Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 4 - 16 febbraio 1946

58 CRITICA SOCIALE :al problema edile, che in.teressa d•kettamente tutti i quarantacinque m~Jioni di ~taliar_ii? , . . Liberare ,}''().pe•ra10 daUa tirannia e dall arbitMo del .datore di lavoro, per p•oi lasciarl9 in'difeso nelle grina fie id'el cosiddletto «'padrone di casa»! . Data l'enorme •importanza che la casa ha acquistalo, .sia pier il suo valore intrinseco, sia per il sup_er-valore. derivatogli dall'enorme richiesi-a e dallia,quasi assoluta . mancanza di offerta. non possiamo a,s·solutamente con– .sentire a lasciare questo campo nella comp,leta balia dei privati.. Del resto l'autonomia dei p~iv~ti è ~tat_a Iortemenlc intaccata, Eche dal punto di vista gmn- · dico ,dai dccre1i idi •requisizione e dalla coabitazione, .che 1 po-tremmo chiamare, sia pure impropriamente, legale: · Lo Sta,to ha qui,ndi il preciso dovere, più che di– ritto di s-ostituirsi a1ll'ar.bitrio dei privati, non con dei pal.Jiativi inefficac i, tipo bJ.occ,o.degl-i affitti, ma ,con provvedimenti di vas.ta P'O!J'tata,che debbano af– Irontaire radicalmente il pr oblema. Il quale è reso urgente dalle cÒndizioni del mer~a,tJoo·?ierno. . Per costruire un p,a,Jazzo,,a Milano, m una via che rion sia nè centrale nè di periferi1a, occorre una spesa· 111ed-iaidi circa 400 mHa Hre per vano. Un apparta– mentino di quatl<ro locali, più servizi, verrebbe .quin– .di a costare, conil:an'do i servizi per un locale, la.bella ,cif,ra di due mHioni di lire. Ammesso che ,l'imprenditore privato si prenda la .beila briga di andare incontro .a questa spesa, quanto d,ovrà poi richiedere al conduttore per l'affitto annuo? Ammettend10 che l'imprenditore si accontenti del ri~ cavo lordo del 10%, egli .dovrebbe chiedere (per quat– tro locali, ripetiamo) la somma annua di affitto di lire ,duecentomi.J.a. E- volend,o fare l'ipotesi assurda che si accoqtent<i de~ s1olo 5%, l'affitto annuo dovrebbe _pur essere sempre di lire centomila. E quale onesto e modesto padre di famiglia può spendere centomila ]ire di affitto all'anno· per un.a casetta di qua:ttro l.ica– li? E allora? Nelle baracche? Di fronte a queste cifre, si vorrà an.oo -ra continuare .a b.a.ttere solamente sulla riforma « in,d ustria le »? E .dimenticare questo problema essenziale. alla vi.la di .tutta la nazione? · C'·è bisogno di aggiungere inoltre che la sperequa:.· :zione degli affitti t,ra, le case riuove, a fitti iperbolici, ,e quelle vecchie, a fitti che, .ad onor del vero, s·ono .sopportabilissimi, rapipresenterebbe essa stessa ura ragione di ingiustizia sociale e nazionale suscettibilr. · .di gravi ripe,rcussioni? . 'L'unico sis.tema per poter ,ovviare, solo in parte. naturalmente, a questo problema apparentemente ir– reso.Jubile; sarebbe l'in.tervent.o ,d,iretto. dello Stato che, avocando a sè tutte le p,roprietà edili esistentri - ri– .lasciarido, per esempio, una pensiione vitalizia perso– nalissima ai proprietari.:_, potrebbe poi, con gli affitti ,che ne ricaveirebbe - e che potrebbero, anzi dovreb– .bero, essere superiori a quelli medi attuali - assu-- 1nersi eonere, per il moment-o infruttifero, ma di ,estremo in~eresse collettivo, di costruire nuove dimo– .ré per i tanti Ita.Jiani senza tett0 e darle loro per un·. fitto ragi1onev,o,le e umano. · È infatti notorio che la stragrande maggioranza del popolo italiano vive in case .d'affitto, e quindi non è .affatto « libera daJ. timore», oqme V'orrebbe invece jl ·famoso postul.al_o del,la·Carta Atlantica, in quanto tut– ti, e in questi tempi soprattutto; stanno cpn l'i,ncubo cli ,poter p(;)•rdere ila casa. Il laV'ora.liore, sia ess'.o del braccio sia della mente, deve, qua,ndo il mattino la• ·scia la sua dimora, pàrtire verso i.J lavorò', tra,nquillo . .e fiducioso di poter a,ncora •tornare a sera a riposare'. nella sua casetta, accanto alfa famiglia· che è• tutto il suo orgoglio. · · Dobbiamo quinidi stroncare alla base la pecula– zi•one che mo.Jti es·osi proprietari di casa -stanno fa– cerndo, come, per esempio, quella di ,fingere dli voler rientrare ad abitare personalmente l'appartamento per poi invece affìtta,rlo a prezzo notevolmente supe~ riore a qualche profittatore. arricchitosi mnga,ri i-n ,questi anni di patimen1i per tutti. D.obbiamo eliminare quesla preoccupazione e questo timore, chr. oggi ren::– dono tristi le case .d(;)lpopo1o italiano, togliere ogni velleità idi sf,r1ittamento capitalistico, che s-i·esplica B . E._< o 1ant,o mir;aNlment~el ciampo delle costrnzioni · 10 10Ieca \.::JlnO □1c!nco . _ editJi, e mettere una giustizia superiore in grado lii agire senza preferenze per .Ja massa tutta del p,op•olo. Naturalmente il pToblema è grave e complesso e merita un allento studio e la cooper:azione intellet– tuali: di tutti coloro che si occupano di problemi S·O·– ciali; ma integrato da altri pTovvedimenH - per esempio qu ello limitante il numero delle camere pro– porzionalme ,n.te a· q1,1eJtl.o d.egli occu panti_ - e perfe– zionato o rifo rmato nei suoi p.al ),'ticolari, potrebbe portare lentamente a quella s oluzio ne della gravissi-– ma..., .~risi d'•o,ggi, s,o,luzione che è ·1a meta a!Ia quale devoj}io tendere le energie fresche della massa del nostro popoio. GIUSEPPJ: STl\UI;PA . • CONSIGLI DI IMPRESA E:COMITATI DI GESTIONE Nel prncedente :u:,tioolo (fase: l_-16 genna,io), accennando ai progelli di ri()Ostruxione economica ·e so:cialo elahorati' in .Francia dal movimento dL resi~ten'za clandestina, si è .rile– valo come· una doli-e i<lee comuni a qua1SÌ'tutti questi pro– getti è la rJ-oonosciuta necessità di. ,asoociare i lavoratori alla direzionfl dell'economia e alla gestione delle imprese, tanto che, no<tava la relazione al progetto per l'ordinanza sui .Co,usigH di impresa, dopo la liberazione del paese in numerosi stabi-limenti si sono costituiti spontaneamente dei Comiitati di prod'nzione o dei Comitati! di gestione. Sco-po di questi oomi-tati è stato ovunque qnello di rimettere in mar– cia l'industria necessaria allo sforzo di guerra e di accrn• scerne il rendimento. E (soggiunge la relazione) non c'è dubbio, come lo hanno dimo-stratò Je esperienze fatto per quattro anni in Gran Breta,gna, negli Sta,ti, Uiriiti e nel' Ca– nadà, che la partecipazione del personale a (l()µiitati dd questò genere può avere, s,ou,o questo riguardo, i più felici risultati. Anche nel primo dopoguerra, Consi-glii di: fa:bbirica sorse-ro spontaneamente .in Germania e in Austria, prima di essere disciplinati per leg.ge, e anche da noi in Italia, come è noto, sono sorti spontaneamente e si: sono oosti,tuiti in molti sta– bilimC111JtÌ quei« C.L.N. aziendali» e« Cons.i,gli di gestione», sui quali fornisoono un ricco materiale fof ormativo ·gli atti dei due oonvegni di Milano del giugno e della fine di· agosto dello soorso anno, pubblicati recentemente dal C.L.N.A.I., e il libro di G. S·ea-eni:sul C.L.N. della Lombardia (1) • I Comitat! di impresa in Froocia. Con l'ordinanza del 22 febbraio 1945 sui co'mitati di im– presa, il govemo proyvisorio francese vo,He le'galizz.are e generalizzare l'esistenza di questi .organismi (2): I caratteri . essenziali del nuovo -istituto sono definiti, nella· relazione a~ p,rogetto, come segue: I· Comitl!ti di imprèSa non sono organi deliberativi• ,nel cainpo.eoonomi,oo, essendo sembrato ii-ndispensabile di las~iare al capo dell'impresa, che ha d~– vanti al paese la .-~sponsabilità dell'azieh'da che diri-ge, un 'au- 1-0,rità corrispondente a questa responsabi.lità. I Comitat1 d'impresa soro quindi organi oonsultivi, salV'Q•p'èr dò che concerne la gestione ..delle istituzioni sociali' dell'impresa che loro spetta• di assicurare e oontrollare e alla quale par• tecl,pano. Ma il callllpo lasciato alla lo~ oompetenz.a è vasto • Essi noti hanno soltanto. il -di:riuo di. pNporre tutte le mi- - suro tendenti: a mi:gliorM:e il rendime,nto e ad aumentare la produzione; ·essi devono anche essere- tenuti informati di tutti gli elementi ooncementm l'andamento dell'impresa. 1 11 quelle_ ~~e rivest.on? la f~ma di. società ~no~iin1?, i C~mi,t~ii ·hanno i:l potere d1 ottenere dai oomrrussar1 a1 conti tutte le spiegazioni sulla situaziomé ,finanziaria dell'impresa e di presentare all'assemblea generale degli azionisti tutte le osser. vazioni che reputassero opportune. Così, oommenta la rela• zione, l'autorità- dèlla 'direzione sarà mantenuta intaua e, nello ~lesso tempo, per il tramite- d·ei· suoi rappresentanti il personale potrà essere strettamente associatò all'andamen: to generale d~ll'azienda neUa quale lavora, attuando quella necessaria cooperazione ti:a direzione e rappresentanti del personale, manifestata ool fattò che il capo d~ll'azÌ'enda pre– siede le riunioni del_ Comiitatò d'impresa. Si può sperare che (I) G. SERENI: C.L.N., Milano, r945. (2) Il t&.sto dell'ordin•anza e la relazione sono stat1i pubblicati in ~ocmnents cl.e I' A g'Mtce de Presse de la Liberti~ del 20 aprile 1945.

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