Critica Sociale - anno XXXVII - n. 4 - 31 ottobre 1945
62 CRITICA SOCIALE 1iloventc dell'azione. Tra questi bltimi è da porre H. Mondo-Jfo, il quale, nel spo sag~io Il malerialismo slol'ico in Federico E ngels (1), discute a fondo· la que– stione. « Il momen.to soggettiyo - scrive Mondolfo (2) - ha im_l: \or'lanza ne lla storia in quanto è i~ moment.o dell'attività volontari•a che opera s·eguendo 1 suoi fini; è il bisogno che mette capo all'azione, mentre ha sua 01 igine dalla consapevolezza delle condizi-oni esi– stenti. Riconoscere la soggettività solo come passivo rìflesso delle condizioni oggettive rie!ia co-scienxa' equivarrebbe a negarla; lasciar nell'ombra o discono– scere il momento d!ell'attività -equivarrebbe a porre nella storia, al posto degli uomini vivi e reali, ma– rionette mosse dall'automatismo delle .cose». · Come mette in evidenza Mond,o,lfo, ·ad un rigido de– termin'ismo storico si attenne lo stesso A. Comte, prima che il materialismo storico fosse ooncepito come ,dottrina della praxis rivoluzionaria. Nel suo Pian de· lmvaux sciemt.i'fiques (1822) 'Comte scriveva: «Una-delle leggi essenziali dei corp-i organizzati, che si applica cosi alla specie umana la quale agisce col- . letlivamente come all'individuo considerato isolaia– mènte ... consiste nella necessità -delle resistenze, fino a un certo grado, pur ohe tutte le forz-c si svilu ppin o pienamente .. ! Se gli ostacoli sono necessari p.er lo sviluppo d.elle ·forze, essi non si producono». Ques_ta tesi determinista comtiana è poi passata nel darwinismo· sociale e néllo spencerismo e, di ri– flesso, in una forma di SQcialismio sostenuta da En– rico Ferri (3) col trinomio Marx-Darwin-Spencer, A Stio temp•o Antonio Labriola (4) -lanciò i suoi sar-ca– smi contro !'•avvicinamento di Marx a Darwin e Spencer e non vi è ora, tra gli interp,eti più recenti del materialismo storico, chi riconosca validi, per la ,dottrina marxista, t•anto ·il darwinismo sociale quanto il positivismo dello, Spencer. _ Per quanto l'evoluzionismo sociale- d-i stampo posi– tivista debba essere considerato sorp.assat6 dalla cri– tica storica, tutl!,avia non si insisterà .mai abbastanza dal. punto di vista so,cialista, nel richiamare. l'atten~ zione sull'errore in cui si può cadere facilmente qua– lora si trasportino ai p rocessi storici gli schemi .che il Darwin elaborò p.er le scienze n•aturali. !Per la filo– sofia ,d;ella praxis non vi è posto, per simili schemi, ~nche se la loro con_oscen_za-è_!alvolta nei;essaria per rnter.p,retare le specie ammah nella loro vita oollet– Uvia. Ma la s"toria dell'uomo è· ben -diversa dalla vita collet_tiva de!J.e spede animali, dove la ne_cessità fisio– logica si mostra come. il fattore predominante .. Tuttavia, per quanto nel materialismo storico la causalità che confluisce nel determinismo ·vadia inter– pretat1:1 in modo non rigido _per ja <liale~qca. che in· esso viene postulata, i recenti p-rogressi delle scienze Jìsico-matematiche, particolarmente per il principio di indeterminazione in esse intz:,odotto, permettori,o di fare alcune considel'azioni che chiari-scono meglio il problema. Come è noto, nel 1926 il fisico-malematico Heisen– berg, studiando i .fenomeni microsco.pici che interes– sano le particelle p,iù piccole, postulate dalla fisica (fotone, eleUrone, 1 ecc.), è giunto .,alla conclusione che è imposs-i:bile speriméntalmen!e in· dette ricerche con– cepire ·il comportame-nto spazio-lempol'a-le dei feno– me-ni come ,qualcosa di autoruomo. Quand,o, si cerca di determ1n[!re la posizione e l'impuls·o o la- posizione e. lf:1vel?cità. di un_ fotone o di.' un ·elettrone, è impos– s1b1le gmngere a risulta.li -esatti o assoluti· o si deter– mina la posizion e o Jia velocità· singcila~mente ma non tutt'e due contemporaneamente. Hei·sen:berg ha dimostrato che è quindi imp,ossibile concep-ire cdn rigore scientHìco la p.osizione e la velocità di un fotone ·o di un elettrone, irt qu1anto· esse soH10,granl dezze complementari, che non si poss-ono m'isurare sirµullaneamente. L'esattezza di una delle dtÌe misure r.ende im~os~ibile l'es•attezza del)'altra. Questa com– plemen~arieta ha per fondamento il principio dt in– determrnafezza. Nel calcolo è perciò necess ario µi– trodurre una « relazione ,di i-hdeterminatez.za ». Sòlo .quand~ si. studiano i fenom eni ma.crosoopic i, cioè formati d1 un numero grandioso di particelle ele- (1) Ed. Formiggini, Genova, 1912. . (2) Op. cit., <J?- 231. . _ (3) 'E. FÈR_Rr, SocialiJsnw e scienl!a posi.tiva,' . (4) A. LABR!0LA, Saggi sulla concezione ,maÙrial-ista della storia. men1'ari, qmesta relazione· di indetermiùatezza non ha p,iù valore e ,i risultati coincidono con quelli della meccanica classica., che è, come è noto, ngidamentc -determinista, cioè per ess.a vale in in.odo rigoroso il principio di causa!Uà. Il dato importante' della nu0v'!l: tisica è però che l'indeterminatezza dei fenomeni ele– mentari è legata alla natura rd,i questi e non dipende da impel'.fezione delle misure -o. da incompletezz,a dei d'ali iniziali (5). Il principi.o di indet,erminatezza accet!at_o neBa mo– derna mecc~nica quanfistica è empirico.-ast.fatto (6) e per ànalo,gia si .può trasportare nella sociologia marxis_ta, intesa questa cpme costruzione 'l'azionale dei fenomeni sociali. A una, tale sociolo,gi'a si possono muovere fo stesse òbbie:iioni che al tentativ-o,-paretia– no di cr.ear_e una sociologia << scient'ifica »; essa quin– di non può giungere che •a risultati schem!rlici, i quali valgono quel che valgono, ma· no.n si può negar loro un valo,re normativò di primaria importanza. Ora Marx ed Engels ·hanno schematizzato i fenomeni sfo– ri ci come .fenomeni di massa (7); ed<è appunto qua.u– do la storia vissuta la si interpreta in tal senso che si' può applicare il principio di causalità, dando la preminenza a.I fattore économic,o, •appunto, come causa determinante. Di qui il continuo riappin•ire, nell'i•n– lerpretazione <l'elmaterialismq storioo, del determini– smo econ-omico che, messo da alcuni .elegantemente fuori dalla porta, rientra_,però, in una disamina sto– rica più approfondita, sempre dalla finestra. Nè ci si può liberare di tale' ,delermin,ismo senza sminuire la :po.rtatia deUa c0;ncezionè marx-engels-iana. Tuttavia il v,olontarismo della praxis, legalo, pure in modo in– dissolubile a tale concezi.o,µe, · nega il pm;o determi– n'ismo economico, in quanto, 'afferma ·la volontà come necessità storica, senza la qll'ale il fenomeno di massa non si può manifestare. Qui mi pare sia _necessario intr-o·durre una idtistinzione tra fenomeni ,Ri massa e fenomeni di gruppo, in modo,da spiegar~ i primi col .p,rincipio di causalità e i secondi con ·quello di in– determin,atezz,a. Quand:o si voglia mettère 'in evidenza la risultante ,de-i fenomeni di massa, la storia ci offre esempi numerosi in cui il d·elerminisrn-o, economico è il fattore determinarite, mentre non si può prevedere, . nell'azione umana, quale sarà la risuHanle dei feno- meni di gruppo, perchè non si ha.uno possibilità di sbabilire con esa.ttezza dove essi danno una risultante compatibile con le previsioni st-oiriche. Il fenomeno di gruppo non ha b-isogno di essere chi,àrito in mod:o. particolar-e, perchè esso non è altro che una manife– stazione ,delle é/ites, che si formano e si disfanno con– tinuamente nella vita sociale., AcceUando questa interpretazione, si viene a inse– rire nella concezione materialista. ,dlella storia ·iJ prin– cipio. di indeterminatezza, non più 09me ne~azionè del d•eterminismo storico, ma· come un c.omplemenlò l0gico,· necessario p-er chiarire i limiti del volonta– ri-smo della prax-is, che finol'a. ha costituito un 'Vero romp.icap-o per gli interpreti del marxismo. . . Con essa-si ,viene anche ~ad eli.minar.e, nell'interpre– ' [azione ,dei fatti empirici che la storia ci presenta, quella dialettica posta. in evidenz•a da Engels nell' An– lidiihri.J;ig, ,principalmente nel capilo,J,o Ne{fazione della negazione -di intqnazione hegeliana, dialettica suscettibile di quelle obbiezioni mosse ·da Croce alla filosofia della storia del filosofio 'tedesco (8). Ma non credo ch_e,l'eliminazione della ·d:ialettica dalla con– cezione materialistica ,d:ella s\.oria per l'interpreta– zi,one dei· fatti storici, intesi nell'accezion·e empir-ico– as_tratta, costituisoa nn•a diminuzione pèr il 'mar- xismo. · I MICHELE GJUA (5) Cfr. in merito W.. l-J.EISENBERC; Les principes phisiq11es de. la t'héorie des qi.aruta, Paris, Galithier-Villars, 1932; PH. FRAN•K, Das Kausa/gcsetz mid seine· Gren,zen, Wien, Springer,. 1932; L. Glìvr,ro;wAT, L'indeterminismo. nella fisica moderna, in Saggiatore, 2, 8 ·(1941). . (6) Per µna spieg<1zione del con,cettò empirico-astratto rimando al mio saggio Storia delle scienze ed epistemologia, 'forino, Chiantore, 1945.- · (7) « La s-toria della società fino ad ·oggi è la storia di lotte di classe »,' è detto nel ca,p. I -del l',1'wrJ,ifeito dei comn1- nisti, (1848). Qui l'a classe viene il}tesa come la Massenheit, secondo la B ei/ige Fa,m,i,lie (1844). · (8.) IL CR0,Cll, Ciò che è vivo e ciò che è morto de.Ha filo-·_ sofia 'di Heget, ora nel Saggi? sullo _Hege/., Bari, Latei;za .
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=