Critica Sociale - anno XXXVII - n. 8 - 31 dicembre 1945
CRITICA SOCIALE 125 ICl'mi11i, 1/Ì /r(l'/la dli due uisioni generali anliteliche della riuoluzio11e proletaria: è l'antilcsi frn socialismo -democralico,.,e bolsceuismo, fra, marxismo e lenini– smo, che lrent'amii di lotte leoriclie hann,o· Ol'prni in– confondibilmenle precisala nei szwi ueri termz'ni. Purll'oppo la elabo1:azione e lolla ·te"orica son-o oggi totalmenle neglel'le nel nostro Parli/o, sopraffalle dal– l'empit·ismo politico' e dai residui psicoldgici d{ tota– litarismo, che ind11c<foionelle 1uenli· orrore e /errore • per ogn.i idea di conl'rasto ·che ne /11.rbi['.inerzia ac~ cidiosa. Eppure in nessun mouimento c9me -nel no– stro la teoria· e l'azione sono inscin~ibilmenle co11r nesse, onde ~ secondo la concezione cri/ico-pì•atica del marxismo, - la teoria non è che· la coscienza deL l'operare, mentre l'azione è l'idea che si fa car11e, si impadronisce delle masse e si fraduce nei fatti. Secom:f-0 l'uno, ossia sùondò il social.isnio marxista . e democratico, /q riuolzzzione proletari11J è il moto autonomo che uia via coinvolge la fol11Jlitad'ella classe operaia, rendenldlola co!llsapevole del s110compito sto– k'ico di liberali·ice dell'umanità ·e idonea adl attuarlo. Essa q1rindi non è concepibile - come riteneva Rosa Luxembourg - se non in co,ndizioni che favoriscano e garahJtiscano quellà autonomia, se non nel quadro della democrnzicn -integrale, nel pieno uigore della li– bCl'la di ri111iione, di propaganda, di associazione, d•i stampa, nel p1eno viga-re del suffragio, universale. La democrazia e la li berta costituisco1~0 dunque la stessa, natura essenzi'ale del socialismo: senza dii esse è im– pensabile la formazione dii uomini liberi, capaci di _ pensare e di gouernarsi da sè, come è r"ichiesto in · una societa senza èlassi. · Natura/menti.e - come Trotzki obiettava -co,n sar-' casnw a Kautski -i, dalla teoria marxista 1~onrisulta afl-.0.llo che la storia crei sempre le condizioni più favoreuoli al prole1'ariato; ·ma - come a sua volta Olto.Bauer ri-batteva a T1·otzki - dal modo di vedere di co-st_uiC0!11Seg11e ,precisamente: 1°) che il prole/a-– ria/o non deve tendere se'mp-re e" dovunque alla ditta– tura come alla propria meta, ma d/eve <fieciduvisi solo dove la storia stessa ve lo obblighi; 2°) che il proleta– riato deue attenersi alla dittatui•a solo finchè le coii– dizioni storiche ve lo obblighino, ma che; app,wa -la storia lo consenta, deve condurre la lotta di classe nel quadro delle istiCuzioni democratiche. Ma quésle con,seguenze la dottrina lent'nista non le trae; e non -le può trarre.. _ . · Secondo questa dottrina, infatti, la i·iuoluzione pro– letaria non è il moto e la conquista (normalmente r1rad11ali,essendo- inconcepibile zm ritmo .diverso nel quadro dt.ella democmzia) della tot'atità della classe <;peraia che gillnge-uia via alla ·coscienza del suo com-. pilo s/orico; ma- è il moCo e la conquista di llna "avan– guardia" e, quindi, "di-una minoranza che, mTogan– dosi una rappresentanza puramente i-deaJe, non- rico– nosci lita in fatt'o d-Qimppresentati, o non riconosciula coscientemente, è per necesse costrella a procedere a colpi di decreti ditl'atoriàli, coartando la volon,ta del- _ le masse· o abbacinan<fiole e fanatizzandole, nell'Ulu- . sione (lii poter realiz:;are con- q11esti mezzi antidemo– <'ralici la società socialista. . È il rimprovero clie !nell'articolo di presentazione di questa Ì·ivista noi nwvevamo ai dirigenti comu– nisti del Pàrtito Socialista nell'altro dopo guerra;·di– cendo che "essi parvero dc;zre (all'a11spical'a "d 1itta– t11ra del ·proletariato") il carattere, non di llJW fg.se lr0.nsiloria,, quan,to piii breve possibi_le, eventualme. nte. resa necessaria dall'urgente bisognd di difendere·gli ,ordinamenti democratici che fossero minacciati d'çil– la violenza di 1l'l.1a mi11Joranza legitl'imamente spode– slalaJ; m_a di zmo stabile regime, fondato sul moìw– polfo politico di una minoranza, anzi di wi solq par– iilo, e q11in,d 1 i .mila compressione.e sul ferrare". I,a d,oHrina leninista e l'attuale prassi- del P. C. La dott17ina leninist'a è in fo;ido (liacobin.a e blcu1- q11isla, non -marxista,; ed è tale, non per 1·iflesso, co·– me molti ritengono, ddle condizioni arretrate dlella Russia, nelle quali, dopo l'altra g1.1e1Ta, fu chiamata al saggio dell'azione, 1t1-a nella, sua ori{/i 1 naria elabora-. zio11e teorica, che risale ai primi anni del secolo. b' _prerisamente in cotesto utopis~110 giàcobino e blcm- q11ista ol'iginflJrio è la rn<Nce di lutti gli asjJelli aJ1li– de111ocratici della dollrina e della prassi del Partito Co1111111ista. Il leÌ1i11is1110 è irri111ediabilmente 'oligm·– chico. Orbene,. i com1111isti non l'hcm mai rinnegato- e nep--_ pure mo111e11lanecimentemesso in soffitta. _4ncora po– co le111pof(/) il capo comunista Longo, in un "rap– porto" ai "quadri dirigenti", tranquillizzava alcuni suoi compagni dl1Ìbbiosi, ·riconfermando in pieno la dotl)·ina ufficiale del pl'oprio partilo. È vero che tn. 1111 recente -articolo di "Rinascita" 11nal/J-o capo co– n111nisla ha cercalo di ridurre il leninismo a,d una innocente metodologia. Ma sono storie! "Il leninismo è il marxismo dell'epoca dell'imperialismo e della ri- 1,o/11zio11e prolefal'ia. Più esallamente: il leninismo <\ la ieoria e la tattica della l'ivol11zione .proletaria in generale e della di_l{alura del proletariato in parti– colare,,. (Stalin). Come si concilia dunque questa diollrina a11toritaria con l'<tlluale pl"assi "democratico-progressiva" d•e7 P. C.? A questa domanda la nostra riuisla ha gia dato risposta; la "demo-crazia progressiva" del P. C. non è in fallo p1·opu-iamenle democrazia, o -a/117e'nonon è democrazia nel senso socialista del lermine. Più esallamente douremmò chiamarla t 1 attica Jégalitaria, volta a conquistare a qualsiasi costo posizioni sem– pr~ più forlt nel paese e me/lo Staio, a spese pl"ecip11a-, mente degli altri partiti di massa. Democrazia e /e– galitarismo non sono sinonimi, come sembra creder.e il compagno- Dayni1w. Può benissimo darsi un'azione frgaliluria che 110"11 è democrntica (ad es. quella im– piegala da Hitler per la conquista del potere); come può darsi 11n'azion-e democratica che non è legali– /aria (ad es. la lolla armala dello Schutzb1md conli•o il governo clericofascisla di Dolfuss; la guerra dei re,pnbblicani spagnoli contro i generali f_e//01ii; l'a– zione .dei nostri Comitati di Liberazione conl'ro il nazi-faiscismo). Più che la forma, quel che nell'azio– ne politica conta è lo spirito, è l'ampiezza e· profon– . dità degli strali popolari che padecipano alla lotta, sono i fin{ proclamati e, la consap~uolezza che ne hai11110 i combalten·li. La nostra conclusione. Come concluderemo·? Che -l'unità d'azione· fra so– cialisti e com1misti è oggi in Italia una corndàn'nabile ipocrisia? Neppur per sogno. Anche a qitesla do- 111tmdala nostra rillista h-a già risposto: nessuno più unitario di noi! No·i ci rendliamo perfetta-mente conio che fondare _ un solido -e duratul'o ordinamento democratico è oggi in Italia impresa .impossibile se'Jlza il con,corso delle masse comuniste. Non solo, dunque, devono essere ad og11i costo euifate ( ~' per qllanro· dipende da noi, lo sawanno) le lotl'e fratricide del passalo, nella co11- $ape11olezza che, se si rinnovassero, sarebbe per la classe lavorati-ice ilalia11a e per la nazione il disaslt-o:-. ma deve con ogni energia impedirsi che quelle masse _:__ come vorrebbe la reazione - siano isolate e spin- te all'opposizione. · Noi ci associamo in/iernmente, schiellamenle, frar terwamenle all'omaggio reso dal compagno Dag1iiuo a quel pi·olelariato comu1iist_a che _hasmpulo insegnare (1i,/i llalinn-i come ci si arma, ci si balle, ci si .s.acri– ficr1 per la conquista della liberta. È sacrosantamen– te vero. Quel proletariato- si è sacrificato per la li– hotlà. Orbene, il no_slro dovere, il douue di noi sociali$li ·democrntici è di far si - per quan'to dipende da noi - che tale ,;acrificto non sia stato vano; 11011 sia euen– lualménle distolto dal suo scopo. Ed ecco· la vera e ·sola -funzione attuale dell'unità d'azion~: impegnare il P. C. in una politica che· piiò dfrsi diemocratica nelle .me manifestazioni e nei suoi svilllppi obbiet- . l'.ivi (,se non nei _calcoli dell'" ap-parnto,"); sicchè un'altra "svolta" (analoga a quella improuvisamente . i1rugurafo nel 1939 col patio fm Hitlu e Stalin) szgnificlti per· r" apparato" venire a conflitto con quelle masse che han preso sul serio la_" democrazia progressiua ". · . . ìVla-una-condizione, sin.e qua i socialisti verrebbero e11iden,te1nenle meno a~ loro compifo, è, c,on la lucida
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