Critica Sociale - anno XXXVII - n. 4 - 31 ottobre 1945

54 CRITICA SOCIALE I. ' di avvertire che una soluzione federale non si pre- senta affatto come la _ris4}~nte naturale di ·un J?rO~. cesso evolutivo, ma pmtbosfo come un salto, a p1ed1 par•i nel :passalo, con un \relativo rinnegamento di quasi un secolo ,dri sto.ria. patria e un conseg_ue,nte giudizio negativo di oarattere generale sulla stona po- litico-amministrativa d'ell'Italia unificata. · .. La soluzione federo/e nel periodo del Ri$0'l'gimeilto ..; . Che ai temp•i dèl Risorgimento si potesse caldeg– ·giare la soluzione fedéra,le non solo da parte dei mo– d•erati, ma ,anche da parte di repubblicani schietta– mente democratici, è faeiJmerrte comprensibile. L'Ita– lia er! divisa in pareccl~i Stati, che avevano, chi più chi meno, una loro tradizi,one; ed. anche le condi– zioni sociali• d_elle popolazioni dei singpli stlaterelli avevano, seppure in maniera relativa, una certa omo– geneità. Si :poteva quindi legittimamente pensare che vi erano motivi p•er, fare, ad. esempio, del vecchio . regno di Na,poli e del Lombardo-Veneto (lue Stati f,ederat'i, anzichè •due :parti omogenee di un med·e– simo organismo unitario. Pensare federalisticamente voleva dire àllora, di massima, vedwe negli Stati pre– cinquan tano<ve 'le cellule deHa fed·erazione, e cioè le. regioni dello Stato federale, .e J?ensare eventualmente , ad· aumentare il numero ,d1èl1eunità fec\erate, sepa– ran·do da1 rispettivi tronchi· e costituend'o in altJ'.et– tante unità dell'orga11ismo federa,e quelle terre che mal s'i adaftassero· alla convivenza con altre sotto un med,esimo governo regionale, come la Sicilia rispetto al regno di Napoli o il Genovesato rispetto al regno sardo. Come ~ noto,· prevalse la tend'enia oppòsta, sia per ragioni 'ideali (necessità di· dare rapidamente una Goscienza unitaria agli Italiani), sia per lo svi1up- , po degli avvenimenti politici italiani .e internazio– n,ali; ma nessuno negò il valor~ delle esigenze' messe in luce d•ai feq·eralisti. . Dopo la costituzione del regno si ebbe uri lungo battagliare tra· i sosten'itori d'ell'accentranìento, ca– peggiati dal Ricas,oH, e i sostenllori' del decentramen– to amministrativo, capeggi,ati. dal ,Minghetti; ed i primi ebbero alla firie i1 sopràvvento. Ma di costi– tuzione, federa.le a base regionale se ne parlò sempre meno, perchè le «regioni» alle quali prim'a deJl'uni(à ci si poteva riferire, e cioè gli Stati precin-quanta- . nove,. nessuno l aveva' vòglia di farle risorgere .come ca·n!oni di uno Stato fed,ernle (diciamo cantoni• per. intenderci, e non già perchè si debba di· necessitii usare tafo denominazione). D'altronde lé regioni del nuovo ,oTdinameny>, che non er.ano neppure circo• scrizioni amministrative dello Stato, ·non avevàno una f>ropria tradizione, poliHcò-amminisfrativa. · · ...' e oggi. ... Oggi costituire. _lo Stato. su base fed·erale-regionale vo,rrehbe dire, se non erriamo, fare delle attuali re– gioni (Piemontè, Lombardia, Liguria, ecc.) altretta.nti éanton'i federati. Ma cori ciò· si dimeÌftica che queste regfonl. come non avevano una tr:adizione storica nel 1861, a maggior ragione non l;hanno nel 1945, perchè nelJ.o Sta-to italiano unitario aUa regione nojl fu mai devoluta nessuna specifica funzione essendo là provineia 1 la cellula b se dello Stato stess~ .. E d'al– tra .parte mai 'in' mille anni di sto:ria esistettero un'Emiiia, tin Abruzzo, un'Umbria; una Puglia come organismi po]iUco-amministrativi unitari. La Ligu– ria magari potrà con'ispondere a quello che fù -due secoli fa la repubblica d.i Genova. e i1 Veneto ·con · molte modifiche, aHlll_ repubblica di Venezia· ~a in réaltii è innegabile che le regioni italiane soiio dellé· - re·allà fittizie, disegnate sulla carta geograficà in base a criteri'·molto generici d'i carattere storico-culturale. lnoppo1·t-unità di'Lln regime federale a base regionaÌe. Neppure rapp,resentanò l,e regioni delle unità di' natura economica, perché neH'Itàlia unificata non si è mai avuta, a fianco dell~economia nazionale un;eco– nomi\l regionale, ·ma, s-emmai, un''ecunomia p;ovincia_ le. Si aggiunga c'he in uria stessa regione -vi sono pro– vincie che dal punto di vista dell'evoluzi,one sociale si trovan9 su· un piano assai diverso rispetto ad ,altre; come ad esempio Solndrio rispetto, a Malariu o Avei, lino rispetto a Napoli. IQuesti cantoni regionali creati ex novo .c~,ince·– rebbero pertanto coll'andare' cl,isperatament·e alla ri- ' cerca di · un proprio p,r,incipio, ùnitario, E intanto l'accentramento nelle 'nuove capitali degli organismi regionali provocherebbe - specie in quelle regioni· in cui nori sia riconosciuta pacificamente Un'assoluta ,preminenz_a di una città sulle altre --, una forte rea– zione da par.te -delle attuaH città ,d~ provincia, le ·quali.sentirebbero m,wggi,o,rmente. il peso ·di un· f!,o– .verno vicino., anche se meno accentratore, che quello di un governo lontano. . . Oltre a non essere la regione, per tutti questi mo– tivi,-, adatta a, àivenire la cellula ba,se dello Stato di ,d,omani, sta di fa:tto che la elevazione della regione a cantone di uno Stafo federale - posto 'che la pro– vincia, cqme tale, non può esseri) eliminat•a - cree– rebbe uria burocrazia in più rispetto a . que'Ha del sistema -a:ttuale. Così certe pratiche dovrebberò pas– san~. ad esempio•, da Bergamo a• Mila•no o d,a Ferrara a Bologna primà di giungere à Romà, senza ,difre_che in mol-fi campi- vi sarebbe sovrapposizione di' com– petenze tra auforità centrale é reµionale, con, scapito dei cittadini.· che amano la semplicità e la rapidità. In uri ,o,rdinament,o .federale a base regionale, nel ' quale ogni I Tegione; oltre a tut'to, a·vrebbe, sia pure eritro .certi limiti, una propria finanza,. necessarijl– mente il 1 .çlislivello economico-sociale tra regioni· P,o-· vere e -regio:ntri.ccM 'e ten,d1erebbe ad accrescersi anzi- . chè a dirninui:i'~. Il che ostaco,lerebbe tra l'altro la soluziorte di ,quella quesfione meridfonale, che, è il punto nero d'ella nostra storia tmitària · e che non può es~ere condotta iri porto se non a p,eh:,o, di gra- · vissimi sacrifici fipanziari, i·. quali, ovviamente,. de– vono essete s0pporfaH da,He regioni- più ricche e pro– gredite. La tendenza, già così', ,d[ffusa nel settentrione - se non 'tra le pers,o,'ne colte, certo ·Ira gli elementi dan1arosi - a vo-ler'lasciar cuocere ,i mérìdional.i :nel foro brE)'do.' trove,ebbe mod0 di farsi malm,igurata– mente ascoltàre press'o, i governi regi:ona-Ii del .Nord- Itaiia. - · · Se la regione deve avere un vero. e proprio, go 0 verno_corp.e acca,rne ·d'ì necessità in, uno Stato fede– rale, gli inconve-nien-ti descritti non poss-ono non ve– , Fificarsi. Se ·po'i la regione· deve limitarsi a esser.e la circoscrizione ·en'tro cui si· svolgono dèteiiminate at– tivi-tà, allora.non è il ca.so d-i cpstituirla· a can-tone ,di · un organismo federale. Di uffici, e 'di enti re~ionali ce ne sono sempre stati, ed· è solo qqesfione d'ii or'?a– nizzarli second-o altri 'priEicipi.,_ · · - - Dec·entmme~•to a' btrse pro-vineJiàlè ... L'esigenza di 'decentrame1).t,o, 'da tutti oggi :p,rofon= - damente sentita deve dunque. attuarsi per al;tte"'vi'e f Ghe non pèr ·quella ·-del federalismo regiornà'l'e. E la cellùla ·base non si può certo trova,re dividendo ma– gari in due o in tre, a ,seconi:la .delle circostanze, le. attuali regioni (separar'e per' esempio la Romagna, ,e cioè le prov'iiicie • di Forlì e R:a'Venna, con quakl)e comune d'ella, provincia ,di Ferra,ra' e Bologna. dal resto d 1 ell'Emilia). p·e•rchè 'nessun•o: dei lameHtati in– con:venJent'i sarebbe eliminato per quest-a via. La cel_- , hJla' base no·ri può.·essere che l'attuale px:ovincia. Nella, maggior parte dei èasi gli 'attuali capoluoghi di provincia altro ,non sono che i vecèhi centri cit– tadini che d'a secoli. e secoli banno i:rov.ernat'o il p,ro– 'nri,o contado. NelJTtalia settentriona'le, _se. s~ esclud 1 ~ -Lod'i. CI"ema. Torfona e qualche altra c1tta, 1 comum dell'a: Lega Lombfl,rda sono gli .attuali· cappluoghi ·rli provincia; e' nel Mezzogiorn·o. in lìnea di massima. le attuali circoscrizion'i' provinciali. ripetono que!]e ;plti– risecoJa,ri de] reame ,dliNapoli e di Sicilia., , , .·Gli otfant'anni e più- d'éLhuovo ri:gime p·oJitico-am– ministrativ-0, nel quale l~ ·p•rovinci.a è sfata la cellu1a base dello Stato ·- òttant'anni che hanno segnato in tut-to il 'inorido un nvogrèsso irtcomparafuilmen.te piit , rapido di quello d'i' ogni altro peri,odo della storia - hanno natura.lmenfe non· solo rinsaldate quelle éhe pot-evanio essere le tradizioni a!il.teriori, ma- dato virta a un nuovo sisti:rna ec0,nomic.o, sociale, culturale, che si accentva nel capoluogo di pro.vincia. Esiste ..di fatto oggi, accanto a una grancle-economia nazionale, una piccola economia ·pr,ovinpiale, men•lre la città è dive~tata,,sotto l'as]j)ett.o• dlel 1-avovò e della

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