Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 4 - 16 febbraio 1946

60 CRITICA SOCIALE striale per la rioostruzione postbellica a mezzo di Comitati regionali tripa:xititi (Working · parties), ~st>tuiti da rappre– sentanti dei lavorat01ri, d·e{ datori di lavoro e dello Stato e il cui .compito è: esa{;,inare ed indagare in merito ai _progetti ed a-i suggeri-menti avanzati, per i-I miglioramento dei meto~i organizzativi, produttivi, distributivi e tecnici dell'industria e riferi.-e circa gli, eventuali provvedimenti da adottare nel– l'interesse nazionale, allo scopo di raffoTzare e stabilizzare l'ind~stria e permetterle di .affrontare la concorrenza sui mercati nazionali ed esteri (1). , · Anche ag.Ji Stati Uniti la collaborazione di guerra avrebbe portato alla stipulazione di acoordi di collaborazione per– manente tra le due classi, ad una « nuova carta dei lavor-at,od e dei datori di lavoro », pu.- dovend0; l'economia americana oontinuan a fondarsi sul diTitto- alla proprietà privata e sulla )ibera iniziativa in un sistema di ca,pitalismo privato basato sulla libera ooncorrenza (2). I Conis,igli·d,i fabbrica in Rnssia. Il Sergly, nel suo citato -studio. compao-ativo, accenna anche ai c<ompit, e alle funziooi .dei Consig.Ji di fabbrica in Russia, secondo il Codice so-vietico del Lavoro, colle loro commis– sio-ni: dei salari, didle a-ssicurazioni sodali, degli· al.Ioggi e dei ristorànti di fabbrica, della protezione del lavoro, della cultura operaia, le qua-li: assicurerebbero la partecipazione effettiva dei rappre.sentanti del personale alla vita eoonomica _e sociale. Il Comitato degli operai e impiegati,, che. è anche, secondo il Codice del lavoro, l'o-rgano primario del Sinda– cato pr-0.fessiona:le, oltre alla difesa degli interessi -del· perso– nale di fronte all'amministrazione dell'impresa come davanti ag.Ji o.-gani ,govemativi e pubblici,. e alla tuteila sociale del– l'operaio nello stabilimento, ha anche per compi-lo di colla– borare all'an<lamento normale della produzione delle imprese di Stato .e di parteci,pare, per il ,tramite dei sindacati profcs, sionali, al regolamento e all'organizzazione dell'economia ··na• zionale. La direziope dell'impresa è però affidata ad nn di– •·etto·re. munito di poteri estesi, che dipende soltanto dagli organi centrali del •pia110, ma egli- .deve pure sentire il pa, rere dei consigli oollettiV'i deilo stabilimento-, al fine di assi– curare alla produzione _un dinamismo sufficiente; ·e una legge del 28 "di,cembra 1938 prevede specialmente fa collabo– razione della direzione e delle organizU!zioni, sindacali' a'l– l'applicaziorne della disciplina del lav01r-0-.Quel che qui è impliciro,· ma non si vede, è 6J)iegato e fatto vedere in un artioolo estremamente interessante di S. M. Schwarz sul « quasi-tradunionismo >)in Russia dal 1929 ad ·oggi ( 3), arti• oolo sul quale ci riserviamo di. riitornare più a lungo di pro– posito. Basterà qui citarne le conclusioni, che sono quest~. Sindacati operai e Consi·gli di fabbrica, che ne i,;ono l'organo di base, coll'.inizio del piano quinquennale di industria-lizz·a– zione forzata del 1929, il qu-ale segrui una svolta decisiva nella .toria- del movimento operaio _ru~so, sono- progrC:S.Si .. vamente trasformati in strumenti di· una p,olitica indust.-iale i;li massimo sforzo produttivo. I sindacati operai perdorno le pdncipa-li e tradi-zionali funzioni che essi éserci,tavano prima dei cambiamenti fondamentali del 1929; non hannò più in– fluenza alcuna, nè sùlla fissazi-0111e dei salari, nè sul recluta-'· mento del personale e, in linea di principio, non aspirano nem!fleno a influenzare le relazioni tra impresa e persouale nell'interesse degli- opera-i. Anche nel quadro delLa po'litioa dell'aumento della produzione, i sindacati operai mostrano· un'evoluzione caratteristica. Col rafforzarsi del ·controllo del ' P. C. sull'indvstria, i sindaéati, operai sono stati s~mpre ·più -es:on~rati dal _dovere di interessarsi direttamènte delle que– st1om economiche e tecsiche. Essi si sono ooncentrati soprat– tutto sul compi~o d1 rendere più .-i:gida la disciplina· nelle fabbriche, di aumentare la prodnuività del lavoro, ;, di cu– rarsi d-ell'operaio, non come lavo•ratore ·(cioè, per ese1npio,, curarsene come o.-gano del contratto oollettivo) ma come oon_s1;1matore: ~t~i~ità esercita-~a _ in la-rga i_nisura'..agli Stati Umi! dalla politica paternalistica dell'cc assistenza sociale di. fabbrica >), talora connessa coll'opera delle ccCompany u.01ons », i, pseudo sindacati di stabilimento, ligi ai padroni. Le esperienz,e del pi-imo dopoguerra. Non è, ~rciò, nè nei liberi organismi sorti durante ld guerra in ln!!_hiletrra e in America p~r le piro<juzioni di gùér- (1) Sii vedano su questi organismi gli anticoli di G. G. in LCJI ~iitt!o!~b~:l ~~~e:br!-0,veinbre e di G.· Schaffer ne LJEcono-mista (2) Vedi Previdenza 'sociale, 1945 1 • ~- 2. (3) S. • M. SCHWARZ: Trade Unions in the R ussian ind,ustrial .Ufe In In.ternaUonai Postwar p,roblems, ,vol. 11; n. 3, lug~ 0 194 5. Biblioteca Gino-Bianco ra, nè nei Consigli di fabbrica della Russia sovietica, subor– dinati aILa c< cellula>) oomunista e 'diventati anch'essi, dal 1929, soprattutto org;mi della ·mobi'litazione industriale bel– lica, che noi dobbiamo cercare, come fa il Sergly, i pr-ece– denti dei Comitati d'i impresa francesi. Dobbiamo cercarli, piuttosto, in quegH esperimenti e progettj di c<controllo– operaio >)-del primo dopoguerra, volti, n6n a un'c< instaura-· zion-0 prematura; in toto, del mond0: rm-ov(l ,Ì, ma alla intro· duzione progressiva di un ccregime costituzionale >) della fab– brica, un controllo operaio <cmantenuto nei limiti in cui oggii è possibile fruttuosamente esi:mcita-rl,o >), oome scriveva Fi– liippo Turati nel suo arti-colo del 1920 in questa Rivista (1). · nel quale così ne definisce i fini: ccSoopi immediati della riforma voglion essea-è: r1lndere il lavoratore partecipe della gestione dell'azienda, elevare la sua diy;nità, imparargli a oonoscere ,; congegni amministrativi dell'industria, evitare di questa ~e degenerazioni speculazi,oni~tiche, rides"tare nel lavoratore la rallentata spinta al lavoro intensamente e gioio– lsamente pro<luttivo. La- futura graduale socializzazione delle industrie è condizionata a questi risultati più prossimi >J,ro– s1cchè altro degli soopi essl!nziali della riforma era, egli ag– giungev_a, questo: ccl'addestramento di una •élite operaia alla oooduzione dell'azienda, in vista delle future socializzazioni >). Ma il oontro-llo non po-teva esser"tl estrinseco. c<0111 ·controllo esclusivamente da-I di fuori non avrebbe di controllo che il n,ome. Esso si esaurirebbe in una. serie di molestie, di pro– t1lste, di o<pposizioni cerv~llotiche, di probabili conflitti che intralcerebbero·, on,oi,chè migliorare, l'andamento dell';zien– da e rernderebbe impossibile l'amministrazione. Si. &areb– bo creata ·nna catupullta <lemo,litrice dall'interno-1). Què~ pro-getti erano finiti tutti in soffi.tta per 25 anni• ad' opera delle orde barbare nazi sie e fasciste, le qua li avevano dato. a.gli industria,li e agli agrari schiavisti, qm,-Ila oonces– ~ione di cclicenza di caccia >) li-bera sui lavoratori, the, al. tempo dei movimenti demo.cristiani migliolini avevo &enÙto invocare fieramente da un agrari•o del cremo~1lse come J'u-· nico. mezzo pe.- ridurre i contadini, gli iloti, alla ragione. Alle esperienze,. ai progetti, alle discussioni di quel primo dopoguerra biso-gna rivolgersi per trovare i precedenti clella ordinanza francese sui Comitati di impresa. E una riev oca– zione delle discussioqi e delle lotte per il cccontrollo o.pe– raio )) di quegli enni mò-vimentati ci presenta appunto un recente tempestivo ccQuaderno )) ~ il 14° -- della Associa– zione fra le Sooietà ltaliawe per azioni su <c I- consigli ,li fab- . brica in Europa))· (Roina, 1945), ché serve da integ-razi-01:1è· all'altro_ sulla socializzazione delle imprese, già rla noi, r~– ccrdato nel precedente artioolo. Il volumetto, preruess-0. un cenno sintetico su la natura e i compi,ti' dei, Comigli di fab– brica, riprende e aggiorna per U(lla pa~te la vasta do,cumeric tazione sul movimento per il oontrollo operaio in lato senso -0 -n~i suoi vari aspetti e problemi in Italia e nei principali paes,i,, offerta dalle note è più ampie monografie· pubblicate in Italia fra H 1921 e il 1923, di Ma<rioGuarnieri di Francesco Magri e del prof. G, U. ~api. ' Sono passalÌ così in ra-ssegna: i Comitati c~Whitle-y i> del-· l'alto-o dopoguerra· e i Com/itati misti di produzione di questa guerra in Gran Breta,gna; i Consigli di azienda in Gennania Austria, Cecoslovacchia; il movimento per f Co-nsigli di fab: brica e per il . contro.Jlo o,peraio deilla stessa epoca ,n Italia; la recente ordmanza francese, della quale viene <lat,1la tra– duzione-del testo in appendice, insieme a modelli e schemi p~ _ la oo~tituzione e le funzjoni ·dei Consigli indusu·iali" mi– s11 lillgles,. Il Quaderno fornisce gli elementi' per un riesam-! del problema, ritornato attuale dopo la -tragica pa~entesi del... socialismo pazionale, co-lla raccolta del materiale- do,cu– menrl.ario che presenta. Alla bibliografia scelta dat~ -nei sin– g,oli ~a-pito•~isarebbero però da aggiung·ere, così i due pre– g-~v.Qhstudi. del. Bureau ln:l!er-T/JIJ,IJÌ-0100'1, du: travail sui Comi gli d1 impresa 1n Ge.rmarnia del 1921 e del 1924 (numeri 6 e 13 degli cc Studi e docume11iti o)), oome l'opera fondamen~ale del Guitleb_aud _(~), del più grande in,teresse, 1110nsoltanto per la stona cnt1ca dei Cornsigl-i-di azienda in Germania ma P_erl'esame a_pp,-.of~ndito, sulla base del più importante :ispe– nmen\o. _Pratico, d1 questo nuovo. istituto nei suoi pro·hlemi es~enz1ah: rapporti tra Consigli di azienda e sindacati o-pe• ra1, l~ro effetto sùlle reLazioni industriali e loro valore 00 ,iie orgam della democrazia economica. FAUSTO PAGU,\RI {t) ~ILI.PPO TURA?l, Il ro11trollo 0Pe11aio sulla Jabbric;a: il punto ~~~~ dell.a Questione, in Critica Sociale, 1920, n. 1 g (16-30 set. (2) C. W. GUJLLEBAUD, The works cOuncils. A Germ,a,n, experi~ ment in industrial democraçy. Cain.Q.ridge, Uniyersity Press, 192 s, f· 305,

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