Critica Sociale - anno XXXVII - n. 5 - 15 novembre 1945

72 CRITICA SOCIALE • . Protesta necessaria Nel pubblicare lo sçritto del no1>trocollaboratore, alla cui protesta ci associamo, dlobbiamo a;vvertire che il problema è più vasto •di quello che egli pro– spetta: sia perèhè non ·solo si compiono contro un popolo, nell'asprezza del clima ormai iiwe~·nale, q11e~ ste deportazio·ni in massa, che o{fen,dono zl senso dz umanità quando colpiscono tanti innocenti, e lascia, n,o stra.'i(icaziuni di odi pericolose, ma si compiono anche, dalle milizie d'i occupazione, saccheggi e lin– ciaggi, contro cui protestano gli stessi giornali inglesi e ha sentilo il bisogno di levar la voce di allarme e · di condanna anche il m-inistro Bevin; sia perèhè la stessa sorte crudele di esser sradicali dalle loro terre· non colpisce solo i Tedeschi; cui inòlti .ritengon giu– ' sto far scontare "la loro solidarietà coi crirtLini del. nazismo ma anche altre popolazioni: p1·inc.ipalmente milioni 'di Polacchi e domani; forse, anche decine e · decine di- migliaia cl.i Italiani se., oltre a-Ila rest_it11- zione di . 4 ara, l'arroganza di- Tito riuscisse ad otte– nere qiialche parte anche della Venezia Giulia.· Contro questa viola~ione della libertà dei popoli e . degli individui e del loro diritto di risiedere nei luo– ghi a cui son legati da interessi e da a{fetti noi- credia– mo che debba essere unanime la protesta. Si deve. sapere e voler trovare il moct_o·per cui sia possibile· la ·convivenza di popoli di stirpe e lingua diversa: basta rispel'tare il diritto di tutti alla propria· cultura, alla conservazione delle proprie abitudini e tradi– ·zioni; all'esercizio di tzzt!e quelle facoltà eh.e cost_i– tµiscono l'essenza dell'uomo e del c_ittadino. . !,.A C. ·s. Crediamo imperiosamente doveros9 per coloro che ~ sinceramente vogliono la pace e la giustizia dire una parola di protesta contr.o le espulsioni in massa di Tedeschi dalla Boemia, dalla Slesia, _da!J.a ,Prussia Orientale, dalle città che sono state patria di :Kant e di Schopenhauer, d·alle montagne ricche di secolari leggende germaniche: o anche da quei territori po– lacchi, ·dove aicune residenzé .te<lesche isolate _hanno pure una tradizione di. cultura da tante generazioni; , La conservardone di questa cultura è qùeslione d1 un bene comuiré' di noi tutti. 'Sappiamo come il rigur- · gito di orribile bestialità abbia p·oturo rendere odfoso ai pop,o1i torturati ogni traccia, ogni suono tedeschi. Ma sappiamo anche che i dodici anni di fe.rocia non cancellano una realtà di secoli. · · · Il trasporto di poppfo,ziqni daL loro .suoJ.o ci è ·ap– parso un~o dei programmi più mostruosi e assurdi di •Hitler! ed infatti il nazismo è precipitato nell'abiss:o., come doveva, senza attuare .nulla di durevole. -Fra questo nazismo contro natura, votàto alla sùa rovina,· e la p91itica di altri governi non ci può essere·àlcu!1 rapp-0rto. . . Nòn vogliamo evocare nep,pure ·per un momento lo spauracchio di un'altra vend°etta e ·dì un'al.fra _reazione sanguinosa che rispondano fra decenni a questo ~o– pruso: crediamo anzi che Ja· pace dipenda dall'orga– nizzazione internazionale fori e e dal disarmo, non da torti piccoli o grandi (inevitabili) e rion da cause partì colari. · · · Ma il trasporto dì popoli è insostenibile, è d.elitto ed errore assurdo in sè. " Coloro che ieri, quando, trascinati dall'attrazione. . di una furia nazionalista, volevano essere « obbietti– : vi>, e accusavano le severità del trattato di Versail– _les, ·1a privazione_ delle col-0nie della GePmania, par: . layano del « Volk ohne Raum » é di tante altre cose,– oggi tacciono di fronte a• una --eoncezio·ne insensata, che vuole cacciare dà suo.Jo tetlesco milioni di uomini -' attacc~ti alla terra. Se he pélb.tiranno domani, se, ne , I -d·im enticherannò domani. - · A testimonian.za del momentaneo· disorientamento di tan-ti democratici, presi oggi soltanto dal rancore antitedesco, v·ediamo nella Natiot1.a_l-Zeitung di Basi= _ lea A. Gasser sostenere che un partito.tedesco antirni- 1i-tarista dovrà esseré disposto ·ad accettare· queste de:portazio-ni.,Ma:, al CO}!_trariQ, u:n partito ché accetti non sÒUanto jl passaggio all'ammin_istrazione di un govern.o straniero di tanta parte del s.uolo nazionale, ma 1a·(lspulsione dalla patria di tutti gli abitanti, non sarebbe un partito internazionalista, bensì un pal'tilo dello stranier.o. Dov'è l'internazionalismo, infalli, i11 questa realizzazione· rovesciata delle più temerarie conceziòni naziste? - Con questa azione, •anzi, si d·à tardivamente ragione. a Hitler-, quando diceva che i Tedeschi noµ tlife~.dl?– 'vano mi regime, ma le loro case e la. terra: :si dà tar– . divamente torto a quegli animosi', a q1,ei patrioti te~ d·eschi che la guerra 'di Hitler hanno sabotato. · Fino a un certo punto,. si può, se· anche con dolore, · spiegarsi o_g-iustificaré espiosioni di fer-ocia nelle vit– time, rit-o,rsioni, crudeltà anche e stragi; ma. non mai un'azione freddam·ente meditata, che colpisce le fa-– miglie, i bambini, tutto un_ 'Pass-ato è tutto un avve– nhse, sacri alla solidarietà universale. Per colqro che· aspirano alla sco~parsa d·ei con– fini, all'indebolimento· del taglio di fr.ontiere ( « bais- ser lt!s. f1·èmtières »,· dice il saggio de Brouckere), il: · · mantenimento dei Òonfinì come sono, è la soluzi.one:,.. migliore: non per un :ostinato attaccamento allo static · quo,. ma perchè soltanto' così si_evitano altri strappi, , altri dolori, avvi.ando lutti alla riconciliazione. E ciò era, ·d'el resto, nella proméssa di colo•ro che dicevano di' non· volere conquiste, ma di difendersi soltanto dall'aggressore. L'aggressore è stritolato. Bisogna che l'anima non• ne trasmigri nei vincitori. . G, L. Lt1ZZATTO ,j . I La ·produzione·. scolastica· . .. (' Là scuola C01[leapparàto produttivo. . ' I. Il titol 1 0 dell'.articolo si riferis.ce •ai risultati del la:,, voro _scolastico che conti:ibui_scono. alla produzione dei beni concreti· di .cui abbisogna Ja società. , 1 Generalmente si attribuiscono alla_scuola dei. fini ," augusti che esulano dal concetto di prodùzio1\e ma,- 1 teriale: preparazione dell'adolescente aUa vita, dèl : futuro cittadino alla convivenza nellb Stato, o addi~ 1 r'ittura formazione delFuomò. hl tuHi i casi evidenJ11t te.mente si esagera·. L'uomo si, forma, Si edùca, si 1if prep•àra alla vita individuale; come· a quella sociale, non soltanto nella scuola, ma attraverso la complessa , attività di tutta ·la sua esistenza:. apprende non soJ.q 1 dai m_aestri, ma dai familiari, dai cc;>mpagni, dall'o~-, servazione delle cose e dei fatti; impl:l.l"aàa fan.einllo ' 1 t e da· adulto,. sempre e. dappertutto. '· 1 · Gli .apologeti dell.a scuola, tanto concordi nell'esal– tare il i;uo ·.ap,p.orto alla f•Q·rmazionè spirituale e fisica 11 delFuomo, sono lheno solleciti nel poz,re in luce quan-JII _ t.o essa; dà alla preparazione del lavoratore, del prò-m duttore e, ,in diefinitiva, alla produzion:e economica, . Eppure 0 la nobiltà del' lavoro scolastico non esclu: de la sua utilità, tutt'altro! La scuo1a ·non ha Solo deL compiti informativi e formativi generici, lrn anche, t , e soprattutto, scopi specifici: prepara alle. profes- 1 • sioni, agli impieghi, ai mestieri; ··distribuisce certi- 1 ficati, diplomi ·e lauree che abilitano alle attiv.ità pro- ' duttive. Si considerano. utilitarie· le scuole cfette im– propriamente proféssionaH, che preparan<( operai s,p•ecializzati, tecnicUe periti; ma non sono altrettaJitO·u. utilitarie le altre che licenziano·ragionieri, agrimen- 1 ., 1 , sori, geometri, ingegneri, architettt, pittori,_ scultort, tv musicisti, medici, avvocati? La scuofa, dunque, è uri c_antiere, 1.Jn'officina, in i cui-si sviluppàno delle abilità pratiche, veri strumeJI- I, fi:·che rendono efficiente la forza di l11v-orodel pro 7 duttore. Essa: è un appar-ata produttivo e non a sè .J st~nte, come appare ai~più., ma un apparato sottoposto 1, · .alle esigenze e alle contraddidoni dell'economia bor- ghese., · - - 1, ,r. Necest,ità _di un'equ~-selezione degli alunni... 1 " - J • r'w Il privilegio economico che limita tutte le libertà e- ' meuoma tutte le giustizie, vizia i risultati di tutta h l'attività scolastica. ·coine i cittadini non son.o uguali -

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