Critica Sociale - anno XXXVII - n. 4 - 31 ottobre 1945

,· CRITICA SOCIALE 53 saranno altresì incomggiati.la sviluppare tutte le caratteristiche di una 've ra e propria· « macchina elettor!!le » ; - . · · si accentuerà-l'impressiione di un effettivo distac: co - finora per r:ullaJireocc'upa:nt.e, ma già eyid•~nte - delle organizzazioni poUtiche· dalla massa della popolazione non politicante pe1· professione e tem– peramento, è tutto èiò nel temp,o,· stesso che le mag– giorl garanzie di funzionamento, del meccanismo de– moci:.atico verrebbero trasferite dal corpo. élettorale ai _partiti mede·simi, ri-dlucendosi soprattutto, atlra– vers,o l'accennato sistema, il controllo parlamentare ad: un· aontrollo sostanzfolmente irrespoi;isabHe dei capi-partih>; . ' ' _ • verrà )nfine (proprio mentre tanto. si declama di autonomie e 'decentramento) introdotto nello sviluppo nazionale uno dei pI'imi e più gravi fattori dli conge– stione al· centro e di .soffooan'iento della vHa peri– ferica. , ! 1 ! i', 1 Noin resta, pertanto, che veder ,di fondere,· in ii.n solo agile· progetto, scrutinio uninominale e 'rappre– sentanza J:lPOporzionale, ciò che il Targefti pensa di ottenere attraverso uno schema basato sui. seguenti c_apos•aldi, che riportiam.o testuafmente dal suo o,pu- scolo: · · 1 °) Si suddivide il paese in ta11ti·collegi uninomi– nali qn'anti sono f-rappreseI1 1tanti da eleggere .. 1 2°) Ogni partito presen.ta zm ca;Rdidato · ii11 ,ogni col– legib ove pensa pO!ter mccoglie·re Sll{f'ragi. 3°). /111 <Jgnicollegio vi sw·à un'unica sche<Ja. com-· prendenfe·i nomt di lutti i eandiidati, ogm1ì10de(qualz' s,arà preceduto <fa un s"imbolo; ogni partito us•e•r'à. lo sle~so .simbolo per tutti i suoi candidati (e così ogni · canclidatòindipendenfe che si porti in più collegi). '4°) Dallo spoglio nazionale delle schede si determz'– nerà il numero tofale dei' voti vaiidamènte espressi e l_a; somma 'dei voti raccolti' da ciascun partito in l11ttì i collegi ove ha presentato un suo candidafo. · / I can/ii<!ati, indipendenti saranno comiderati p<N-titi minim'i <l!iun solo candidato. · DividJendo il numero fotafo dei voli per il numero totale de( s·e'{Jgi si otterrà il quoziente ele-ftorale. Divi– dendo ti 1wme1·0 dei voti rcicc.olti dà ciascun partito · per· il quoziente elettorale, si otterrà il numero .d'ei . seggi, -sp"èttanti a cirnscun part.ito, p'z'ù zzn restq,. Ai partii.i avena i resti maggiori saro1nna 11tt'fib11iti i seggi man,cçmti a raggiungere il numero totale dez' · seggi." . .---· 5°) Pel' _l'elezione dei nominativi si' pro.cederà poi nel seguente modo: p_er ogni pmrtz'l'osi. formerà una– lista,-di tutti i suoi _ca1ndidatipasti ·in grad1Zatoria de– c!'e-sc_ente 'in Ol'dine .a'l numero 'dei' voti riport'ati -da cias,cmw di essi, segnan'4io1Ji di contro il ,rispettivo roll,eg,io; si pren<ierà p' oi un a~ lista qualunque e si u– gn6.!J_çl.Jlll10 ,p,ròvvis,o,riam, en.te tanti ca,ndz'dCJJti, che han– no otfeÌ].ute le maggioJ"li• votazioni, qzzaljitis_o·no i seggi spellanti al parfilo di quella lista; si prenderà poi' una seçondd: lista e si procéde!'à nJello stesso modlo, ma alforchè zzell'a!SsegIUtzz'oneprovvisor"i'a' dei seggi si dovesse ma!'care il nome di un ca1ndidato nel cui col– legio il ca·ndid,atò della pr"im,alist'a è g,ià stato p·rov11-i– soriamente segnato, si confronte·ranno le votazz'onì ra,ccolte da.i' due ca1ndidafi e si' marcherit, sempre in via pl'ovvisoria, quello la cui somma di voti è più alfa, .cancellando il nome dell'altro e segÌiancro .prov– ùisdriamente al sqo posto il primo. candidato 111011 se– gnato del(a sua 1Ì$ia; tale operazione si ripeterà sino alla completa assegnazione <Jei seggi spellanti alla sec·onda lis-ta; pe'r la terza lista si m:ocedel'à in modid analogo_, confro~aJJ.lJpla co~ la prima e con la secori- · da; -cosi di segmf;0, smo· all'assegnazione completa dei seggi spettanti a tutte le liste, pel' oqnuna delle quali sarohno infine proclamati eletti, in numero corri~ spo11d'e1~teai seggi, spetfunti dilla lista stessa, tutti i _candidati che riporla tono le votazioni più alte e che · 1110,-1 dovettero subi.re la cancell<iziozze. · Co_n tale pr,occd.iinent-0, conclude l'aut9re., og1ù partito atterra una rappresentanza strettamente proporzionale ai suffragi rip,o,rtati ed ogni- collegio avrà il suo rappresentante coscientemente eletto (questo veramente, come vedremo non ,è del tutto– esatto). Comun'que, il meccanismo ~embra sostanziai- mente risp!Ondente ·ai fini ricercati, e dal canto no– s.lro gli auguriamo la ,m)glior fortuna .. Un appunto tuttavia ·d 1 i carattere tecnico. si deve forse muovere,· riguardo all'applicazione del metodo delle « cancellature'» (vedi n. 5), che, se non andiamo errati, potrebbe in .p·ra!ica condurre alla impossibilità , di portar'è a-rappresentanza certe fra~ioni, pure com- .prese nel quoziente elettorale, i cui candidati· poco lii'l_,merosinon fossero stati tn grado d-i farsi luce nei confronti' di più ,forti avversarii. Si tratterebbe in ogni' modo di inconveniente. facilin~nte superabile, senza modificare in modo ~ensibile lo schema espp– sto. Piuttosto due altre osservazioni d·i ordine poli– tico -"- e lo stesso autore le preved.e - s'bno possi– bili: a); potrebbero venire. eletti dei candidati che hanno riportalJO un numero di voti in-feriore a '\:tuello di ··altri ·comp,agni dèlla stessa lista rimasti soccom- , benti, perchè si son.o d'ovùti « saltare »; b) potrebbe in un cbllegio veni.re eletto Ìrn candidalo che ha ri~ p·ortato una v.otazione inferiore a quella di altri dello stes&o collegio (e questa, è obbiezione .piu seria) . . Per eliminare anche quest~, difetti occ9,rrerebbe rivedere a fondo il meccanismo p·er la scelta dei riomi. Fermi i·ptmJi 1, 2, 3, 4 (escluso l'ultimo cap!Qa verso) :d'el progetto· Targetti, si potrebbe molto sem– pliceÌnent~ - gettiamo un rapido suggerimento -1. pr,oceèlere .come segue:. convalidare sénz'altro. l'ele– zione dei candidati _che in ciascun collegio hanJ10 ot(enuto la maggiod.nza (si eviterebbe così la più seria obbiezione accennata), e poi, per ricostituire alla Camera il quap,ro dei ,rapporti ·d 1 i forza politica fra ·i yarii partiti rive.lati nel· paese dalle elezioni, « ri<mperare » 'tanti. candidati . di . ciascun partito quanti a ciò sia necessario, scegliendo successiva– mente, 'in base al nùmero dei voti ·d'a ciascuno ripor– tati, anche se battuto, nel rispettivo: collegio. Cl pare çhe simile procedimento p_oss:avantaggi-0-samente reg– gere il ·confronto con qualsiasi altro per sempliciclà e correttezza; una sola obbiezione, importante cre– d.iamo potrebbe essergli moosa (noi francamente non ·1a: vediamo come. tale): cioè di lasciare.indete,rminato a pdorj;; il nmÌrero de'i componenti la Camera. 111 pgni modo è chiaro·· che non S'ono le moid'alità lelciì1cìi'e di applicazione che possono c:ontare: "ciò, dhe importa• è il principio, e la necessità che i re- . sponsabili si ren,d!ano conto di quelle che sono le esigenze. della situ;i.zion.e, se voglion:o, favorire, e non - ostacol,are,, il. processo di formazi011e della nuova . classe''.politica ed il com;.olI-d'arsi di un effettivo· co– stume democratico in Italia. · Curno BERSELLINI . . REGIONE E PROVINCIA " Fe<fe1•aziò11,e democl"azia. Il prof. Alessand-fo Levi ha sostenuto suÙe colonne di ·questa rivista- Glie la migliore soluzione del pro– blema pol.itioo-amminis!ralivo. italiano sarebbe da.ta "dall'adozione -del criterio federalistico a base regio– nale, e ha oon ciò invitato i compagni a una fraterna d"iscussione intorno a un così scottante argomento. Che· un'ossatura federale dello Stato, rappresenti una delle maggiori garanzie ·della democrazia ·e della 'l'ibentà, còme affenna il Levi, è senz'altro fuo•Ì'i di discussione, e numerosissimi esempi n,~lla storia stan– no a dimostrarlo Ma crediamo: anche di poter· ag– gi4ngere che questa affermazione non· si può rife– rire se non a quegli Stati, nei quali la fed·eJiazione è stata la risultante di un naturale pr.o,cesso storico, accompagnato •da una progre·ssiva · autoeçlucazione della coscienza civica, come è il caso degli Stati Uniti e. d·el1a Svizzera. Dove il sistema federale è sempli– cemente imposto per legge, come può essere a.d esem– pfo )L caso d.i alcuni Stati de!J' America latina, esso non è, certo .presidio -d 1 i democrazia e di libertà. Di– fatt-i: il Brasile e il Venezuela, .Stati federali, non sono per ciò meno soggetti alle end·emiche l'ivoJuzioni · e dittature militari, che sono il male comune della immatura democrazia sudamericana; e, a dire il vero, ben pochi sanno che questi Statì sono federtali. Se al lume di q uesllo! concetto noi di,amo ùno sguar~ do alla sifoazio.ne italiana, non possiamo fare a meno

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