Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 1-2 - 1-16 gennaio 1946

CRITICA SOCIALE viltà della piccola e_glorio'Sa Greci~ è anéor o,ggi_ v~v~, e operante com.e elemento determmante della c1v11t..a e della cultura dell'Occiden!e. Dalla s·piritµalità elle– nica, e soprattutto dalla_gra.nde esperienza rivelatrice di Platone l'umanista moderno· ha ereditalo e con– servato quell'atteggiamento ,di disla·cco da tutto cio che è contingente, e di equilibrio unifi?ator~, c_h~ di un Pico e di un Erasm,o• dovevano fare 1 « prmc1p1 di concordia» in un'Europa minata dagli scismi e dalle barbii,riche dispute. teologiche. · L'umanista non dirige· e .non fonda; egli interio– rizzà e ricrea alla luce p•a.cata·d.ell'intelligenza. Come · stoi;:ico, egli è la ·•cosci'enza riflettente e giudic_atrice dell'umanità civil<e, in tutta la prodigiosa e sconcer– tante ricchezza d·elle ,sue manifestazioni; come uomo, è cittad 1 ino del mondo, perchè la sua nativa disp,osi– zione alla tolleranza, rinvigorita e ingentilita dalla cultura e da una vasta e complessa esperi·enza umana, gl1 vieta di erigere gli inter-essi particolari della pro– pria patria a criterio assoluto nel giudicare delle p•alrie altrui. Là .forza dell'umanista consisi'e nel' liberare, alla' luce della ~rltica, l'elemento universale ed 1 umano im– plicito nelle creazioni dell'intelligenza e nel. sollevar.e i contenuti del divenir.e storico al p,iano delJ.o Spi– rito in cui gli odì e i contrasti si ·p,J.a.canoper risol– ver;i e giustificarsi in una visione uni_ta,ria del pas.– sato-. ,Ma la sua forza è a.nel le la sua debole;zza, perche la sintesi stodca è porta.la a ridurre l'impor,anza o a svalutare· le cause e i motivi conting.ent1, connessi con la crona,ca che hanno alime-ntato e ingigantito quegli odi e qt;ei contrasti; svalutazi,one che·,. se ri~ ' sponde alla necessità di ricomporre gli. avven1rnentt nella J.o,ro giusta prospettiva, a quello spirito di tol– leranza ed equanimità che deve· isp-irare e guidare l'opera delL!) storico, il qua-le « non irri,d 1 e, non com– piange, .nè disiprezza, ma comprende», port~ta nel vivo delJ'.azioile paralizza la "volontà, determmando quel dep,recatò ass·enteismo della cultu~~ d 1 ai per\coli ; e daUe vicende· al!erne della lotta pohhca e soc1ale. Schve Thomas Mann: .« Vi è in ogni.umanesimo un elemento di d-eboJ,e·zza,che ,deriva ,d 1 alla sua ripugnan– za per .o,gni fanatismo, dal suo spirito di tolleranza e ' da certa sua, disposizione. a uno scetticismo indtù,· gente, in una parola, d 1 aUa sua bontà naturale. Qua– lità che in alcune circostanze gli p,o·s·son6 riuscir fatali. Ciò che a noi oggi :necessita è un umanesim,o. militante, ·un ,umanesimo che affermi la sua· v.irilità e che sia persuaso che il ·p,rincipio -de!J.aLibertà, del-la • tolleranza e del libero -esame non ha il dfritto <li lasciarsi sfruttare dal fanatismo spudorato dei suoii. nemici. L'umanesimo europeo è divenuto incapace di una ,resurrezione che ridoni ,aJ suo~ principì il valore e il signiJìcato dei giorni di loita '! Se rion ~ più capace di p,ren der coscienza di se stesso,. di pre-. 'pai·arsi alla lotta.in un rinnovàmento d'elle sue ener-· gie ·vitali, 'perìrà, e con esso perirà l'Europa, il cui nome non sarà p,iù che un'espressione meramente' geografica e sloriica » (1). - d,el disprezzo e· ,d'ella cresèénte diffidenza verso gli esp,onenti della cultura non è da riportarsi inte,ra– mente p.Ua scarsa maturità politica dei ceti operai, al loro, semplicismo dogmatico o ad un generico• e astratto odio di, classe, e neppure iallo scettico riserbo e alla ·compassata indifferenza dti « clercs », che il risentiment o impla cabile dei ·« manu,aii » considerò alleati .e asservi.ti alle forze del capitale e della reazione. . , Se non vi fu vero e proprio tradimento, è però certo che là reazione bo,rghese ,dei paesi europei e il fa– scismo che -ne· fu la direH·a conseguenza, se•p,pero sfruttare abilmente il distacco, burocratizzando i sin– dacati operai, ponendovi a cap.o, ·maneggioni o me– diocri avventurie,ri della penna e rendei:Iid'o impos– sibile .Qlgn.i contatto fra le forze ,d·ella. critica e 'quella del lavoro, atto a prepa,rare un'alleanza costruttiv31. Le ragioni della 'diffidenza del proletariato verso gli inte1leUual1 110,11 s<_mo ,d,ovute soltanto alla p,resun– ·z1òne e alla «sufficienza» di questi ultimi - p,erchè· il lilisteismo non è una qualità ·insepa,rabile dal mon– do della cultura!'-, non allo scarso -entusiasmo del– l'umanista per la fatica. fisica, ma alla sopravviyenza dei regimi di classe, che sono incapaci_ di.sostituire alle fittizie gerarchie, fondate sui privilegi, un nuo,vo criterio 'di valutazione, éhe vada ben -o.Jtre una- prov- _visori·a definizione dei rapporti tra le varie forme di op,erosità, ·per cogliere ]'.identità profonda· tra il la– v-oro mentale e il lavoro manuàle; i,d•entità che trae o,rigine dall'oscuro sentimento d'.angoscia, purifk_a.t-o dal c01;rispondente sentimento del dovere, che si ac– compa,g\ia aJJ.atensione e penetra finp alle radici del– l'essere, strutturan,d 1 o la personalità. Tale identità-non gius-tifica il grossolano ugualitarismo del socialismo .utopistico, dinanzi al quale arretra, come ben dice Franco Lombardi, l'intellettuale- niodern_o; essa è il terreno comune che rende nece.ssaria la discrimina- zione delle capacità, µon mùovemd'o .da considera- · zioni di natura esteriore, ma dal p'iano intimo, da cui germina- ed in •cui si affer~a e trionfa il vafore .· dell'uomo. · ,· ·. · · · .' · . L'ineluttabilità del regime di massa, che so,rge sulle r,o'Vined!ei regimi di classe, non deve perciò atterrire l'uomo di pensiero.- Quarrdo si afferma che il preva– lere delle «quantità» sulle «qualità>>· minaccia· di · . travolgere e. sommergere pe,r sempre i valori della .cultura, non si pori.e in discussione nè si con.futa, . cOÌÌile credono· i no•stri avversari, il -socialismçr - nuova sintesi• che· risolve l'autonomia e il valore infi– nito 'della persona umana nelia solid'arietà -; ma si. rinnega la stessa .funzione mediatrice d.ella cultura, su cui si fonda la divisione del lav,o'l'O ·e la 11.ecessità deUe :nuove élites. · Lo snobismo, che è la càratteristica di tanti pseudo– intellettuali e che fa spesso del proletario un ,-aspi– rante borghese ,>1, ·è forse l'ostacol,o più serio., come è stato os:s,erva,to,alla_real-izzazione del' so·cial-ismo, éhe è << solida:rietà nel bene comune» (Perticone). •La ri-• . nunzia ~li<;> snohisi:no; il: tutti gli att:eg~iame~ti e ::ille ' superficiali e pess1m1stiche valutaz10111 storiche che ne derivano, dovrebbe eliminare· pro,gressivamente l'ant,agonismo tra il rnondo della cultura e il mondo de l lavoro ; p·e,rchè sfamo• profondamente persuasi che , la civil.tà umana potrà esser e salvf!,gua rdl!,ta soltanto se -g li intellettuali sapranno interpreta.re, disciplinare e sollevare all'a -luce della riflessione critica ie esi– -genze immediate d 1 elle comunità; se nella loro oscura e incon_tenibile sete di giustizia s,ociale le forze attive Un umanesimo militante, che lotta rinnovando le sue forze vitali, non potrà mai accettare il co11for– mismo. dei ce-ti intellettuali .dli tanta· parte ,d'Europa, p-e~·i qn11li « l'amo';'r _ùe.~•o,rdre se confond avec le gout des lyrans », ne gmstificar-e il compromesso mo– rale del purus philosophus e ,del purus phi'lologus, i quali, abbandonando le cos•e del mondo per avere l'eterno, p-èrdono la ipropria an,ima, che in tan'to è perfetta e attiv·a, in quanto, come vuol,e il Ficino essa sa dtwvare la via del ritorno ,nel mondo di' quaggiù.. . .. e vigili dell'intelligenza sap,ranno cogliere quel po- . tenzi-al•e sla,rr'cio d_i spiritualità delle masi.e moderne, elemento e p,resupiposlo fondamentale per un dura– turo rinnovamento e'ÌÌ~o, senza ,d'i cui non è neppure concepibile una nuova struttura della società. · L'isolamento id' egli intellettu ali nei p,eriodi in cui come nel primo- dopog uer.ra e duranLe il ventenni~ fascista, vi illra maggiore n ecessità del Joro inter– vento .nel campo .della, !otta p,o'1itiè.a.e sociale, potè aprpanr.e come un tradimento a danno delle classi lavoratrici, che si videro abbandonate e p,rìve di ele– menti dirigenti, esperii e ca·p,aci nel difendere e far v~l~r~ con ferma intr·a,ns,igenza e solidnrietà i lo-r.o d1r1tt1 contr.o la bor5hesia capi_talislica. La ragion!:) (1) THOMAS M.ANN, Avver.tissement à l'Eu,rope, Paris, Gal- lima.-d, 1937. . ' · - BibliotecaGino Bianco . La lotta clandes,tina contro· il.nazifascismo ·uei paesi· occupati· d,a.gli ·eserciti hitleriani ha post o -in essere le-condizi,o•ni per una intes a fecond a f.ra intellettuali e lavoratori; intesa eh~ d, ovreb.be, i-n-un breve vol– gere di tempo, determinare ed' articolare l'unifica– zi;one. delle due classi, quale concreta antecip•azione . d1 quella_ (<.società senza classi», in cui i valori non s.aranno più i segni. esteri.o,ri ·di una gerarchia fittizia · ma la spontanea espression·e del lavorò inteso com~ dovere sociale, come consapevole apporto individuale.

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