Critica Sociale - anno XXXVII - n. 5 - 15 novembre 1945
.CRITICA SOCIALE 75 .,. Poichè: ·secondo questo schema, i rappre,.sentanti del capitale non soltanto fanno parte del Consiglio di Gestione, ma hanno in esso la prevalenz,a, attraver– so la persona 0 del iPres~dente, è evidente che la natura <e la varietà dei compiti po,ssa ·essere prevista con una certa larghezz-a. , · È pure .ev'idente d'altra parte che, se ·il Consiglio di Amministrazione conserverà la piena responsabi– lità finanziaria della'. condotta dell'impr~a, essò ,s·arà indotto ad esigere dal Presidente del Consiglio di Ge– stione un indirizzo prn<luttivo che non contrasti cogli jn_teressi del capitale. I rappTesentanti dei lavoratori nel Consiglio dovrebbero p·erfanto consentire ,a tale .indirizzo, condividendone le conseguenti responsabi– lità tecniche, ,o fare appello alla Commissione Arbi– lra,le. Appare però.dubbia per una o anche.più-Com– missioni provinciali la _possibilità di meHersi in grado di dirimere i num·erosi casi di conflitto. che si pre– senterebbero nella vita industriale· di ogni giorno, . mentre d'altra· patte il Presidente del Ccmsiglio di {ìesti.one potrebbe far valere in molti• casi motivi di urgenza per attuare senz'altro le sue direttive. Le p-ossibilità .che contrasti del genere abbiano a costituire un oslacolo ,alla produzione ha indotto al– cuni ad affermar.e che, non potendo i rappresentanti ,dei )avo•rafori svolgere opera di effettiva direzione, 'tanto vale parlare non di Consigli di Gestione ma di :« Consulte di Gestione» o « Consigli di Azienda», composti, non pariteticamente di rappresentanti de– gli azionisti e dei lavoratori, ma sol!anto di questi ultimi. Tali ·Consigli o Consulte dovrebbero affiancare la Direzione· dell'Azienda; svolgere. opera di control– lo; dare i ,pareri. çlre rlil Direzione ,fillrebbe in obbligo, di chiedere; inviare ,delegati l'}llesedute del Consiglio di Amministrazione a titolo·inform·ativo e consultivo. In altri termini; tali organismi ·dovrebbero svol– gere la lor,o az,ione.consult.iva e di controllo senza in– tralciar& lo svolg-iment,o nei nor'mali organi 1 direUivi dell'azienda, pmr esercitando su di essi una pressione • marginale che, qualora sia fopdata su solide basi tec– niche ed equitative, no·n potrebbe mancare di dare in definitiva un concreto risultato. · ' .. Su questo dibattuto ,argomen-to dei compiti' .consul– tivi o diretFvi dei Consigli, di Gestione -una .·interes– sante tesi è stata prospettata .dal comnagno Saraceno al convegno <del Comitat& Centrale del Partito Socia– 'list,a, tenutosi a R9ma nèll'pttobre.-Partendo· dalla pre– mes'sa· che la tecnica -organizzativa aziendale tende a distinguere sempre· più net!amente due fasi della f · vita produUiva, quella della progr-ammazione e -quella della esecuzione, 'ìgli' ritiene_ c~e la. prima. sì.a di ~arti– colare ·competenza del Consigho d1 Amm1mstraz10ne, mentre la sec.onda dovrebbe offrire campo di· attività al Consiglio 'di Gestione, Funzione p·revalentemente ~ di controllo, quindi, non .estrinseco e formale, ma vivo ed operante. . . Tale funzione di controlld' d.ovreb:6è risolversi·: 1 °) nella possibilità di conoscere il processo logico col ' quale il .Consiglio di Amministrazione è arrivato a formulare ìl progr;1mma di produzione; 2°) nella par– tecipazione ,attiva. all'attuazione del programma ed. alla ricerca delle soluzioni produttive più effi:ciénti; 3°) µella conoscenza dei risultati finali della gestione; 4°J nella ,possibilità, che sia riconosciuta al Consigli0 di Gestione, di iniziativa e di formulazione, di suoi ,. particolari punti di vista, jspirati ,d·aHa.conoscenza ,, q,el processo prod;µttivo e dei risultati della gestione.; e ciò sia nei riguardi del Consiglio di' Amministra– zone che degli altri. organi collettivi di contròllo democratico. ' - ,. In realtà nella çondotta pratic-a _,della vita azien- dale i problemi tecnici e fil;lanziari, di programma– zione o d'esecuzione, so,no tra loro cosi strettamente legati che una netta separazione è ,assolutamente i_m- 1· possibile. A noi sembra tuttavia che, si.a pure altra: . verso formule dotate di una certa elastici:fà, i compiti dei Consigli di· Gestione devono essere delimitati e che •a tale effetto la formula suggerita da Saraceno possa offrire materia per un giusto· orientamen_to. 3°) - Formazione de,i Consigli di Gest,'o'ne. · In quali imprese d.ovranno· essere costituiti Con- sigli di.Gestione? _ · · : ' Second,o qualche progetto di decreto, tali Consigli ' • dovrebbero essere c0stituiti in tutte le Un1>res·e che ~ :; ' . . t • l • abbiano almeno 100 dipendenti o urt patrimonio di o\tre tr.e milioni. A nostro avviso tali limiti (e spe– cialmente quello dei tre milioni, p,ari al valore di un solo camion con rimorchi-o) sono troppo bassi. I com– ponenti dei Consigli di Gestione, specialmente nella ' fase iniziale, avranno bisogno di larga assistenza da parte degli organi tecnici e dei comp·agni più pre– parati delle organizzazioni di massa, o da parte di un Ente di consulenza per i Consigli di Gestione ap– positamente costituito. La formaz-ione di un eccessivo numero di Co,nsigli · potrebbe determinare, speci-al– menté in certe zone senza tradizione industriale e ' sindacale, un notevole dis•p·er·dimento di forze con conseguenti rischi ·di insuccesso. Sembrerebbe' per– tanto preferibile,. almeno in pn primo tempo,. costi– tuire i Consigli di gestione obbligatori solo nelle az~ende che hanno almeno· 250.-300 operai, pur la– sciando apert·a ..Ja possibililà di costituire tali Con- · si,gli anche in aziend,e- dt minor dimensione, sempre che un accordo al riguardo intervenga !ra d,atori di -lavoro Il maestranze. 1· Oo,n sigli di Gestione dovranno essere ,,còmposti solta, n.to ·di rappresent-a11ti dei dipendenti dell'azien– da, o anche di· rappresentanti del capitale? Come ab– biamo già fatto cenno, nel caso che i Consigli d,o– vessero avere funzioni di -vera e propria direz'ione sembrerebbe inevi.tabile 1-apartecipa'zione agli stessi anche dei rappresentanti del capitale, mentre nel caso che i lor0 compiti fossero soltanto di consu– lenza. e controllo tale partecip-aziòne non sarebbe necessaria. Nef caso infine in cui i compiti fossero definiti sull-a' base della formula Saraceno potrebbe sorgere - ih sede di esame· gener-ale '---,qualche perplessità al ri– guardo. In sede prat ica la miglior s-0,luzione potrebbe essere individµata . ca.so per caso, avuto riguardo al tip·o di azienda, al la sna organizzazione interna, -al tenore,• dei rapporti tr_a capitale, dirigenti e mae- str•anze. · . · La legge fascista sulla socializzazione prevedeva la partecipazione fianco a fianco del capitale e del la~· voro in Consigli d1 Gestione che avevano pratica– mente· le. funzioni ·di .un Consiglio di Ail).ministrazio– ne. Ciò voleva dire p:artecipar.e per qualche ora al– l'anno a riun.ioni in cui i pr-0•blemi l!Ono esposti nelle lo'ro ,grandi linee dall' Amlninistrat0re Delega,!o e ver– balizzati in modo generico così da sfuggire •a quÌll- siasi seria indagine. · · · " Secondo i progetti dei partiti di massa, il contatto dei i:app esentanti dei lav,oratori coUa dirigenza del– l'·aziepda per la risol-uiione dei problemi •della pro- • dnzione deve essere continuo,. quotidiano, immedia~ to .. Il) Consiglio di Gestione dovrebbe quindi avere flinzfoni analo·ghe ·a quelle che hanno i Comitati di Direzione in molte aziende, con la differ·enza che alle riunioni do_vrebberò parteéipare. anèhe i rappresen– tanti dei dipendenti. Materialmente_si tratta sempre di riunirsi intorno a un tavolo, ma formalmente è im– portante stabilire se color:-o che si riunisc-ono fanno parte di due organi diversi. (Direzione e Consiglio di Gestione -nomif,lato soltanto dai dipendenti), oppure se essi costituiscon,o un organo unico (Consiglio di Ges.tione a nomina paritetioa da parte del capitale· e del lavoro). A nostro avviso, ·quest'ult1ma soluzione rende. più sicuro il 'éontat-to; lo imp·o,ne .come un obbligo. costi– tuzionale, statutariq, che rafforza il p·testigio dei rap– presentanti dei lavoratori; crea 1-a necessità di un . metodlO di lavoro; facilita la solidarietà nelle respon– sabili.là; e su di essa-pertanto dovrebbero, ove 'è pos– .sibi le, ·orientarsi le nostre preferenze. E in caso d.i •disaccordo? In tale eventualità, qua– lora sia scartato, come troppo macchino;,o, il ricorso alla Commissione arbitrale, i rappresentanti dei la-· vòratori •avranno la possibilità di far verbalizzare le ragioni dettagliate delle loro proposte ed è evidente che, ove tali ragioni siano veramente valjde, potreb– be essere pericofoso p,er i rappresentanli del capi– tale insistere in atteggiamenti che, per.~~ loro \~a– ziona~it~ o iniqujfà, finirebqiro col ,.,oiùI~nnars da se s.tess1, e col ,prov,ocare reaziom da. "'{lar-te cfelle masse o cfa parte delle ·~utorità operanti hel settore economico. Come d,ovrebbe essere fatta la designazione. dei rappresentanti dei dipendenti? Ogni cahigoria (ope– .r,ai, impiegati amministrativi, i1npiegati tecnici _;,J,op-
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