Critica Sociale - anno XXXVII - n. 3 - 15 ottobre 1945

CRITICA SOCIALE · 45 argomento sembrano, invece pr.eferire (come del re-' ;to praticamente già è_stato realizzat'O, in alcuni pae– si) la creazione di Istituti parastatali, •a,venti costi- ' tuzfonalmente il compito- di gestire lè partecipazioni in-dustr-iali dello Sllalo. _ ·Per quanto concerne la· situazione italiana, un 'lsfi– futo Centrale di Gestioine· (sul tipo d~U'I.R:I.) potrebbe avere· compiti sia di natura economica finànziarfa., sia cli p.,atura tecnico-industriale. Esso dovrebbe e/;sex;e diviso, i:n sez-ioni di settore, corrispond:enti alle di– v,erse industrie (possibilm«;:nt:e secondo' la classifica adoJtata per i Comitati e per i servizi ministeriali), e disporre inOlltre di servizi' generali e di coord-ina– mento per quanto concerne H controllo ·amministra– tivo, la :p-oUtica finanziaria e _comme;:ciaie, ·le analisi dei costi, :la rici;rca scientifica, la pianiijcazione; la razionalizzaz\one, •l'inq•a,gine economica e statistica, i problemi dei· 1,avoro e dell'assistenza, ecc. Tale Istituto potrebbe èssere amministrato dl!- un Consiglio composto ,d:irappresentanH deUo Stato (ca– pitale), della si:;ienza, delle,d,iverse categorie lavora– trici delle aziende coUettivizzate (dirigenti, impiegati, ,operai), e dei consumJatori. Tl!,Ie Coi;isiglio che, dafa · la sua composizione, ,,sar,ebbe necessàriamente num'e- , roso, potrebbe delegare parte dei suoi poteri ad up.· rhstretto : Còmil,aJt:oese_éativo -sedep,te, non .sa~tuaria– mente ma .con continuità, e deliberante previa co:nstll– tazione del Comitato, di Dir.ez1~0-ne, composto dei' di– rettori dei servizi ,d,i settore. e dei servizj generali dell'Istituto Centrale .di· Gestione. ' . L'Istituto Centrale di Gestione dovrebbe istituire' ,un conto indennità di, espi:oprio portante all'attivo i divi-d:eqdi delle società soçializzate, o i p·rov~nfi di eventuaJi cessioni, al settore'privato, di aziende con– -sociate minori, ·ed al suù passivo, per 1un certo, pe 0 riod·o (per esempio -20 anni) le-qubte di ammortizzo del debito verso .gli azfonisti espropri,ati. Qualora -que– sto fond:o fosse in· passi\?o,. lo Stato. dovrebbe assi: curare i neéessari finanziamenti. · , T ;i.le Is.titutò pofrebbe anche accertare· e prospet– tare le s ituaiioni che rendessero-opportuno il. p,assag– gio di"una certa industria dal settore ,privato a queno socializzato, suggerir-e partecipazioni aU'lstituto di Gestione, dare. il parere in ordine a finanziiamenti ~ a misure fiscali e doganali, promuovere l'unificazione contabile, ecc: •. · · Jpfine, u'n Istituto, 'Centrale dei.Servizi Pubblici p,o'– brebbe cosil-itiiire una _specie di fecleraziorie delle aziende municipali, provinciali o regionàii ,aventi ge-, stione di servizi pubblici (énergia, gas, acqua, tr::anyie, autostrade, acqued otti, panifici, conso,rzi sanitari, ec– cetera), suggerire orientamen.ti tecnici ed. orgianizza– tivi, tutelare gli in teressi econ omici, facilitare finan- ' · ziamenti, tenere i collegamenti, sui problemi di or– d-ine generale, coi :~nisteri ed altri enti pubblic~. · 5° - I Consigli Reg1'onali dell'Economia ·e· i Conso.rzi · _ Region,aU Industriali. ·- : . · , · ' r.Per quanto. doncerne l'organizzazione periferica, te- ' nuto conto delle tendenze favorevoli alla costituziort'e di enti .a carattere- regi°onale, potrebbe essere sugge- , rita la costituzione d,i Consigli' Regionali dellà Eco– nom,ia, che -dovrebbero comprendere le seguenti" se– zioni: finanza e assicurazione, l,avoro e· assistenza, ag{-icolfura; ,_industha, comunicazioni, commercio; servizi e lavori pubblici. A tali sezioni dovrebbero far capo tutti ,gli enti economici e sindacali locali, le associaz.iòni libere tra i produttori e i commercianti, ,i Sindacati dei lavQratori, le cattedre di agricoltura, .. - .· ecc. . , Per quanto concerne particolarmente •la sezione industriale dei Consigli l;{egionali che qui ci interessa, essa dovrebbe essere ,0rganizzia-ta sullo stesso sche,mà del Minist'erÒ della .Produzionè Industriale, avere cioè - servfai di settore (siderurgia, 'meccanica, chimica,. ecc-.) Servizi generali· (brevetti, pianificazione, stati– stica' laboratori, ecc:); menlre i servizi amministr,a,- . Hvi (personale, economato•, ecc.)· farebbero p~rt~ dei servizi d'assieme tlel Consiglio .Regionale dell'Eco-, ·nomi-a. · ' ·• Gli azionisti in cambio delle azfoni espropriate d@ 0 vrebbero ricever·e certificati di ·credito vèrso }'I~ti– tuto di Gestione ,per imporH pari al ..numero delle azioni possedute moltiplicato per 'i-1 'lnalore ricono" sciuto -per ogni azione. Tali . certificati nominativi d,ovrebbero poter essere trasferiti unicamente d:opo ·essere stati sottoposti alJ/imposta straordinitria sui pa,trimoni èd aver ottenµto la· conseguente sllaru-p,i- gliatura. ', · · Pier ,o,<>ni settore industriale dovrebbe poi esiste1·e un Conlorzio Regionale Industriale (includ'ente azien– de socia1izz,ate, prLvate. e coop~rative) con incarico · . di 'disciplin:a..comqzez-_ciale_ e -di collegamento c-01Co- Per quanto concerne il settore· cdeUe Cooperatjve· . .. di Prodùzi,o,ne dovrebbe essere creato- un lstiituto Cene - trale delle Cooperàtz'vè industriali. Bisogna· tenere · presente tuttavia che le Co,o,perative non sono pro– prietà dello -Stato,, ma dei soci l,avoratori. L'Isti.futo Cenfrale delle Cooperative Industriali av.rebbe quin– di, più che altm, la caratte-risHca di una fedeua– zione in cui i poteri hanno origine'·pr-evalentemehte ·dal basso (diagli aderenti), e non dall'alto (-dallo ·stato _ propriefario), come ne,l caso dell'Istituto di gestione. 1 Pure nei limiti di tale -sua diversa càratteristica l'Istituto ,delle Cooperative Industriali potrebbe svol– , gere funzioni di coordinamento le di rappresentanza ,di s_ettore, ed assistere le cooper,ative aderen:tj per quanto concerne. l'orga.n)zzazione tecnica ed azien- - dal e, i finanziamenti, i rap:p-orti con .le aziende so- •cializzate o priv-ate, lo sviluppo· della cooperazione industrlal'e, ecc. · , , · Per quanto hraJ ,riflesso a-l'le aziende private, gli in– dustriali imprenditori dovrebbero essere lasciati ,li– beri di tutelare i lùro interessi attraverso organ-i2Jzl!-– zi0ni di oateg,oria facenti c,apo àlla Confederazione degli industriali. Ai fini della rp.olitica fiscale e del lavoro; come del resto in rapporto alla attuazione del p-ian,o_, generale, '1o Stato ,d'ovrebbe, considerare tuttavia iI caso di quelle 1a.ziende medie e piccole cli.e, pur senza rag– giungere una importanza tale .da'ess-ere' incluse sen_– z'altro nel settore- socializzato, hanno tutta.vi.a im– portanza ·nazionale bastante 1a:,siul!tificare un loro controllo da parté degli organi pubblici. Un-lsfftuto Centrale di Controlfo.delle aziende p,ri– V?,te, <?Onsezioni "ne~princi1;>ali ,ct;n!ri econom_i~i nà– z10nab, composto .,dli ,esperti, tecmci ed ammimstra– tivi potrebbe svolgere un compito di quest,o, genere ,a,ttr~verso ·la designa,'zione, 'obbHgatoria per legge .. di uno 0 più su0i rapp-resentanti nei collegio dei sindaci , <lelle s0cietà per azioni, la consuJenza a favore· dei Comita,ti aziendali -d:igesfione, ecc, mitato Cen\rale ln·dustriale di sett,o,re per quanto con– cerne l'attuazione idei piano generale di produzione e di ripartizìone. - _ : · Così, per es., il Consorzio Lo!Ilbard,0 de~le In~~-strìe Siderurgiche dovrebbe sorveghare che gb stab1hmen– .ti della sua zona si uniformino, nelle loro produ– zioni a ·quanto è stabilito nel piano generale per la regione lombarct:a, fo;sare _le ~uote, con~rollar~ ~ prez– zi curare che siano evitati trasporti passivi, ecc. p{u- avendo organizzazione burocra•tica autònoma, esso dovrebbe tenersi i:ri collegamentq, da una parte col Servizio dell'Industria Siderurgica -del Consiglio Regionale deU'Ecol).omia e dall',altra col Comitato Cen– trale dell'In'dustria Siderurgica. ·· Tafi Consorzi Regionali potrebbero essere retti da •un Consiglio nominato dalle aziende socializzate, coo– perative ·e p:r:ivate ader-en~i,. in propo rzione della _lor?' importanza (da caicc:>lar~i rn ~a.se ~l n~mero d~ di– pendenti, alla p·otenziahta degh _ imp ianti, al capitale, ecc~)· essi -dovre'bbero inoltre includere rappresen– tanti '-delle categorie lavoratrici, consumatrici, e_cc. Dal punto di vista della orga,nizzazione buro_cràtica "li -enti sopra in-di,cati potranno forse· -a pparire nu– ~1erosi · ma in realtà si tq1tta "di istituti in gr.an parte . gfà esi~tenti, sia pure con. u·na sfera di fu nzioni p•ar-. · zialmente diversa. ì?impontante è coo·rd inar_ne ed estenderne, .do_ve necessario, le competènze; d1 mettere a punto un pia- - 110 organico che as~icur\il giusto equilibri~ fra le ne~ cessità dell'ammimstraz10ne centrale e gh rnteress1 ~élle categorif che 1•mrtecipa~o alla produ~i<?Ii.e;. di dare -oppoduno rifievo all_e esigenze.~ all~ rn1z1ahve regionali, verso cui conflmscono le.simpatie e le spe- .r-anze di. ,quasi tutti i partiti, In conclusione: niente superburocrazia, ma valo-. rizzazione ,degli interessi ,periferici e di base nel qua– dro di un ,a,rmoni_co_ e razion::ile 0rdinamento- del pp– tere centr·a-le. VIRGILIO DAGNINO

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