Critica Sociale - anno XXXVII - n. 8 - 31 dicembre 1945

CBITiçA SOCIALE ns trarre norme per un'azione più assennata e co– struttiva. di quella svolta sin qui. Di questa crisi. si deve cercare che tutto il Partito intenda la por– tata e comprenda i motivi, anche per imporne i logici e necessari sviluppi. La logica degli .avveni– menti e le esigenze etiche insite -alla vita di un Partito· come il nostro~vogiiono che non si sacri– fichi, per salvare il pre.stigio delle persone, la causa per .cui il Partito combatte: esse impongono perciò 1~.allontanamento dalle funzioni direttive di tutti coloro che sono i. più direttamente responsa– bili dell'andam_e~to. pe;· cui il nostro Partito è mancato a quella funzione e a ·quel posto di pri– mato, che gli .avvenimenti e il corn::~r-de pensiero di Ìanta parte della pubb~ica opinione gli asse– gnavano sei mesi .a,ddietro. Non si dica che è una crisi tecnica e non. politica, se p_ure ~ vero che an– che nel funzionàmerito- tecnico si è manifestata la crisi .politica. Questo disservizio tecnico -è nato -infatti ·dall'a1·biìrio che .si son presi alcuni mem– bri ,della Direzione . (contro i . quali appunto ha voluto protestare e reagire la onesta coscienza del compagno Pertini) di assumere iniziative ·e svol– gere forme d'azione non solo non autorizzate. (co 0 me, ad esempio, la sospensione della Lega de'i Co– muni socialisti, deliberata senza alcuna intesa col relativo Comitato), ma a dirittura .in contrast'ti .con le -cÌ'irettive~sancite dàgli organi responsabili, prin-. cipalmente con la. celebre mozione volata dal Co– mitato Centrale. B'isogna uscir dall'equivoco e metter le carte in tavola. Non è lealtà verso j} Paaito che, dopo aver riconosciuto d'i .aver errato subendo l'influsso di « forze estl'.anee )), dopo aver ,dichiarato inat– tuale un problema su cui si era fino a quel mo– mento fatto convergere tutta l'attenzione e l'aspet– tazione del Partito, si venga ,poi a dire che non c'è nulla ·di mutato, in modo cne chi era stato il massimo responsabile o il _massimo interprete_ de– gli errori continu_i a tenere in mano tutte le !eve del comando. Noi non. abbiamo nessuna questione personale con ,alcuno; apprezziamo l'opera che __il Nenni ed altri compagni possono aver svolto m alcuni difficili .e pericolosi· momenti della . lotta, ma non possiamo assolutamente lasciare che essi continuino in un'azione. che esautora il Partito- e gli impedisce .di prender ,quella via per ,cui potrà veramente riacquistare la sua efficienzà e il suo prestigio e adempiere, nell'interesse ,del Paese, quel compito che gli spetta e che, rivendicata la sua piena autonomia,· sotto tina ,direzione consapevole del suo compito, sarà in grado di adempiere._ Al~or~ potremo riprendere la lotta per quelle ra4_wali ri– i orme dell' ordinainent~ s~cial~ ( rifor°:"a a_g,:ra~ia: riform.a industriale, sociàhzzaz1one de.gli Istituti d1 cr~dito), che sulle colonne della Critica, cerchiamo di preparare.con :stù.:di e dibattiti, ma .su ~ui l'.~– zione ,del Partito non si è affatto affermata sm '}UL · -La nomina ,a segretario del ,co~pagnp Mornndi ci è.parsa felice; ma le parole da lui dette a To– rin~ e a Milano ci hanno in parte delusi, perchè dànno imp~essione che egli rto~ reagisca· contro ·il tentativo di nascondere i motivi più _veri e di at-– tenuare la portata della crisi. Tuttavia .abbiamo . fiducia nella sua rettitudine e lealtà e nella sua devozione alla causa del s0cialismo e confidiamo che la sua azione sarà· mo·1to ,più rettilinea ed ene_r– gica di quanto le. 8Ue parole non lascino oggi spe- . , r-are. La Demo,crazia Cristiqna e lo Stato Ìaico Un. primo compito che egli dovrà assumere è quello di pi:eparare e .affrettare la convocazione del Congresso nazionale, in cui il Partito dbvrà affermare e cominciare ad esercitare la sua so– vr~nità, troppo speS\SOmisconosciuta .sin qui. Nel congresso, oltrechè stabilire le linee fondamentali della legge 'interna del Partito (lo statuto), si do.– vrà anche fissare l'indiri~zo di tutta la ,sua azione, che non -deve essere abbandonata ad arbitrii e im- -provvjsazionì. Noi ci siamo, ad esempio, doman– dati da chi e da che cosa ,si sentisse autorizzato il compagno Nenni a impegnare il Partito, nel suo discorso di Padova, .a un'intesa fra i. tre Partiti di massa, e ad andar a cantare il cc° Vieni meco )) sotto le finestre della Democrazia Cristiana, la quale non ha ancoi'.a definito la sua vera natura nè enunciaio il suo programma, neppure su quei problemi che dovranno avere più pronta soluzione. Noi non riusciamo ancora a vedere in modo netto il volto- democratico~ di questo partito; non siamo ancor riusciti. a 5àpere in maniera precisa se esso intenda propugnare la soluzione monar– chica o 'repubblicana del problema istituzionale e quali- soluzioni proponga per gli ,altri problemi che noi riteniamo fondamentali per il futuro ,assetto economi<co-sociale. Come si può, in queste condi– zioni, prendersi !'.arbitrio e· ·commetter l'errore anche soltanto dì mostrar l'intenzione di un -ac– cordo a cui manca ogni hase e dì ewo1:si per giunta al rischio di ricevere un· I"1fiuto? :.. La polemica sorta da quel ,discorso di Padova ha d.imostr.ato infatti che la ,difficoltà dell '.accordo è anche maggiore che non sembrasse già prima. Nenni ha messo fra i punti programmatici del 9 · Partito la laicità dello Stato, crei:}endo che, con-• tornata dalle ripetute dichiarazioni di riconoscere tutta 'la ,solenne importan·za del problema reli– gioso ·e di voler professare il più devoto rispetto a tutte le fedi, la laicità non potesse creare un motivo di dissenso. Laicità dello Stato implica in– fatti la condizione che la Chiesa trovi bensì nello Stato ogni possibile libertà per I ',adempimento del suo mandato, ma non possa. attendere la presta– .zione del braccio secolare per aver aiuto ,a quel suo idempimeiito. Si è vist~ però come la Demo– crazia Cristian.a ha subito reagito· alla dichiara– zione del Nenni. Essen.dei riuscita, per la debo– lezza e l'inefficacia dell'azione degli, ·altri P.artiti, a diventare cperno e arhitra •della situazione po– litica, essa crede oggi. di poter _affacciare le· mag– ,giori pretese e si oppone alla laicità dello Stato, °il che vuol dire che v.uole lo Stato confessionale, ~ -cioè"lo Stato posto a servizio di una fede religiosa (la cattolica, naturalmente); e poichè questa fede ha·· per sua depositaria e ministra la Chiesa di Roma, c~i spetta di guidare l'azione dei fedeli, Stato non laico vuol dire Stato obbediente agli or– dini della Chiesa in tutti i campi che costituiscono la sfera d'attività di •questa. Ritorniamo così alla libertà gregoriana,· come ha esattamente scritto un nost~·o compagno sull'Epoca di Roma, cioè ad una libertà che consenta alla Chiesa di dominare la vita dello Stato, come fu pr~gramma di Gregorio VII e, con accenti ,anche ~ più -chiari e prepotenti, ·di Bonifacio VIII .nella bolla Unam. sanctam. Per dimostrare che lo Stato laico non h.a .•diritto di ésistere e non può anzi esi5t~1:e 5enza pericolo per l'umanità e la éivi}J:à,

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