Critica Sociale - anno XXXVII - n. 2 - 30 settembre 1945

CRITICA S0€1Al..E e delle abitudini del propr-iclario, il dirillo di pro– prietà privata, affid,a,nldlo la terra a chi effettivamente la lavora, nel modo che si è detto. L'esempio ultraventeimale delle cooperative agricole del Ravennate- può f.9rnire insegnamenti e modelli a,ppropriati. . · Così, p,igliando lo spunto dalla breccia aperta nel -...pattoagricolo, si prepara una· vera rivoluzione senza ,spargimento di sangue, senza distruzione di vite e di · beni, ma j;)er via legislativa, con regolare. indennità che. assicuri un placido tramonto agli attuali possi– denti, i quali. non vogliano o non sappi;ulO' fare dei~ l'agricoltura -la loro occupàzione professionale come tecnici dirigenti. · · Escludiamo l'estromessione del proprietario e la sua sostituzione col piccolo proprietario coltivatore, per– chè si avrebbe non un'evoluzione progressiva dell'a– gricoltura, ma un'involuzione regressiva, p11r am– mettendo che la. piccola proprietà esistente, frutto di lunghi anni di lavoro, di astinenza, di risparmio, debba essere rispettata é tutelata, e che possa per- . manere, specie dov,e,la coltura speciale·. viticola-frut– ticola la favo·risce, a .c·ondizione che essa entri a far parte id,i coop-erative _che ne potenzino l'efficienza nella compra dei fertilizzanti e delle sementi, nel- .l'us·o dei mezzi meccanici, nella vend'ita dei prodotti, nelle pratiche per .procurarsi\ capitali occorre.nti. La piccola p•roprietà coltivatrice, essendo per sua natura empirica, timorosa, av,a,ra, impecuniosa, man– ca così di tutte le doti océorrenti per industrializ:– zare l'agricoltura e-non ovvia alla frantumazione del– l'unità poderal,e· ,per effetto dell'eredità. Il che non vuol dire che non si debba favorire per tutti i lavora.tori dei ·camp·i, come per i layora•tori _ delle officine, che vivono in margine della 6ittà, il possesso di una casetta con, l'orbo, il maiale, i polli c, magari, la mucca. · . Il Part.ito Socialista, ~he ha sempre improntato, nel– la sua cinquantennale tradizione, la sua dott-rina, la sua azione e la, sua propaganda a franchezza, schiet– l'ezza e lealtà, nella preparazione della riforma agra– ria da servire di piattaforma nellà campagna per la Costituenite deve dire senza ambagf qual'è il suo· pen– siero n~ ,riguardi dell.a terra a chi la la_vora, per modo che tutti, l:woratori e pa,droni, ne siano ed.otti e prendano posizione. · Ne avvantaggere~o tutti. ALESSANDI\O SCHIAVI SOCIALISMO. E CLASSE ·1M-PIEGATIZIA Il Socia,lismo- può vincere -dem6cratkamente la sua battaglia di domani, solo, ,se saprà riunire tutte le f0rze lavoratrici- sotto un'unica. bandiera,: il che si– gnifica far schierare concrel~mente, accanto agli ope– ra.i e ai contadini, i ceti impiegatizi, e ci·oè quel pro– letariato intellettuale, che fino ad ora· gli. è quasi ~ semprre sfuggit9<. . Il commercia-n,te, i,l professionista e l'impiegato so– no sovente considerati come tre diverse esp,ressioni di quell'unica classe sociale che risp•o,nde al nome. ' llroppo sfruttato di media e piccola bo-rghesia: bor– ghese sa~ebbe la loro mentalttà, b,orghese_il lor.o te- nore di -vita, borghesi i loro interessi. - Ma, se è vero che la forma mentis è dr. solito in lutti questi ceti la. medesima, i.n quanto attinta allo stesso amhiente culturale attraverso la scuola e at-– traverso i quofid'iani contaHi della vita, è per altro innegabile che sul piarno econ.omico il commerciante e JI ,profession-ista, i quali ved-o,no aumentare ]e pro– p-rie rendite in regime di economia libera e le vedooo diminuire· attrave-rso i conllrolli, le 11egoJamentazioni' e gli jnterventi della· pubblicai auto1~ità, si trovano agli aintipod;i dell'impiegato, che, c•ome tutti i prole- tari, trae vantaggio da. un regime economico a ten– denza pubblicistica, ~e ,non si vuoI dire ad!il.i<rittura ,sodali-sta. / A questa classe impiegatizia, che è indiscutibilmente •proletaria dal punto di vista degli interessi econo– mici, han fatto dunque difetto senza dubbio altri ele– me!}ti, per divenire p~rte attiva _edinamica del blo.c– co politico del proletar<.iaJo. Tra quest~ ele1i1enti va certo annoverata la insufJì-' ciente caratterizzazione econoJilica. Infatti è vea-o che. ·,pur tr•ovandosi nella stessa situazione economica, di diip,endenza, c·oJui che, guadagnando que-1.minimo che· gli necessita; può considernrs.i, d-aI punto dJ vista strettamente individuale; come un soddisfatto, non suole sentfre i contrasti dii classe alla stessa guisa di chi si ,trova sui più bassi graddni d~lla p'i-ramide lso– ciale: il che può indubbiamente spiegare, in p-arte, perchè il senso di ribellione nei confronti del vige1ùc regime economico sia. S:tato{Issai più vivo nella ·classe o•p•eraia che nella .class•e impiegatizia. Ma questa sptiegazione -è di per sè tutt'altro che sufficiente, si•a perchè moJti impiegati non hanno sof– ferto meqo degli o-perai, sia perchè spesso le condi-. . zioni dell'impiegato, anche se migliori in sens·o as– soluto, sono peggiori in senso relativo, e cioè in rife– .dmento alle sue esigenze e ai suoi bisogni. È pertanto 11ece·ssa,rio ammettere che abbia soprattutto influito sulla, classe imp 1 iegatizia una formazione cùlturale non atta a generare una coscienza .proletaria; onde · essa ha finito per rimanere solo pa.rzialmenle conscia del suo ni,olo sociale. Già la cultura di p·er sè, in senso assoluto, giuoca in questo campo un ruolo importante. Lnfatti è fun– zione della cullura stessai l'educazione dello spirito critico, da cui di5cende la tendenza adi inquadrare lutti i fenomeni - non ultimi certo quelli sodali - entro una p,iù larga cornice, ove la violenz·a dei con– trasti viene attenua,ta e fecondata nella dialettica sto– rica, e gli schemi ,rigidi a carattere d1ogmatico sosti– tuiti con v·alutazioni più spregiudicate, che cercano di aderke .:i.I perenne mutare ed evolversi della realtà. • Per quanto scarsa tracèia possa lasc'iare la ·cuHµra; quel po' di spirito critico che da essa comunque trac origine renidie più difficile il S'O~g,eredi quelle fedi che trasformano in mito un'Mea, ·e in nome del mit,o • stesso sanno condurre i p·ropri credenti a tutte le battaglie .• Onde Fentusiasmo ingenuo d'ell'operaio e del contadino s-o:cialista. tdif mezzo s~co,Jo fa, fervidar niente credenti nelle idee-chiave del Socialismo, di– venute per le lorq semplici coscienze altrettanti miti, e spesso magnanimamente disposti a tutto Sl\•Crificare per i foro ideali, non ha quasi mai ·potuto penetrare altrettanto profondamente l'animo più criticamente orientato della classe impiegatizia. Finchè il Socia'. lismo è stato - vedremo .poi se lo è ancora - una religione, esso,, così come tutte le religioni tradizio– nali, a cominciare daUa religione cattolica, ha tro– vato inevitab'ilmente nelle classi più umili, ricche di slancio e di spontaneità, i suor più fervidi credenti. Il socialismo' idei. ceti impiega,tizi - quando c'è sta– to - fù sempre. un socialismo assai più moderato, perchè non alimentato ,dia,pari forza :d'i fede e di dedizione. È 1>9r altro anche vero che proprio nella nostra età il mito fascista eur,opeo - il quale, come. tu_tti i miti, avr ebbe dov uto trovare una diga ne!Ja ctù– tura - ha trov-a.to in seno ai ceti impiegatizi, .non sospetti di aderill'le ad esso pe,r interess-e di classe, troppe :legioni di fervidi credenfi: onde molti che non avevano accoLto il Socialismo come religio11e; hanno poi accolto come religione il fasc'ismo. È, le– cito quindi dedur,ne che non sia di per sè i,l so.Jo spirito critico educato dalla cultura- quello che ha tenuto i ceti impiegatizi lungi daJ socialismo, alforchè esso era più che altro una fede religiosa che si es,pri– meva perr mi,ti, visto appunto che altri miti - e per di più miti cosudietti borghesi - hanno successiva- . mente potuto trovare presso questi stessi ceti un ter– reno relativamente favorevole·. È dunque veramente anche lo stile di vita, l'·aJ.11- biente familiare, con gli inerenti contatti e le relative abitud,ini, che hann,o tenuto di norma la classe im– piegatizia lontana dagli altri ceti p,roletatri. Dallo stes– so ambiente, sovente anche _dalla medesima famiglia, escono il ·pi1J..delle volte il commercia,n-te, il profes– sionista .e l'impiegato, che dellà comune origine non p'otraimo non senti,re il'influsso; mentre d'·altro lato uomi!}i che, usciti dalle stesse scuole, si indirizzano

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