Critica Sociale - anno XXXVII - n. 7 - 15 dicembre 1945
CRITlCA SOCIALE del mercato,- redigere piani p~r. adeguare gli impian° ti ·alle mulevoH necesiità, creare uffici unici per l'assunzione e la distribuzione dlel lavoro, coordi– nare l'attività degli Uffici Tecnici in éiasc_un setfore di attività, semplificare .le lavorazioni o.rganizzan– d1ole scientificamente, studiare i bilanci industriali Comunità per Comunità, esa minar e per. cia•scuna di esse la possibilità di ii'n;pieg,o ,d.ei lavoi:,aiori; studiare l\ibicazione .delle industrie, · coor dinare la distribu– zione e la vendita dei. prodotti fissandone e con– trollan_d,one i prezzi, co,mparare internazionalmente i prezzi e studiare ·anche in relazione ad. essi le ta– riffo doganali, ·pretendere chia:rè. eid oneste regi– strazioni sui libri contabili e sociali, -dedicarsi .allo sviluppo di laboratori. di ricerche e di scuole_ pro– fiessionali, provvedere alla assistenza sanitaria, ecc., ecc., il .tut.t,ocon una visione di utilità e convenienza generale e non con J'occhi8, ,oggi ancora inevitabil– meru te egoista, degli a,tnministratori di aziende pri– va.te o dei: Consigli di, Gestione destjnati ad affian– carsi ad esse entro l'ambito d:elle singole aziende. . E, pur lasciando a qu~ste ,l,arga autonomia e re- - sponsabilità, siano istituit.i organi comunali (o pro~ vinciali, o regÌJi)nali, a sec oi;ida dell' importanza della Comunità) ·per la guida, l 'isp:ezi.one e il controUo di queste 23 Comunità, organi che potra nno essere ema– nazione degli attuali Comitati economici, o delle Ca- 1mere ,di Commercio,' o essere eletti dalle stesse Co– fmunità. _ Basta con l'anar.chia ...· Si avrà -così una prima .organizzazione tutt'altro che chimerica. Basta con l'an.archia e co,n la corru-– zione deli'inizialiva privata, ·se nòn ci batteremo per raggiunger'e quest'ordine,. saranno perfettamente in_u– tili i costituendi Consigli. di Gestione con funzioni cornmltive, ,o anche ,d,i c0Hab1Cir1azione,da_ svolgere, come si è osservato., nell'ambito esclusivo delle sin– gole aziènde; perchè con essi non si elimineranno ·gli accaparramenti ,di materiali e di liavoro, si acui– ranno gli antagonismi fi;a azienda e azienda, si au– menterà il disordine rlella p,r:oduzione, sar,anno sem– pre più deleterie lie'inter-ferenze politiche e si potr,ì far credere l'assurdo enorme, p,er dei _socialisti, del– l'utilità dell'iniziativa .privala nel campo economico. Se la costituzione . delle Commissioni di prodn~ zione non sarà per avventurta più possibile, bisogne– rji. che i Consigli di Gestione si riuniscano per set– tori, secondo le affinità di lavoro . .Se non si potrà ottenere tutto _quiello che potrebbero d1arci i, Con– sigli di Pr.oduzione, sarà almeno un primo avvia– mento ad un ,ordinamento raziona1e della p,ro!).uzio– ne. ·Qu,està necessità di coordinare l'atitività di cia– scun seUore industrf;i.Ie° è già da tempo sentita in America, ed ora anche in Inghilterra. In America ingegneri e tecnici ,di industrie affirii da gran tempo, e di frequente, si riùniscono (m~eting) per discutere di questioni .t.ecni.,che relative ,a quel tipo- di indu– strie. In Italia, que1li che •esercitano ,aziende concor– ren,ti non· si sognerebbero mai di fare analoghe riu– nioni, se. n,o-nper accordarsi sul modo di fare i pro– pri inter~ssi a ,d•anIJ._O dei consumatori e dei lavo- ratori. _ . Può nascere il timore che l'attuazione di_ simili proposte possa favorire la fòrmazione ·di cartelli e trust; riia il con trono. dei Consigli di Gestione (per i quali si- prospetta c.osì un aU.ro compito di .pri– misshm.o ordii1e) impedirà che essi eserciilino scor:– rette forme di attività· in ,danno del pubblico inte– res,se. E come· in addietro la d-istribuzione delle ma- . terie prime venne coordinata ,anche .per le più pic– cole aziende, comprese le artigiane, ma senza le ne– cessarie attitudini ,d'a parte degli organi militari pre– posti, con concetti emJ)irici e con la corruzione im– perante, sì da· dare m~diocri risultati, che potranno essere invece p,ienamente raggiunti applicando orie– slà e serietà; apparirà ben chiaro che il coordina– mento· delle attività industriali (ed' anche oommer– ciali ed agricole) dovrà essere fatto per un'runpia gamma di aziende, in modo che· sia controllata una aJ..iquola di prodlUzione il più vicino possibile alla totalità. È ·un non sens.o socializzare gnandi aziende di complicata e difficile gesHone e non curarsi delle medie, ed anche .piccole; molto più facili d'a diri- gere e oontrollare. Tutte le leggi economiche, tribù– tarieL s-ind.acali, sugli infortuni, ecc., ecc., vengono applicate indistintamente a tij.tte le -aziende ed è ilki– gico che altre leggi sociali o socialiste vengano ap– p.Jicate ad alcuné di es,se e ad altre no. Le Società per distribuzione di energia elettrica vianno socia– lizzate tutte immediatamente per provvedere anche . all'unificazione· della freqùenza e delle tensioni, pro– ):Jlenii questi che',d'a tempo· hanno la b arba lunga. Ri,peto che per mè la via miglio.re· e più pratica , da seguire è. da_ta dalla con temporane ità della fra– stformazione nel maggior numero p,ossibile .di '!lzien– de; e non altrimenti si potrà· fare per l'edilizia, il èredito, il commercio, l'agricoltura. Conclusione. Una ·socializzazrone graduale non- sarà la più ra– zionale e non potrà non essere cosparsa di spine, di lungaggini, di tribolazioni-, di incertezze. Per certo il risùltafo pi·atico della sociaHzzazione parz~ale sarà ranche quel-lo di inaridire le aziende private ancora libere, che saprann,o o capfoanno essere più o meno prossima la loro kas.formazi.one. e la fine della loro _ libertà di iniziativ•a. "Inoltre c'è da tenere presente _che, la socializzazione, sia ·pure ·ridotta, dovrà prov– vedere per la distribuzione diretta ai consùmatori dei p,topri prodotti e che verrà quindi alterato tutto il sistema cÒmmercialè oggi vigente. Non c'è dubbio che è questo il momento migliore per le trasforma– zioni anche rodicali. Le industrie non lavorano, pur– tr-0.ppo, a pieno ritmo e le perturbazioni alla produ– zione sai:anno. dunque minim.e. Ed 1 un processo di nazionalizzazione non potrà che fare rapidamente recuperarè le inevitabili lievi incer,lezze del pirimo momento, per poi far riassurgere J.a nostra Patria al p-osto che le comp•ete nel mondo. · Fissiamo -bene e ·rapidamente i punti cardinali affinchè la nostra ,azione sia ben chiara e discipli– nata e procediamo con un ragionato piano d'i la-: voro. Se una discussione porterà definitivamente a concludere che la trasformazione dovrà essere at– tuata [Per il maggior numero di aziende, sarà per– fettamente inutile ·p,reoccuparsi di quanto e come d'ovranno essere compen sati gli azionisti e i pro– prietari. iProvved·eremo p.oi facilmente al progetto .più ooncreto .possibile dei d ettagli ,per procedere senza incertezze e senza sussulti nel nostro cammi– no. Ed anche per l'aureola della quale è oggi cir– confuso il socialismo, tutte le cateGode di lavoratori, affratellati in lieta collaborazione, vedrann-0 final– mente realizz,alo il maggior benessere -generale. GUIDO GUENCI .II ,. Socializzazione parziale e SocializZ!!JZWn'6 totale. Rispondo al ·oompagno-Guenci: Lo .studio cli solnz·iioniconcrete per quanto concerne. il processo di costruzione di una eòonomia socialista non può essere fatto su basi generiche, ma deve riferirsi ad una specifica i,ìituazione;politica (tempo, luogo, forze in pre• senza), Solo partendo da· tale situazione, s-ia essa accertata o· assunta -come ipotesi, si rende po~siliileformulare schemi-- di soluziÒne la cui applicazione i ,presume praticabile SClllZa determinare sfavorevoli alterazioni negli elementi di supporto considerati'. . . · Nel· mio artioolo citato dal ·Guenci, prima di deHneare oommari~mente·uno schema di. socializzazione, premettevo :che taÌe schema non costitui:va un programma rispondente m-n pieno agH idea1i .ocialisti, .ma soltanto una prospettiva - di compromesso, tenuto conto del rapporto· dei vari partiti ~talimi, della posi~ione mentale di larghi- settori dei ceti medi e della burocrazia aziendale: Nello ste660mio artioolo fo mettevo in evidenza quali erano gli svantaggi derivanti· dalla coesistenza di una eoonomfa soçiali'zzatae di una eco– nomia privatistica. Non mi paiono quindi in alcun modo giustificate le osservazioni del Guenci, le quali·, a chi non abbia letto il mio art.i·oolo,fanno presumere un mio punto di vista del tutto diverso da quello che ho invece chiara– mente espresso. Ancora più difficile poi è comprendere ciò che, i;eoon– do H Guencj, dovrebbe essere un ooncreto programma im– mediàto. Nella prima parte dell'artioolo Eemhra.infatt-iche,
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