·,pace -di. ven-detta, anc:he perchè 1b .G, o 81an · · · essa ci impedirebbe di usare verso l'elemento t~" desco eventualmente incorporato nel nostro. ten:1- torio,' quel rispetto d.el -dirit~o all'autonomia lin~ guistica e culturale e q:uel trattame~to umano e cor– diale senz_a cui· s'acuirebbero quei motivi di' odio– che la bestialità fascista aveva suscitato negli alto- atesini contro tutta -I 'Italia. , U. G. M. CordiaJ,me,it.e ricambiamo 'aUa rivista " Il Quarto Stata " il saluto c~_eSS(!i oi ha porto rwl suo primo nume'/'6. IIdiscorsodi Nennia Milano Siamo andati- co,n una, certa aspeltwzione a1d ascol– tare il discorso tenuto dal segretario generale de'l no~ stro Partito la sera dli sa bato 9 , alla Casa Matteotti. - Legittimainente pensavamo c.he , se egli. aveva 'sentilo il deside•rio di 'far ud.lire la .sua · parola ai compa,gni · di Milano, 'mentre si ·vanlll.o preparando le elezioni amministrative, mentre si svolgono le prime discus· sion i sui temi da· trattare al pi;ossimo ·congresso, men– f.re ~i intensifica lo sforzo per impe•diire ulteriori dli– lazi ooi alla convocazione della Costituente, - pensa" vàmo, dunque, ragfonevolmente che egli avesse qual– che predsa ·diretiiva._da suggerire o volesse ascoltare la v·oce dei co mpagni per ·sapere con quale animo essi si.accingano al.la lotta e che cosa pensino i•nlo•rno a quello che è s tato fa tto e a quello che occorre fare, anche per riparare alle conseguenze degli errori com- .messi. · .· . Niente di tutto questo! 'Il lun go dJi scorso si rldusse in gf(JJll. parte a un tentativo di giu.sl 'ifìcazione de[l'o– pera compiuta, tentativo che un gran- numero dei pre– senti (forse, la maggioranza) most!rò, con segni di disapprovazion.e, di IlJQn-poter accogliere; e 110npotè essere seguito da. una dJiscussione, perchè il Nenni - aveva già prima avvertito che non poteva trattenersi, dovendo tro•varsi in serata a Brescia.. ·· La parte maggiore del discorso fu - tallite per mu– tare - dedicata al patto d'azione coi comunisti e alla questione dlella fusione. il Nenni non spiegò perchè, dopo avere, ad un, certo momento, dichiarato " inat– tuale" tale questione verso cui si era p>rimafatto con- A verger.e tutt'a l'att'enzione e l'aspettazione del Partito,. nòn. ,si sia poi fatto nè detto nulla per rintuzzare le ' m/JJllovredi Co.foroche dall'interno e, J!iÙ, da/Z:esterno, ' volev·ano "impor<nie l'attualità. Ha negato che il nostro Partito abbia mai subito influssi esterni, dimentican– do di aver lui stesso confessato, al C.C. dello scorso oif(o,bre, che, precisamente per ave·r obbedito all'in– flusso di "forze esterne.", il P.S.l. aveva commesso l'errore di porre prematuramente la questione della fusione. Ha poi negato che sia stata mai compromessa · l'autonomia dell'àzione d>el · Partito e ha attribuito a · questo il meritò di aver iniziato e imposto la campd– gna per la Costituente; ma. ha \nafuralménté taciuto in quante circostanze, specialmente in materiq sinda– cale, ll!Oiabbiamo abbandonato al P. C., ponendoci al suo _seguito, quell'frzizi<1JUva che un,.tempo era escl11. si,pamente nostra, e con· cui tanto -vantaggio il nostro Partito ha potuto allor<irecare al proletariato. Ma, del resto, perchè il ;Nenni dovrebbe sen,til' bi– sogno di• difendere l'autonomia -d'el, nostro Parlil'o, se egli crede .:.. come testualmente ha dichiarato nel suo discorso - che ,,- il l'. S. non ha funzioni che non siano anche funzioni .del P. C. e il P. C. non ha fun– zioni che-non siano funzioni anc]:ze-derP. S. "? L'au– tonomia può essere éara a poi, e può /JJpparirci c·ome un b,ene <fa difendJere con tutte le fo'rze, perchè noi riteniamo che il ,P. S. ha, massime in questo mo– ·nwnto. una funzione da compiere, nella quale non può essere sostituito da nessun altro, .il ·compito cioè di essere il centro di attrazione e il perno di m9vimento di lutte---le forze che mirano· all'instaurazione d,i · una · ·" democrazia iniegrale '\ èred'e davve·ro il Ne-nni che il P. C. possa sostituire il_ P. S. in questa sua funzione? -

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