Critica Sociale - anno XXXVII - n. 8 - 31 dicembre 1945

• . CRITICA SOCIALE 12·3 blicani; pe11chè contro questo blocco, llll :altl'o se ne sarebbe costituifo, n:d' quale i li'ber(ljli e tutti' gli ele– menti reazionai-i sarebbero riusciti a frascinal'e uno dei tre partiti di massa, quello che probabilmente dispone in moll'e plaghe -d'Italia del .seguito più nu– meroso, e cioe il pa,rtito democratz'co-cristi&w; con che, olt1•e che porre .un fo,rte blocco a disposizione dei gruppi reazionari, si. sarebbe corso rischio, d-i romp·ere l'unità proletaria· sul terreno sindacale. Questa giusta argomentazione ( che mostra di acco– gliere,- interpretandoli nel foro esatto significato, al– cuni dei mo.fivi per- cui noi d siamo dichi(ljrat-i TIJOn favorevoli alla fusfoIZe soèial-comzmista, l'itenend!ola dannosa ad ambedue i. partiti che avrebbero (}ovulo fondersi) era stata, nell'esposizione dJel Ma;zzalz',op– portzmamente". rafforzata con· un rtchiamo alla situa– zìone francese. A,nche là partito s•o-ctalista e partito comzmisfa, sebbene' con l'unire le loro forze avessero nella Cosfz1fuente una schiacciante maggioranza, rite,Ìè– nero tuttavia opportzino segu-ire il consiglio dz' Blum e sfl'inyere iJ.lleanza col partito della de!mocrazia Cl'istia-· ne, sia per mantenere 1m accordo di flztte le fo,rze de– mocratiche contro i gruppi ·reazionari, che; sebbene abbiano un l11u,nero_esiguo di rappresentanti nella Co– stituente, possono tuttavia riorganizzare le loro for– ze e i loro intrighi nel paese; sia per un motivo dli politica eS't,era. La Fl'ancia, per quanto considerata nazione vittorioS(lj, pe·r quanto sia sulla via di una p1•omeftenfe rip•resa anche per le /orze dli rinasci'ta che ha s aputo prontamente esprimere·, ha tuttavia bisog.no di manteI1Jersi in una posizione di caµto equi– lib rio; e se eta una parte "ha c'ercafo sub·i'to di strtn– gere accol'_di con la Russia e as.sicurarsene l'appog~ gio, dall'altra ha ritenuto. oppòrtuno evitare .il peri– colo che, pier l'a1Ssunzfone del go,Ù,e•rnoda parte d-i un blocco socialcomunista, lnghi'lterra e Amerz'ca po– tess·ero considerarla come una pedina nel giuòco del– la- polrtica russa, che non è- tutto latte e miele nei_' rapporti con lei potenze anglosassoni. ·Naturalmente, questa giusta considerazione esposta dal Mazzali nei riguai,dl/ dJella Franda ha valore an– che maggi ore n ,ei riguardi dell'lta'lia, che è tuttora tenuta in cofi.fo di nazione vinta,· che è tuttora ,sotfo il governo alle·ato (la cm' fine imminente fu aiznun– ziata solo 'dopo la chi'usura della crisi), che conti– nuerà anche dopo a d!over subire l'occup'aziowe• mili– tare, e no,n sa:_ancora quale ·illldlennità di guel'ra e pagamento di spese di occupazione le sa:ra·nno im– posti, nè quale sarà la sorte delle sue. colonie. Ra– gi1one per cui all'Italia anche più che alla Francia la costituzione di un blocco esclusivamente socia-l-co– m1tnista, e, ptù anco,ra, la fusione dei due partiti, po– trebbe_ recare i danni grovi che deriverebbero d'al sÒspett.o e dall'ostilità, delle potenze anglosassoni, ver– so cui starno in imo stato dJi soggezione molto più stretto, che no•n sia la Frwci'a. · Da ·questo insieme di constatazioµi e osservàzioni. fatt'e dal compagno Mazzali risulta1vano chiaramente niessç in luce e giustificate le ragioni del nosfro aJl– tegglamelito, che pure, negli' inevitabili attriti di uno scontro' polemico, era parso pochi giornt pdma, alla direzione dell'Av:in:ti!, .inopportuno e condannevole, ·come contributo dato, sia pune involonknriaIJJ~nte, al– la cd.usa della· reazione. Appunto pe'I'Chè, fuori della -polemica, in una obiettiva e serena· dlisanim.(1J ii Maz– zali e noi avevamo potuto trovarci d'accordio e con– statare e testimoniare la sosta.nii,ale uni:tà del pensiero s-odalista, io ebbi g1'usto motivo di esprimere il mio compiacimento. UGO Gumo MONDOLFO Il 12 genn(1JÌO un g:rappo, di amici nostri inizierà in Milano la pubblicazione di un giornale settimanale 11.Lavoro Socialista (ogni IZJ!lmero L. 5). Facciamo aJ. nostro confratello gli azzgur./più vivi di opera efficace in difesa dle-rleIV()lstrezldee, e lo raccomanc/liamo viva-– mente a tutti gli amici nostri. Per prenotazione di copie si puo scrivere al. LAVORO SocJALISTA, via Man– fredo Camperio., 10 (Abbon. annllo: L. 250). NOI E I COMUNISTI Cari compagni della « Critica Sociale » In· qualche articolo apparso suHa vostra Rivista trovo ripetuta l'affermazion.e,.che il nostro contrasto coi comunisti dipend.e in larga parte dal fatto che essi vogliono, la dittatura. I comunisti vogliono la dittatura?. ' Corris pond e ciò ,a. verità? Se c<, n.la predetta affermàzione si vuole significare 'che i comunisti non sono alieni, ove necessario, dal · far intervenire nella lotta politica ·il fattore• forza, il fo.t.tore resistenza armata; che essi non intendono consentire al metodo legalitario democratìèo se non nella stessa misura in cui anche le forze .della rea– zione e della c.onservazione intendono ad esso sin– ceramente conform,arsi, allora io credo che, dopo le esperienze del• passato, non solo ogni socialista di ·qual,siasi tendenza, ma anche ogni democra,tico do– vrèbhe essere con loro pienamente d'accordo. Sé invece con l'accusa di dittatura, come sembra· più evidiente, si vu,o! significare che i comunisti per ,d•ottrina, p,e·r tradizione, per temperamento, ritengono il rioorso alla forza inevitabile, per cui, malgrado le. loro· attuali affermazioni legalitarie e i loro slogan sulla « democrazia progressiva», essi dovranno fatal– mente 'evolvere in tale senso, io ritengo che su ciò si renda necessario, qualche chiarimento. In effetti, il problema consiste nel delerminiare quale potrebbe essere la causa di questa presunta fatàlità. Che interesse potrebbero avere i comunisti, in un paese come il nostro; ove la dittatura ha lasciato così Ciattivi ricordi, e ove tu!te le condizioni, interne ed· internazionali, sociali. ed economiche, sembrano do– .ver contrastare -la ripetizione di•un nuovo esperimen- '.to, a buttarsi voJ.ontariamente per una via tanto tra– gica e incerta? Con che diritto possi 1 amo affermare che i ·loro dirigenti sono talmente settari, e schiavi di schemi mentali preordinati', da non comprendere queste.cose e da desiderare invece, a qualunque costo•, nell'intimo dei lo·ro pensieri, il crearsi di una situa– .zione di rottura dal],a ,quale essi si riprometterebbero particolari· vantaggi? · Necessità di difesa contro la violenza reazionaria. Ma i comunisti non sono le sole forze attiviste ope– ranti sulla scena politica ·italiana. Ei;iston,) all'estre~ · mità o[Jp,osta altre forze che potrebbero prendere !'i-. niziativa. Noi non dobbiamo ·dm· corso anzitempo al fantasma della reazione 'armata, ma non p,ossiamo neppure ripetere l'errore del 1919-19_22 e far trovare le forze del lavoro mentalmente e m,aterialmente im- preparate di fronte a tale eventLiali:tà. · Per creare ,questa gfosta capacità di di.fesa, in gra– do· di corrispondere, -oye_neces.sario, ad una pront:a mobilitazi.one, bisogna consentire a certi sistèmi di in– quadramento e di disciplina, che possono sem~rare indisponenti per _dei cervelli ,a tendenze eclett1ch_e, ma che sono classici in tutte le epoche d·ella storia e in tutte le a-ree del mondo per aggregati. sociali che sono pre,o,rdinati per compiti storici del genere: Siamo noi sicuri CM lo sviluppo della crisi di as– sesJamento politico, ·sociale, economico del nostro paese non renda a·d, tJn· certo momento inevitabile qualche brusca iniziativa da p 1 arte della reazfone? Noi tutti certo ci auguriamo, per il bene della nostra Italia, che ciò no1i avvenga, ma ci sentiamo noi di escludere .questa eventualità, e- •di impostare quindi tutta la. politica della classe lavoratrice italiana su . questo presupposto? Quale teorie.o•, quale capo socla– lista può p.rendere ,a- cuore leggero, dopo le esperien– ze del passato, una responsabili,tà del genere? E non potrebbe veri_ficarsi allora che la presunta fatalità del ricorso alla .fo-rza da parte dei comunisti, dei soci•alisti-e ·deì democratici, sia in diretto rappor– to colla fatalità del ricorso alla forza da parte della reazione? Se, 'in altri termini, la fede dei comunisti nel ri– corso a-Ila forza è il dsultato non di unà_f.atalità di-

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