Critica Sociale - anno XXXVII - n. 6 - 30 novembre 1945

.9.2 I' I CRITICA SOCIAiE i· cu1;cctÙ basilai·i· che <luvrcbbcro infurmarc, a parer. nùslro, la legge sui ·consigli: 1 °) Il lavoro nun può 1~è spcculai:ei nè correre rischi e; d'altra parte, il capitale non s1 111ves~e _nella. produzione se 11011 ha in vista un profi_llo, v1cmo <.! lontano. Quindi i Consigli non d~vono 1~1romeUers~ nella parte finanziaria e speculativa del~ impresa: E l'acile immaginarn i pericoli che nascer~bbero dauna solidarietà speculativa tra lavoro e capitale. Nalu_ral• 111cnle la J·ipartizione deg.Ji utili non è da conside– rarsi ingerenza finanziaria. 2°) I Consigli -d~vono ~sscr<; coll~gati e _subordi• nati ai sindacati e ciò per evitare il dualismo !ra la massa dei pre~t-atori ·d'opera in cias_cuna fa~bnca ( che potrebbe anche essere composta 111 magg10r~n– ;,a di disorganizzati) e l'organizzazione esterna. Il s1~– dacalo •rappresenta gli interessi di_.Lu Ila la. c_ate~o~·ia e il contratto ,di Javoro è ap.plicab1le a tuth md1stm– tamente· coloro che· occµpano mairo d'opera, foss'an– che un solo operaio, mentre i consigli .non p,osso~o costituirsi che in quell e imprese che ·occupano. rn media (così nei proget.ti ) al~eIH? ccn_t<;> ol_)erai e .pos_-. seggono un capi tale calc ola~1le !Il m1_h~m•.Dunque e il sindacato .che deve dom111arc tufi! 1 rapporti tra capitale e lavoro·. 3°) Qtiali: che siano la stn1t.trura tecnica e. i'.p_oteri ·conferiti ai Consigli, rimane in.teso che questi do– -:•ran110promuovere Ia collaborazione leale t,1:a i due fattori della ,prod1Uzione, senza -della qup.le l nnpresa min potre-bbe prosperare, e se l'azie~ 1<l_a no n. prospe– rn è ovvio che non vi saranno proiltt1 da npa:t1re, n~n solo ma sarà anche ritar-dato. H processo d1 col· lcttivizzdzione dell'economia, 1ron. avendo la. società alcun interesse a caricarsi sul.Je spalle le imprese passi ve e senza base seria di vita. RINALDORIGOLA ESPERIMENTI MONETARI J,a q11e~lio11e moneta-ria interessa i lavoratori. L'Italia si accinge al cambio della sua moneta! La classe lavoratrice assiste quasi indifferente, perplessa· di .fronte ad una misura deJ.la quale non apprezza la p·ortata e le. conseguenze. È vero che i lavoratori non dispongono di ap-pr.ezzabili quantità di moneta e possono pensare che un tale provvedimento, d_ebba interessare solo le classi abbienti e non li tocclu, ma ciò non è, Anzituttl() una misura di tal genere Ìlo,Ji è mai dà na.tura esclusivamente tecnica; essa. non è Jìne a sè stessa, ma deve essere considerala nel più _ ampio e complesso quadro della politica finanziaria dei governant-i; ed in tal quad1,o è strettamente con– nessa alla •politica fiscale. Ora, in ogni provvedimento. di carattere fiscale l'elemenl•o sociale non ~oltanto alliora, ma spesso. domina. Ed anche se si volesse prescindere da ciò, il cambio ·della moneta serve ai governi oome mezzo ,per m~dificare la capacità d'ac– quisto del mezzo ciroolante, ciò che significa, in altri termini, alterare ·i salari reali a parità di salari nominali. Una misura ·che tocca così da presso.i loro inte– ressi merita ;di essere valutata e discussa dai lavora· tori, e a tale scopo può ·essere istrut!iva una rapida scor:sa attravers-o gli esperimenti più recenti tent!\ti in Europa. in questo campo. ProvvedjIÌ1w_ti monel'ari in, -Grecia, /11 J11goslav-i~ ... La Grecia ha emesso nel ·novembre del 1944 una , . Il uova moneta: il· cambio è staio fatto nella propor: zione di una dracma nuova contro 50 miliardi di vecchie dracme. La nuova moneta fu agganciata alla lira sterlina al cambio di una lira sterlina per 600 nuove dracme, ed il Governo greco dichiarò che le nuove dracme erano completamente coperte da oro e da >divise estere depositate alla Banca Nazionale Greca a Londra. Fu, p•raticamente, l'annullap1ento · clellà moneta nazionale; ma neppure questa misura così r.adicale. giovò: alla fine maggio 1945 la lira sterlinà valeva in Grecia 21.500 d,racme nuove! Pro– babilmente ha influito a determinare il' fallimento del tentalivo greco la mancanza idi affiuss·o al mercat,0, di .gened cli consumo; forse ha fatto difetto un ben con- geg11;1Lo piano tributai·io_ e Cerlamcnlc !~a contri_buito ht sfid-~1cia ·dei lavofa.ton nel governo -d.1Vulg_a1;1s .. La .fogoslavia si è trovata, dopo la· hberaz1one, m ·una situazione assai sconfortante.· Nell'aprile 1945 era ÌJ) circolazione nel paese ogni sorta di moneta: •dinari kuna, marchi tedeschi, lire, peugo, lei, leva e dra~p1e; la ciroolazione era salit1;1_da ~,7 -mil!ard! di dinhri (dice1ùbre 1939) a 270 1111hard1fra dmar1 e kui:ip, senza contare le, altre mone~e. Fu f)ssato un camlflo diverso a seconda delle ,d1tferenll v::ilute; ad es. il l!Jengo f\1 éambiato alla pari, la Jirn a· 0;30, il Jev(i•a, 0,10, i dinari ·a 0,05 e i kuna a 0,025. Sembra che -l'b: ca,p-acità di acquisto del 1dinaro sia per orn e fin'5 a un certo ,punfo stabilizzata (il dollaro è qu-0- tato ·120 dinari), ma ciò solo per quanto riguarda i genel'i alimentari, chè glì altri beni di consumo sono quasi· spariti dal mercato. ... i11]Jelgio, iih F1·a11cia, in Danimarca, in SvizzÙa. Il piano belga è il più oomplelo e 'fu lnngamculc stu1diato a Londra dal ministro Gutt. La situazione del Belgio era grave: la -circolazione era ~alita ~,1 6,3 ii...183 miliardi di franchi belgi e di questi 100 cu•. ca <Ìi,·anorappr.esentati da moneta cartacea. Il m·q– gello consisteva nel cambiare gra>datamente, in un peri.odo di 12 mesi, il 40% •della moneta in circola· zionc (furono eccettuati dal camoio sol,o i biglietti inferiori ai 100 franchi: circa 4 miliardi), mentre il 60% veniva blo·ccato: anche i conti correnti furono blo~a\i per la quota eccedente l'ammontare· (le!_con· to àl 9 maggio 1940, con alcuni lemperament1. Le quote blocc-ate, secondo gli intendimenti del Gover– no 'dovevano essere assorbite da provvedimenti fisca. li. ':ecr assicurar<; il_ SUC<?essodi_ ta_li l?•r•tivv_edimenl_i fu ùnposta la d1ch1araz10ne dei lltoh, dei quadri, tappeti, gioielli, ecc. Tre imposte straordinari.e furono ~leliberate, una sugli utili derivali da p•restazioni falle al ne1nìco (nella misura· del 100%), nna sui pro– fitti -realizzati in periodo di guerra (progt·cssiva ncll:i misura dal 70 al 95%), e infine uirn, dethr cl\ sc•lida· rietÌI, -sul capitale (11e)la mhura· del 5%). ria raggiunto gli scopi che si pr0ponc va l'opera– zione belga? I fini .da 1•aggiungere erano lre: ridurre la circolazione fiduciaria, provocare un -ribasso dei prezzi e colpire i profitti ilh1eiti. Ora, in seguito alla operazione, la circolazione fiduciaria scese ria 184 a 114 miliardi, ma i .prezzi, aimeno in un -pri111t) t,:,mpo, anzichè diminuire, p.umentarono, a causn, sia della ra,re.fazione dei beni di consumo, sia della reazione dei prOiduttori e detentori delle merci. Quanto ai i,ro– fitH illeciti, si ritiene che molti di essi siano sfuggiti, sia con l'investirilento in altri beni, sia mt!cliante la frode fiscale. Sarebbe· interessante coÌl·osce,re quale è stato l'effetto >dellemisure fiscali escogitate: a quanto ci,risulta, il. blocco sulla quota del 60% è stato man– tenuto, ciò che starebbe a d4nostrare che l'introito · delle imposte straor,dinarie non si è verificato nella m·isura sperata (50 miliardi).· In Franci-a il debito ,pubblico era salito a fine 1944 a 1005 miliardi senza contare la circolazione cartacea che era di 572 miliardi circa (dopo aver toccato i 640 miliardi). Il successo idel ·« Prestito della Liberà· zione », emesoo nel novembre 1944 e che fruttò 164 miliardi di franchi, permi_se al Governo•di arrestare, almeno temporan-eamente., l'inflazione .. Nel giugno 1945 si procedette al cambio dei biglietti di banca,. ma l'operazione avvenne senza falcidie· e -senza bloc– chi. Fu disposto invece un accurato censimento, fi. scale e°d imposta la dichiarazione della moneta, dei cdnti eor-renti bancari, dei valori all'estero, dei titoli di Stàto 1 la nominatività dei titoli industriali, ecc. Quanto alle imposte, vennero ,p,rogettate: un'imposta sul patrimonio con un tasso progressivo dal 3 al 20%, ·cid un'imposta sùll'i-ncremento effettivo, dal 1939 al 1945, oon un tasso progressivo dal 5 al 90%. II mec· canismo delle imposte straordinarie non ha aneora cominciato a funzionare; ma per oi-a non vi è indi•. zio di slittamento. A questo ,parziale successo ha cer· tamente contribuito l'accordo franco-alleat-o e l'or· ganizzazi-one dei rifornimenti. La situaziOllle, anche per' Ie granldi riserve materi-ali e morali, sembrerebbe non troppo preoccupante, se non ci fosse all'oriz;i;on– te lo sp·ettro de.Jle spese militari·, che rodol).O il bHan• .ci0 francese ed assorbono già il 40-50%. delle ent-rat-e. Jhfcrèssante è il caso della Dimimarca.: anche ,qul'

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