Critica Sociale - anno XXXVII - n. 4 - 31 ottobre 1945

60 CRITICA SOCIALE Il riconosci~ento della paternità . , Problema già discusso senza approd'01re a conclu~. ~ioni leg/slalive, ma che oggi, in questa atmosfera_ d'1 revisione sociale, dovrebbe ottenere un~ rap1°:a soluzion,e. Infatti l'ostacolo nwggtore consisteva 1~ passato nel timo1·e che il riconos~imento dei _figlz ext'raconiugali pol'lasse alla disperszone ife/ patnmo– nio familiare al momimto diella succ~sswne, o c~e. indipendentemente dal fattorç economico, _la(eallo tn– deboli sse o infirmc1'se· l'istituto della fam1g/1a. Er~mo soprat 'tul.lo conjrari i gelosi cust'odi ife.lle lìn•ee _drna– sliche d'el sangue azzul'ro, del patnzrnlo. Essi non ammeitevano che i nati da seduzioni. ancillari o ~Cf amori estemporanei potessero 1•ivend1~al'e la parti~· coi figli lègillimt. Vofeivarno difenqere 1l•c_eppo nob~– lial'e dalle .infiltrazioni plebee, volevano nservarne il patrimonio alla discend'enza legil!ima: Si!ll(lmen_le rn• gionava la borghesia ricca. E _g!1 w,11 e gli al~n, che avevano abusato del loro presllgzo d1 casta o d1 classe per godere donne del popolo, t_rova_V(fllO appunl'o nel/~ l'agz'oni di casta o -di classe il mot'w.o pel' negare 1l ticonoscimen,to dei frutti' delle loro avve·nture. Se il senso comune oggi ci avverte di n on d o~er più fare affidamento nè sui patrimoni priv ,a.ti nè sulle cre-dHà nessuno può giuridicamente co1 1tes 1tare il di• rilto n~turaJe che ogni nato porta con sè, venendo alla luce: quello di sapere chi sono gli autori de~la sua esistenza e di essere d,a;essi accolto come_ figho. Il misconoscimento •della maternità, raro ormai, e · quello ,frequenil.e della .paternità sono una infamante o/fesa contro i figli, qualunque ne sia il motivo. Nel periglioso cammino della vita un minimo di ~aranzia iniziale-deve essere soUoscritto dai due diretti respon– sabili. Il ripudio ,d•a·parte di chi trasmise, oltre aUa somiglianza corporea, anche un complesso di caratteri 'psichic,i è un ,atto di sleale e brutale rinnegamento che deve cessare. I figli, chiunque li generi, hanno il diritfo di. essere allevati, mantenuti, educati dagli auto-ri •della ll?ro esistenza, di .portare i 'nomi di en– trambi su tulh i docùmenti an~graftci e dv,ili, d'i ere- ditarne i beni al· p•ari degli altri discendenti. ·' Se il codice è tanto rigido nello stabilire gli obbli– ghi derivanti dai vincoli .familiari, perchè ,abbandona con una ferocia da romanzo d'appendice i figli ille– gitt.iµ1i e adulterini, cond,annando questi ultimi a n_on1 poter portare il nome dei genitori? Forse per la di– fesa della fami,glia legittima? Essa sarebbe certamente più proietta s·e il marito e padre sapesse che' ai suoi nati d,a relazioni extra– coniugali dovrebbe dare il suo nome e la parte spet– tante dei suoi averi, sottraendola al patrimonio che sarebbe rimasto intero aJl,a-moglie e ai figli legittimi. I mariti infedeli e i padri scriieriàti incontrerebbero una sanzione che sarebbe-loro ·di freno. Troppo comodo e vìgliaccd il sistema del 'figlio del– la ser;va tacitata con una reg,a.Jìa o con ,qualche- sussi– dio e poi col ricovero del bimbo in un istituto di trovatelli, o, come accade il più delle volle, con nulla di-tutto ciò, anzi col diniego della c'orresponsabilità: Situazjoni notissime, per le quali occorre l'inter- vento della legge che ancor-a le ignora. ~ Noi chiediamo che l'alto di nascita di ogni citta– dino sia completo per quanto sia po.ssibile accertare attraversò indagini,_ raffronti; testim.onianz·e, corri– spondenza, esami del sangue,- prove e controprove; procedure giudiziarie ove occorrano. '' La legge deve costringere il ,genitore, volente o nos len(e, a riconoscere il figlio contro qualsiasi interesse contrario. Parlarç, di diritti' civili, di eguaglianza foh– d,amentale fra i cittadini, consentendo· che taluni di essi, ,al momento stesso "della loro entrata nel con– sonio umano, siano bollati di illegittimità, è uµ non · senso, una crudele ingiustizia, cui bisogna rimediare estendendo il diritto alla ricerca delle origini e del riconoscimento anche agli illegittimi, a·dulterini e tro– vatelli v'ìventi, di qualunque età, che lo chiedano. Poichè fra le possibili conseguenze deHa cinica liber– tù -di misconoscere i pro,p,ri figli c'è anche quella dell'incesto, potendo accadere che due amanti o due fidanzati ignorino di esser~ fratelli. Se continuassimo a condannare dalla nascit-a una parte dei viventi, come _potremmo non sentirci com– plici. dei loro .errori quando essi, ripudiati dai lo:ro ✓ genitori, si pongono· .fuori o ~Ònlro la società? Assai tristi sono le statistiche dei riformatori e i;Jei peni– tenziari a questo riguardo. Troppi sono gli ospiti dei luoghi ·dì pena o di malaffare .che possono addurre a loro scusante l'essere stati banditi fino dall'infan– zia dal novero de.Ile creature dabbene. Il 1,ancore e l'umiliazione ch'essi nascondono sono una cocente accusa con.tro la s-ocietà. A qualunque rimprovero es~ì possono rispondere: e voi come ci avete trattati? Avete avuto ver.gogna di darci il vostro nome, di riconoscerci sangue del-vostro sangue, e voàeste che noi-rico'noscéssimo le vostre istituzioni, la vostra mo– rale, le vostre leggi dopo averci posti ex-Jege? Se un giorno verrà imposta la, visita medica prc– nuziale con lo scambio dei referti tra i fidanz,ati, perchè ,ognuno sappia quali ered'ità fisiologiche l'altro porta ed è atto ·a trasmettere, se questa protezione preventiva verrà stabilita per'i nati legittimi, è ovvio che ,a, quelli extraconiugali spetti almeno il diritto di conoscere i genitori e di essere da essi riconosciuti. Il provvedimento avrà. anche caraùere di difesa della donna, che è abitualmente !,asciata sola a prov.– vedere _ai ·nati, p1oichè, se lo Stato interviene. con sus– sidi O· col rfcovero gva-luito dei piccoli, ciò non ri– solve moralmente il fatto e tanto men'O lo sistema definitivamente. Se il riconoscimento obbligatorio da parte del padre può far temere che sospinga la ..(,l'Onna a cedere alla bramosia. maschile, sàpendo che le con– seguenze sartmno cond'ivjse, esso per contro sarà un' valido freno' per l'uomo oggi libero di sedurre, ingan– nare, abbandonare, vili.penderat insultare, calunnia·re colei che gli si è data,. quando non gl'interessà più, e con essa,rinnegare i frulil.i della sua .passi'one. Che ognuno rispond'a dei propri atti e de-J]e loro consegùepze è un imperativo di lealtà civile, una esigenza di stile oltre <ih.e di morale, assolutamente •inderogabile oggi che .si esige ,dia tutti una presa di posizione in ogni settore della vita civile. Sarà anche iÌn.p•edita l'obbrobri.o·sa truffa delle ra– gazze-madri che V1anno a nozze nascondendo d'avere avuto un .figlio, .e quella .degli uomini che t.,cciono alla sposa di essere già ,padri e di avere a]tri legl;l,mi, imbrogli che si scoprono poi col passare degli anni, determinando tragedie o rotture che pòleviano t"'sere evitate dalla sincera ammissione dei precedenti vin– coli. Auspichiamo che il problema trovi la -sua urgente soluzione nel codice. Lo chied'iamo come cittadini e, soprattutto, come socialisti. iPAOLO· PERUCCHE'I"l'I Il socialismo idei partito· d'aziQne Non abbiamo, nel numero passato, fallo seguire una no'Slra replica all'articolo di Giuliano Pischel, perchè lo spazio non lo consentiva, ma d 1 esideriamo non dilferi-re questa nostra rep,lica, perchè il nostro tem– poraneo silenzio non sia interpretato come acquic– sce.nza alle considerazioni e ai giudizi ·espressi dtal nostro amico. . Lo sforzo che egli fa per; segnare i caratteri diffe– renziali fra il prog,ramma del P. d'A. e il programma sO'cialista e, più particolarmente, fra il socialismo del P. d' A. ·e il socialismo quale il nostro partito ha for– mul>ato e pro{essa, non ci sembra riuscito interamente · al suo scopo. 'Pisf:iel ha perfettamente ragione q"1,ando considiera insufficiente la definizione d·el prograiiun~ del P. d'A. proposta da Lussu nel çpngresso di _Co– senza: anche il nostro socialismo è infatti antitota– litario ·e democratico e può senza ambagi chiamarsi liberale, perchè vuole assolutamente evitare un so- •verchi o accentramento di funzioni e dii potenza nello Staio e salvagua,rdare -così .Ja libertà dei singoli (in– tesa naturalmente in senso democratico ed ugualita– rio, tale cioè che pO'S·saessere· diritto di tutti e non privilegio di pochi) confro ogni p.ericolo ·.ct:i d}Ualur.e. Ma non ci sembra più .felice di quello del- Lussq il tentativo di iPischel che pone come• « carattere pe– culiare del P. d'A. » e slia ragion d'essere (che «6i– gnifica ragione deHa: sua d:ifferenziaz.ione »), i,! fatto di- essere una si_ntesi, in cui si fondono « l'esigenza

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