Critica Sociale - anno XXXVII - n. 8 - 31 dicembre 1945
118 CRITICA SOCIALE di quella scena selvaggia ci. è. rimasto serrato nel cuore, non placato dallo spirito dolce e sereno della nostra Morta. Filippo Turati, fuggiasco dalla sua casa, lasciò qui il meglio del suo spirito e portò nell'esilio l'a- troce ricordo dell'estrema viltà... , · Riposa, Maestro generoso! Noi abbiamo visto la riscossa che tu sognavi! Lo spirito della nostra Anna è risorto! Forse a riscuotere ,gli schi.avi hanno• giovato .anche le bas– sezze che strazjarono il cuore tuo e tanti tanti po– veri umili cuori ... NINO MAZZONI DUE COMBATTENTI MORTI · ROBERTO VERATTI EOTTAVIANO PIERACCINI Domenic·a 23 questi due amici e compagni, furono commemomli degnamente dall'avv. Mazzol111 e dagli on. Mazzoni e Targetti. Pei- l'occO'Sioll'e ìl nostro di– retl'ore, p,er incarico del Comitato delle onomnze, inviò all'Avanti! uno scritto commemora,Uvo, che, per motivi vari, non f1r pubblicato. Lo p·ubblichiamo qui, come tributo di Critica So– ciale alla memoria ,d/e•idue compagni nostri sacrifica– tisi pei- rivendicare la dignità e la libertà del popolo ita/i{JJ]lO. Tra ·i tanti morti che piangiamo, due saranno par– ticoiarmertte commemorati oggi, in un raduno che gli amici hanno convoca:to per le 11, al Teatro Nuo– vo. E gli amici, i -ooru_p,agni,gli esHmator'i saranno falange numerosa. Roberto Veratti e Ottaviano Pierac– cini merit-ano questo rimpianto e questo onore. Roberlo - come tutti lo chiamavamo - era una delle più fulgide speranze del nostro partito. Ad ogni momento, se c'è una decisione grave da pren,ciiere: se c'è da affidare un incarico che richieda intelli– genza aperfa, p,rontezza di decisione, fermezza di fed1e, senso di respronsabilità, coraggio; se manca l'uomo capace di fare, di ,dirigere, di. incitare e di· · coordini).re il lavorò degli altri; spesso ci sorpren– diamo a pensare e a idlire: S.e fosse ,ancor qui Ro- berto! · Nato nel 1902, si sentì s-ocialista già nel 1915, per istintiva avversione alla guerra; nel 1920, a .diciott'an– ni, già dava al Partito. l'opera sua, senza nes,suna aria d 1i iattanza, qual è frequente nei giovani precoci, anzi modestamente, silenziosamente, e con raro senso di equilibrio. Tra il 1920 e il 1926, pur compiendo gli studi universitari e inizianid10, conseguita la Iaurea in legg.e, la pratica .forense, Egli allargò la sua cul– tura socialis'la. Entrò ben presto nel salotto al quarto pi,ano di Portici Galleria 23, condottovi da me e d:a altri amici, che desiderammo p•Ì-esentare a Filippo Turati e ad Anna Kuliscioff questà giovane recluta ,d:i ruo1n comune valore, che ben pres:t 1 0 infatti si gua– dagnò la stima e Ia fiducia loro e di Claudio Treves e che Carlo Rosselli volle spesso al suo fianco nell; ~otta che ancia~a sostenendo per dare più vigoroso 1mpeta alla attiva resistenza soci•alista con~ro il fa– scismo. 1 Vennero i tempi più tristi: l'assassinio di Matteotti il id1iscorso del 3_gell'naio 1925 (effetto della oonsoli~ diata complicità d·elia monarchia), la legislazi,orìe fa– scista e le sanguinarie violenze organizzat1e dalle sale dei Ministeri; Salvemini priO'cessaio per la diffusione di .fogli dandestini -e costretto poi ad emigrare; Tu– rati ,e Treves edl alti:i moltissimi costretti essi pure all'esilio; nel· Paese arresti, condanne al oonfino ed al carcere, violenz,e brutali. Roberto prese subito !l suo plo!ito nella lci!ta ·.epar- ·:1 ecipò a tutte· le forme di azione con le quali lìi vplle riaffermare la fede nella libertà e nel socialismo; resse le fila d'intese clandestine, tenne viva negli ani– mi di compagni giovani -e vecchi la scintilla della fodle e l'ardrore di una vo.lontà che rno•n intendeva piegare alla corrotta e violentia tirannid.e. Perciò fu arrestato· e quan-do, per non essersi trovata nessuna prova dell'azione ·che Egli aveva compiuta, tornò in liberta, riprese subilo il sUJop,osto. di combattimento e Io tenne poi sempre, s-enza un momento di èlefe– zione, con singola·re fermezza e accorgimento. Il suo studio ,d:i Via Manzoni, 21, ,dlivenne un po' alla vQlta il quartier generale: vi si adunavano anti– fascisti di tutti i partiti, i cui convegni tutelò con amoroso ed efficace accorgimento la .cor<a·ggiosa com– plicità e la· devota vi:gilanza d~ll'animosa portinaia Maria Bord:orni, il cui nome v ogliamo qui consacrato alla riconoscenza idd , quan.ti fur,ono, per l'opera sua, salvati dalla rabbia fascista. Se c'era in quei convegni qualche sfiduciato, se affiorava qualche segno o di stanchezza o di pessimismo, il· pensiero sicurlo 1 e 1'a p,a-~ola calda di Roberto, e il sorriso che sempre illu– minava il suo volto, ridavano a tutti fiducia e corag– gio e volloinfà dli continuare senza sosta la lotta. Il 26 lugJì.o 1943, qu-anta gen:te riel suo studio a .scambiarsi parole di sp,eranza, a fissare i c-ompiti che l'evento inatteso imponeva ai credenti nena li– bertà. Che settimane di riflessioni, di discussioni, dii propositi ,d'azione! ... e poi 1'8 settembre, e la ri– C3JdQ1ta in una .tiranni,de a:ncor più criminosa, inco– raggiata e presidiata d•alla barbarie teutonica. Molti dei più ooraggiosi combattenti, da Rodolfo Morandi a Gigino Battisti, costretti a fuggire; molti altri denunciati e arrestati; Roberto, incitato .dia·gli amici a p,assare lui pure il confine, rifiuta. il consiglio. C'è man.d:ato cli cattura c ontro d i Lui; gli sbirri sono andati nello studio _p.er arres.ta- rlo, ma per t1oirtuna non lo hanno trovato; egli ,p,repara la fuga ad altri, · ma .dichiara d'i vo.ler rimaner-e e con quel suò sguar– d,o sicuro e sorridente pal'e quasi che tenga lontano da sè il pericolo e riesce a.diattenuare le app,rensioni degli amici, che d'altra parte sentono ,dli non poter cozzare contro la sua fe'!"rea vofontà. « Ora che non ho p:jù la barba,, potrei anche girare liberamente p·er Milano. Non mi rico.noscono ». E nelle turb'inose settimane d'egli ultimi mesi del 1943 ,lavorò anche per tutti quelli che erano in car– cere o in esilio, e logio.rò.lia-sua forte frbra; la quale non potè resistere all'assalto di una violenta, se.ttice– mia; e poichè, braccato -con acçanita. ·insistenza dalla polizia .fascista e diaJle S.S., Bgli non potè ,aver le cure necessarie, il 24 dicembre cedeva alla violenza . del male. Una tempTa insostituibile di oomba:t.tente e di condottiet1o veniva a mancal'e ,alla lotta .per la civ.iltà e la lj,be'rtà. · Eppure ,qualcuno doveva soslituirlo, poichè J1on nuò un esercito interrompere una battaglia che è in oorso, se non arrenden,dlosi; e quel manipol!o• di combattenti non era disposto ad arrendersi. Per d:es.ignazione degli amici,- per amore alla cau-· sa. per fedeltà all'amici'zia che da vent'anni 1o legava a Roberto, Ottaviano Pieraccini accettò dli prendere· il p/o5to di Lui. Emigrato da molti anni daUa• natia Toscana, uscilo da .famigli-a in cui era tradizionale l'esercizio della medicina (medico suo pad!l'e, medic,i suo zio, l'eminènle compagno nos.tro che è ora sin– d1aco di Firenze, med:ici i sUlo•ifratelli), Egli aveva invece, come Roberto, percorso gli studi legali ed esercitava l'avvocatura con ingegno penetrante e sot-· tile. Socialis!a, come tutti quelli della sua fami,glia, aveva anche lui pr-eso nel 1915 posizione c,ontro la guerra·, era stato antifascista sin dal primo sorgere del movimento mussoliniano, e nel 1921 aveva meri– tato di subire le violenze· maferi;ili d~l fascismo. Ap– pena venuto a ,Milano, circa vent'am1i addietl'o, s'era legato di fraterna amicizia e:on Roberto, •dielquale era,
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