Critica Sociale - anno XXXVII - n. 2 - 30 settembre 1945
CRITICA SOCIALE 29 anello intermedio fra l'azienda coltivatrice integrale individirnle su terra altrui e l'impresa capitalistica, poichè 'vi trov'iamo -es.pressa l'unione - o per. m'eglio dire la ,po-ssibilità di una. felice combinazione - fra lavoro e capitale·» (p.' 40). . . • 1 · Il paese, come è noto-, nel quale la colonìa parzia– ria ha assunto, con carattere più defin'ito, la sua forma tipica di mézzadria, è la Toscana, .che il Si- , smondi, citato ·da Dal Pane, così descrive: · « Il mezzaiuolo riceve -dal padrone il podere già avvialo, colla casuccia- necessaria per l'abitazione, e col bestiame e il picciol capitalt. di attrezzi rurnli, ùi foraggi e sementi cl;ie abbisognano pel Lavoreccio. · Nei luoghi ove più acçurata ·vi è la coltivazione, e particolarmente nella valle di Nievole, i p_oderi non sogliono eccedere i dieci jugeri di terra (1).' Si ob– blig,a con questo il rnezzaiuolo di· eseguire col con– corso della p,ropJ:'.iafamigliJa tutti i lavod della terra, godendo, a vece ·di salario, della metà dei beni ri– colti, l'altra metà dei quaili deve andare al padrone; queste· condizioni sogliono soventi volte .ridursi in iscritta formale a fine di meglio, definire certe pre– stazioni e certi servigi iai quali si o,libliga il mez– ziaiuolo; min'ime. pierò le differenze che ·pas~ano fra -l'un caso e l'altro; la consuetudine si è quella che regola tutto e supplisce ai patti che, non· sono sta,ti specialmente es-pressi, ed il pad:rone che si prop:01- nesse di scostarsi da quella, di esigere di più degli altri e di prendere per base ,çlel suo contratto una spartizione disuguale dei ricolti a danno del mez– zaiuolo, incorrerebbe tant'odio riel paese, e sarebbe certo di non po,te,r trovare mezzaiuoli p,robi ed· onesti» (p. 41). . Ora, dal settecento ad oggi ,µne fattori sono inter– venuti a modificare l'angolo ·vJsuale dm: cui si ri– guarda la mézzadria: un fattore psicolÒgico e, tìn fattore lecnicor. Il fattore psfoologico. La proprietà -della terra era nel pass:;tto, assa,i di più che non sia oggi, il Ii1ezzo per assicuràre nel 0 ' l'o11ìo la dignità e la superiorità del possidente sul popolo d-estinato ,a servire, disprezzato- e avvilito· e considerato di urna natura più ba,ssa, · « Alla disuguagljanza economica si _aggiungeva, scr_i-· ve ancora il Dal Pane, quella giuridica, politica, mo– rale. Per costume gli uomini si consideravano diver.– si. I più doveV:ano lavorare per prepara·re beni e de– lizie ai pochi, ma non godere déi beni prodotti: non diritto a -un trattamento giuridico uguale, non .di– ritto all'istruzione, non diritto di parte.cipare .al reg- gimento della cosa. pubblica» (p. 274). · Ma, da u:n lato, col mutar dei tempi, col diffondersi dell'istruzione, per .elementare che sia, la figura del possidente, so'1o percettotè di rendite, senza alcuna p,artecipazione alla attività del podere, ozioso e beato . co,Iprodrotto del 'l'avoro,del contadino, pe,r,d•eogni gior– no più di giustrificazione e di legittimità, e, in con– fronto a chi vive del proprio lavor,o, acquista invece di51Pregio che n,o:ndi ràtdo si tr1amuta in odio. Dall'al– tro lato, il favorato.re ve,d,efina,lmente pregiato il con– tributo della. SU!aattività manuale, si riconosce un elemento indispensabile della economia nazionale, sente rinascere e accrescersi la fiducia di uscire una buona volta da Ua ·c,ondizion e di perenne miseria, si attemm ·in lui l' ayvilim en.to rdella sua c-ondizione di essere passivo n eHa s,o'Cie,tà,scolp,re.idiiessere un uomo che può guardare in. faccia -gli altri uomini a. pari titolo e grado. ' ,· _ Un tempo, n·el rapporto fra pa·d.rone ·e contadino ·c''tra anche un sentimento di pr.o,tezione data e rice– vuta·, che colma;va .l'abiss,o tra le due co:ndi-zfoni ri– s-pettive, per una specie .d 1 i 1patriarcalismo che soddi– sfaceva il dipendente rassegnato a ri mane re in eterno quel ch'era, e un poco lo raçconsol; i.va. J-r) Il jugero è pari a mq. 2518; Gft1Ìndi,.il podere è di chèa due ettari e mezzo. Oggi, !?atmosfera è cambiata, Il contadino non ha più bisogno della protezione del p1adrone, perchè sa difendersi da sè e trova difesa nel sindacato; egli ri– pugna a quei servigi domestici che ancora prima della riforma dei patti col.onici era tenuto. a prestare e di cui• le regalìe, non per La loro entità ma p·er il loro originale carattere di atfo di omaggio -e di subord fna– zione, sono una so 1pravvivenza, cosicchè rimane fra lui e il padrone uri. rapporto freddo, nudo, di capitale e lavoro, del quale gli sfugge la giustifica~ione, per– chè sulla terra vede solo- se. stesso e la sua famiglia, intenti col loro lavoro assiduo lungo l'annata a farne' esprimere i prodotti. E maggiormente gli pesa di doverli dividere col ca– pitalista assente. Così l'antico incanto è rotto e i rap– porti odierni fra le due parti non son più tali che ·riescano con suprema, efficacia a ottenere dalla terra la massima produttività, che è l'interesse preminente della nazione. Il fatfo.re tecnico; Ma vi è ancorra, abbiam'detto, un fattore tecnico. L'agricoltura, come ogni a]tra, industre attività del– ..l'uomo, s'i trasforma, e progredisce continuamente, o, pe-r lo meno 1, diciamo che anche in Italia deve pro- gredire ininterrottamente. · · I coefficient(-d'i siffatta trasformazione s•ono la scien- 2,a e la meccanica. La scienza, nei suoi vari- aspetti, influisce sul trattamento della terra, sui modi di co1- tivazione delle piante, sulla loro scelt,a__ adeguata a!– l'impasto del terreno, sulla loro pr.o,teziorìe da,i ne– mici che le insidiano e dalle vicende atmosferichl'; la meccanica fornisce all'uomo forze e congegni· che gli ,risparmiano fatica e bracci<a, che vincono le av– versità stesse della stagione, che sprigionano dalle vi– scere della terra ntio:ve energie pro-duttive, che rido– .nano al bestiame bovino 'il loro compito naturale di produrre carne e latte. · Negli St,ati Uniti d'America l'adozione dei trattori per l'a,ratura della terra ha prodotto una vera rivo– luzione agricola, resa anco-ra più profonda dall'ado– zione di altre macchine in sostituzione dei cavalli. -« Il trattore si è rivelato una forza motrice ideale– per i bisogni dell'agricoltura,; non solo ha dimimtilo tutte le spese, ma, ha anche moderato il lavoro e mi– gliorato la qualità dei prodotti. -Una volta, l'aratu,;a dei campi per i.grani d'inverno, la ·cultura del cotone erano resi ,difficiii• dal calore e dagli insetii che assil– lavano i cavalli; è inùtile dire che qu~sti fattori non agiscono stù triattore. Il cavallo non può lavorare più di un certo numero di ore al giorn·o, mentre il trat– to.re. può lavorare quasi senza tregùa se il lav,oro ur– ge . E, finalmente,: il cavallo, deve rientrare in· istalla ogni giorno, m~ntre il trattore viene lasciato nei oam– pi; -con esso tutti i lavori agricioli si fan più presto; la moto-aratu'ra esige metà del tempo che prima si impiegava » (1). Altre macchine ag,ricole, come le. mietitrici e le mietitrici-trebb'iatrici, sono ap<p·arse insieme con i trattori, abbassando n,otev olmen te- le spese- necessarie alla produzione di un qui, nta.le di granò. . · « Ma, continua Yiato r, ·sebbe ne questi risultati fos- · sero già importanti' e radica.ii, l'influsso dei trattòri sull'industria non si ferma lì. I l trattore libera la mac– china da tutti gli impacci che il cavallo poneva al suo funzionamento,· il tra,ttore· ha notevolmente accresciu– to il raggio d'azione ~ella macchina ed ha fatto au-. mentare le dimensioni delle fattorie, prima sino a 5-10.000 acri (1 a,cro = 40 are e 47 centiare), poi .sino· a 100.000 acri. « L'esperienza dimostra che l'uso dei trattori e delle maèchine moderne non comincia a rendere se non sopra un terreno -seminativo di -1000-1500 acri; per "(r)· Da un·.artkolo cli VIATORnella Revue .politique· et par– lementaire', ro janv-ier 1932.
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