Critica Sociale - anno XXXVII - n. 2 - 30 settembre 1945
30 CRITICA SOCIALE cui, in qu!.!sic condizioni, il vecchio tipo di fattoria di 150 a 200 acri -di teneno è destinato a s,p,ari-re.E,. 'di fatto, le statistiche americane dinìostrano che dal 1920 al 1930 il numero t otale delle fattorie è dimi– ·nuito cli 150.000. Dna pa, r.te di questi fittavoli falli– scono e abbandonano l'industria agricola, un'altra unisce 5 o 6 piccole aziende in una sola e si adatta così alle nuove condizioni della procluziorie. D'altro canto, il prezzo del macchinario aumenta notevolmen– lc: il ministro dell'agricoltura degli Stati Uniti sti– mava che 1iel 1925 la spesa si dovesse calcolare a 200 dollari per operaio, mentre nel 1870 non era che di 36 d.ollari. In tal modo, il fitta.volo. mod'erno è molto più capitalista del suo predecessore; i limiti fra l'agricoltura e l'industria propriamente delta si can- cellano. , · « Cosi i tratt<ori hanno, dato modo ai -gra.ndi ca,pHa– lisli di entrare nell'industri,a agricola; grandi società anonime agricole sopo state create cd hanno pro·vato che sono vitali; non è lontano il giorno, in cui le fat– torie diventeranno delle fabbriche di grano, di co- tone, cli prodotti lattei, ecc.». · _ Analoga rivoluzfone agricola. si è prodott,a nella Rus– sia Sovietica per effetto cl 1 ell'introduzione -dei sistemi meccanici nella produzione rurale, da p-rima in for- - m(I volontaria attraverso le cooperative contadine, co– me consigliava e praticava A. M. Markçvic, agronomo della Russia meri-dionale, poscia coll'entrata. coatta· dei contadini nei Kolkòs e l'eliminazione dei conta– dini agiati (Kùlakii che vi facevano resistenza. I ,ri~ultatLottenuti colla riforma Stalin, diretta aJla crcaz10ne ,del maggior ·.numero possibile di Kolkòs, probabilmente col pensiero che si p·otrebbe poi Ìllte– riOl'mente occuparsi ,del loro lavoro qùalitativo sem- ~ brano ess·er.è stati inferiori a quelli ottenuti daÌ Mar– kèvic, il quale ccrcav,a soprattutto di rialzare il la– voro qualitativo delle gro'sse uriità agri,cole (1). ~oi non sappiamo se d'allora in poi le cose siano cambiate e migliorate anche··nei Kolkòs, ma leggiamo che nel 1935; dopo una visit,a; sui lt10ghi sir Walter Citrine àccertava: '· « Il contadino lavora coi suoi vicini nell'azienda collettiva, ma adesso ha diritto di conservare una gran parte del raccolto <:be ha fatto spuntare, e di avere una .vacca, maiali, polli, conigli e un picc·olo orlo. , Si .è detto e si dpete :ancora oggi, specie dai callo, lici, _a -cominciare da Pio :XII, che la proprietà è l'intè- ' graz1ot1e e il po!enzi,amenlo della ,personalità umana. Per qua,nto il pregiudizio d-ell'importa-nza d'ell'indi– viduo in ,r,agi,one dei suoi beni persista, non di meno il giudizio che l'uomo vale quanto sa e sa fare va via via acquistando terreno e si incammina a prendere il sopravven\o. Per cui, non è più la proprietà che assicura lo sfruttamento dell'uomo .a vantaggio di un altro uomo che serve di mi-sura_dell'uomo stesso, ma è il la.varo. . - ' Ne viene di conseguenza che, in un· mondo in cui 0 -tutti ,d/e•bbanolavorare per vivere e tutti lavorino per trarre dal lavoro .J.a, maggiore soddjsfazione della vita, il possedere uno o più-ettari di terreno da.far _lavorare ad altri non oonferisce alcun-a superiorità; anzi, se il ·pract·otto del lavoro altrui permettesse l'ozio al proprietario, questi sarebbe oggetto di_ di– sprezzo e -,di,d'isistima da parie della &ocietà. Oosì la terra, la madre comune di ,tutto quanto oc– corre alla collettività, deve essere e rimaner proprietà della. collettiv.ità stessa,. so.ttratta alle alee della spe– culazione della compravendita e ai frazionamenti pr'<'>– vocati dall'_assegnazionc dell'asse. ereditario a varii congiunti, che frammentano )'unità poderale con clan- - no, dell'agricoltura. ·· Quale la sol11zio11e? L'a{fillanza col/elliva. Dati questi tre fattori: psicologico, tecnico ed erso– nomico, ci domandiamo: è il rapporto di mezzadria . fra proprietario e cglono tà.le da favorire l'evoluzione agrfoola, da dare tranquillo e soddisfatto vigore àt– ti".o al colono, c;laassicurare là massima progred·~ente • produttivi,tà? Non si può esitare a rispondete: no! Dove ha il grande proprietario la passioné c]ell'a: gricoltura -- salvo rare eccezioni -, le cognizi-om tecnico-agricole, la volontà di-vivere a contatto coi lavoratori dei campi? E dov'.è ·il medio o piccolo pro~ prietario che, insieme a quelle doti, ·abbia anche i capttali occorrenti per la nuova attrezzatura, e, se u· ·possiede, .ibbia· la volontà di immetterli nr.lla cundu– zione della terra ? - E verchè, t.ra l'altro, se è stata, propri.o la classe dei terrieri di ogni gra,do che, per timore dell'espropria– zione e per far ribassare i salari e le pretese della mano d'opera,. dette appoggio, ,danari, prestigio e fi- ' ducia al fascismo ed ha con ciò perduto o.gni titolo a permanere· classe diri·gente nel campo pulitico, per– chè deve continuare ·ad essere classe dirigente. ne'J' campo ecoµomico-ag11ario,-pr>onta a gettare nel piatto. <i: Ho_l'impressione che a lungo andare ci troverà il suo vantaggio. Da un lato ha perdutq la sua -indipen° clcnza come piccolo coltivat•ore che. favora ·11er suo conto, questo è certo; ma, d'altro canto, avrà i!·van- · taggi~ id.imig!i.ori metòd'i agricoli e di macchine per fare 1 !,avori duri. Finalmente godrà di maggiori co– modità in cambio del lavoro che fornisce. Forse ha mi1ior _fìduci:anello Stato di quel che non paia, e certo non d1menhca che l'atteggiamento di questo è p,iù volte cambiato ilei suoi riguardi. Forse sente che il periodo presente non è éhe tenip.oraneo e teine che _ antidemocratico della ·bilancia dello Stato il peso èlei l·o Stato, consid'erandolo -nuo-vamente come un Kùlak se appaia un po' agiato, non si rivolga di nuovo verso di lui e non gli ritolga quel ch'egli ha acquistato. .« No~ostante tutto, egli va,nta_ggiaid.ialcuni provve– chmenh: può produrre con m,aggi-ore facilità di ima volta. La sua resistenza alla collettivizzazione e la bru– talità dello Stato vers.o di .lui hanno decimato· i suoi · arm~nt_i di_cavalli, ma in cambio egli ha il diritto di scrv1rs1 dei trattori e d'elle trebbiatrici. Nella fattoria dove lavora, adess.o c'è l'elettricista e•ci sono dei trat– tori elettrici. Nena sua capanna c'è più spesso la luce elettrica» (2). Il fattore economico. C'è ancora un terzo- fattore, il fattore economico della proprietà della 1erra. (1) Dall'arti<:olo <dtato di VIA1'0R \2) Sir WALTER CITRINE: À la rÙhMahe de la verité en Russie (Editions Pierre Tisnè, Paris, 1937, pag. 2n)~ co - - suoi quattrini e ,della sua prOJ?rietà, per riacciuffarfl direttamente o i'n accomandita, con qualche altro mo– striciattolo in freg<?fa di dittatura, il potere-politico? E aUora, come. trasformare quel' rapporto? - , . Forze associate, capacità tecnica, alllusso di capita– h: ecco qt?,ello che occorre all'economia ,a,gr-icola in tras.formaz1qne,- non nelle forme grandio-se d-ell'agri– coltura americana, ma ·sul suo esempio com:e metodo e mezzi, secondo la natura~ct-el nostro suolo, e le pian– te e le co. Jture che p iù vi si adeguano. , Quei tre elemen.ti c6ncorrenti e coordinati possia– mo trovar1i nell'affittanzà collettiva a conduzione di– vi&a .di·gruppi di unità poderali sotto la direzi.one di t~n tecni_co, p_ur esso socio coi contadini; i quali siaa no co admv-all da un ce rto, num,ero di braccianti del luogo, comparteciipan.ti ai prodioUi in propor'zione del lavoro fornito. . · Il proprietario 1 d.iventa un semplice percettore di un dato canone di affitto, e se ha passione, attacca- - mento e p·erizia per l'agricoltura., potrà essere il tec– nico dirigente l'azienda, .adeguatamente compensato con gli utili ricavati. ' - · In -un secondo temp-g,.potrà io Stato o iÌ Comune o • I~ çomu~ità Agr-a.ria,.con tit_oli a reddito fìs~o {forma d1 mveshmento del nsparm10 un tem,p,o sconosciuta) riscattare in una certa misura, cioè non. aUa stregu; dell'entità dei possedimenti, ma a quella dei bisogni .,
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