Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 3 - 31 gennaio 1946

., CRITl,Ct SOCIALE :45 cato fosse in òondizione· di particoLafe dHficoltà, e cio allo scopo di impedite-azioni ·unilaterali; di daire pieina•pubbli– eità a tutti gli accordi relativi alla di_sciplina intergoverna- mentale di determinate merci. · A(ieggianiento dell'9pinw,z:e inglese. . Da quanto abbiamo brevementè espo~to risulta evidente che ,,.Ji ·stati :Uniti,- preoccupati della .lòl'.o,alta capacità produt– _tiva, ritengono che la macC"hina economi,ca, per funzi~nare a pi!}ìto, ha bisogno non soltanto di un alto livello di vita all'interno, ma anche di un alto- livello di vita mondiali",· da parte cioè del fu11ggiòr numern p,ossi-mlè.d•i cònsumatori, non· imp,orta a quale paese essi appartengano. Per raggiungere tale scopo, che consenta una esportazione superiore -'di al– cuni miliardi di· dollari alle imporJ.iizioni, e un conseguente · . saldo _trasformato in -investimenti ali' estero, gli St11ti Uniti io1tendo010-.avviare, nel prossimo avvènire, tina politica COlJJ.· merciale,.._internazionale, che es~luda preferenze, discrimi– nazioni, contingentamenti, embaFgo, scamb1 bila,nciati, e ra: vorisca invece il commercio pluri-lateirale. , ~ Ma quale è stato l'atteggiamento degli ambienti e!)Ono:mici inglesi di fronte ;ùl'accordo finanziario eh!) intende ·leg!lre l""l'Ilghilterra alle direttive commerciali- americane? -.. . Secondo J'Economist, l'opinione puhhlica sar1>hbe divisa tra coloro che ritengono tale accordo u,n_ male necessario e coloro che' lo ritengono un male pJiro e .semplice; nel com. • plesso tale accordo sarebbe- considerato, 00111 un certo nervo– sismo, causato tra. l'altro dalla precipitazione con. la quafo– l'intera questione è stata trattata pe,r volere degli Stati Uniti.· Ciò che preoccupa gli Lnglesi non è il rimborso del debito (circa 35 miHoni di 6terline all'anno,~riducihili nel caso che-:' la bilancia dei pa,game111tipérmariesse sfavore.voler, nè l'al- ~ tezza del !!ISSO di interesse .(fissato in ragione d~l 2 %), ma. · ' 0 sono invece le clausole commerciali. Nél 1937 le bsporta– zioni di manufaui inglesi, corrispondevano aJ 19% delle espo•r- _ tazfoni mondialì- di tale categoria. Oggi, second,o i .calcoli fatti, per sistema.-e la sua. blilanda dei pagamenti e çoprire gradualme~te i debiti contratti con Jà guerra l'Ìnghilterra - avrebbe b'isogno di aumentare le sue espor.taziom antegue,:ra di circa il 75 %. Come può essere ciò realizzabile a s"guito, rlegli impeg111iassunti; clfe impediscono o-gni- pÒssibiliÌà di maoovra, di protezi-one e-di preferenz'a nell'ambito dell'area· della ster,1ina? « Se no,i nòn siamo liberi.,.- scri;e l'Economist· -- di usare del nost,ro grande mer-cato.·di irn·portazione per negozià-re ed imporre le nostre espor.razioni, queste non· rag– giungeranno il- li-vello necessario. '.tutte ie ·nazioni, del· resto, in_ una forma o nell'altra, usano· metodi• di discrimi111aziònes ·Gli Stati Uniti non discriminano fo~e, nello 's-volgimento della lorn politica dei prestiti, nelle loro leggi sulla marina mercantiJe, e nelle resiriz~oni sulla emigrazione? » E, d'altro lato;- come sarà possibile, sulla basè dellè nuove direttive americane, p\anificare una éspansione del ·comme1:cio mon-· diale in rapporto ad una poli1ica di pienàJ occupazione? E le n'!zioni più danneggiàte dalla guerra; e quindi meno pre– parate:-· ad affrontare ·subito la concorrenza 'internazionale, 0_0111 · s1 troveranno i-n con dizione di irreparabile svantaggio , nspello alle nazioni che so.no &fuggite alla grande deva- . sta-zioné? ,- · - • · Diversità fra gli interessi inglesi e gli americarii. La si~azione che àbbia~o sopra~ proop~ttata costituis~e una fase moko Ìfìteressante della loita tra gli imperialismi _economici,. 'fale loua è ora cairatterizzata tra l'altro dai seguenti datj. dt fatto: · · · • ' ' a) definitivo sppravvento 'della_poteinzà indµstria.Je, oom– merciale, finanziaria, naval~, militare degli ·Stati· Uniti di~ fronte all'Inghilterra,; , . ) b) permanenza· del contro-Ilo politico inglese sugli- im- . mensi tercitor.i, costituenti l'area del1a· steirlina • e) tein\ativo d~gli Stati Uniti di impedire ch'e _la perma– nenza di tale controllo politico abbia -valore preferenziale dal punt,o di vista econonÌi.co, attraverso'ladiminazione delle (( discrimdnazioni >> ;• .. · ~ ... d) tentat_iv.o delle grandi potenze industriali di rendere possibile, con tutti i mezzi., una· politica commerciale che consenta la « 'piena -ocèupazione » delle rispettive.masse la- · voratrici; · · . - · :·- e) diversità c:li esigenze ·oeJI.a reali.zzazio-ne di t~le poli– tica, e cfoè necessità fil discrirrdina:tio.w e di commercio bi, la~rale per g~ Inglesi, e di non discriminazione e di. scambi zio,ne di, 10 miliarili di, d,ollari C(lntro una importazione di ' 7 rriifoÌrdi, con Ùn saJclJoattivo di 3 miliardi: di dollari, da convertÌire in inv,estimenti all'estero, va,e· a dire in un pro• g_re~ivo indebitamento degli altri paesi-nei lo,r-0 confronti. Tale politica di esportazione _eccedente non potrebbe essere evidentemente svolta, s'e ad· essà si opponessero scambi bilan– ciati, -c,qnti.Iigentaipenti, embarg(!, ripairtizio111idi mer~ti, ecc . Ju definitiva, per gli Stati Uniti si tratta di dare 1If1 con– tenuto concreto a un ragionamento di questo ·genllre: piut– , tosto. che· tenere disoccupata, mano .d'opera che in qualche· modo dovrà. pur s empre ma ngu,;e a spese llelia collettività, · è prefea-ibile farla lavo-ra.re ed esportare a credi-ro i prodotti o-ttenuti. Invece di ·finanziare il costo della. disoccupazione • nel 111os.tro paese, .finanziere~o il costo eventuale_ della disoc– cupazione all'este~, assicurando per.ò agh Stati Unitvuna - maggior stabilità soCÌ'ale all'i111tern-0e una maggior influenza eoonomioo-politica all'estero. ·• , Ben divers•a è la posizionè·-dell'lnghiLterrai Già prima·<Jella– guerra, 'malgrad,o certe ·posizioni di yantaggio •.di cui godllva nell'area della sterlina, essa esportava.-poco più della ,metà di ci-ò che importava, e saldav;a la bilaneià, ·oome si è det·to,-. c,o1noli e coi proventi _dei capitali investiti all'estero nei tem– pi del ~no predomini~ mondiale. Se alla riduzione_ di queste , due ultime poste si, aggiunge l'i!llpossibilità di a-pr~re la strada alle pro,prie esportazioni (·attraverso ·preferenze ed accordi . bilaterali); nonçhè -l'ìmpossibilità di diminuice le _importa• ~io-rii (aitravers,o co111tin!lentamenti), l'Inghilterra teme di non Ì·imcire a saldare la bila,ncia dei pagamènt_i se non per mezz,o di- ulterio-ri indebttamenti e disinvestimenti all'estero, che non risolve.rebbero il·p:r-oblema se non temp,oraoneamente, - e che determinerebbero il definitivo· .. tramonto della sua po– tenza ,:oon<Jmica all'estero, unitamente al soi,gere ·di djffitili proiblemi so,ciali all~ipterno. · · ' La logica deU'imperialvs,no ·economico. ' - l'.,e sitùazioni che abil:ìiamo pros,pett~M trovano u111 interes- sànìe riscon,tro. nell'analisi leni111iana dell'imperialismo fase suprema dtl. oapitalismo. SecondQ le tesi del ·rivoluzionario russo -mfatti ( 1) lò strumento caratteristico dell'imperialismo. -D-(!n è il capitale industriale, ma il capitale finanziario; 2) l'imperialismo rende a poriare nella sua· sfoca-d'influenza · non solo i paest agriooli, ma anche le airee industriali mi– nori; 3) l'imperialismo tl!lnde. al controllo territoriale, non solo· per H valore che questo hà i111 se stesso, ma·-come ele– mento· strategico nella lotta di accapairramerito fra le diverse potenze miranti all'egemonia; 4) l'imperialismo non è una tendenza~ ma una necessità ineluttabile del capitalismo in rna certa fase dèl suo sviluppo; '5) il capitàle .finanziar~- e · gli accord~ eoonòmici inte.rna~onali non att~nuano le diffe– renze tra la rapidità di ·sviluppo dei diversi elemC111tidella econQmia·_mondiale. h · ._ Così, dopo la fine della seconda gùerra imperialistica mon– •diale, oéi assistiamo allo s><i-luppotrionfale della diplomjlzia del dollaro, tramite anche -la grande attiyità del\a Export nnd Import Banlc. · Nella rivista Foreign A!Jairs del luglio 1945 M. Herbert Feis 'si chiedevà_: « Terremo noi conto delle questi,oni- ·po-li– titche aèoordanélo -i nostri ere-diti? Sembra evidente che· noi• dovremo farlo ... Vi-possono essere delle occasioni in ,mi è. c,c,nven"iente e giusto utilizza,re ra nostra potenza finanziaria i,n certe transazioni di. carattere_ eco~omico ... e può an.che essere utile·, in certi momenti scambiare i nostri capitali oon– l.rlO vantaggi territoriali o''politici »: E nelLa rivista Free Wcrld -del novembre 1945, in un articolo· dal titolo Il vostro [(ivoro dipe,ule dal. co;,,_mercio estero, M. Mandellaub scri,vev~: _« O- gni miliardo di•·dollari di merci esporta<te Qagli Stati _Uniti dà. Lavoro a mezzo mili,one di a1p.ericani,. Una esportazione di 10 o 12' miliardi darebbe 'Ja,voro ad ogni re.duce della si!– conda guerra mondìale .. II grandioso aumento' delle esporta: zioni ·durante la guerra ha assegnato un nuovo ruoLo ·al no– stro commercio· estero: Prima esso era considerato un ap· pendice del nostro commercio interno. Oggi esso• deve essere considjlrato tra le c11use della nostra prosperità, 6 non tra i suoi effeJti >J.- -, aperti plurilateral)i ·per gli Stati Uni ti. - . Il perchè di questi due opposti aMeggiamenti appare ~ubito . chfaro. GJi Slati Uniti prevédono ·annnalmente uni,èsp-0r1a: La logi.co, -del capitàlisnw governa ancora il ·mondo; ·que– sto dobbia!JlO tenere ben presente noi socialisti, e ri'Servare quindi una più larga· parte delLa nostra attenzione a quei problemi eoonomici mternazio-nali che regolano la mecca, .nica del metodo cl,i produzione .attuale, e dalla cui soluzione .- dip'ènde. la concordia delle nazioni e l'avven1re del noJ;tro paese;

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