Critica Sociale - anno XXXVII - n. 2 - 30 settembre 1945
26 , CRITICA SOCIALE · t;n organo dirimente gli eventuali conflitti -fra le altre due Cam ere). Ma p oichè, anche senza cadere nei difetti del superia.to corporativismo d'infausta memoria, non è, chi no·n veda, io credo, l'opporttv nità che anche le varie organi-z'zazioni sindaca-li di . ogni forma d'i attività abbiano· una 101'0 adeguata rappresentanzia.; e poichè, almeno a parer mio, l'isti– tuzione di un Consiglio del lavoro (o come altro lo si voglia chiamare) parrebbe sufficiente, ogni impor– laute questione .tecnica rivestendo un ca-ra.ttere anche squisitamente politico, a me sembra che, pèr evitare le coll1'plicazioni di un -sistema tricamerale, raggiun– o-endo alcuni almeno dei vantaggi ch'esso indubbia– ~1ente p·resenterebbe, non resta che integrare la rap– present•anza regionale con quella delle differenti ca– icgorie. ;l chi il supremo polere esecutivo? Per accennare, infine, - dopo !a!i spunti sul si– stema federativo e rappresentativo - ad un altro punto im1)0rtantissimo-, il quale merita ·d'essere _ap– pr,ofondito e di.scusso, ecco qualche altra opinione intorno, all'esecutivo. Pu11to importantissimo, dico, pcrchè, mentre th1 un l:\I0 apparisce ormai evidente, ad ognuno che abbia riflettuto su le recenti e menq recenti· esperienze politiche, la necessità di un go– verno il qllialc abbia una sicura auto•rità ed una rela– tiva stabilÙà, d'al!ro lalo, per salvaguard,are un l'ffelliv,o regime democratico, occorre che tale ·go– verno si,a sempre respo nsabil e verso il p•aese e non ·presenti il pericolo, è n.on abbia. nemmeno l'appa– renza, d'una qualsiasi dittatu ra: Per soddisfare l'a~– zid'ctta necessità si potrà stabilire, nella, stessa cosh-. t'uzi,one, che il governo :d,ovrit, od almeno potrà, rima– nere in c.arica, fino a quando· una maggi,oranza quali– _lìcata - poniamo•, dei due terzi - della: Camera più squisitamente politica, cioè di quella eh.e rappre- · senta la volontà dei partiti, .non gli abbia manifestalo esplicitamente l1a propria sfidùcia, op·pure fino a quando le due Camere non abbi•ano votato·, sia pu,re a semplice maggioranza, la lci,ro comune sfiducia. Ma rimane - •accanto a bante e tante altre - uila que– stione, che può apparire, a, pr'imo as,petto, di pura forma, ma che, chi ben guardi, soprattutto per il_ pericolo che vi è in.sito, di mi.a degeneraziòne ditta– toriale, si rivela di notevole import1anza per il man– teniment.o, o meno, della democra,zia, e cioè di vero e proptrio .contenuto po.litico: a chi spetterà la p,resi– ùenza d'ella r-epubblica_? Ebbene: a costo di passar per origina-le, io o-so sostenere che una repubblica veramente democratica può, e forse "deve, fare a, meno di un presi.dente; dico di un presidente individual_e, e nl(),n di una· pil'esid'enza, la quale è necessaria, n_on foss'altro pei 1·apporti diplomatfci e per assicurare la conti'nuità del regime. · Ho udito da qua.Iche compagno e~primere l'opi– nione che, per la _preminenza ,d 1 el potere legislativo, Presidente della repubblica dovrebb'essere il Presi– dente dell'assemblea nazionale. Ma, a prescindere dal fat\o. che, ·mantenendosi, se pure organicamente mu– talo, il sistema bicamerale, dovrebbesi'decidere quale dei presidenti delle due Oamere d·ovrebbe essere in– vestito della suprema magistratura dellà repubblica, a me· - e, certamente, non soltanto a me - sembra · che non sarebbe :o,pp-ortuno il cùmulo delle due ca,– riche, quella di moderatore dello Stato e que~la di presidente di un'1assemblea, il quale, fo fondo, non è se non. il moderatore delle :diiscussioni che ·in essa si svolgoll'o. Àncorr meno opportuno mi sembra d'in– vestire della ·somma magistratura il capo, Pl'O-tem– pol'e, del governo, appunto· per i,I_pericolo dittatoriale che vedrei in tale forma politica. Molti vantaggi presenta il sistema svizze,ro, -d'i un presidente' scelto fr1a•i membri del governo, il quale non può ~urare in carica se ndn per· breve -tempo (e che, di sòlito, si sa appena chi sia); ma. tale sistema è difficilmente compatiibile C0!l quello della responsabi'lità del go– vern.o di fronte aUe Camere:, Uno studioso di sboria di gran fama mi dicevia, scherzosamente, tempo ad– dietro, che, per ovviare ai pericoli di una dittatura, egli avrebbe voluto ripristinare l'antico sistema ro– mano, ,cii· due, anzichè di un solo reggitore dello Stato. Senza 11·oterqui sviscerare il delicato problemITT costituzionale, voglio, per terminare, far -ce11110 d'un'idea, che mi pare degna di molta attenzione, affacciala (non rammento più se in questi precisi termini, nè ho' ~desso il mod•o di verific;are) in .un progettò di riforma costituzionale, elaborato da un nostro nuovo, geniale compagno, l'ing. Adriano Oli– :vetti, d'Ivrea. E cio·è la p,residenza della repubblica si affidi a-d' un collegio, formato, per es., di tre altis- , simi magistrati: i presidenti della. Cassazione, del Consiglio ,di Stato, della Corte dei Conti. 'Tale· su– premo collegio - presieduto, a sua volta, dal più anziano, o di età, o. di nomina, - do-vrebbe eserci– tare le funzioni rappresentative dello Stato, sanzio– nare le lèggi, provvedere nei periodi di cr.isi alla continuità delLa vita costituzionale, .nominare il nuovo governo. . La proposta potrà forse sembrare bizzarra a chi non sappia spogliarsi della inveterata abitudine di associare l'idea della sovranità con ..quella idel fasto. Ma chi ne abbià assai di pennacchi, di fanfare, di cerimo,nie, chi concep'isca in una forma tutt'insieme più modes,ta e più austej'la la vita e la sovranità dello Staio, se pur potrà· criticare nei suoi particolari la proposta riforma, non potrà disconoscerne la serietà. Ad ogni modo, su questo e sui molti e molti altri punti, difficili e delicati, del ,p,roblema istituzionale (come, per non ricoll'darne che 'uno soltanto, i· siste- mi elettprali), è aperba la di_scussione. . ALESSANDRO LEYI Nei prossimi numeri- pubblicheremo il seguilo, del discorso di FILIPPO TURATI,· la continuazione dello _ studio di VIRGILIO DAGNINO sulla socializzazione in– dluslriale, un primo al'tièolo di ROBERTO TREMELLONI sulla politica industriale, uno di GIULIANO PrsCHEL sul socialismo nel pilogrrJmma del Partito d'Azione. LA RIFORMA- INDUSTRIALE II Il problema dell'indeniiizzo ag/ii azionisti espropl'iali. Nell'a-rticolo preceidlente, dopo aver prospettato la possibilità che ·il processo di SJocializzazione (con esproprio ida, parte dello Stato, e assegna.zio-ne delJ.a gestione ad ap.posit-i. Istituti finanziari di carattere pubblico) _debba riguardare, in un primo ·te1111po, sol– tanfo un. centinaio ,dli ,grandi complessi in,dustriali, aventi un valore ,a,ltuale valutabile a ci-rea 200 mi– liardi di lire, ci siamo chiesti quali ;Potevan·o essere i problemi immediati, funzionali e finanziari, conse– guenti a tale ·socializzazione. A questo- "riguardo· necessita considerar-e ,a;nzitutfo che_ si, trat-ta cli grandi complessi, c,o,:nampi quadri direttivi, tècnici ed amministrativi, composti in qual-. che caso di elementi pad'ronali, ma, nella grande mag– gioranza di funzionari stipen·diati. Questi, al pari de– gli impiegati esecutivi e degli operai, non avrebbero da pe1,dlere alcun v,a,ntaggio in caso di socializzazio– ne, ma fruirebbero• anzi di un più esplicito, riconosci- - mento del loro ruo.Jo direttivo. La continuità e 1·égolarità delle g~stioni azien,diali p,o-trebbei-o ess~re quindi pienamente garantite, ed anche n_eiraTi-casi di dirigenti grandi pr-9;Prietari del– l'impresa che rd·ovesse-ro cessare, ,per volontà propria od altrui, l'apporto della loro es[Perienz:a tecnica ed a:rnininistraLiva, le di-ffico'ltà sorgenti nòn dovrebbero essere ins'o•rmontabili, nè tali, nel complesso, da co• . stituire un serio ostacolo idlecisivo.. ' ..
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