Critica Sociale - anno XXXVII - n. 6 - 30 novembre 1945
-CRlTlCA. SOCIAr..;E 91 voratori dal tenta:re -dei -èomipr,omessi . c.ol sistema stesso. Cer,to è, ad ogni m1odo, che i léorici : piìì .dog– matici del ·socialismo norr incbraggia·no la transi- •gerrza. · • · - Ciò malgrado, il s,indacalisino lentamente si evòl- Ora è appunto .in vista del perdurare di aziende industriali e commerciali dii prO'.l)rietà privata· che. .tornano di attualità i .consigli inter·ni. t cosi che la promulga·zione ·della legge del neofascismo sul!~ so-· ci'a,!izzazìo'ni provocò un decreto del ·Comitato ·di Li– berazione Nazionale A. I. ·(aprile 1945) istituen_te i Consigli' dli Gestione nél.le aziende che il neofascismo aveva & ocializ.za.te, con la riserva di .far eleggere la ri!,pp\:-èsel}tanza delle maestranze -entro tre mesi dopo , ve. Il contratto coJ.letti_vo di Javto,ro si .rivela un po– i-ente stmmen.to ,d,j elaborazione· del 9idtto. operaio e della tra sformazione dei rapporti di ·salario.; in grazia di esso il p1oter,e assolute deH'imprenditore co– mincia a cedere terreno; i regolamenti di fabbrica, i ,ct,iritti e 'i dovéti deil locatore d'opera ve~gono con- . ·cordati fra:le parti e non p,iù dec!'etati dalla direzib 0 "•ne dell'impresa. È la democrazia che entra nella fabbrica per mezzo degli acCJor:didJiretti prima, e poi _anèhe per l'intervento le-gislativo. In tuUi i paesi in cui il movimento· sindacale 'ha preso -forza, si registra un notevole progresso ·nelle <posizioni dei salariati. Qua• e là le Federazioni operaie siano riuscite ad as– sicurarsi il monon · io del collocamento .della mano d'opera o, almeno,_.il co. enllo attraverso gli uf– fici paritetici e l~precedenz degli organizzati nel– l'assunzione a.f lavoro, ·giunge do sino a far intro– durre nei contratti delle claus le •per. cui i dalori di lavoi:o ·si obbHgano a trattenere, sul salario di tutti i loro .dipendenti, i contributi della p'.rev'idenza sin– dacale o, ·addirittura,. le quote di iscrizione al sindia– .calo, realizzando così il ·contributo ,o,hbligatorio al sindacalo ,per chi non ne fa parie. la ljberazione. Gli operai· antifascisti, partendò dal ·presupposto che la legge fascista promulgata in· extre– mis non era che l'ultimo tentafivb del regime per Questo ed a-ltro era già entrato.nelle usanze prima d'ella svolta storica impressa al movimento dialla guer– ra 1914-18.. La prima _.guerra ,mondiale ha spinlJO i sindacalisti dell'Occidente a portare l'azione entro la fabbrica per esercitare· su di essa un controllb. Non più iudifferenza dei lavoratori' per Ìe ·azien·die capitaHs.tiche, non più scioperi alla <!ieca, ··ma com– partecipazi1one aH'ol'dinamento interno e alle sorti d-eil'impresa in cui -lavorano. A ,questo mòvimento, che prese le m·osse dall'Inghilterra, fece riscontro• ad · •·Oriente il mç>Vimento dei c.onsigli sov'ielid, che an– dava più lontan·o. 'Per i comunisti russi il sind1aca-lì– s1111o classico aveva fatto i-I suo tempo, ed ora biso– gnava imperq.iare il movimento sui consigli 'di fab– brièa, per formare con 'ess'i la -base· del nuovo Stato operaio. In Rtissia l'eèonom'ìa -capitalistica fu rove– sciata di colpo. Nei Pies-i· deU'Occiden'te,-invece, il cap.italismto resistette, ma prese forza la politica dei consigli d'azienda e delle socializzazioni gradtìali, che-!a seconda guerra mondi_ale ha rinverdito. Economia· mista e Consigfi di Gestione. In. sostanza il probfoma ,che si traLta <li risolvere consistp 'nel cedere ai pir:estatori d'IOpera presi m massa (operai, tec,nici, i~pie'gati) una par-te del po– tere dlirettivo. Nel regime classico di mercato, i rap– porti fra i::aipitale e lavorò sono gli stessi che corrono fra vendil!ori e compratori di mer'ce: L'operaio che vende la prop-tia forza di lavoro per avere delle sus– .sistenze non si preoccupa· affatto 'deì.l'andamefilo del- 1'azien-d1a di produzione; similmente l'imiJJrenditore non ha altra mira che quella di far fru!tare- i propri capitali e il -proprio spiriho di intraprendenza. Man– ca nell'uno come neJl'aHro· la preoccuipazione dell'in– teresse collettivo nazional.e. Bisogna dunque modifi– care questo stato di -cose, -çhe è f1onte di tanti mali. Oramai abbiamò da':anli a noi sufficientemente chiara la prospettiva socialista. Gli Stati industiria– lizzati ,procedono alla .socializzazio1ié degli strumen– ti d'i lavoro, seguendo il criteri10 discriminatorio tra le _industrie <;he possono essere socializzate con van– taggio e quelle clìe non lo possono, cosicchè avremo,. per un incalcolabile periodo ,di tempo,·.un'economia mista: cap'italistica, cooperativa, co.Jfettivistica. Il modo di gestiqne delle imprese s·octalizzate non è an– cora stato elaborato nei minu ti particolari, ma si sa che esso differirà da que.J.lo in uso mille ·aziende ca– p,italisfiche, per !'.ovvia ragione che ·i,I capitale nelle imprese -pubbli~h!! (come del restò nelle cooperative) cessa dii -comandare, diventa servo. Tuttavia il setto.re · dell'eco.riomià colletti va n·on patirà avere ·che una Ji– mitaJa t,Stensione i.n rappor.to ailla totillità delle azien– de. L'Italia d'oggi è così stremata economicamente da essere àncòra costretta a fare appello alla liber-a ini– ziativa per risoJ.le varsi. Bisogna -quindi preventivare un largo margì.ne per l'economia individualista o dli m_-e.rcato che d ir si voglia. · ingraziarsi le ·masse, se ne. impossessarono o, per meglio dire,· si impossessarono 'dei Consi,gli di Gestio– 'n,e, trasfoTmandoli in organismi con f unzi-on i-'di ·or– dinari consigli di fabbrica.· Da qui è nato.il ·movi– mento dei Consigli di Gestione, ed ora che questi so– no entrati in f.unzi-one in .parecchi stabili.men.ti del– !'Alta· Italia, le· maestranze ·domandano che il Gov erno li riconosca· giuridicamente. _ , · :'· ' Sè non erriamo, i comitàti aziendali e le organizza– zioni operaie domandiano una legge deJ.lo Slatb che permetta la costituzione dei consigli in tutte le im– prese industriali e commerciali che hanno una certa importanza. Se il Governo accoglierà la loro. doman– da (come non par dubbio), spetterà al ministero com– petente di aHestire un·disegno di legge modellato sullo schema già predisposto dagli• stessi operai ·interes– sati. E com'è .questo schema? Per quel che. riguarda la· sfrutlura, i Cons'igli di. Gestione sono organi p11ri– tetki, cioè composti di un egual, numero di rappre– sentanti del cap_itale. Il Presidente del Consiglio è nominato dal Consiglio di Amministrazione o dal pro– prietari-o deU'impresa, ed è responsabile della· pro– duzione. Le attribuzioni del Consiglio seno suppergiù .le stesse che hanno tutti i consigli ·dli.fabbrica nel'le aziende capita-listi-ehe: controllo, diritto di condeci– sio,ne nell'ordina.mento del ·lavoro, diritto di con9- scere i bilanci e i conti profitti e perdife, ecc., in vi– sta· deJ.la pace industriale, clella moralizzazion~ e del- l'arto re-ndfmento •dell'impresa. · Composizione e flJ.nzio~wmen-to dei Consigl{ di Ge- stione. . La s·òla ·differenza che si riscontra tr,a i èonsigli di Gestione in jure condendo e i consigli d'Azienda · p,revisti dalle lcgiSilazioni straniere i,:iguarda la strut– tura: i primi sono p!Jritetici, ni.entre i secondi sono composti -dii soli prestatori d'opera. Ora noi non sap– 'piamo se la legge che si dovrà fare conserverà la paritarietà, ma per conto nost>ro non ne vediamo la necessità e- crediamo che sia nata da un equivoco. Il consiglio paritetico si capirebbe soltanto se l'impresa fosse 1propri-età c·omune del lavoro e del capitale, m·a poichè rimane di proprietà esclusiva dei capitalisti, non si vede p_erchè essi dovrebbero essere rappresen– ta.fi anche nel cons1glio del personale. Caso mai, è il C onsiglio di Gestione che deve essere autorizzato a nominare i propri rappresentanti nel Consiglio d'Am– ministrazione o nel Collegio dei Sindaci, come di– spone, per esempio, la legge austriaca. Noi in lta-!ia non abbiamo ancora esperimentato i Consigli di Fabbrica, ma l'argomento è stato lunga– me.nte dibattuto e seriamente studiato nel 1920-21; al– lorchè fu predisposto il disegno di legge sul controllo operaio. L'andata al potere dei fascisti non ha sol– tanto fatto rientrare la politica della partecipazione dei lavoratori al governo della fabbrica, ma ha altresì soppresso le .commissioni interne in vigore da pa– recchi anni, p·ortando fuori dal luogo .-dJi produzione tutti i rapporti ·,aii salario. Questa nuova politica, per cui datori di lavoro e -lavoratori si incontrano sole tanto fuori dallo,stabilimento per stipulare i contratti e dentro di esso non si conoscono, fu con·sacrata nel famoso pa~o di Palazzo Vidoni (5-X-1925) fra la rap– presentanza degli industriali, da una parte, e la Con– federazione delle_ corporazoni fasciste daH'altra. In cambio deJ!a soppressione delle commissioni interne, • gli iQ.d1Ustria1i si impegnavano a riconoscere e stipu– lare patti unicàmente con le corporazioni' fasciste.' Non sappiamo se gli industria.Ji d'oggi abbiano cam– biato o siano disposti a cambiare il loro- atteggia– mentb in questa materia, ma dal momento che la questi-0ne è posta, ci' perme!tiamo di prospettare, a mo' di conclusione,_ e nei più brevi termini possibili,
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