Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 1-2 - 1-16 gennaio 1946

4 CRITICA SOCIALE camminare con i suoi mezzi. Ecco il punto, caro Bas– so; se si vuole fare un Partito, si lavori soro per que– sto partito, gli si dia un'organizzazione democratica sua, scopi concreti utili alla Nazione e coerenti al tempo. Fatto il pro,gramma, SeilJ/Pre iùdirizzato al nostro ideale direttivo, chi potrà e v,orrà allearsi con noi. benvent1lo, e chi non può o· non vuole, amico lo stesso: Ora l'oé casi,one c'è: si p,repari il· Congresso orga– nicamen.te · e fraterp.amente, avendo s,o-lodi mira, non il •trionfo o la sconfitta dli questa o quella tendenza (chè è assur,do, delittuoso parlare -di «tendenze» in seno ad un partito rinascente ed in un momento squi– sitamente riv-0luzio·nario, in cui la· lotta è impegnativa per tutti), ma avendo di mira il Partito nos~ro che, per ogni socialista, d 1 eve essere, apparire e p,ropagan– clarsi come il più adatto a ris.o•l-vere•la questione so– ciale e quella na_zionale. VERrnrcus · Questo articolo ci è giunto pl'i11w che fosse iniziato· al Congl'esso comunista la discussione inl'orno al pro– blema della fusione e, a maggio1· l'a'{Jione,prima che si iniziassèl'o le a,dunwhze del Comitato Cenll'ale del nosll'O Pal'lilo, in cui quel pl'oblema è slafo nuovçi– mente discusso. Di f1·onle alle· dichiw:aziòm' fatte e a:llè al'gonienla– zioni svolte nel Cong1·esso Com1mis'ta noi non 1·ite– niamo necessal'io l'ipelue· quanto ·abbiamo già cie.No molto chiaramente più volte, sopmttutto m;ll'pllimo fascicolo, in/orno alle difl'uenze· di conceziowi do/· frina/i e dli-metodo, pel' cui noi riteniamo che /11! fu– sione non sal'ebbe vi:.mtaggz'osaa nessuno dei due pau·– lili f1·a· cui essa dovrebbe compiel'si, e sopl'attut/o 11/ pa,rUfo nosl'ro, dlella cui autonomia, cli'e ne conservi in/atta la fisionomia e le direttive; a,bbiamo sopl'al· tutl'o dovue e diritto di pl'eoccuparci. Non cre·dliamo• n•eces-sal'io dir neppul'e una pal'ola per l'ibattere l'accusa di" qualunquismo", che µn ora– tore del Cong1,e-ssocomum'sla ha c1·ed·11/o di qrnqvel'ci. Vogliamo soltanto ripetere a tal pl'oposilo che nes– suna ostiUtà conll'o il movimento e il partilo comu– nista ha mai ispir(ll./,0, i nosll't att'eggiamenli; che noi siamo assolutamente avvel'si, comè i più f1isionisti f1·a i nosll'i compagm', a pl'eslarci a qualsias[ ma:110- vra con la quale sì intendesse di isolare il movimento del Pgrtit:o comunista niella vita del Paese, coli; la segreta mira di condurlo, flld a//eggiamen/.z'. e movi-· 1nenti ooti/-egalital'i, che si avl'ebbe · poi la· spernnza ~i rep1·imere con pl'ovvedimenti _di poli'ziq e con alti di fol'za; che per tale l'agio e cl' oppol'remml'l, senza incertezze, alla pcnrtecipa,zione ilel nostro partilo a quals.iasi coalizione _ele·ttorale <falla quale si V(!lesse escludel'e i comunisti. Ma appunto perchè desid_eria- , mo di mantenere c,on questi quel paJlto ·di unità di azione che è consacrato dalla sua stipulaz.ione in _pe– riodo clandestino ( e. che ha tuttavia bis.ogn<odi una più precisa e concl'eta formulazione), appimto Pel' questo noi abbiamo ·motivo -d!ido•lerci di ogni tenta– /'iv-0 faft~ per coartare la pien'a l{bedà Ì:li_atteggia– mento e di deliberazioni del nostro Pal'lito, sul ge– nere del discol'so, già tenuto da Pafmi'ro· Toglia/li (lii pt·imi di novembu nel Congresso Provinciale d•i To– rino ,e dli quelli fatti ora da pl11l'ecchiorll)tori al Con– gi·ezzo Nazionale di Roma. Questi atl'i tr@'i'.l possono non turbare la cordialità dei rapporti e gene1·aiw pe– ricolose diffidenze, le quali' potrebbero fì.nù :e per·ren– dere impossibile ogni collaboraz,ion.e, t anto più qua:r~– do (come ha sinceramente denunciat'o un congressi– sta a Roma) non pochi co munis ti concepiscono la fusione come assorbimento 11.el ,loro parti/o, dlel -par– tito socialista, che ùel'l'ebbe co_s1a ~con1par1r~. , A co11clusio111e della, sua replica at van. orato_n che erano intervenuti- a discutere la ~ua relaz_wne, 1/ Lon– c. o ha.dichiarato che il suo part1fo 11011 _mtend~ esel'– :itare nessuna pressione pet:_indul'I'~ zÌ Parl.1f9 So– cialisl'a· a fare e ad an·rettare l(! fusione a c111 fosse confral'io o che l'ifenesse i71a/11rale nel mome~!o pl'~- · sen·te; ma no,i ci domandiamo a che cosa s1 voglia Biblioteca'Gino Bianco a,[/01·amiral'e con quella sel'ie di p1·oposte di 1m'azio– ne comune /t•aJ socialisti e comunisti, che il Longo ha elencato in cz'nque commi successivi e che avevano con,.nciato già ad avue aUuazione in alcuni luoghi, per in-iziativa di singole seziom' Ò dei 101·0dfrige•nli. Co11ti11ua11d0< su questa via, fino al punto di creare ( come il Longo propone) U!l(l federazione fra i. due pal'lili, con orgf1il1idi sl'ampa comuni, alla quale pos– sano dfrettamente iÌzscl'iVel's-i chi voglia aderfre ad uno dei dl11epm·titi "seMa pass-a•l'epel' la trafila del– l'uno e dell'alt1·.o di essi", non s1' an·iva forse a-cl'ea·re un. po' alla volf(l) il '' fatto compiuto" de·lla fusione,' anche se il P. S. confiinui a considerarla in nU11ale? Nè credliamo mQlfo felice l'idea di a.nd -al'a inlel'– pellal'e compagni nostri, w1licipalame nle noli come fusionisti, pel' l'iferire sul giomale la lol'O opi11ione. Non c'era cet'tamen,ie bisogn10 di questa: prova per di– mostrm·e che anche tra i socialisN la fusione ha caldi fautori; pel'chè dalla deliberaZ!ione del nostro Con– siglio Nazionale dello scorso agosto, dalle dliscussioni fatte nelle sedute della Direzio11 1 e e del Comitato Cene trale del nosl'ro Pf1il'lit'0 1, dagli aI"tico/ri di molti diei' nostri giornali. il fatto era esubera'nlemenl'e pl'ovato. Quelle inlel'viste hanno perciò ful'fa• l'al'ia, confanne al pl'ean<I1,unciodato d<IJ Togl11atti a To1,ino, di volet creal'e fra i nostri compa1ni un s,enso di impa.zienza contro l'atteggiamento di sospensione nel quale si è collocata la Dire:vio·ne dlel nostro Pari.ilo,; e se l'in– tenzione non, è stata quesfla, bisognava, sopra'ltulto dopo le forme di perentorio invii.o usale a Tal'ino e a Roma, e dal Longo in un artìc-olo pubblicato alla vigilia del 1·ecente Congresso·, .a:sleners,i da ogni atto che potesse destare una djvel'Sl11impressione e susci- tare legittime suscettibili_tà. ' Pu quanto l'igual'da l'atteggiamento del nosll'o Pal'-. lito su questo argomento, confessiaJmq dli n,011esser l'iusciti a comprenidere mollo chiaramente lo spid/o da cui s·ono stat'e (l)llimaJlele_discussioni {ali.e e le de– libel'azz'oni prese nell'adunanza della Dfrezione e d'el •comitato Cen,l'rale. Soprattutto nel dliscol'so del Segre– lal'io genieraie, ctel quale l'Avanti! ha pubblicato 1111 l'esoconl'o che pwre stenografico, non siamo riuscili a scol'gere uiza nel/a' direttiva per l'at~eggiamenlo del , nosll'o Partito dli {l'onte alle dlelibet'azioni del C<,,11- gresso Comunista. Per noi :/'unico modo pet' m°:n~e– nel'e i rappol'ti di buon vioinato e l'enàere p0<ss1b1le quella comunità di azione ( çhe di gl'an cuore augu– riamo), pel' il mggiungimenlo .. dei fini c,omuwi, è , -quello di parla~· chiaro. E chiaro e l'ettpi 1 neo e _senta , reticenze avrebbe ,potuto e di.ovulo parlal'e_, pili' nella fol'ma p-iù cordiiale, il N,etmi, prima nelle parole delle nella seduta di ape1:tura del Congl'esso Comimis,fa, . poi nel discorso tenuto •Tllellar1 1 unione del Comttalo . Centrale; e chi.aro dovrebbero parlare anche tutti gli alll'i, per eseinpio i dlirigent.i ·della Fed'emzione P1·0- vinciale Mi'lanese, se, come ci si assicura, nessuno degli elemenJi respo11sCl!biliha mai condotto, per la formazione di:liste c'omuni nelle p•rossime lolle elet– torali, quelle traltal'ive delle quali hq. parlai? al Con– gresso di Roma il segl'etal'io della Fed'eI'azzone Pro– vinciale comunista milooese. Lascia 1 1·formal'si col si– lenzio, .che sembra_ conferma, un.o stato d'animo· e una ~speftazione che po-i gli avvenimenti po/l'anno dlelu– del'e è preparare malintesi e rise·ntimenti e compro– mettere quella cordialità di rappol'ti e p'Ossibilità di intese, che -noi_ tutti vogliamo mantenuti. Ancoru un~1 volta la lealtà appare, oltrechè un dov~re, anche.'! migliol' modo di provvec:(ere al proprw vantaggw. speci·almenl'e per un Partito, come il nosll'o, che ha bisogno, p,e1•att-ual'e i suoi ideali, di e·ducare la co– scienza del popolo, un risultato a cui non adducono la.' scalll'a l'elicenza e il silenzio sornione, che possono, anche conll'o la vofowtà di chi li usa,, divenir stru– ri-ien/'od'inganno. ' LA Cm·FrCASocr~LE

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